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Autore: IsaMor    06/02/2017    2 recensioni
[Alex Rider]
Alex Rider, giovane spia inglese sfruttata dall'MI6, decide di godersi, per una volta, il viaggio in Francia con la scuola. Solo che non si aspetta che anche in questa occasione il suo "quasi" nemico Yassen Gregorovich si faccia vivo e gli stravolga la vita.
La storia si ispira ai personaggi della serie di libri di Anthony Horowitz e al film tratto dal primo libro "Alex Rider: Stormbreaker", perciò non mi appartengono.
La coppia Alex/Yassen, interpretati da Alex Pettyfer e Damian Lewis, non è shippata in Italia, ma ha un buon fandom inglese e francese su Ao3.
Spero che vi piaccia se non per i personaggi, almeno come storia a sé.
In futuro potrei scrivere una Sterek ispirata al film, se può interessare.
Ringrazio oOBlackRavenOo per l'aiuto e il sostegno.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vacanze finite

 

John Rider?
Era lui, chi altri potrebbe prendere alla sprovvista Yassen, anche se devo ammettere era piuttosto distratto da... me.
"Alex, ciao." mi dice, certo che non ci sia molto da dirmi dopo tutti questi anni passati da orfano.
Mi alzo dal letto e faccio incerto: "Ma tu..."
Mi precede: "Non sono morto, ovviamente. Ho dovuto fingere la mia morte e nascondermi per poter proteggere le poche persone a cui tenevo."
Per me e Ian, sospetto.
"Ma tu eri con la mamma durante l'incidente..."
Sorride come a voler sottintendere che c'è molto altro che non so riguardo a quel giorno.
"Era l'unico modo Alex, dovevamo assicurarci che nessuno ti usasse per ottenere qualcosa da noi."
"Quindi, lei è viva?"
"Sì."
Mi sento strano. Credo d'essere felice della notizia di avere ancora una madre, anche se vorrei mettermi ad urlare arrabbiato, ma anni al servizio di Blunt mi hanno costretto a sviluppare una capacità di sopportazione impareggiabile, quindi mi limito a chiedere informazioni.
"Dov'è?"
"L'hai vista ieri vestita da anziana, in pasticceria. Non ha resistito a commentare. A proposito, Yasha mi devi delle spiegazioni." fa divertito al limite del serio.
Yassen lo guarda con una luce negli occhi, di chi si sente a suo agio con l'uomo nonostante la situazione.
"Non c'è molto da dire. Alex è il mio ragazzo." ammette senza vergogna.
"Ehi, io non sono...", ma il suo sopracciglio sollevato mi ferma e mi rendo conto che solo un minuto prima ero spalmato su di lui. "Oh, cavolo, sono il tuo ragazzo."
Realizzo, finalmente, che la nostra è una vera e propria relazione a questo punto e sorrido consapevole di avere un fidanzato.
"Ragazzi, fate i bravi per ora, abbiamo ancora tanto da fare. Avrete tutta la vita per amoreggiare, quando questa storia sarà finita. Sempre se sarò d'accordo..." lascia in sospeso l'ultima frase.
"A proposito, cosa sta succedendo? Yassen prima dice che deve uccidermi e poi che non vuole farlo."
Mio padre mi guarda e risponde tranquillamente: "Ma lui deve ucciderti. Non è cambiato nulla."
"Cosa?!"
Guardo Yassen che sembra più serio.
"Alex, io non fallisco mai, ecco perché hanno scelto me. E devono continuare a crederlo."
Sento una stretta allo stomaco.
"Chi?"
"Il mandante e quelli che ci seguono da ieri."
"Non capisco."
Non ho notato inseguitori, ma ammetto di essere stato distratto.
"Meglio se ti spiego tutto dall'inizio. Siediti."
~·~
Mezz'ora dopo ho capito tutto o quasi, ad alcune cose non riesco ancora a credere, ma se il loro piano andrà a buon fine, tutto diverrà chiaro.
