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Autore: Justice Gundam    05/02/2017    2 recensioni
Di ritorno a Levantopoli dopo la sconfitta del Team Plasma, Spighetto e i suoi fratelli si trovano di fronte una sgradita sorpresa - una ricca e boriosa allenatrice di Sinnoh ha intenzione di sfidarli per impadronirsi della loro Palestra. Riuscirà Spighetto a difendere l'onore della Palestra di Levantopoli, aiutato in maniera inaspettata dalla sua "acerrima rivale" Burgundy? Ambientata subito dopo la fine di "Best Wishes Reload", ma non è strettamente necessario averla letta per seguire questa storia. [Personaggi: Spighetto, Burgundy] [Coppia: Sommeliershipping]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Burgundy, Spighetto
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: The Striaton Battle
 

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2 - Cieca ambizione

 

"Il mio nome è Frida. E sono qui per informarvi che, da questo momento in poi, la Palestra di Levantopoli appartiene a me."

Inutile dirlo, questa affermazione lasciò completamente allibiti i tre fratelli, che rimasero in scioccato silenzio per diversi secondi dopo quell'annuncio. Cosa diavolo stava accadendo? Spighetto era appena tornato dal suo lungo viaggio in giro per Unima... e quella strana tipa arrivava da chissà dove a dire che la Palestra che loro avevano mandato avanti con devozione ed impegno per tutto quel tempo non era più loro? Che razza di scherzo era mai questo?

"Cosa vorrebbe dire con questo, signorina Frida?" chiese infine Maisello, mantenendo la calma... ma chiunque lo avesse guardato con un pizzico di attenzione avrebbe percepito la rabbia che si agitava sotto la superficie. "Sta dicendo che vorrebbe prendersi la nostra Palestra? E per quale motivo, se mi è consentito chiederlo?"

"Diciamo che si tratta di ragioni d'affari." rispose la donna di Sinnoh con una certa spocchia. "Si dà il caso che io sia la proprietaria di una catena di ristoranti abbastanza nota lì a Sinnoh, e sto pensando di espandere il mio business in altri paesi. Guarda caso... la vostra città sarebbe un buon inizio, ma il vostro ristorante potrebbe farmi concorrenza. Quindi, ho deciso di proporvi un affare... voi rinunciate alla proprietà sul vostro ristorante e sulla vostra Palestra, e io non solo vi pagherò profumatamente, ma vi permetterò di lavorare per me come cuochi ed attendenti di Palestra."

"Non se ne parla nemmeno!" esclamò impulsivamente Chicco, che dei tre fratelli era quello dal sangue più caldo! "Non accetteremo mai di consegnarle il nostro ristorante e la nostra Palestra!"

Spighetto si schiarì la voce e rispose, parlando con calma e decisione. "Signorina Frida... credo di parlare anche a nome dei miei fratelli quando le do questa risposta." affermò. "Non accettiamo la sua proposta. La Palestra di Levantopoli è il frutto del lavoro e dell'impegno di noi tre fratelli, e prima di noi, dei nostri nonni e dei nostri genitori. Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare che tutto questo vada perduto semplicemente per assecondare i suoi capricci e la sua vanità."

"Quello che dice mio fratello Spighetto mi trova perfettamente d'accordo." continuò Maisello. "La sua proposta è respinta, mi dispiace. Se vuole espandere il suo business qui ad Unima, sono sicuro che avrà altre possibilità di farlo."

Tuttavia, Frida non era il tipo da accettare un no come risposta. Con un gesto quasi noncurante del braccio, la donna si riavviò i lunghi capelli blu-violetti e fissò maliziosamente il trio di Capipalestra. "Oh? Quindi, sarebbe questa la vostra risposta?" disse con tono manipolatore. "Vi consiglierei di pensare bene a quello acui state rinunciando... il vostro piccolo ristorante da quattro soldi non è per niente competitivo. Una volta che ad Unima cominceranno a diffondersi le grandi catene come la mia, finirete per svanire nel dimenticatoio. Se invece accettaste di lavorare per me, avrete la possibilità di continuare a lavorare alla vostra specialità, verreste pagati meglio, e anche se doveste rinunciare alla vostra posizione di Capipalestra di Levantopoli, potrete comunque occupare una posizione di rilievo sotto la nuova gestione."

"Grazie, ma non credo che lei stia facendo tutto questo per beneficienza." rispose Chicco, deciso a non lasciare il lavoro della loro vita in mano a quella donna. "E comunque, non credo che abbiamo bisogno della sua carità. Continueremo a servire pranzi e cene di qualità, e riusciremo a  mandare avanti il nostro ristorante come sempre!"

