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Autore: _Shannarooo_    06/02/2017    1 recensioni
A causa di un frutto, Sanji torna ad essere piccolo, se bene all'inizio sembra non andare d'accordo con la ciurma con il tempo torna ad essere il Sanji di sempre, ma per tornare grande dovrà bere un acqua particolarmente rara e difficile da trovare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sanji/Nami
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Sanji, ho trovato dei frutti possiamo mangiarli?"
Il cuoco della nave dei pirati di cappello di paglia, stava assaggiando un pò di minestra quando sentì la voce di Nami e Chopper avvicinarsi a lui, Sanji li guardò tenere all'interno delle loro maglie un sacco d frutti colorati e di diverse dimensioni.
"Assaggiamo"
"Rufy no, aspetta potrebbero essere velenosi"
Urlò Sanji cercando di fermare il suo capitano, ma lui allungando il braccio aveva afferrato due frutti e li aveva messi in bocca.
"Aah che hai fatto, sei impazzito"
Lo rimproverarono Nami e Chopper, nel mentre Sanji e Usop cercarono di aprire la bocca del loro capitano, ma ormai aveva già mandato giù i due frutti.
"E' buono"
Disse entusiasta, Sanji lo lasciò andare e guardò i frutti che avevano i suoi amici.
"Penso che non siano avvelenati. Ma Rufy, questo non ti da il consenso di fare di testa tua, la prossima volta aspetta, potevi correre dei rischi".
Disse Sanji prendendo un frutto rosso, lo mise in bocca ingoiandolo senza masticare.
"Sanji-Kun, fa male alla digestione dovresti saperlo"
Disse Nami notando che non aveva neanche masticato il frutto, lui le sorrise quasi in imbarazzo per poi chiederle di mettere i frutti sul tavolo, così avrebbe fatto una torta con quelli.
"posso darti una mano?"
"Dici davvero Nami-San"
"Si, allora, cosa posso fare".
Sanji le mostrò il cucchiaio di legno che poco prima stava agitando nella minestra, spiegò a Nami che doveva solo fare quello che stava facendo lui poco prima, le mostrò come muoversi, con quale lentezza.
"Guarda".
Le si mise alle spalle prendendo la sua mano nella sua.
"S-Sanji-Kun, non è difficile posso farlo da sola"
Disse all'improvviso Nami, notando che l'amico continuava a tenerle la mano, Sanji la lasciò subito dopo come se si fosse bruciato.
"Scusa Nami-San".
Si allontanò subito dopo in imbarazzo, ed avvicinandosi al tavolo per iniziare a tagliare le verdure e la carne, poi all'improvviso sentì il cuore battere all'impazzata, il fiato farsi più corto.
"Sanji-Kun, per quando tempo devo fare così?"
Nami si voltò e vide Sanji piegato sul tavolo dove poco prima stava tagliando le verdure, subito lo affiancò mettendogli una mano dietro la schiena.
"SANJI-KUN"
Urlò il suo nome più volte, ma Sanji non le rispose, lo sentì solo accasciarsi tenendole stretto un lembo della felpa gialla che aveva indossato quella mattina, Chopper entrò subito nella cucina preoccupato, dopo aver sentito Nami urlare aveva creduto che forse il cuoco aveva perso il solito sangue dal naso vedendola, oppure che si fosse ferito mentre cucinava.
Ma vederlo a terra, tremante e con la febbre visibilmente alta, lo preoccupò non poco, infondo stava bene quella mattina, era allegro, e si era messo subito a preparare qualche spuntino per il loro capitano, insomma era il solito Sanji.
Chopper, con l'aiuto di Franky portò Sanji in infermeria.
"E' strano, la febbre è salita all'improvviso, spero non abbia mangiato un frutto velenoso"
Disse preoccupato, l'amico aveva ancora il fiato corto, si agitava e continuava a sudare.
 
