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Autore: Seagull83    06/02/2017    2 recensioni
Raccolta di momenti One-shot per risolvere un puzzle particolarmente complicato...le Calzona. Un percorso ipotetico tra le scene che non abbiamo mai potuto vedere e che dissipano la matassa che la coppia ha tessuto negli anni tagliandosi le gambe. Non saranno in ordine cronologico ma sparso.
Potrebbero esserci SPOILER anche sull'ultima stagione.
Tasselli che tornano al proprio posto...i pensieri di Arizona e Callie quando qualcosa riportata alla mente frammenti di passato dolorosi e sopiti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Forse è scritto nel mio destino, innamorati e le tue donne saranno così fantastiche che il mondo le vorrà per sé in un altro emisfero o per lo meno a mille miglia da te.

Abbiamo buon gusto, io e il mondo pare.

Vince sempre lui la partita però.

 

Io sono fantastica ed eccezionalmente dura da battere.

Lo odio.

 

Non capisco e non mi va più di provarci.

Tutta la mia vita si arrotola sulle stesse quattro cose, ricado sempre sugli stessi errori, sogni infranti.

Continua a ripetersi e io a cadere, piegandomi cercando disperatamente di non spezzarmi.

 

Sono stanca.

 

Nulla di semplice Calliope ti è concesso.

Spezzo ossa, so bene cosa vuol dire spaccare la parte più dura del nostro corpo, frantumare la struttura di noi stessi, so bene per mestiere quanto costi rattoppare il danno, ricreare quello che si è infranto.

 

Sono stanca.

 

Spezzo ossa tutti i giorni della mia vita e riparo il mio cuore ogni istante, ricucendo alla meglio gli strappi, le ferite, l’anima che si frantuma. Io sono un ridicolo pupazzo di pezza cucito con un filo a caso, quello che recupero al momento quando stringendo i denti sanguino e non mollo.

 

So già cosa succederà, ha i capelli rossi, ma lo sguardo è lo stesso di Arizona mentre mi spezza il cuore in quell’aeroporto.

Non posso credere che stia succedendo ancora.

 

Stamattina ha detto che non le interessava, ha detto che qui aveva me, gli amici…Sofia e mi si è sciolta l’anima nel sentirlo, nel sentire quello che Arizona non ha mai detto.

Ma che ha fatto alla fine. Glielo devo. L’ha fatto. Tardi forse o forse no, lei ha agito, ha scelto me, ha amato me infondo.

 

Non posso credere io sia di nuovo a questo bivio, su questo dirupo.

Il mondo certo con me si diverte parecchio.

 

Penelope stamattina ha detto cose che speravo di sentire anni fa e il mio sangue mi ha riscaldato in maniera incredibile, ho vagato per i corridoi, sollevata da terra, io mi sentivo speciale, importante, scelta a priori…finalmente.

 

L’ho vista parlare nella hall con un uomo, un medico, probabilmente un chirurgo di un altro ospedale, non l’ho mai visto prima. Ero pregna di orgoglio e mio malgrado di rivalsa.

 

“Hai dovuto attraversare il mondo Arizona, perché eri andata dall’altra parte del mondo senza neanche voltarti indietro.” sentivo quella frase più che mai nella mia testa, mentre mi avvicinavo allo sconosciuto e alla mia ex moglie, non so cosa volessi fare, dire, provare, ma mi attraeva come una calamita.

 

Come sempre.

Inutile negarlo.

Lei è e sarà sempre magnetica per me.

 

Distrattamente ho percepito le loro parole, pediatria, un intervento comune, nuove tecniche, poi il discorso è deviato su studi fatti, pubblicazioni e neanche per farlo apposta sul Carter Madison.

 

Mille anni fa.

 

-Si, sono stata in Africa per qualche mese…-

-Dottoressa non lo dica così…lei ha vinto un premio prestigioso. Nell’ambiente ci siamo sempre chiesti come mai abbia interrotto l’esperienza, chi l’ha sostituita non era al suo livello mi creda.-

 

C’è un momento di silenzio e lei sorride, uno dei suoi, pieno, sincero, uno di quelli che guarda il mondo con occhi completamente brillanti, un sorriso aperto, inflessibile, inattaccabile.

 

Non lo potrò mai dimenticare, perché per una frazione di vita è stato solo mio, con un’esplosione di significati che nessuno e nulla potrà mai avere l’onore di concepire come è stato concesso a me.

 

-Il mio cuore non era lì…-

 

-…e quindi non sarei stata adatta, mi creda, è stato molto meglio così. In più non sarei mai stata allieva di Nicole Hermann e non sarei un chirurgo fetale ora no?-

La risata dell’uomo mi disturba, mi inietta veleno, vado lontano da lì perché le mie orecchie fischiano, la mia pelle si dilata, sfrega, raschia contro le mie ossa piegate, contro il mio respiro tagliato.

 

E rimango lì mentre corro via, rimango a quelle poche parole dette con indicibile e crudele verità.

Ciò che non è mai stato chiaro lo è in modo lampante, definitivo, sfregiante.

 

 

Ora sono qui, un lampo rosso a dirmi che il mondo rivuole indietro ancora una volta la mia scelta, la mia donna, la mia vita.

Di nuovo, da capo, in meno di un secondo, sono io davanti ad Arizona che sorride come mai per aver vinto il Carter Madison, sono io davanti a Penelope che…

 

-La Bailey mi ha dato il Premiger Grant!-

 

Ha vinto.

Non le interessava.

Lo ha detto.

 

-Mi prendi in giro?- le vomito in un sussurro queste parole, mentre dentro vado a fuoco, urlo, grido…muoio.

 

Dice qualcosa, non riesco a sentirlo veramente, come se fosse sorpresa non ne sia entusiasta.

E’ una vittoria, dovrei esserne felice.

Mi tornano alla mente le parole di Mark “Se ami lei, dovrai trovare il modo di amare anche l’Africa.”

Penelope.

Arizona.

 

“Il mio cuore non era lì.”

 

Non ha repliche.

Dov’è il mio cuore?

Avrei dovuto capirlo prima, avrei potuto risparmiarci mille sofferenze, se solo avessi compreso che non dovevo lottare contro il mondo per non spezzarmi, ma assecondarlo perché mi portava solo dove era il mio cuore.

Avrei potuto salvarci…

Vengo con te, ora, corro con te amore, ti scelgo, scelgo il mio cuore.

Se è tardi, non permetterò succeda di nuovo.

 

Ho capito.

 

“E’ solo che…Aah evviva!Dai andiamo a festeggiare.”

  
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