Sfortunatamente, Frida aveva ancora qualche carta da giocare... e dopo aver dato una rapida occhiata a Chicco, decise di giocarla. "Allora... devo arguire che rifiutate la mia offerta per manifesta mancanza di coraggio?" chiese, godendosi l'espressione di Chicco che passava dalla tensione alla rabbia vera e propria! Ormai li aveva in pugno...

"Cosa vorrebbe dire con mancanza di coraggio, signorina Frida?" chiese Spighetto corrugando la fronte. Il giovane intenditore dai capelli verdi rifiutava di farsi coinvolgere nel gioco di quella donna...

"Non è così, dunque? Siete pronti a difendere la vostra Palestra, anche con una battaglia di Pokemon, se necessario?" chiese Morana. Era sicura che ormai aveva uno di loro in pugno. "Perchè... è questo che vi propongo. Una sfida di Pokemon. Se vincerete voi, io lascerò perdere e cercherò un altro modo per espandere la mia catena di ristoranti in questo paese. Altrimenti, il vostro ristorante verrà assorbito dalla mia compagnia e diventerà la mia prima sede ad Unima. Che ne dite di questa proposta? Non mi sembra tanto male, tutto sommato!"

Ovviamente, nè Maisello nè Spighetto sembravano condividere l'opinione di Frida. "Lei... lei avrà voglia di scherzare, immagino, signorina!" rispose il ragazzo dai capelli blu. Sentiva che stava cominciando a perdere la pazienza con quella donna. "Ci sta chiedendo di scommettere tutto sull'esito di uno scontro di Pokemon? Questo è irrispettoso sia nei nostri confronti che in quelli dei nostri Pokemon..."

"D'accordo, signorina, se l'è cercata lei! Noi accettiamo!" esclamò impulsivamente Chicco, puntando con decisione l'indice contro Frida... la quale non si scompose neanche e si limitò a sorridere soddisfatta. Quel camerierino aveva addentato l'esca con tutto l'amo... e, inutile dirlo, la cosa non aveva incontrato l'approvazione dei suoi fratelli maggiori.

"Come? Ma... Chicco, sei sicuro di quello che dici?" chiese Spighetto, sperando di indurre il fratello minore a riconsiderare la sua scelta... cosa che purtroppo non avvenne con grande gioia di Frida.

"Ce la possiamo fare! Non fare il guastafeste, fratellone!" esclamò Chicco di rimando, i capelli che sembravano quasi agitarsi come una fiamma vera!

Maisello non ci stava a lasciare che questa follia continuasse. "Insomma, Chicco, riflettici un po'. Lo sai che se dovessimo perdere, ci verrebbe portato via tutto." affermò. "Non possiamo rischiare tutto soltanto per il capriccio di una sola persona."

"E che altro possiamo fare? Restare qui impalati e lasciare che una sconosciuta venga qui ad insultarci? A sminuire il risultato delle nostre fatiche? Mi spiace, ragazzi, ma non posso permetterle di dire quello che vuole! E' una questione di amor proprio! E comunque, sono sicuro che non perderemo! I nostri Pokemon sono forti e ben addestrati, e noi non siamo certo dei novellini! Possiamo battere questa presuntuosa, e lo sapete anche voi!"

"Ma..." cercò di obiettare Spighetto. Rendendosi poi conto che ormai la sfida era stata lanciata, e quello che era fatto era fatto, il giovanotto dai capelli verdi tirò un breve sospiro e si rivolse nuovamente alla donna di Sinnoh, sperando di non fare il passo più lungo della gamba. "E va bene. A questo punto, immagino che non abbiamo molta scelta. Un confronto di Pokemon, lei dice?"

"Certamente. La mia intera squadra di sei Pokemon contro quella di uno di voi... mentre gli altri se la vedranno con i miei uomini." affermò Frida soddisfatta. "Se riuscirete a superare la prova, allora potrete tenere il vostro ristorante, altrimenti diventerà legalmente mio. Ci affronteremo tra cinque giorni, giusto per darvi il tempo necessario a prepararvi e ad organizzarvi, dopodichè ci vedremo nella vostra Palestra per finalizzare il passaggio di proprietà. Questo è quanto."

"Hey, un momento! Come sarebbe a dire, questo è quanto?"

Spighetto trasalì leggermente quando una voce femminile a lui ben nota si intromise nella conversazione... e un istante dopo, un certo ciclone dai capelli viola che rispondeva al nome di Burgundy Sauvignon si fece strada tra la folla incredula come un Bouffalant alla carica, marciando con decisione fino al terzetto di fratelli!