Mi dicono di dormire e non preoccuparmi, ma non ci riesco, un po' perché è strano dormire accanto a Yassen, mentre mio padre fa la guardia su una sedia e un po' perché ho paura che tutta questa protezione sia legata ad un pericolo imminente.
Yassen dorme tranquillo, mentre mio padre, oltre a sorvegliare l'ambiente circostante, controlla su internet qualcosa. Ha parlato di pianificare meglio nel dettaglio, quindi sicuramente si assicurerà di controllare le previsioni meteorologiche di domani e delle temperature, forse del traffico e dei lavori in corso.
È sereno, mentre è concentrato nel suo lavoro.
"Alex, dormi." mi sussurra senza levare lo sguardo dallo schermo. Deve essersi accorto che lo sto osservando.
Non rispondo, so che Yassen ha un udito finissimo e mi sentirebbe, è già strano che non abbia sentito mio padre.
Cerco di cambiare posizione nel tentativo di addormentarmi. Faccio meno movimenti possibili, ma comunque Yassen apre gli occhi e mi guarda per qualche secondo.
"Dormi Cucciolo." sussurra dolce anche lui, mettendomi una mano sul fianco.
Provo a chiudere gli occhi sotto il suo sguardo e riesco ad addormentarmi con una sensazione di caldo intenso che viene dal fianco, dove è posata la sua mano, propagandosi per tutto il corpo.
Sto bene ora.
La mattina dopo e la solita assenza di quel calore che mi fa svegliare di soprassalto.
Mi guardo intorno e Yassen non c'è, come la mattina prima, il panico mi assale.
Chiamo: "Yassen."
Dal bagno esce lui che si sta ancora asciugando la faccia appena sbarbata.
"Buongiorno Alex. Cosa c'è?"
Deve avermi visto con l'aria spaesata, perché piega il capo come a voler indagare.
"Niente. Non ti trovavo, non sapevo..." faccio un po' a disagio. Non so neanche io bene il perché.
"Temevi che ti avessi abbandonato?"
Non rispondo e tento di sfuggire a quegli occhi indagatori, ma lui non me lo permette e si avvicina per prendermi il viso con una mano e baciarmi.
"Staremo insieme fino alla fine Alex, sta tranquillo."
Suona consolatorio e inquietante allo stesso tempo.
Un altro bacio e poi va a mettersi la camicia e non solo.
Yassen è pronto a questa giornata. Io no.
~·~
Mio padre è andato via alle prime luci dell'alba quindi siamo solo io e Yassen nella stanza.
Deve fare la telefonata programmata che darà il via a tutto e io, una volta pronto, vengo mandato a fare colazione con i miei compagni dopo quello che potrebbe essere l'ultimo nostro bacio.
Un bacio affamato che non mi aspettavo da Yassen, ma che non rifiuto, anzi mi godo stringendo il mio corpo al suo come se stessi per perderlo.
La colazione procede bene, visto che mi dimostro meno reticente a dare particolari sulla serata passata con Yassen. Particolari inventati al momento che servono solo per farmi apparire rilassato e poco attento all'ambiente circostante.
Devono credere tutti che io sia davvero innamorato perso di Yassen e non mi riferisco solo ai miei compagni, ma anche a chi sta ascoltando nell'ombra.
Il piano prevede che riesca a lasciare Parigi illeso o quasi.
Ritrovo Yassen alla guida del nostro mezzo di trasporto mezz'ora dopo. Oggi vedremo qualche altro museo e uno spettacolo in serata per poi lasciare Parigi domani mattina presto.
Lasciare la città in compagnia sarà più facile, invece di farlo in due. Questo è il piano semplice definito piano A, ma visto che non si è mai sentito di un piano A il cui esito fosse positivo, abbiamo programmato un piano B, un C e qualcosa di simile ad un piano D. Tutto ciò solo se le cose vanno nel modo programmato.
La giornata passa serenamente nonostante la costante sensazione di venir seguito. Almeno Yassen riesce a distrarmi un paio di volte con qualche bacio. Ha un certo talento per afferrarmi e trascinarmi in un bacio coinvolgente. Nessuno ci nota mai o almeno è quello che fingiamo di credere ogni volta che le nostre mani accarezzano il corpo dell'altro, dandoci l'impressione che tutto vada bene e che non ci separeremo mai.
