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Autore: Merit    05/02/2017    3 recensioni
Alla fine della Guerra di conquista per impadronirsi del pianeta Sephiro, Hikaru viene scelta come nuova Sovrana. La sua preghiera per abolire il sistema della Colonna non viene accettata, riuscirà a mantenere la pace e la stabilità nel suo Regno?
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Shidou, Lantis
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un sospiro di frustrazione fece eco ad un altro, ed un altro ancora. Non aveva ottenuto le risposte che cercava, e, non avendo di meglio da fare per nascondersi agli occhi del mago si era rifugiata all’interno del tempio, dove in ginocchio al centro di una sala, la cui unica luce era data dalle tremolanti fiaccole, stava inginocchiata sul freddo marmo con le mani conserte nascosta in quella semi oscurità.
E, nella penombra  del tempietto, il rossore delle sue guance era praticamente impercettibile.  Arrossiva ancora, si disse maledicendosi mentalmente e, nel farlo prese tra la fila di denti chiari come perle, il labbro inferiore. Come non farlo?

Era stato via per tanti anni e, invece che  dimenticarlo come aveva sperato, il suo ricordo si era fatto ingombrante e pesante nel suo animo. 
<< Risplendi o luce, per illuminare e portare gioia e pace su queste terre. Mokona, creatore dei mondi, dona la pace alle mie genti. Rendile felici e dimentica  l’egoismo.>>  . Si interruppe.
La sua mente vagò su pensieri lontani, come poteva concentrarsi ora, quando la morsa sullo suo stomaco si era fatta più forte, al punto da farla impallidire tanto da farla rialzare di scatto. Provava un senso di nausea tale da costringerla ad uscire di gran corsa da quella sala, con la mano destra appoggiata sulle proprie labbra.
E non visto, Lantis si era seduto su di un ramo di quell’albero secolare, posto a guardia di quel giardino e, le cui fronde servivano per dare ristoro dai raggi solari la Colonna portate di Cefiro. Ed era l’unico posto dal quale  poteva avere l’intera visuale dei giardini senza essere visto, a meno che ovviamente non fosse stato lui a volerlo.
E, non aveva resistito alla tentazione di appurare con i suoi occhi se, le parole di Clef quanto quelle di Egle fossero veritiere,  ecco perché si irrigidì quando la scorse correre al di fuori del tempio, nel quale lui era proibito entrare, e percorrere sempre di corsa il colonnato posto alla sua sinistra e, disposto in semicerchio.
Si era fermata all’improvviso frontalmente a lui, la vide appoggiarsi con la schiena alla colonna bianca, mentre la mano destra dalla bocca fece scivolare verso la fronte sudata. Era pallida e sudata, con il fiato spezzato, e non era certo la corsa ad averla resa così stanca.
Fu un attimo, incapace di attendere oltre, smosse un ramo mostrandosi davanti ad Hikaru, e, la ragazza si era irrigidita per la sorpresa. Scese con agilità dall’albero e, in silenzio stava accorciando la sua distanza che lo separava dalla fanciulla terrestre.
<< Principessa state bene?>>.
Hikaru però non le rispose, stanca con gli occhi insolitamente lucidi si limitava a guardarlo in un insolito silenzio. Battendo le palpebre in modo innocente e delicato da rischiare di farlo impazzire, più del suo silenzio dietro il quale si era trincerata interrotta solo dal fiatone.
<< No.>> rispose sincera nascondendo il viso tra le mani, non voleva essere guardata da Lantis, in quel momento non avrebbe di certo retto il suo sguardo profondo. Lui era sempre stato capace di leggerne l’animo, ed in quel momento provava una tale vergogna al punto da non riuscire a trattenere le lacrime.
E, traditore, il suo corpo fu scosso da violenti tremiti: << Ho appena realizzato che non >>.  Non riuscì a terminare la frase, le lacrime e i vari singhiozzi che ne seguirono  le impedirono di andare oltre.
E, nel vederla così in difficoltà,  Lantis si avvicinò ancora e, con quanta più delicatezza la strinse a se, nascondendo la piccola figura di Hikaru all’interno del mantello sollevato  con lo scopo di farla sentire al sicuro da occhi indiscreti.
<< Devi calmarti Hikaru, altrimenti non riuscirò a capire una sola parola>> le sue parole furono poco più che un sussurro, ma non fecero l’effetto da lui desiderato, anzi la sentì aggrapparsi a lui con più disperazione decise di lasciarla fare, e sfogare quello che sentiva dentro, per poter parlare eventualmente con calma, non sciolse il suo abbraccio, ma provò a trascinarla verso le radici della pianta secolare, in modo da sedersi sulle sue radici, e adagiare la principessa sulle sue stesse ginocchia.
<< Hikaru.>> la chiamò solo quando la sentì meno agita tra le sue braccia. << Cosa ti è successo? Sei molto pallida.>> Aveva iniziato ad accarezzare la sua soffice chioma rossa, racchiusa nella solita treccia, sciogliendone in parte i nodi con le sue stesse dita, sciogliendone parte di quella semplice acconciatura.
<< Sto bene ora.>> Se  lui non parlava, lei avrebbe mostrato la sua stessa reticenza, offesa nell’orgoglio si scostò rapidamente da Lantis, mettendosi in piedi dinnanzi a lui.
Fu solo quando fece per andarsene che sentì stringere la mano sul proprio polso, costringendola così a voltarsi verso di lui.
<< Lantis >> bisbigliò. << Mi sei mancato. Non ho fatto altro che pregare per il bene del mio regno eppure, mi sei mancato. Questa è la pura verità, non so perché ti è sstato detto che il mio regno e la mia vita è  minacciata, ma l’unica minaccia che mi si presenta davanti agli occhi sei tu. Solo tu puoi farmi del male.>>
Aveva parlato di getto un’altra volta ed un’altra volta ancora era scoppiata a piangere davanti agli occhi dell’uomo che amava. << Se te ne andrai ora forse non impazzirò di dolore, ma se deciderai di restare io.>>
Fu zittita all’improvviso da Lantis, le cui labbra l’avevano raggiunta e con forza l’avevano costretta a zittirsi nell’attimo in cui aveva deciso sfrontatamente di baciarla. E lei incapace di trattenersi aveva ricambiato il suo bacio con altrettanta foga.
<> era stata Umi  a parlare. << Sei strana da quando sei ritornata dalle stanze di Clef>> aveva aggiunto Fuu.
<< Come dite? >> era arrossita come una ragazzina, e nel farlo si era morsa il labbro inferiore. Imprecò tra se se, la sua mente aveva iniziato a giocarle brutti scherzi e, quello che peggio, nelle sue fantasie si era materializzato prepotentemente Lantis.