"Chi è questa donna, e come si permette di venire qui e comportarsi come se fosse lei la proprietaria?" esclamò indignata la piccola intenditrice di classe B. "E poi, cos'è questa storia che hai accettato, caro il mio signorino Spighetto? Lo sai bene che sono io la tua rivale, e non permetto che sia qualcun altro a sconfiggerti prima di me!"

"Ah... ehm... Signorina Burgundy, è una sorpresa per me vederla qui, ma anche un grande piacere!" rispose Spighetto dopo un attimo di esitazione dettata dalla sorpresa. "Cosa l'ha spinta a seguire le mie orme fino alla mia città natale? Immagino che lei volesse un'altra sfida, conoscendola."

L'espressione convinta di Burgundy passò subito ad una imbarazzata e stizzita, e la bambina dai capelli viola guardò dalla parte opposta, facendo una buffa faccetta offesa! "Ma cos...? Ma... ma... ma che ti salta in mente, signorino Spighetto? Sempre a darti tutte queste arie! Non credere di essere tanto importante, io passavo di qui solamente... per caso, sì, è così! Per puro esemplice caso... e non ho potuto fare a meno di sentire questa tipa schizzata che se n'è uscita fuori con questa ridicola idea di prendersi la vostra Palestra e il vostro ristorante! E magari si è pure messa in testa di battere il signorino Spighetto prima di me! Eh, no, signorina, la informo che io non le lascerò fare quello che vuole! Glielo giuro sul mio onore di intenditrice di Pokemon di classe B!"

Frida non mostrò di essere minimamente impressionata dalla presentazione di Burgundy, e la fissò con un sorrisetto spocchioso disegnato sul volto. "Hm? E chi sarebbe questa mocciosa con i denti ancora sporchi di latte?" chiese altezzosa. "Torna a casa a giocare con le bamboline, marmocchia."

"CHI SAREBBE LA MARMOCCHIA? PROVA A RIPETERLO SE NE HAI IL CORAGGIO!" ringhiò Burgundy con i denti trasformati in zanne triangolari e gli occhi comicamente dilatati! Chicco e Maisello si affrettarono ad afferrarle le braccia prima che Burgundy potesse scagliarsi contro Frida, che restava ferma dov'era con aria di sufficienza... ma poi, rapidamente come si era arrabbiata, Burgundy si calmò e si mise un pugno davanti alla bocca per schiarirsi la voce. "Ah-ehm... comunque, come stavo dicendo... come principale rivale del signorino Spighetto, credo di avere anch'io qualcosa da dire riguardo questa particolare situazione. E per questo motivo... chiedo di partecipare anch'io a questa sfida! Combatterò al fianco del mio più grande nemico per il mio ed il suo onore! Allora, che cosa ne dici, spilungona? Accetti la sfida o ti tiri indietro?"

"Quella ragazzina ha grinta da vendere, questo glielo devo riconoscere..." affermò Maisello.

Chicco scosse la testa. "Per me è completamente matta... e lo dico io che ho perso contro di lei!"

Frida sembrò pensarci un po' su... poi, senza mai perdere la sua irritante aria di superiorità, raggiunse Burgundy e le premette un dito sulla punta del naso come se volesse spingerla via. "E va bene, bimba, anche se non credo che sarà un granchè, accetto la tua sfida." affermò. "Dopotutto, una come te non farà una gran differenza. Vorrà dire che darò prova della mia maestria con i Pokemon sconfiggendo te e i tre Capipalestra."

"Hmph..." grugnì Burgundy, dimenticandosi del tutto delle regole del galateo per l'irritazione. "Io non ne sarei così sicura, mia cara mademoiselle! Anche il signorino Spighetto mi ha riconosciuta come sua rivale, e le assicuro che se lei mi sottovaluta, se ne pentirà amaramente!"

Frida continuò a sorridere, ma una piccola vena pulsante di irritazione affiorò sulla sua fronte. "Stai... cercando di minacciarmi, bambina?" chiese con acredine.

Burgundy si piegò un po' in avanti, sfoderando il sorrisone più falso e commerciale che le potesse venire! "Le intenditrici di Pokemon non minacciano mai, mademoiselle! Chiedono le cose... S'il. Vous. Plait!"

Le due contendenti restarono a fissarsi minacciosamente negli occhi, con tanto di scariche elettriche che crepitavano tra i loro occhi, e l'atmosfera attorno a loro si fece improvvisamente pesante ed opprimente, al punto che sopra di loro si addensarono alcune nuvolette temporalesche che emisero qualche rombo di tuono!