Solo l'avanzare del tramonto mi ricorda che siamo sempre più vicini al momento della fine dei giochi.
Cena e teatro, ci mettono entrambi a disagio perché troppo esposti e costretti a stare fermi come bersagli. Solo la passeggiata all'aperto riequilibria le possibilità di sopravvivere ad un tentativo d'omicidio.
E su uno dei ponti più antichi e belli di Parigi che sappiamo con certezza cosa sta per accadere.
Il Pont Neuf è, nonostante il nome, il ponte più antico tuttora esistente a Parigi. Attraversa la Senna in corrispondenza della punta ovest dell'Île de la Cité.
Lungo duecentotrentadue metri, risale al 1607. Di sera è un vero spettacolo con le sue luci e i suoi balconi semicircolari dove ci si può sedere ad ammirare il fiume che scorre tranquillo e oscuro sotto di noi.
È qui che ci fermiamo io e Yassen dopo una fuga a dir poco assurda dalla professoressa di Francese. Si chiederà per il resto della serata come ha fatto a ritrovarsi chiusa nello sgabuzzino del teatro. Alcuni dei ragazzi hanno colto la possibilità di fare quello che volevano e hanno mollato lo spettacolo teatrale per godersi il resto della serata. Siamo quasi certi che alcuni di loro sono su questo ponte e spero vivamente che Sabina mi abbia dato retta e abbia fatto capire a tutti di lasciarci soli. Non potrei mai perdonarmi che qualcuno di loro si faccia del male, trovandosi tra me e il killer mandato ad uccidermi.
"Alex." richiama la mia attenzione Yassen.
Lo guardo, ma ho la testa da tutt'altra parte.
"Tutto bene?"
Evito di mentirgli. È tempo perso con lui.
"Sono solo nervoso."
"Andrà tutto bene. Tranquillo."
"Non mi sembri tanto convinto."
"Da cosa lo capisci?" indaga piegando la testa di lato.
È vero, in realtà lui non cambia spesso espressione e di certo non mostra mai il suo nervosismo, quindi come faccio a saperlo?
"Lo sento."
Mi guarda curioso e mi regala un sorriso.
Questo è Yassen, il vero Yassen, non il mercenario o l'assassino, ma l'uomo.
Mi stringe in un abbraccio, mentre una lieve pioggerella inizia a cadere. La sento fredda sulla testa e Yassen mi alza il cappuccio della felpa per ripararmi.
Un bacio mi sfiora le labbra e vorrei tanto perdermi in quel tocco dolce e caldo, ma subito lascia le labbra e si avvicina all'orecchio per sussurrare un: "Mi dispiace Cucciolo."
Alzo la testa per guardarlo meglio negli occhi e ci scopro la solita freddezza del killer.
"Yasha?" domando, ma lui indietreggia e tira fuori la pistola, allungando il braccio, per puntarmela addosso.
Passa un secondo forse e in quel secondo sento le urla di Sabina che sicuramente sta assistendo alla scena e quelle di qualche compagno che non saprei riconoscere.
Yassen mi fissa un'ultima volta e poi preme il grilletto come ha fatto altre mille volte, ma mai contro di me.
Sento lo spostamento d'aria, il rumore sordo e poi il sangue scendere sul mio viso e appannarmi la vista.
È finita?
Sì, lo è.
Yassen Gregorovich alla fine ha mantenuto fede al compito incaricato di svolgere ed è riuscito ad uccidere una volta per tutte la spia inglese Alex Rider con un perfetto colpo alla testa.
Prima che tutto svanisca e il buio mi accolga, ecco, lo sento il colpo di fucile che trapassa Yassen.
La vendetta per la mia vita sarà compiuta a breve.