Se saperlo lontano per lei era una tortura ora che era tornato era costretta a sopportare il dolore di tenerlo lontano dal suo cuore, e i suoi pensieri: perché si, lui era l’unico in tutta Cefiro in grado di ferirla e farle molto male.

Più male di quanto gli stessi suoi sudditi avrebbero potuto immaginare, più  male dei Cavalieri Magici che, in caso contrario, sarebbe stata costretta a convocare, ma a differenza di Emeraude, lei non avrebbe trovato la gioia nell’unirsi per l’eternità al fianco dell’uomo che amava. Lei ugualmente sarebbe rimasta sola e senza conforto.

Si, Lantis era il suo solo ed unico carnefice e, sfortunatamente, lei se ne era perdutamente innamorata.
 
Angolino dell’autore:
è___é ehm, mi scuso con tutti quelli che mi hanno commentato e aspettato per tanto, tanto, ma tanto tempo ma questo capitolo in principio non veniva è nato ed è stato scritto in mille modi diversi. Quello che mi piaceva di più, beh, ha fatto puff con la morte del mio pc. V.V Coca-cola e pc, si odiano, ho dovuto impararlo a mie spese. So che è un capitolo corto, ma consideratelo di transizione. Una scusa per sbloccarmi un po’. E dare respiro a questa storia che voglio assolutamente finire.  Ora chiudo, su mega saluto Merit :*
  
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