"Non so di quale delle due dovrei avere più paura..." commentò impressionato Chicco.

Spighetto, diplomatico come sempre, decise che era il caso di disinnescare un po' la situazione, prima che una delle due facesse qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. "Okay, okay, signorine... non credo che ci sia alcun problema che mademoiselle Burgundy vuole partecipare a sua volta in questa contesa. D'accordo, mademoiselle Frida... quand'è così, ci incontreremo nella nostra Palestra tra cinque giorni, per il confronto decisivo. Non mancheremo."

"Buon per voi... anche se questi cinque giorni, in effetti, non sono altro che un giusto periodo di preavviso. Sono convinta che in ogni caso, la mia vittoria sia assicurata... ma non preoccupatevi, perchè vi saprò trovare dei buoni psti di lavoro nel mio nuovo ristorante! Certo... non si può dire altrettanto di quella volgare scimmietta dai capelli viola che vi trascinate dietro! Hohohohohooooo!"

"Chi sarebbe la scimmietta? Ma ti sei guardata allo specchio, strega? E non ridere troppo, che ti si stacca l'intonaco dalla faccia!" esclamò indignata Burgundy, sbracciandosi come una forsennata! Frida non le diede retta e se ne andò con il naso in aria, facendosi aria con un ventaglio finemente ricamato e orlato in argento che aveva tirato fuori chissà da dove, sotto gli occhi di tutti i cittadini di Levantopoli che guardavano con sentimenti contrastanti, ma mai positivi, la scena. La maggior parte di loro non riuscivano a credere che qualcuno avesse la faccia tosta di presentarsi lì e decidere di punto in bianco di far chiudere la Palestra a cui loro erano così affezionati, solo perchè le era venuto il capriccio di farci un ristorante... "Ugh, ma guarda un po' quella... chi si crede di essere? Viene qui e pretende di fare tutto quello che vuole soltanto perchè ha un sacco di verdoni! Ah, ma questa non la passa liscia! Gliela faccio vedere io, a quella lì! Nessuno prende in giro me, o il mio più grande rivale! E sarò io a sconfiggere Spighetto, l'ho detto una volta e lo ribadisco adesso!"

Maisello fece una breve, educata risata a mezza bocca, ma si riportò immediatamente alla realtà. In effetti, non potevano dire che si trovassero in una buona posizione. "Va bene, va bene... scherzi a parte, fratelli... mademoiselle Burgundy... questo potrebbe essere un problema. Chicco ha ragione a dire che i nostri Pokemon sono bene allenati, e abbiamo con loro un legame saldo e sicuro. Ma non sappiamo bene quanto sia abile la nostra sfidante. E' per questo che dicevo che era meglio essere prudenti, Chicco, e non accettare così impulsivamente le sue provocazioni."

"Okay, okay... immagino che avrei potuto accendere il cervello, prima di aprire la mia boccaccia, ma non potevo lasciare che quella donna ci mancasse di rispetto!" rispose Chicco, ammettendo tra sè che in effetti era stato un po' troppo frettoloso ed impulsivo.

Spighetto prese la cosa con la sua solita filosofia. "Immagino che a questo punto, quello che è fatto è fatto. Non te la prendere, Chicco, posso capire perchè ti sei sentito offeso. Quella donna... non badava esattamente alle regole del galateo, temo di dover dire!"

"E' un pallone gonfiato che crede di poter venire qui e fare quello che vuole!" esclamò Burgundy, dandosi un pugno sul palmo di una mano in segno di determinazione. "E io non gliela faccio passare liscia! Ma l'avete sentita? Mi ha dato della mocciosa! Hmph! Quella donna non sa con chi ha a che fare! Allora, signorino Spighetto e fratelli, che aspettiamo? Dobbiamo prepararci per bene! Quando arriverà tra cinque giorni, dobbiamo travolgerla! La umilieremo! La faremo pentire di aver messo la punta del naso fuori da Sinnoh, bien sur! Cominciamo pure ad allenarci!"

Spighetto esitò un istante, sentendosi un po' a disagio tra l'entusiasmo dimostrato da Burgundy, e i suoi concittadini che guardavano attoniti. Alcuni si erano riscossi abbastanza dalla sorpresa da esclamare frasi di incoraggiamento subito dopo la breve arringa di Burgundy... "Ehm... che posso dire, il suo aiuto e la sua determinazione sono indubbiamente molto apprezzati, mademoiselle Burgundy." affermò il giovane intenditore dai capelli verdi. "Ma... è sicura che sia il caso di lasciarsi coinvolgere? Comprendo il suo desiderio di dimostrare la sua abilità nei miei confronti, ma volevo essere sicuro che lei sapesse quello che sta facendo."