Morire è come venir abbracciati dalle acque di un fiume. Tutto diventa opaco, confuso e poi pian piano si allontana da te perdendo ogni importanza. Il freddo ti avvolge e la gola inizia a risentire della mancanza d'aria e della possibilità di chiamare aiuto.
E poi oblio.
Dev'essere questa la morte, perché non saprei come altro identificarla. Alla fine c'è anche una luce che ti indica la direzione e tu sai cosa fare in quel momento. Cerchi di raggiungerla, ma non sai se ci riuscirai.
E a quel punto diventa ufficiale: Alex Rider è morto.
~·~
"Alex. Alex respira!"
Una voce femminile mi riporta alla realtà.
E con la realtà torna il dolore. La gola sembra in fiamme nonostante sia zuppo d'acqua che ancora sto tossendo.
Il corpo è tutto un dolore. Diciannove metri di caduta scomposta e conseguente impatto con l'acqua del fiume hanno sempre il loro effetto sul fisico, ma di certo non potevo tuffarmi rischiando che tutta la sceneggiata andasse a farsi benedire.
Ci metto un po' per capire dove sono e con chi sono.
È la cabina di una barca e davanti a me c'è una donna minuta sulla quarantina con capelli biondi e con indosso la tuta da sub nera e bagnata.
"Alex. Piccolo mio, come stai?"
È commossa e io so perché.
"Mamma!"
Urlò d'istinto, prima di lanciarmi tra le sue braccia che mi hanno sostenuto finora.
Sono commosso anch'io.
"Tesoro mio... Io... Io..."
Vorrebbe scusarsi di tutto, ma non ha colpa di nulla quindi la blocco: "Va tutto bene."
In questo momento è proprio così che mi sento: tutto va bene.
Ci godiamo il conforto e il calore di questo abbraccio prima di ritornare con la mente a tutto il piano.
"Gli altri?" chiedo ansioso staccandomi di poco.
"Il piano procede bene. Sei stato bravo con la caduta e tutto il resto."
Ripenso a quell'istante in cui Yassen mi ha guardato come se volesse davvero uccidermi. Per un attimo mi è parso tutto reale tanto da usare il suo vero nome "Yasha" per capire se il piano stava procedendo come premeditato. Lui mi aveva fissato con quella scintilla negli occhi che non ammetteva dubbi e poi aveva sparato dritto alla testa e più precisamente alla sacca del mio sangue contenuta nel cappuccio della felpa che lui stesso aveva posizionato e che avevamo prelevato la sera prima.
C'era bisogno di prove certe e il sangue era la prova più veloce da esaminare per certificare la mia morte. Almeno avrebbe dato tutto il tempo necessario per portare il piano a termine.
Era semplice, eppure complesso perché si basava sul particolare fondamentale che Yassen mi avesse davvero ucciso su commissione. Ancora non credevo possibile che il mandante fosse proprio una delle persone di cui mi fidavo, ma la cosa non mi stupisce più di tanto. Il potere gli aveva dato alla testa già diversi anni fa e ora tutto trovava la sua naturale soluzione.
Intanto, mia madre mi guarda e capisce che sono preoccupato. Si limita a sorridere dolce e gentile.
"Noi dobbiamo andare. Loro sanno ciò che fanno."
È cosi che mi accorgo che non siamo soli. Con noi ci sono due miei vecchi amici che ci scorteranno a destinazione.
Volpe e Aquila, questi i loro nomi in codice nell'unità speciale della SAS, sono tra le persone di cui più mi fido. Sapevo che erano loro a seguirmi e sapevo che Lupo, il loro superiore, non si sarebbe lasciato imbambolare dai miei atteggiamenti da fidanzatino in vacanza, infatti all'ennesimo bacio che ho dato a Yassen, è andato al primo telefono pubblico e mi ha telefonato, urlando per di più come un matto: "Ma che cavolo mi combini Cucciolo! Vuoi farti esplorare le tonsille da quel killer? Cos'è? Gli ormoni ti hanno dato alla testa!?"
Mi ero limitato a rispondere: "Era ora che ti facessi sentire."
