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Autore: jessthesohodoll    05/02/2017    0 recensioni
Una serie di os fluffose sui nostri Ghetto husbans preferiti.
include : Un gruppo di invedenti Gallagher , Yev nel ruolo del bambino piu' puccioso del mondo e Mandy Milkovich nel ruolo di zia superfiga
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Svetlana, Un po' tutti, Yevgeny Milkovich
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cuddles on a sick day

 

 

 

Ian aveva una problema. C'erano diversi lati negativi nella sua malattia, e dover prendere quelle dannate pillole per il resto della sua vita ne era solo una piccola parte.

 

Ian adorava il lato “dolce” di Mickey, si sentiva così dannatamente privilegiato anche solo per aver visto suo marito essere un padre adorabile per il loro bambino, o per essere il destinatario dei ben pochi gesti romantici che era in grado di fare.

 

Ma arrivava anche ad odiarlo quando il dannato mostro che abitava nella sua testa lo costringeva a letto.

 

Mickey diventava assurdamente protettivo , quasi al limite del sopportabile. Lo faceva così piccolo e inutile, anche se sapeva che suo marito era mosso dalle migliori delle intenzioni.

 

E non diventava di certo meglio quando si trattava di una semplice influenza.

 

Ian si era rigirato nel letto per praticamente tutta la notte prima di buttare un braccio nel lato di Mickey e non trovarci nessuno.

 

La prima cosa che vide appena sveglio quella mattina fu il viso corrucciato di Mickey che lo guardava dall'alto.

 

“Ciao , sei già in piedi?” chiese Ian. La sua voce sembrava quella di un estraneo persino a lui.

“Dormire accanto a te è come avere un dannato termosifone per tutto il tempo” disse Mickey, sedendosi accanto a lui “Non hai una bella cera, bello”

“Credo che quella signora che mi ha vomitato addosso l'altro giorno abbia colpito nel segno”

“Oppure è stato Yev cazzo. Non l'ha ancora passata” disse Mickey, appoggiando una mano tatuata sulla sua fronte “Tu oggi non vai al lavoro, e ora chiamo Kevin e non ci vado nemmeno io”

“Dai Mik, posso cavarmela anche da solo”

“Sai bene che con la febbre le tue medicine non lavorano come dovrebbero. E noi non vogliamo che accada la stessa cosa dell'altra volta, vero?” disse Mickey alzando un sopracciglio.

 

L'ultima volta che aveva preso l'influenza e Mickey era comunque andato al lavoro, Ian si era inspiegabilmente risvegliato a casa Gallagher.

 

A quanto pare aveva vagato da solo per il quartiere per più di un ora prima che Lip lo trovasse.

 

“Non posso dire niente per convincerti ad andare al lavoro , vero?”

“No, un assoluto cazzo” disse Mickey sorridendo “Vado a chiamare il dottore per farti prescrivere qualcosa. Tu cerca di non scappare ok?”

 

A Ian non rimase molto da fare che tirarsi su le coperte fino alle orecchie.

 

***

 

Deve essersi addormentato per un paio di ore. La testa continuava comunque a fargli male, ora si sentiva pure nauseato.

 

Ian iniziò a valutare se correre in bagno e meno , quando sentì un piccolo corpo caldo nel posto di Mickey.

 

Yev era riuscito ad intrufolarsi nella camera dei suoi papà, ancora in pigiama. Il loro piccoletto si era svegliato qualche notte prima con una febbre altissima e mal di pancia.

 

Ora sembrava quasi guarito, cosa che rendeva la sua permanenza accanto a Ian inaccettabile.

 

“Hey, tu non dovresti stare qui” disse Ian “Dov'è papà?”

“è uscito” disse Yev alzando le spalle “Credo a comprare qualcuna di quella medicine cattive per te”

“E ti ha lasciato qui solo?”

“No, c'è mamma con noi” disse Yev, sorridendo.

“Beh, ti conviene tornare in camera tua. Mamma si arrabbierà con tutti e due se ti vede qui”

 

Ian non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase quando sentì i tacchi di Svetlana sul pavimento di legno della camera da letto, poco prima che le coperte dal lato di Mickey fossero aperte.

 

“Ecco dove tu nascosto” urlò la donna “Torna subito in tuo letto. Vuoi ammalarti di nuovo?”

“Ma voglio tenere compagnia a papà” disse Yev “Ti prego mamma”

 

Svetlana sembrò ponderare la cosa per un secondo , spostando appena le coperte per guardare Ian in faccia.

 

“Non è uno dei tuoi giorni brutti, vero?” chiese preoccupata.

“Non mi sento di certo bene” disse Ian, sapendo bene a cosa si riferiva la donna “Ma no, non è uno di quei giorni”

“Meglio così” disse Svetlana soddisfatta.

“No mamma, papà sta davvero male” disse Yev serio “Se fosse uno dei suoi giorni brutti non mi avrebbe nemmeno parlato, vero papà? Il mostro nero del tuo cervello sta bruciando ora, vero?”

 

Ian aveva trovato un modo tutto suo per spiegare il suo problema a Yev. Il bambino aveva sei anni e non faceva altro che piangere quando Ian si rifiutava anche solo di dirgli ciao.