"Ugh... sei sempre il solito, signorino Spighetto..." brontolò tra sè la ragazzina. Era proprio lui così duro di comprendonio, o era lei che non si spiegava? "Senti un po', non ti sfiora il dubbio che qualcuno potrebbe essere preoccupato, e volerti dare una mano... AH! Ma che cosa sto dicendoooooo!"

Burgundy si afferrò la testa con le mani e cominciò a scuoterla freneticamente come se volesse mandare via dalla sua mente dei pensieri sgraditi... e i tre fratelli di Levantopoli la guardarono come se all'improvviso le fossero spuntate le ali! Immediatamente, cercando se non altro di salvare le apparenze, la bambina dai capelli viola incrociò le braccia sul petto e alzò il naso in aria, sperando che non si vedesse il rossore sulle sue guance! "Uffaaaa! Visto cosa mi fai fare, Spighetto? Mi fai dire le cose più sconclusionate! Io sono qui perchè sarebbe uno schiaffo al mio orgoglio se la Palestra di Levatopoli diventasse di quella tipa schizzata prima che io mi sia presa la mia rivincita su di te! Noi siamo alleati per lo stesso scopo, niente di più! E non chiedere altro, che mi faresti fare confusione e basta!"

"In realtà, io non vedo dove ci sia da fare confusione..." mormorò Chicco massaggiandosi la fronte per evitarsi un mal di testa colossale! "Comunque, quello che conta è che abbiamo un'alleata, quanto meno."

"Anche se... non credo di capire del tutto il motivo della sua animosità, mademoiselle Burgundy, sono comunque contento di poter contare sul suo aiuto!" affermò Spighetto, accettando con il suo classico tono educato e formale la proposta della sua rivale. "In tal caso, fratelli... credo che la prima cosa da fare sia verificare le nostre capacità e i Pokemon che possiamo schierare in campo quando verrà il giorno della sfida. Dovremo mandare in campo i nostri Pokemon più forti, se vogliamo avere una possibilità."

"Indubbiamente. I nostri Panpour e Pansear dovranno essere al massimo della forma. E dovranno partecipare anche i Pokemon che teniamo in riserva - il mio Slowking e lo Heatmor di Chicco." affermò Maisello. "E la signorina Burgundy, a proposito? Lei, che Pokemon può schierare in campo?"

"Oh, finalmente qualcuno che mi fa una domanda sensata!" affermò la bambina dai capelli viola. "Allora, ho dalla mia parte il mio Dewott, il mio Sawsbuck, il mio Stoutland, il mio Whimsicott ed il mio Darmanitan! Con una squadra del genere, vedrete che quella pazzoide di Sinnoh se ne andrà a casa con la coda tra le gambe!"

"Allora, non credo che ci sia altro da dire. Cominceremo ad allenarci subito, e faremo in modo di essere pronti ad affrontare qualsiasi cosa la signorina Frida ci manderà contro!" affermò con sicurezza Chicco. Poi, dopo un attimo di esitazione, il giovane cameriere dai capelli rossi abbassò lo sguardo e si sfregò la nuca in segno di imbarazzo. "Anche se... se devo essere sincero, non sono sicuro al cento per cento che riuscirò a dare una mano. Le mie credenziali come allenatore di Pokemon non sono esattamente il massimo."

"E' anche a questo che serviranno questi giorni, no?" rispose Spighetto con tutta tranquillità. "Consolideremo tutti la nostra preparazione, e affronteremo questa sfida al meglio delle nostre possibilità! Non siete d'accordo anche voi, Maisello? Mademoiselle Burgundy?"

Burgundy incrociò le braccia sul petto e tenne il naso in aria con un sorriso sgargiante sul viso, e Maisello annuì sicuro. "Siamo d'accordo, oserei dire, fratello." affermò il ragazzo dai capelli blu. Poi, si rivolse ai cittadini di Levantopoli che erano rimasti lì attorno, preoccupati per il fatto che il ristorante / Palestra a cui loro erano tanto affezionati potesse scomparire ed essere assorbito nel business di quella strana donna nel giro di cinque giorni. "Signori e signore, i miei fratelli ed io siamo molto contenti della vostra preoccupazione ed apprezziamo le vostre premure. Ma vi possiamo assicurare che si riveleranno infondate. Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare la Palestra nelle mani della signorina Frida. Tra cinque giorni a partire da adesso, sosterremo lo scontro che deciderà il futuro della nostra Palestra, e faremo in modo di vincerlo."