Lui preso alla sprovvista aveva ascoltato e aveva capito che qualcosa non tornava in tutta quella missione. Avevano ricevuto l'ordine di non fare nulla nei confronti di Yassen Gregorovich, finché non fosse diventato ostile nei miei confronti e cioè troppo tardi per salvarmi la vita da quello che aveva compreso Lupo, ma non abbastanza presto per uccidere o catturare Yassen.
Alla fine avevamo un piano nostro che poteva far finire Lupo in cella, ma che lui accettò di eseguire perché si è sempre fidato ciecamente di me dai tempi dell'addestramento e ha deciso di farlo anche questa volta.
Mentre noi eravamo in viaggio per gli Stati Uniti come semplici turisti, Yassen, con una ferita lieve alla spalla, veniva trasportato a Londra dal direttore dell'MI6 Alan Blunt.
La squadra di Lupo lo stava trasportando su un aereo cargo militare come prigioniero e Yassen stava lasciando che quei militari in passamontagna facessero il loro lavoro.
Mi sono chiesto, per i giorni a seguire, chi aveva sparato a Yassen quella sera sul ponte? E se la ferita fosse grave? Ma comprendevo che dovevo solo attendere con mia madre i risultati del piano, mentre stavo su una spiaggia privata di un'isola caraibica, che avevamo raggiunto dopo vari cambi di mezzo di trasporto, a guardare le onde annoiate scivolare sulla sabbia sotto i miei piedi scalzi.
Mia madre, Hellen, mi aveva osservato dalla finestra di uno dei villini che ora erano la nostra casa.
Non erano enormi ma neanche da poco. Tre piccole ville per ricchi con una spiaggia privata in comune. Un paradiso per chi era stato ferito dalla vita, come tutti noi.
"Arriveranno presto." fece mia madre avvicinandosi e prendendomi la mano.
"Nessuna notizia da tre giorni."
Era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare mentre il sole tramontava sull'oceano.
"Ci vuole tempo. Non vogliono attirare l'attenzione sulla loro destinazione."
Lei era sempre calma, come se nulla potesse prenderla di sorpresa.
Ci sediamo su una roccia a contemplare il tramonto, come abbiamo fatto da quando siamo giunti in questo posto.
Lei riprede a parlare dopo qualche minuto. "Ti sei innamorato di lui, Alex?"
Un sorriso orna il suo viso come se conoscesse già la risposta.
"Credo... Sì, lo sono."
"Lo conosco da anni e non mi ha mai dato l'impressione di non essere sincero quando si tratta di emozioni, nonostante sia difficile leggerle sul suo volto, ma ti posso assicurare che da ciò che ho visto, lui prova un affetto sincero per te."
La guardo incerto su cosa dire, ma lei continua. "La vita è breve Alex. Quando trovi qualcuno con cui condividerla, non perdere tempo e lascia che lui la riempia di emozioni e la renda unica."
Mi appoggio con la testa alla sua spalla e sospiro. Sono notti che dormo a malapena e penso al peggio.
"Mi manca." È l'unica cosa che riesco a dire.
"Tornerà presto piccolo mio."
Sussurra per consolarmi.
~·~
È la prima volta che aprendo gli occhi trovo Yassen nel letto.
Mi sono sempre svegliato per via della sua assenza negli ultimi tempi e ora è la sua presenza a svegliarmi.
"Ciao Alex."
Lo guardo senza muovermi, temendo che se lo facessi lui potrebbe svanire come in un sogno.
"Ciao." sussurro.
"Mi sei mancato."
"Anche tu mi sei mancato."
"Chi l'avrebbe mai detto che avremmo sentito l'uno l'assenza dell'altro?"
Sorride divertito e io non posso fare a meno di fare lo stesso.
"Stai bene?" chiedo ricordando la ferita.
"Un po' dolorante. Tuo padre mi ha sparato ad una spalla e tuo zio si è divertito a prendermi a pugni, per rendere tutto più realistico."
Per un attimo spalanco gli occhi.
"Mio zio?"
"Devo essermi dimenticato un particolare. Tuo zio è vivo e stronzo come sempre."