 

Aveva quindi cercato di raccontare il tutto nella maniera più dolce possibile, facendo diventare il suo bipolarismo come un brutto mostro nero che abitava nella sua testa, spiegandogli che le medicine gli servivano per sconfiggerlo.

 

Forse un giorno gli avrebbe spiegato tutti nei minimi dettagli, ma per ora andava bene così.

 

“Esatto ometto” disse Ian sorridendo.

“Va bene” disse Lana, ricoprendoli come si deve “Sono in altra stanza se voi avete bisogno. Ho portato anche vodka scura di mio padre, carotino. Quella fa miracoli per gola” disse poi, con un occhiolino, prima di lasciarli di nuovo soli.

 

***

 

“Ian,Ian” disse una voce famigliare “Andiamo , svegliati”

 

Ian si ritrovò in un letto insolitamente pieno quando si risvegliò dall'ennesimo sonnellino.

 

Ora Yev sedeva composto accanto a lui, mentre la madre lo aiutava a mangiare.

 

Accanto a lui sedevano invece le sue sorelle, mentre Mandy si teneva a debita distanza ai piedi del letto.

 

“Ti voglio bene Ian” disse velocemente “Ma tuo fratello ha promesso di portarmi fuori città per il weekend, non voglio ammalarmi proprio adesso cazzo”

 

“Ragazze non era necessario” disse Ian, mettendosi seduto.

“Zitto e mangia” disse Fiona.

 

Il cibo era praticamente la sua risposta a tutto. Problema emotivi di ogni genere? Fioan si sarebbe di sicuro presentata alla tua porta con una torta al cioccolato. Qualcuno di loro era malato? Potevi contare di avere una ciotola del suo famoso brodo di pollo in meno di cinque minuti, proprio come in quel momento.

 

“Vi ha chiamato Mickey?” chiese sorridente Ian.

“No, l'ho incontrato io in farmacia” disse Debbie “Nemmeno Frennie sta particolarmente bene”

“E dov'è ora?” chiese Ian.

“Aw, a qualcuno manca il maritino?” disse Mandy, facendolo ridere.

“Ogni paziente ha il suo infermiere preferito” disse Ian alzando le spalle.

“Mickey tornato ad Alibi. Kevin aveva bisogno per scaricare carico, io rimasta a casa per prendermi cura di voi quando sono arrivate” disse Svetlana , baciando la fronte del figlio.

“Dovrebbe essere a casa in due ore” aggiunse Debbie “Intando mi ha dato le tue medicine” aggiunse, sventolando un paio di tubi arancioni sotto il suo naso.

 

Ian rise quando notò la pasta a forma di animali dello zoo che galleggiava nel brodo.

 

“Sul serio Fiona?” chiese ridendo.

“L'ho fatta per quest'altro malatino” disse Fiona, arruffando i capelli di Yev “Sono i preferiti di Liam. E poi la facevo anche a te così quando eri piccolo”

“Si, ma ho quasi 30 anni Fi” disse Ian “Credo di essere abbastanza grande per la pasta normale”

“Per me sei sempre il mio fratellino combina guai” disse Fiona, facendolo arrossire.

 

***

 

Era ormai ora di cena quando Mickey si fece vedere di nuovo in giro per casa. Apparì sulla porta con le braccia incrociate, mentre Ian e Yev guardavano un vecchio cartone animato sul computer di Ian.

 

“Hey, coma stanno i miei ragazzi?” chiese sedendosi accanto a Ian.

“Bene, nessuno dei due ha più la febbre” disse Ian sorridendo.

“Mi dispiace essere stato via tutto il giorno” disse Mickey “Ma Kevin era disperato”

“Nessun problema” disse Ian “Abbiamo avuto degli ottimi infermieri”

“Medicine?”

“Prese”

“Ce le ha date mamma. Zia Fiona ha anche portato il suo brodo di pollo. Era buono papà” intervenne Yev “Mamma ha anche dato un liquido strano e puzzolente a papà. L'ha fatto tossire tanto”

“La Vodka di suo padre?” chiese ridendo Mickey.

“è un vero miracolo per la gola”

“Si, e dopo mezza bottiglia sei già sbronzo” disse Mickey ridendo.

 

Ian lo baciò di impeto, lasciandolo un po' stordito. Il sapore di liquore ancora forte sulla sua lingua.

 

“E questo?”

“Mi sei mancato” disse semplicemente Ian.

“Anche tu” disse Mickey accarezzandogli la guancia “Hey, vi devo portare anche la cazzo di cena a letto o siete in grado di venire fino al tavolo della cucina?”

“Si, ma solo se mi porti tu papà”

 

A Mickey non rimase molto altro da fare che sedersi accanto al figlio, lasciare che il bambino gli allacciasse le braccia paffute al collo per poi correre fino alla cucina, le risate di Yev che riempivano tutta la casa.

 

Avere la febbre faceva schifo, ma un po' di coccola rendevano tutto migliore.

 

 

 

 

 

 

 

Soho Corner :

 

eccomi con un altra delle mie pillole di zucchero.

 

Yev è troppo puccioso da scrivere.

 

 

Ci si vede

 

jess

  
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