"Non fatevi prendere il ristorante da quella pazzoide!" esclamò un ragazzo tra la platea.

"Ce la farete, ragazzi, ne siamo sicuri!" fece eco una giovane donna.  

"I fratelli di Levantopoli non saranno battuti dalla prima che passa!"

"Forza, Spighetto!"

"Forza, Chicco! Forza, Maisello!"

Per quanto all'inizio fosse contenta di sentire che gli abitanti di Levantopoli fossero così sicuri della vittoria di Spighetto e dei suoi fratelli, cominciò ad adombrarsi man mano che il tempo passava, e nessuno diceva nulla per fare il tifo per lei! La bambina dai capelli viola grugnì infastidita, e una venuzza pulsante affiorò sulla sua fronte, mentre gettava un'occhiataccia obliqua alla folla. "Tsk... grazie mille, branco di ingrati! La sottoscritta si offre spontaneamente per dare una mano al suo rivale più odiato e permettere alla sua Palestra di andare avanti, e questi babbei neanche mi guardano! Bella gratitudine!"

"Sono convinto che i nostri concittadini non vogliono essere degli ingrati, mademoiselle Burgundy." intervenne educatamente Spighetto, facendo alla sua rivale un cenno di assenso. "Semplicemente, sono preoccupati per noi, e non vorrebbero che il nostro ristorante e la nostra Palestra, entrambe istituzioni a cui loro sono molto affezionati, sparissero nel nulla da un momento all'altro. Sono convinto che alla fine, i nostri concittadini siano grati a lei come lo siamo io e i miei fratelli."   

"Sigh... sempre con queste parole accomodanti, eh?" sospirò Burgundy, maledicendo tra sè il fatto che, per quanto ci provasse, non riusciva nemmeno un po' ad odiare Spighetto. Quando aveva perso contro di lui per la prima volta, Burgundy aveva provato astio e desiderio di rivincita... e ciò nonostante, man mano che passava del tempo e finiva, per caso o per sua scelta, ad accompagnarsi a lui sempre più spesso, Burgundy veniva sempre più colpita dal suo comportamento. Era un ragazzo saggio, gentile e disponibile... e proprio questo, da un lato faceva arrabbiare Burgundy, che avrebbe preferito potercela avere con lui con tutte le sue forze; e dall'altro stava lentamente ma inesorabilmente modificando l'opinione iniziale negativa che lei si era fatta quando lui l'aveva battuta in uno scontro in Palestra. Ormai, Burgundy doveva ammettere che la loro rivalità si basava più che altro sul fatto che il suo orgoglio le impediva di lasciar perdere tutto e parlare a Spighetto in termini più amichevoli...

Ma non sarebbe stata Burgundy se non avesse avuto la sua giusta dose di pepe in corpo, giusto? Dopotutto, la loro rivalità era stata soltanto messa da parte per quell'occasione, e una volta che Frida fosse stata rispedita a Sinnoh con le pive nel sacco ed un pugno di mosche... Burgundy avrebbe ripreso a perseguire la sua rivincita nei confronti di Spighetto, e questa volta, era sicura che avrebbe vinto!

"E va bene, signorino Spighetto. In fondo, sono una persona generosa, e non sono venuta qui per farmi lodare, ma per dare una mano!" affermò Burgundy. "Allora, cominciamo i nostri allenamenti o no? Il giorno della sfida si avvicina ad ogni secondo che passa!"

"Certamente." rispose tranquillo Spighetto. "Va bene, fratelli, come dice mademoiselle Burgundy, è il momento di fare il punto della situazione. Diamo un'occhiata ai nostri Pokemon, e vediamo che cosa si può fare per migliorare le nostre possibilità."

"Ricevuto!" rispose Chicco, un attimo prima che i tre fratelli e la loro insolita ed inaspettata alleata rientrassero nella Palestra di Levantopoli, decisi a vincere quella sfida a tutti costi.

 

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"AAAAAAAARGH! MA GUARDA QUELLA MOCCIOSA! Che faccia tosta! Che insolenza! Che maniere da contadina!"

Questo sfogo furibondo era quello che riecheggiava nei corridoi dell'albergo di lusso, proprio nel centro di Levantopoli, che Frida aveva scelto per il suo temporaneo soggiorno ad Unima. La ricca imprenditrice di Sinnoh non aveva preso bene l'intervento di Burgundy, ed ora stava sfogando tutta la sua ira, a discapito delle orecchie di coloro che si trovavano vicino alla sua suite!

