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Autore: Matteo Trusendi    04/02/2017    0 recensioni
L'avventura dei due eredi volge finalmente al termine. In questo ultimo capitolo, vi saranno tradimenti, guerre e un momento di instabilità per Vittorio. Per la prima volta, egli sarà indeciso sulla giusta strada da percorrere.
Questo ed altro vi attendono nell'ultimo capitolo, insieme allo scontro finale.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Oscurità. Erano avvolti dalle tenebre più pure. 
La fanciulla, nonostante il controllo del Traditore, ebbe uno spasmo di terrore.
" Vittorio! Dove sei? " gridò.
In risposta ottenne un prolungato sibilo.
Coi sensi in tensione, Emily avvertì una presenza al proprio fianco. Essa sussurrò: " Ma ragioni prima di parlare? Cerchiamo un'uscita, al posto di urlare come una femminuccia! "
" Primo: io sono una femminuccia. Secondo... "
L'attenzione dell'erede era, ormai, rivolta altrove; ovvero alla ricerca d'una possibile via d'uscita dal luogo.
Vagarono in un dedalo di corridoi fiocamente illuminati, per giungere ad un passaggio verso il mondo esterno.
" Dunque eravamo dentro una tana! " comprese Vittorio, scrutando l'immensa pianura nella quale erano posti.
La quiete fu tuttavia squarciata da un grido: " Ahh! Che schifo!! Vattene subito!! "
L'orrore della ragazza era causato dalla comparsa, priva di qualsivoglia preavviso, di una vipera fai colori sgargianti.
Vittorio sguainò involontariamente Altheria ma la sua azione fu interrotta da un'ennesima voce: " No! Fermati, non farle del male! "
Un drappello di guerrieri vestiti di sfumature argentee apparve, animato da un sonoro brusio.
" Cosa vi ha fatto di male quella povera vipera? " gridò il primo ufficiale. " Fosse pericolosa poi! È appena appena mortale! "
" Ad ogni modo, sa dirmi dove posso trovare il vostro re? "
" Il re? " domandò il soldato, avvertendo le risate avanzare in direzione dell'esterno. " Per quale motivo un drappello così povero dovrebbe avere un re? Non controlliamo nessun regno! "
A tali parole, la compagnia s'abbandonò all'ilarità incontrollata. 
Questa gente è pazza!, mimò Emily rivolta a Vittorio.
Nonostante la situazione il ragazzo tentò nuovamente un contatto con gli uomini.
" Io dicevo il vostro vero re. " mormorò paziente. " Anche se siete soldati, dovrete avere per forza un re che vi governa come cittadini. "
" Ho capito! " sussurrò l'ufficiale, illuminandosi. 
" Voi intendete il nostro vero re! Ma allora potevate dirlo subito! Venite, vi portiamo da lui! "
Il paesaggio mutò rapidamente al loro passaggio: la naturale e incontaminata brughiera fu sostituita abitazioni in legno o mattoni, giungendo, alfine, ad una magione in pietra adornata da semplici blasoni.
Un uomo dalle vesti vivaci pervenne ad esclamare: " Oh! Abbiamo ospiti! Sapete, qui a palazzo non viene nessuno da praticamente tre anni! "
" E per quale motivo? " chiese Emily.
" Diciamo che il nostro re non sta molto simpatico agli altri sovrani! " affermò gioviale.
Furono dunque scortati al cospetto del giovane re degli Oldëlônnesi: un uomo alquanto giovane dallo sguardo vivace, dalle vesti umili.
" Rat eras, vis er mis? " domandò.
" Oh, scusatemi! " gridò il primo uomo, accedendo fulmineamente alla sala del trono. " Mi sono dimenticato di dirvi che il re conosce solo la sua lingua natale e quindi ha bisogno di un traduttore per poter interagire con le altre persone. Ad ogni modo, quello che ha detto è 'Benvenuti! Cosa siete venuti a fare?' "
" Lar heron Garterenîr. Ges yu? "
" 'Il mio nome è Garterenîr. Portate notizie?' "
" Veramente, Sire, siamo venuti qui con una richiesta: siamo qui per richiedere la partecipazione del suo esercito alla guerra che stiamo combattendo contro il Traditore. " confessò Vittorio.
Il nobile tacque, meditando sulle possibili conseguenze d'una donazione di codeste dimensioni.
" Ser nah itas, si ni otäs! "
" Ehm... " ha esitato l'Eldëlônne. " Ha... ha detto che... che non succedeva niente di eccitante da molto tempo e che pertanto sarà più che lieto di lasciarvi l'esercito. "
" Perfetto! " esclamò Vittorio. " Allora, andremo a vedere le truppe e... "
" Oh, non credo proprio. " mormorò Emily.
" Cosa succede? " domandò l'erede.
Nell'istante in cui si voltò verso la fanciulla, avvertì un'intensa aura colma d'oscurità emanare dal suo corpo. Istintivamente, assunse la posa d'attacco.
" Cosa sta succedendo? "
" Dovresti averlo già capito. " affermò, con voce roca.
Dai palmi della dodicenne saettò una miriade di dardi in direzione del ragazzo, il quale erse una protezione cristallina.
" Ma bravo! Ti proteggi? Ma se fosse la protezione che si rivolta contro di te? "
La barriera si tinse di scarlatto e collassò: il contatto fra Vittorio e la folgore generata da Emily inflisse al ragazzo un intenso dolore psico-fisico.
" Chi sei? " domandò l’undicenne.
" Ma allora sei proprio stolto! " affermò la fanciulla. " Il mio nome è Avälar, meglio noto come il Traditore, legittimo sovrano di questo mondo! "
" Come hai fatto ad impossessarti di mia sorella? "
" Nel complesso, non è stato complicato. Tua sorella – come te, del resto – avete una grande difesa mentale, difesa che, nelle mie condizioni attuali, non avrei potuto infrangere.
Ma un  crollo emotivo può disinnescare anche il migliore dei muri. "
" Cosa l’hai detto? "
" Oh, una semplice bugia non avrebbe sortito lo stesso effetto.                  
Per avere il massimo risultato necessita una pura verità.
Le ho detto la verità sui suoi genitori. "
Il gelo della comprensione avvolse il cuore del ragazzo nelle proprie laceranti spire.
" È… È una menzogna. "
" Non avresti quello stato d’animo se fosse una menzogna. Una delle capacità degli eredi dei Perti è quella di riconoscere la verità dalle bugie. Sì, io sono tuo padre. "

Il ragazzo era attanagliato dall’ira. Al pari d’un maestoso ghepardo, si librò, privo di limitazioni, e si avventò alimentato da una furia assassina.
Tuttavia, l’offensiva non compì il proprio dovere, poiché la ragazza aveva condotto la sua massa attraverso lo spazio-tempo per materializzarsi sul trono regale.
" Davvero pensavi che avrei giocato pulito? Quando possiedi un potere quasi infinito, è male usarlo solo 'seguendo le regole'. "
In una frazione di tempo, l’erede corrotta fu coi palmi serrati alla gola del fratello. Sussurrò: " Sei proprio stupido per provare a intralciare i miei piani. Ti dirò: non ho intenzione di soggiogarti, costituisci una minaccia troppo grande per non essere eliminata. Per il momento, non ti voglio fra i piedi. Arrivederci, erede di Aldë! " gridò, scagliando l’undicenne in un varco per la Terra.

" Adesso ci divertiamo… " mormorò il Traditore a Garterenïr, sovrano Oldêlonnê.

 
   
 
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