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Autore: OlicityAllTheWay    04/02/2017    2 recensioni
Una storia dal finale aperto perchè non so ancora se la continuerò :D
Ho preso spunto dalla nuova serie "Riverdale" che mi sta piacendo veramente un casino. Spero che la leggiate e che vi piaccia :D Fatemi sapere.
Un bacio :D
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Archie e Betty erano amici da sempre. Da quando avevano 4 anni per la precisione, ed era quasi come se fossero fratelli.

 

Ma da qualche tempo Betty aveva iniziato a vedere Archie in maniera diversa, come più di un amico.

Così quella sera ci mise molto più tempo e molto più impegno del solito nel prepararsi.

Per il ballo scelse un abito rosa con dei triangoli che lasciavano scoperta la pelle liscia e chiara della vita. Ondulò i suoi capelli biondi in maniera maniacale, liberandoli dalla solita coda di cavallo che la caratterizzava.

Durante il loro primo e ultimo ballo di quella sera prese coraggio e gli confessò che di tanto in tanto si ritrovava a fantasticare su loro due, soprattutto ora che lei era diventata una cheerleader e lui il quarterback.

Ma non era andata come sperava, anzi era stato un disastro.

Dopo il ballo erano andati tutti a casa di Cheryl Blossom e lì la situazione era peggiorata: Archie e Veronica – la nuova arrivata – avevano giocato a quello stupido gioco “Sette Minuti In Paradiso” e Dio solo sa che cosa avessero fatto dentro quell’armadio. Nonostante quello che lei gli aveva detto durante il ballo.

Davanti al portico della sua splendida casa, Betty, decise di chiedergli chiaro e tondo come stessero le cose fra loro due: << Non ti sto chiedendo cosa abbiate fatto a casa di Cheryl, tu e Veronica. Non lo voglio sapere. Quello che ti sto chiedendo, adesso Archie, è se tu mi ami. >>

Lui la guardò, incerto su cosa dire. Anzi sapeva esattamente cosa dire, ma non come: << Certo che ti amo, Betty. Ma… >> tentennò per un attimo, poi continuò: << …ma non nel modo in cui tu vorresti. >> concluse abbassando lo sguardo.

Ferirla era l’ultima cosa che voleva, ma illuderla era ancora peggio.

Lei lo guardò con occhi pieni di lacrime e senza dire una parola rientrò in casa.

Chiusa la porta alle sue spalle crollò sulle sue stesse gambe, sedendosi sui talloni. Si portò le mani alla bocca per soffocare il singhiozzo che stava uscendo in quel momento. Ma le sentì bagnate. No, non di nuovo. Nemmeno quella volta era riuscita a controllarsi: pur di non scoppiare davanti ad Archie, pur di non sputargli addosso una marea di cattiverie aveva conficcato le unghie sui palmi, fino a bucarli, fino a riempirli di sangue.

Forse sua madre aveva ragione e lei non stava bene, forse aveva ragione e lei sarebbe diventata come sua sorella Polly, andando avanti a forza di pillole piccole e bianche nascoste in anonime boccette arancioni.

Scosse la testa per liberarsi dai quei pensieri e, pur essendo tardi, decise di chiamare l’unica persona che la capiva sempre e che non l’avrebbe abbandonata mai: Kevin.

 

<< Ehi, Betty! >> disse lui con una voce…colpevole? << Tutto bene? >>

Lei non rispose, emise soltanto uno strano verso, strozzato che fece capire immediatamente all’amico che qualcosa non andasse.

<< Ok, tesoro. Dove sei? Sto arrivando >> disse lui cercando di rassicurarla.

<< Casa >> rispose Betty, con una voce piatta, quasi non sua.

<< Ok, arrivo. Ma stà lontana da quella roba >>.

 

Dieci minuti più tardi Kevin entrò in casa di Betty, senza nemmeno suonare: non aveva bisogno di questi convenevoli. Lui era uno di casa.

La trovò seduta a terra, vicino alla cucina. Con lo sguardo vuoto e continuava a fissarsi le mani.

Il ragazzo si sedette sui talloni e le prese le mani piccole tra le sue: in una stringeva la boccetta arancione mentre nell’altra aveva due piccolissime pasticche bianche.

Si passò una mano tra i capelli: << Quante ne hai prese? >>

Lei lo guardò come se si accorgesse solo adesso che lui fosse arrivato. Scosse la testa.

<< No cosa, Betty? >> cercò di incitarla Kevin.

<< Non ne ho preso nemmeno una. >>

<< Brava tesoro. Ora dalle a me e andiamo in camera tua. >>

<< Ok >> rispose Betty.

Lui sospirò, sollevato di essere arrivato in tempo. Quelle pasticche le toglievano la lucidità di cui aveva bisogno. Era da tanto che non le prendeva, sarebbe stato meglio se questo fosse rimasto invariato.

 

Salirono le scale e lui l’aiutò a liberarsi dei tacchi alti e di quel vestito che sicuramente non sarebbe stato comodo per dormire. Betty si avviò verso il letto, e si infilò sotto le coperte.

Fortunatamente era abbastanza grande per ospitare entrambi perché il suo migliore amico non aveva nessuna intenzione di abbandonarla, soprattutto non quella notte.

Si addormentarono mentre lui le accarezzava i capelli e le ripeteva dolci parole.

 

L’indomani Kevin si sveglio solo perché Betty le diede una cuscinata fortissima sul viso.

Aprì gli occhi, spaesato: << Forza Bell’Addormentato! Dobbiamo andare a scuola e tu indossi ancora i vestiti di ieri! >>

Lui la guardò disorientato, ieri era in lacrime, pronta a prendere quelle maledette pillole che ha conosciuto solo per colpa della madre e ora invece sorride, urla ed è perfetta come sempre: coda di cavallo, trucco leggero, jeans e camicetta a fiori.

<< Ok ok! >> disse Kevin vedendo che lei stava per sferrargli un’altra cuscinata.

Kevin si alzò e si mise le scarpe. Betty lo osservava, sembrava stesse pensando a qualcosa da dirgli.

<< Ehi, grazie per ieri >> disse infine. E lui vide un lampo di tristezza passare nei suoi occhi, ma fu questione di un secondo. Un’altra persona non se ne sarebbe nemmeno accorta; ma lui non era un’altra persona. Lui era lui e la conosceva meglio delle sue tasche.

Infatti sapeva esattamente perché ieri l’avesse trovata in quello stato, ma voleva sentirlo da lei in modo da poter intavolare un discorso piuttosto che una ramanzina a senso unico.

<< Sai che per te ci sono sempre. Piuttosto vuoi dirmi che è successo? >> provò lui.

<< Archie >> rispose lei semplicemente, sapendo che un solo nome potesse valere quanto una spiegazione intera.

Ma Kevin non dette segno di volersi arrendere e alzò un sopracciglio come per dire “Allora? Racconta!””

<< Ieri gli ho detto cosa sentivo per lui. E gli ho chiesto cosa sentisse lui per me. La risposta che mi ha dato non è quella che speravo. >>

<< Ragazza! Anche io farei follie per quell’Archie! Diavolo ha degli addominali che sono la fine del mondo >> disse Kevin facendo l’occhiolino a Betty: << Ma mi devi promettere di non ridurti mai più così per un ragazzo. Nemmeno se quel ragazzo è Archie Andrews. Non ne vale la pena, credimi. >>

Lei annuì debolmente.

<< Ok, sai una cosa? Da oggi cambi look. Farai cadere ai tuoi piedi tutti i ragazzi della Riverdale High School e ti dimenticherai di Archie in due minuti >> disse lui da perfetto esperto della moda, quale non era assolutamente.

Betty sembrò divertita e in un attimo annuì.