In effetti, dire che si trattava di un albergo di lusso era un po' un'esagerazione, considerate le ridotte dimensioni di Levantopoli e dello stesso hotel, ma era comunque una sistemazione comoda e comfortevole - per una come Frida, era davvero il minimo indispensabile per un soggiorno decente.

"Grrr... ma come si è permessa quella di mancarmi di rispetto? Io la spremo come un limone! La strizzo come uno strofinaccio! La appiattisco come una frittata!" esclamò Frida, continuando a passeggiare su e giù per la stanza pestando i piedi! Le sue guardie del corpo - due omoni dalle spalle larghe, vestiti di un completo nero con tanto di occhiali da sole che li facevano sembrare dei perfetti men in black - stavano assistendo alla scenata della loro padrona senza dire una parola, con l'aria di due che ormai erano abituati a queste storie, e ormai non ci facevano più caso.

Frida si fermò e riprese fiato, sentendosi spompata per lo sfogo... e uno dei suoi uomini si schiarì la voce e si rivolse a lei con vaga preoccupazione. "Abbiamo saputo che i Capipalestra di Levantopoli e un'intenditrice di Pokemon di classe B che è in rapporti di amicizia con uno di loro... hanno rifiutato l'affare." affermò. "Quindi, il tutto sarà deciso con un incontro di Pokemon, immagino."

Frida si calmò di colpo, e fece cenno ai suoi uomini di seguirla nella stanza attigua. "Certamente! Con i miei Pokemon di tipo Ghiaccio, sono sicura che la Palestra di Levantopoli cadrà presto nelle mie mani!" affermò, aprendo la porta e facendoli entrare tutti in una stanza la cui temperatura era sensibilmente più bassa rispetto a quella del resto della suite... grazie ai quattro Pokemon che attendevano al suo interno, e che in quel momento stavano facendo un po' di allenamento tra di loro. A spiccare su tutti era un poderoso Abomasnow che stava facendo pratica su delle statuine di ghiaccio che i suoi compagni avevano creato, spezzandole tutte con un solo, deciso colpo. Era un Pokemon che ricordava uno strano incrocio tra uno yeti e un abete dei boschi del nord, alto più di due metri, e ricoperto da una pelliccia bianca ed irsuta che diventava verde sugli arti, e i suoi occhi erano violacei e relativamente piccoli.

Un Mamoswine dalle zanne ricurve si trovava poco distante, a fare pratica con un Pokemon che ricordava niente più che un grosso pezzo di roccia nero e fluttuante ricoperto da una fitta lastra di ghiaccio, modellata in modo da formare un'armatura tutt'attorno a lui. Un paio di spuntoni simili a corna ornavano la parte superiore del Pokemon, che aveva gli occhi azzurri e una bocca perennemente chiusa in una sorta di ghigno sardonico. Si trattava di un Glailie, un Pokemon originario del continente di Hoenn, in grado di congelare l'aria e variare le condizioni atmosferiche della zona in cui viveva.

Infine, il quarto Pokemon era, al contrario degli altri tre, un Pokemon di piccole dimensioni dall'aspetto agile ed astuto - un Weavile, un Pokemon di tipo Ghiaccio / Buio che assomigliava ad una sorta di felino o di faina con la pelliccia nera, con una gemma gialla circolare sulla fronte, la coda a due punte, orecchie appuntite, una larga cresta sul capo e una più piccola intorno al collo, a mò di collare, di un vivace colore rosso acceso. Le zampe anteriori erano dotate di tre artigli acuminati e uncinati.

"I miei piccoli sono preparati. Non c'è caso che quel terzetto di ragazzini e quella marmocchia che sta con loro riusciranno a fermarli." disse Frida, giocherellando con il suo frustino mentre ammirava gli allenamenti dei suoi Pokemon. "Ma... giusto per essere sicura che non ci saranno sorprese... avete fatto venire le mie armi segrete, giusto?"

"Non mancheremmo mai di fargliele avere disponibili, signorina Frida." disse l'altra guardia del corpo con un piccolo inchino. "Potrà vedere da lei quanto sono efficaci."

Frida sogghignò leggermente, guardando verso il lato opposto della stanza nella quale si trovavano i suoi Pokemon... verso due Pokemon dall'aspetto inusuale che sembravano essere fermi in meditazione, nell'aria gelida della stanza. Uno di loro sembrava un grosso mammifero dal dorso coperto di spuntoni grandi come pugnali ed altrettanto affilati... mentre l'altro sembrava un crostaceo dall'aspetto selvaggio, con le chele esageratamente lunghe e grosse...