Più di qualcuno mi dovrà delle spiegazioni.
"Ma perché non me l'avete detto?"
"Volevamo evitarti altro dolore, se la missione fosse andata male. Non l'avresti saputo, se fosse morto per davvero ora e non tre anni fa."
Ha senso, ma sono ugualmente infastidito.
"Dovrò farci i conti più tardi."
"Lo trovi nella stanza accanto. Mentre Jack è nella villetta centrale."
Stavo dimenticando che per la sua sicurezza avevamo deciso di portare via anche Jack la mia governante. L'MI6 avrebbero pensato ad una sua fuga volontaria dopo la mia morte.
"Come sta?"
"Non ha fatto i salti di gioia quando l'abbiamo prelevata, ma almeno è al sicuro ora."
Penso anche ai miei compagni di scuola che hanno assistito a quella terribile scena sul ponte e non sapranno mai dove sono finito o quasi. Avevo avvertito Sabina di non temere per me. Lei avrà accennato la verità con i ragazzi.
"Non credo si lamenterà appena vedrà la spiaggia. Tu dove dormi?"
"Nell'altra villa, ma per oggi pensavo di riposare un po' qui con te. Tua madre mi ha mandato di filato in camera tua. Che madre snaturata. Non sa che potrei approfittarmi di te." Si lascia andare ad un sorriso accattivante.
"O potrei farlo io." Non credo conosca gli ormoni di un adolescente sano e forte.
"Sei troppo dolce ed innocente per farlo."
"Non sfidarmi."
Gli sorrido provocatorio, ma per oggi non credo che il sesso sia tra i miei primi pensieri. Sono più interessato a sapere se hanno portato a termine la loro missione.
"Come è andata?"
"È stato tutto molto semplice e veloce."
"Raccontami tutto."
"Il tuo amico Lupo mi ha portato da lui senza problemi. John e Ian hanno preso i posti di Aquila e Volpe nella squadra. Il fatto che fossero tutti coperti da passamontagna e non hanno parlato molto, ha permesso di renderli indistinguibili dagli altri militari. Credo che nessuno di loro avrà problemi. Aquila e Volpe si sono fatti trovare legati e imbavagliati a Parigi diverse ore dopo che vi avevano scortati. Nessuno ha sospettato che fossero complici."
"Blunt? Cosa è successo?"
"È rimasto stupito che non mi avessero ucciso e non ha potuto impedire che mi portassero da lui."
"Ha confessato?"
"Sì. Quando Ian e John si sono mostrati, è rimasto scioccato. Credeva di essersi sbarazzato di loro da tempo e quando gli abbiamo detto che eri vivo ha capito che aveva sbagliato tutto, pensando di sbarazzarsi di tutti noi senza alcun problema."
La domanda che più mi preme è una soltanto: "Perché mi voleva morto?"
"Perché stavi diventando maggiorenne e non avrebbe più potuto controllarti come prima e poi sei a conoscenza del suo modo di condurre le missioni. Se si fosse venuto a sapere di quelle missioni in cui ti aveva mandato senza preoccuparsi per la tua vita, gli avrebbero tolto il comando. Per non parlare delle missioni dubbie. Tu sapevi cose che potevano metterlo nei guai."
"Io non ho mai saputo molto..."
"Piccoli particolare che messi insieme ti avrebbero dato un quadro generale delle sue malefatte. Anche Ian e John sapevano e sono stati fatti eliminare per questo. Lui non ha sospettato che la mia fedeltà a tuo padre mi avrebbe impedito di ucciderne il fratello e il bellissimo figlio." fa sorridendomi.
So che vuole cambiare argomento, ma non cedo alle sue moine.
"Quindi ora è..." lascio cadere la domanda.
"Morto. Ma è stata una sua scelta. Ha cercato di puntare una pistola contro Ian e ho fatto quello che andava fatto. Ho preso la sua vita come ho preso la vita di molte altre persone. Voglio che tu lo sappia Alex, prima che prenda e rovini la tua vita. