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Autore: _MartyK_    04/02/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Yoongi si era appena svegliato e, come di consueto, aveva un morboso bisogno di tirar fuori dai pantaloni l'amico dei paesi bassi e stare incollato al cesso fino a quando la sua vescica non si sarebbe svuotata.
Quando si svegliò, trovò strano il fatto che Youngjae si fosse svegliato prima di lui. Insomma, in quei tre giorni ebbe modo di capire che era così dormiglione da invidiarlo un pochino. Si stiracchiò e si alzò, poggiando per terra i piedi nudi e facendo sì che il freddo penetrasse nelle ossa. Almeno anche il suo cervello si svegliava.
Si avvicinò alla porta del bagno e fece per aprirla, quando sentì il vociare del ragazzo al suo interno.
Non era un tipo impiccione, anzi, la maggior parte di volte faceva fatica a fare amicizia proprio per il suo essere tremendamente riservato.
Però quella volta non potè fare a meno di sentire cos'aveva da dire il ragazzo.

- Chissà che faccia farebbe se scoprisse di essersi comportato male con una ragazza!-

La mano, che si era poggiata sulla maniglia, si bloccò di scatto e i suoi occhi si spalancarono all'inverosimile. Credette di aver sentito male.
Poi lo sentì ridere e capì all'istante. La risata, il suo imbarazzo, il broncio... era davvero una ragazza!
Deglutì e fece per andarsene, quando la porta del bagno scattò e si ritrovò immediatamente di fronte a - ormai poteva dirlo - lei.
Youngjae dal canto suo sbiancò e strabuzzò gli occhi, chiudendosi quella dannata porta dietro le spalle.
Non riusciva a parlare, non seppe nemmeno se dovesse temere per essere stato colto in flagrante mentre parlava al cellulare o se dovesse temere di essere stato scoperto. Trovò il coraggio di aprire bocca e ruppe il ghiaccio.

- Da-da quanto tempo sei qui?- sussurrò per non farsi sentire dagli altri. Yoongi abbassò lo sguardo, puntandolo sui suoi piedi.

- Da un po'- ammise. La ragazza si morse a sangue il labbro inferiore per la vergogna.

- Hai sentito tutto?- fece ancora.

- Il necessario-

Rimase interdetta.

- Che-che significa? Sai chi..?- Yoongi la bloccò annuendo. Lei chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un lungo sospiro.

- Ti prego, non dirlo a nessuno- borbottò a bassa voce. Talmente bassa che si domandò se l'avesse sentita o meno.
Poi incrociò il suo sguardo e la risposta se la diede da sola.

- Tranquilla, non lo farò- sorrise.
Poi le si avvicinò, inclinando di poco il viso e diminuendo le distanze visibilmente. Era convinta che in quel momento le sue guance stessero per prendere fuoco. Esattamente, cosa stava succedendo?

- Sarà il nostro piccolo segreto- ridacchiò e si mise l'indice sulle labbra. Anche lei sorrise e lo imitò.
Non seppe per quanto tempo restarono a guardarsi negli occhi e a sorridere in modo infantile, seppe solo che desiderava con tutto il cuore che quel momento non finisse mai.
Yoongi fece per girare i tacchi, quando si ricordò di una cosa importante.

- Com'è che ti chiami in realtà?- chiese così, a bruciapelo.
Gli veniva da ridere, era una cosa così assurda che se l'avesse raccontata nessuno ci avrebbe creduto.

- S-Shin Hye- mormorò l'altra, storcendo le labbra in uno dei suoi adorabili bronci e assumendo un'espressione corrucciata.
Il ragazzo mostrò l'okay con il pollice in su ed entrò in bagno. Si sentiva decisamente bene e in un certo senso anche importante.
Non che fosse un tipo egocentrico, sia chiaro, ma lo rendeva felice il fatto che sarebbe stato l'unico a conoscere la sua vera identità e a chiamarla per nome quando non c'era nessuno.

Si sentì piacevolmente diverso.