"Eccellente. Non vedo l'ora di vedere le loro facce quando si renderanno conto di quanto sono surclassati, quei camerierini da strapazzo..."disse tra sè Frida, pregustando la vittoria. "L'unica cosa che mi dispiace è di dover aspettare cinque giorni per poter avere il loro ristorante. Ma sarà un'attesa che varrà la pena, dico bene?"

"Abomasnow!" tuonò lo Abomasnow della donna. Gli altri Pokemon si misero sull'attenti, come se aspettassero ordini... e i due Pokemon misteriosi in fondo alla stanza sembrarono particolarmente ansiosi di dare prova di sè stessi!

 

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Nel frattempo, in una stanza dedicata agli allenamenti nella Palestra di Libecciopoli...

I Pokemon di Chicco e Maisello erano schirati assieme a quelli di Spighetto e Burgundy, mentre gli allenatori spiegavano loro qual era la situazione - accanto al Pansear di Chicco e al Panpour di Maisello, si trovavano un Heatmor, un Pokemon simile ad un grosso e panciuto formichiere, rosso a righe gialle sull'addome, con il muso lunghissimo ed affusolato, e una lingua fatta di fiamme vive che guizzava dentro e fuori dalla bocca sdentata; e uno Slowking, un Pokemon simile ad uno Slowpoke bipede, essendo una buffa creatura dalla pelle rosa e dal muso tondo, per certi versi simile ad un ippopotamo, con una vivace gorgiera a strisce bianche e rosse attorno al collo, e sulla testa una corona a forma di conchiglione che gli mordeva la scatola cranica, senza però riuscire a fargli male.

"Ecco i nostri Pokemon più forti. Devo ammetterlo, è un po' che non abbiamo più dovuto mandare in campo Slowking ed Heatmor." affermò Maisello. "Ma in una situazione come questa, bisogna fare del proprio meglio."

"Slooooow..." rispose Slowking in tono quasi assonnato. Facendo un cenno di assenso, Heatmor si disse pronto a fare quello di cui c'era bisogno per salvare la Palestra.

"Per questo, ragazzi... dobbiamo impegnarci al massimo ed allenarci per essere in forma il giorno della sfida." disse Spighetto ai suoi Pokemon - Pansage, Crustle e Stunfisk. Il Pokemon simile ad una sogliola ridacchiò quasi beffardamente, ma si fece subito serio e caricò le sue pinne anteriori di elettricità. Accanto a loro si trovavano i Pokemon di Burgundy, in particolare il suo possente e fedele Stoutland. "Ve la sentite, ragazzi? Saranno cinque giorni molto duri, di quelli che si ricordano per tutta la vita."

"Ma una cosa ve la dico, noi sconfiggeremo quella strega di Sinnoh! Parola di Burgundy Sauvignon, che possa tornare ad essere di classe C se non è vero!" esclamò Burgundy con decisione. Stoutland espresse il suo assenso con un paio di latrati profondi, Darmanitan si percosse il petto con i pugni, e Whimsicott fluttuò in aria, agitando vivacemente le sue corte braccia.

"Whimsicott!" squittì il grazioso Pokemon simile ad una pecorella, come per chiedere quanto sarebbero cominciati gli allenamenti.

Chicco non ebbe esitazioni. "Cominciamo subito, amici!" esclamò il ragazzo dai capelli rossi. "Allora, ecco che cosa faremo..."      

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Finalmente riesco ad aggiornare questa storia! Mi rendo conto che i capitoli non si stanno rivelando troppo lunghi, ma credo che il prossimo sarà già più o meno come uno di quelli di Best Wishes Reload.

E con questo capitolo, Burgundy ha finalmente incontrato Frida... e le prime impressioni sono state del tutto negative! La Palestra di Libecciopoli è in pericolo, ma Burgundy non si lascerà strappare di mano una vittoria su Spighetto tanto facilmente... e infatti, eccola qui a cercare di collaborare con i ragazzi del più famoso ristorante di Libecciopoli.

Ho cercato di dare una motivazione abbastanza plausibile a Frida, piuttosto che il "mi annoiavo, e volevo farmi due risate" dell'anime. Spero che vada meglio così.

E quindi... Frida ha due armi segrete? Di cosa potrà trattarsi?

Vedremo tutto questo più avanti, e nel frattempo... assisteremo agli allenamenti di Burgundy e dei tre fratellini di Libecciopoli,  e ai problemi che verranno fuori! Riusciranno a superarli e a vincere questa sfida? Lo sapremo presto nel prossimo capitolo di The Striaton Battle!

A presto, e recensitemi se potete!

 

  
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