Il ragazzo si avvicinò all’armadio rosa e bianco che si trovava in un angolo della stanza e lo aprì nella speranza di trovare qualcosa che si avvicinasse alle sue idee.

Ma rimase deluso: trovò solo blue jeans e camicette, per lo più tutte simili se non addirittura uguali.

<< Beh! Forse più tardi dovremmo anche andare al centro commerciale per cambiare il tuo armadio: è troppo monotono >> disse Kevin guardando Betty di sottecchi. Doveva stare attento alle parole che usava, lei era troppo fragile: anche una cosa che alle orecchie di chiunque sarebbe sembrata normale, per lei poteva essere una bomba. Viveva eclissata dalla sua famiglia, più precisamente da sua madre, nella paura di non essere mai abbastanza perfetta. Betty era rotta dentro e Kevin aveva intenzione di sistemarla.

 

<< Hai totalmente ragione >> rispose invece lei, mettendosi le mani sui fianchi: << Fino a quel momento però possiamo guardare nell’armadio di Polly >>.

A quell’affermazione Kevin sgranò gli occhi, Betty – o tutta la sua famiglia se per quello – non parlava mai di Polly, non da quando era finita in un ospedale psichiatrico per lo meno. Figuriamoci offrirsi si indossare uno dei suoi vestiti.

Ma il ragazzo, per evitare di turbarla, fece spallucce e si avviò insieme a lei nella camera della sorella maggiore.

 

Kevin e Betty entrarono nei corridoi della scuola tenendosi a braccetto.

Lei portava i capelli lisci, un trucco sempre leggero al quale aveva però aggiunto un rossetto fucsia acceso. Ma questo non era tutto: portava un vestito bianco con una scollatura a cuore, agganciato al collo. Aveva mezza schiena scoperta, ed era decisamente troppo corto per una mattinata a scuola.

Tutti la guardarono sorpresi e straniti: quella non era la Betty Cooper a cui tutti erano abituati. Alcuni ragazzi si diedero di gomito facendo apprezzamenti a bassa voce.

Ma Betty era concentrata solo su un ragazzo e con sguardo furtivo lo cercava.

Le dava le spalle, davanti al suo armadietto, probabilmente sistemando dei libri. Si voltò solo quando Jughead gli diede una pacca sulla spalla.

Il viso di Archie cambiò espressione molto velocemente: prima sorpreso, poi leggermente arrabbiato. Sbatté l’anta dell’armadietto e si avviò verso i due a passo veloce e deciso.

<< Ehi Archie, tutto bene? >> gli chiese Kevin facendo finta di non sapere nulla della sera prima e di non essere responsabile del cambiamento della ragazza.

<< Che ti sei messa addosso? >> fu la risposta di Archie, non indirizzata a lui ovviamente.

Kevin spalancò gli occhi e mimò un “ok” prima di lasciare i due.

Archie aspettò che fu fuori portata di orecchio prima di riiniziare: << Che stai facendo? Sei…diversa >>

<< Beh, mi voglio sentire diversa >>

Archie non aveva mai provato per Betty quello che lei provava per lui. Però allo stesso tempo non gli piaceva che i ragazzi l’abbordassero o cose di quel genere: ha sempre voluto avere l’esclusiva su di lei.

Ma lei si era stancata di quella situazione.

<< Questa non è la Betty che mi piace >> disse lui, ponderando le parole.

Lei fece la finta tonta: << A quanto avevo capito ieri non ti piaceva nemmeno la vecchia Betty. E questa >> disse indicando sé stessa << è una Betty che piace a me. E ho deciso che d’ora in poi metterò me stessa prima di tutto. Basta cercare di essere perfetta per gli altri. >> disse lei tutto d’un fiato e allontanandosi da lui.

Il ragazzo la guardò incredulo: doveva assolutamente riavere la sua amica indietro. Ma forse non ci sarebbe riuscito. 

   
 
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