La dormita non durò molto. Mentre Yoongi era in bagno, nella stanza irruppe una delle donne della pulizia, annunciando alla ciurma che quella mattina non avrebbero affrontato le solite ore di danza, ma avrebbero incominciato a seguire quelle di coreano, inglese e giapponese.
Inutile dire che si elevò un boato di urla e compiacimenti, finalmente niente muscoli intorpiditi di primo mattino.
Lo stesso non poteva dire Jimin, il quale cadde dal letto per il troppo baccano.
Emise un mugolio di disapprovazione e andò a massaggiarsi la schiena, sebbene avesse ancora gli occhi chiusi.
Taehyung e Namjoon scoppiarono a ridere come non mai.

- Fanculo, l'avevo detto io che sarei caduto- bofonchiò con la voce impastata dal sonno.

- Tu avevi detto che avevi paura- gli ricordò Taehyung.
Dio, a volte non sapeva se si ritrovasse di fronte ad uno psicopatico o ad un completo stronzo. In quel caso scelse la seconda opzione, era più che azzeccata.

Cominciarono a prepararsi e in men che non si dica quella stanza si trasformò in uno spogliatoio maschile.
Namjoon si levò la canottiera, mostrando spavaldo il gran bel fisico che si ritrovava. Merito delle sudate a lezione di ballo, ovviamente.
Taehyung fece altrettanto, gironzolando per tutto il perimetro della camera alla ricerca della sua maglietta preferita, quella con il logo di One Piece, uno dei suoi anime preferiti.
Yoongi si trattenne dal fare l'idiota, insomma, da quando aveva scoperto la verità su 'Youngjae' si sentiva in imbarazzo.
Voltò le spalle a tutti e si cambiò per conto suo, sperando di non morire di infarto. Taehyung era talmente sbadato che per correre alla ricerca di quella fottuta T-shirt andò a sbattere contro Shin Hye, urtandola.

- Oh scusa hyung- mormorò il castano, inchinandosi un paio di volte. Shin Hye credette di collassare da un momento all'altro, per fortuna che Yoongi sdrammatizzò.

- Tae, smettila di andare addosso alla gente e cambia maglietta, no?-

Il ragazzo roteò gli occhi al cielo con una smorfia della bocca.

- Sapete quanto la adoro- incrociò le braccia al petto. Jimin lo interruppe mostrando orgoglioso la sua di maglietta.

- Hyung, per caso è questa qui?- lo scimmiottò alterando il tono di voce.
Taehyung sgranò gli occhi e in meno di mezzo secondo si ritrovò addosso al ragazzo, sul suo letto, e ad imprecare in aramaico affinchè quel nano gli restituisse il tanto adorato indumento.
Shin Hye ridacchiò forzatamente e andò a chiudersi in bagno, portando con sè il cambio. Namjoon osservò la ragazza storcendo il naso, per poi rivolgersi a Yoongi.

- Perchè va a cambiarsi sempre in bagno? Credi che si imbarazzi a vederci seminudi?- gli domandò.
Yoongi fece finta di pensarci un attimo, con tanto di espressione assorta nei propri pensieri e l'indice della mano sinistra che picchiettava il mento. Annuì semplicemente.

- Può essere-

Il leader scrollò le spalle.

- Yah, ognuno di noi ha le proprie stranezze- si giustificò Taehyung. Jimin si trattenne dallo scoppiare a ridere in modo sguaiato.

- Senti chi parla- borbottò coprendosi la bocca con una mano.















* * *















Era la prima volta che andavano a scuola. O meglio, la prima dopo essere stati ingaggiati come trainee all'agenzia.
Da allora non avevano avuto più contatti con la gente normale, per così dire.
Il furgoncino con il quale erano stati portati fino all'istituto si fermò, l'autista disse che potevano scendere e loro fecero come gli era stato detto.
Si ritrovarono di fronte ad un imponente edificio con così tante finestre che era quasi impossibile contarle. Sembrava la versione mini di un grattacielo.
Taehyung si lasciò sfuggire un 'oh' di stupore.

- Wow, è questa la scuola degli Idol?- domandò Namjoon, più a se stesso che ai suoi compagni.

- In realtà questo è un normalissimo liceo e voi siete tenuti a comportarvi come persone normali- ci tenne a precisare l'insegnante di ballo.
Sorpassò i ragazzi e fece segno di seguirla. Jimin sbuffò e la imitò di nascosto, facendo ridere gli amici. Tutti tranne Shin Hye, ovviamente.

Varcata la soglia dell'ingresso, ci si trovava di fronte ad un lungo e spazioso corridoio, con ai lati gli armadietti.
E fin qui niente di strano, se non fosse che non c'era nessuno a circolare.

- I vostri corsi si tengono nell'aula in fondo a destra- annunciò la donna.

- Il cesso- ridacchiò Jimin. Gli hyung scoppiarono a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'insegnante.

- Park Jimin, prova a fare altre battute squallide in mia presenza e ti riduco in polvere con gli allenamenti- sibilò a denti stretti, minacciosa.
Proseguirono con il tour della scuola, salendo al piano superiore e ammirando le aule multimediali con computer, LIM e roba simile.
Si beccarono le occhiate curiose di alcune ragazze che passeggiavano tranquillamente a braccetto, Shin Hye potè vedere benissimo la faccia soddisfatta di Jimin.
L'unica cosa che pensò era che avrebbe dovuto abbassare il livello di egocentrismo. Un tantino difficile per uno come lui.
Verso le otto e mezza arrivarono in classe.
Salutarono con un inchino il professore di coreano e si guardarono intorno, sperando che ci fossero rimasti almeno cinque posti liberi.
Con grande sorpresa scoprirono di essere nella stessa classe degli altri tre ragazzi con cui formavano il gruppo.
Namjoon corse a tirare una bella pacca alla schiena a Jin, il quale se la rise di gusto. Hoseok alzò il braccio verso Shin Hye, salutandola allegramente.
Il viso della ragazza si illuminò e ricambiò il saluto, arrossendo. Più si guardava intorno, più si accorgeva che non c'era più nessun posto.
Chi era l'unica che non riusciva a trovare un banco libero? Lei.
Per sua fortuna sunshine - gli aveva dato anche un soprannome - corse in suo aiuto, indicandole il posto vicino a lui.

- Hyung, questo è l'unico posto, sbrigati!- mise le mani davanti alla bocca per far sì che il prof non lo beccasse.
La ragazza tirò un sorriso riconoscente e si accomodò accanto a lui, tirando via dallo zaino l'astuccio e un quaderno capitatole a tiro.

La lezione iniziò, il professore si staccò dal computer e si alzò dalla cattedra, andando diretto verso la lavagna e accennando gli argomenti che avrebbero dovuto studiare. Poi cominciò a scrivere alcune frasi, spiegandone le regole di lettura. Tutte cose che Shin Hye conosceva.
Sapeva di non perdersi nulla riguardo la scuola, davvero un passatempo inutile.

- Sono l'unico ad annoiarmi?- chiese al ragazzo accanto, il quale sorrise. Si staccò dal quaderno e la degnò di uno sguardo.

- Non è la prima volta che seguo questo tipo di lezioni, scommetto che tra un po' ci farà leggere il libro di grammatica- ammiccò.
Infatti, come se Hoseok fosse il veggente di turno, il professore ordinò ai ragazzi di aprire il libro a pagina 48 e di leggere le frasi nell'esempio.
Perchè stesse assistendo ad una lezione per bambini della scuola elementare, ancora non lo sapeva.

- Kim Youngjae, tocca a te-

E poi arrivò il suo turno e perse un battito nel sentire quella voce fottutamente fredda e senza emozioni pronunciare ogni sillaba del suo nome.
Si fece piccola piccola nel vedere che tutti la fissavano come se fosse un fenomeno da baraccone. Si schiarì la voce e lesse la frase numero 6.
Il professore la bloccò a metà frase, dicendo che dal suo accento si capiva che provenisse da Seoul.

- Più dizione, più dizione!- esclamò battendo forte le mani. Le ordinò di rileggere la frase, e così fece. Ancora una volta venne bloccata per aver 'sbagliato'.

- Scandisci bene le parole. C'è differenza fra e ed ae!- la riprese. Shin Hye annuì e sospirò affranta.

- Ti farò rileggere fino a quando non parlerai correttamente- annunciò l'uomo.
Fu in quel momento che la voglia di sotterrarsi scavando una fossa a mani nude aumentò gradevolmente.



La lezione di inglese non era andata meglio. Odiava quella materia anche quando frequentava il suo di liceo e come se non bastasse aveva la media più bassa, quindi figuriamoci se fosse migliorata.
Jungkook non era messo meglio di lei, ma poteva recuperare, data la giovane età. Non che lei fosse vecchia, eh!
Di una cosa però se ne accorse: ovunque andasse Park Jimin era il migliore. Il migliore a ballare, il migliore a cantare, il migliore in coreano e perfino in inglese.
Aveva una pronuncia così sublime che mancava poco che gli chiedesse di sposarlo, mettendo da parte l'odio che nutriva verso di lui.
La sua voce era così vellutata, calma. Si chiedeva come facesse ad essere perfetto in ogni cosa.
Sospirò e poggiò il gomito sul banco, sorreggendosi una guancia con la mano, beandosi della voce afrodisiaca del compagno di stanza.

- Qualcuno si sta innamorando!- esordì Hoseok al suo fianco. Shin Hye sgranò gli occhi e voltò il capo a destra e a sinistra, per poi fulminare con lo sguardo il ragazzo.

- Ma che stai dicendo?!- quasi urlò. Il moro ridacchiò e le tirò una gomitata al fianco, intimandole di stare attenta perchè mancava poco al suo turno.
Annuì e passò l'indice sul libro, facendolo scorrere verso la frase che avrebbe dovuto leggere.
Sperò solo di evitare figure di merda.















* * *















Le ore scolastiche trascorsero molto lentamente, tanto che chiunque si era messo a pregare per l'arrivo dell'intervallo.
E quando la tanto adorata campanella suonò, i ragazzi si fiondarono ad alta velocità al di fuori dell'aula, ammucchiandosi verso l'uscita e facendo difficoltà a passare, tanta era la foga di abbandonare quell'inferno.
Shin Hye aspettò che tutti se ne andassero, per poi fare lo stesso anche lei. Si guardò intorno e proseguì diretta verso il bagno delle ragazze, facendo attenzione allo sguardo degli altri. Ancora non riusciva a mettere piede in quello dei maschi, probabilmente non ci sarebbe mai riuscita.
Si chiuse dentro e tirò un sospiro di sollievo, per poi lavarsi le mani e sciacquarsi la faccia, osservando il suo riflesso allo specchio.
Nessuno le aveva detto che aveva gli occhi gonfi. Dannata lei e la sua abitudine di addormentarsi tardi pur essendo da ore sotto le coperte.
Una volta uscita di lì, fece come se non fosse successo niente.
Fino a quando non incrociò lo sguardo perplesso di Park Jimin. Fu allora che capì di essere fottuta.

Il ragazzo prese a camminare a grandi falcate verso di lei, abbandonando gli amici. La prese per il braccio e la bloccò contro il muro.

- Io e te dobbiamo parlare-


***
Annyeong gente!! Sono tornata abbastanza presto (spero) e ehm... sì. Sì. SI. PARK JIMIN HA CAPITO TUTTO. Vi aspetta una scenetta divertente - o orribile, a seconda di come la si vuole prendere -. Lo so, sono una persona malefica .-. ma va beh, in ogni caso spero che anche questo capitolo vi piaccia e come al solito ringrazio millemila volte chi legge, chi recensisce e chi segue/preferisce/ricorda la storia, contribuite ad aumentare il mio bassissimo livello di autostima ahah :') bene io scappo e vi auguro buona lettura (ma arrivati a questo punto avrete già finito di leggere... OOOKAY). Bacioniiiii _MartyK_ <3
   
 
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