Oh dolce mia signora.
I sogni ed i tormenti
mi tengono lontano
dalla mia patria.
Com'esuli infelici
la Francia ci rinchiude
tra le sue fredde sbarre.
Non bastan gli occhi miei
a contemplare il bello.
Parigi e il suo splendore
m'appaion quasi spogli.
Il cielo terso e chiaro
si tinge di caligine.
Olezzi di foschia
ci pizzicano il naso.
Ed ogni cosa è amara.
Perché non posso amarti...
Mio adorato Fersen.
V'è tormento attorno a noi.
Questi nobili corrotti
son decisi anche a sventare
il più intimo segreto.
Le catene e i rovi
della corte di Versailles
mi maciullano le carni.
Ma non posso piangere.
Né lo voglio.
Sono la Regina.
Peccar nella tristezza
non mi piace.
Mi accontento dell'Adesso,
così fievole e sfuggente.
Io che mai m'accontentai
di gioielli e vesti.
Perché adesso ho ciò che voglio
proprio qui con me.
La ricchezza vera
che i diamanti non appagano.
Il mio sangue scorre.
Così vivo mai
l'ho avvertito.
Perché tu sei qui,
o mia gioia grande
che nel seno v'entra a stento.
E non voglio altro...
Regina mia.
Dapprima ciò che vidi
fu questa tua bellezza
che accende il desiderio
persino agli occhi spenti.
Ma ora che odo
le tue parole forti,
le fiamme dell'inferno
consumano il mio cuore,
mentre Discordia ride
della sciagura nostra.
Aver vorrei
questo coraggio.
Vorrei affrontar le pene
come fai tu.
Invadimi, mio amore,
della tua luce.
Io, come l'ombra,
t'ambisco.
Di te voglio colmarmi.
Polmoni soffocati
che strillano in silenzio
di vita la lor sete.
Oh mia Regina...
Non chiamarmi in questo modo.
Allontana quest'idea
dalla fronte tua.
E dimentica
che io sono la Regina.
Spazzo lontano
queste parole.
Per una notte
non siamo che io e te.
Un uomo ed una donna.
Innamorati.
Nel dolce far l'amore
voglio affogare.
Convincermi che
una speranza cresca
per noi infelici amanti.
Sono pronta ad abbracciarti.
Se la luce io son per te,
splendi qui con me
in quest'attimo sì lieve.
E t'accolgo qui
dentro me
come fossi il mio figliolo.
Pargoletto dolce
che ti nutri del mio latte.
Canterò al tuo orecchio
ninnananne di palazzo.
Dormi bimbo, fino all'alba.
E domani diverrai
della Francia il re.
Un amore immenso
volerà sui tetti
come l'angelo di Dio.
Benedette diverranno
le fanciulle d'ogni dove.
Che sian vergini o sovrane.
Che sian madri o sian bambine.
Saran libere di amare.
Di giocare tra le fonti.
Di sfuggire ai precettori
e alle leggi stabilite.
Potran piangere e esultare
senza che nessun le guardi
come fanno gli avvoltoi
affamati di carogne.
Potran scegliere chi amare.
Potran scegliere di vivere.
E di costruirsi
la felicità.
Attorno a me ti sento.
La forza di un tornado
che spazza via il dolore
ed ogni vanità.
La nebbia ed il fetore
son or da noi distanti.
Un prato speranzoso
ci culla nel suo abbraccio.
E la preghiera
d'un uomo e di una donna
arriva fino al cielo
splendente di coraggio.
Maria Antonietta...
Maria Antonietta...
Fersen...
Fersen...!