In cucina, il resto del gruppo era rimasto con Nami per cercare di capire cosa fosse accaduto.
"Non lo so, eravamo qui e lui stava preparando il pranzo...Gli ho fatto una domanda mi sono girata per guardarlo, e Sanji era a terra"
Robin mise una mano sulla spalla dell'amica, sembrava troppo sotto shock in quel momento, certo vedere Sanji in quelle condizioni non era da tutti i giorni, lui non aveva mai avuto neanche la febbre.
"Choper"
Brook e Rufy sentirono la porta della cucina aprirsi, la piccola renna accompagnata da Jimbe e Franky fece il suo ingresso.
"Come sta?"
Chiese subito Usop.
"Per ora sembra sia scesa la febbre"
"E quando si rimetterà"
Domandò Rufy.
"Spero presto, non so cosa dirti...Questa notte lo terrò sotto controllo, almeno se la febbre si rialza potrò mettergli un panno fresco sulla fronte".
Il gruppo annuì, era passata a tutti la fame, così ognuno decise di tenere la mente occupata.
Nami invece, seguì Chopper, per lei vedere Sanji in quelle condizioni e poi così all'improvviso, era stato davvero troppo, non riusciva a non essere preoccupata.
"Forse ha accumulato troppo stress, oppure dovrebbe riposare un pochino, sappiamo che Sanji si sveglia ancora prima dell'alba per preparare qualcosa per tutti noi, e poi rimane sveglio fino e tardi"
"Probabilmente hai ragione"
"Nami, non ti preoccupare....Starò io con lui".
Chopper si girò a guardare l'amica, lei tuttavia era fissa con gli occhi su Sanji, gli stava accarezzando i capelli mantidi di sudore.
"Gli vuoi bene, vero Nami?"
"Si, come tutti voi"
Rispose, continuando a guardare Sanji.
"Forse, gli vuoi più bene di tutti noi"
Continuò la piccola renna.
"No Chopper..E poi, è impossibile voler bene più a qualcuno che a te"
Nami gli accarezzò la testa facendolo arrossire visibilmente "Dai, non fare la scema Nami, non mi hai proprio lusingato!"
Chopper iniziò a gongolarsi per tutta la stanza, facendo così ritrovare il sorriso a Nami.
 
Quella notte, Sanji aprì brevemente gli occhi, si guardò nella stanza mettendosi seduto, qualcosa cadde sul suo grembo, una pezza che stava sulla sua fronte.
"N-Nami-San"
Disse a voce bassa, la navigatrice non lo sentì, continuò a dormire con la testa sul suo cuscino, vicina a lui nel letto.
Il cuoco le sfiorò la guancia con le proprie labbra, cosa che se avesse fatto da sveglia, come minimo gli avrebbe rotto il naso.
Ma decise di approfittarne, baciandole anche l'angolo della bocca.
Improvvisamente, una fitta tornò a mozzargli il fiato, si strinse la mano nel petto prima di vedere tutto nero, Sanji giurò tuttavia, prima di svenire completamente, che una strana luce avesse invaso la stanza.
 
Nami si svegliò con il pensiero di controllare Sanji, si era addormentata, non avrebbe dovuto visto che Sanji era in quelle condizioni.
"Sanji-Kun?"
Lo chiamò a gran voce, quando si rese conto che al suo posto c'era solo un accumulo di coperte.
Quando poi vide uscire, la testa bionda dell'amico rimase senza parole, l'unica cosa che riuscì a fare, fu urlare talmente tanto forte, da far scappare i gabbiani che dormivano tranquillamente sulla testa della Sunny.
"Nami, è successo qualcosa  a Sanji"
Subito Chopper entrò dalla porta quasi buttandola a terra, al seguito vi era  il resto della ciurma, Chopper si fermò avanti al letto dell'amico e venne spinto dal resto del gruppo, caddero tutti sul pavimento formando una piccola piramide, dove solo Rufy si riusciva a vedere sopra tutti.
"V-voi chi siete, e chi è questa pazza che urla"
Disse Sanji indietreggiando sul letto ed indicando con un dito Nami, la navigatrice lo guardò male, tanto da spaventarlo.
"Sanji, non ci riconosci...E cosa ti è successo"
Disse un Chopper sconvolto, Sanji si guardò attorno notando poi Brook, sbiancò subito iniziando a tiragli addosso i due cuscini che aveva poco prima sotto la testa.
"Aiuto un fantasma, ho paura...C'è anche un gatto parlante".
Sanji iniziò a piagnucolare e si mise in piedi sul letto, era diventato piccolo, più o meno come un bambino di cinque o forse sei anni.
"S-Sanji, stai seduto"
Provò a dire Nami, Chopper e Brook invece si erano messi in un angolo per consolarsi a vicenda visivilmente rattristiti per ciò che il compagno aveva appena detto.
"Come sapete il mio nome, mi avete rapito? E dove si trova la mia mamma?"
Tutti lo guardarono mentre dagli occhi gli scendevano delle lacrime, certo non era il suo solito comportamento.
"Ahahah Sanji sei uno spasso, dai smettetela di scherzare, anche tu Nami come hai fatto a farlo rimpicciolire?"
Chiese Rufy pensando che fosse uno scherzo.
"Davvero, cosa volete da me, rivoglio la mia mamma".
Sanji iniziò a singhiozzare e con lui Zoro che sembrava divertito e non la smetteva di ridere, mentre il resto dei compagni lo guardavano preoccupati.
   
 
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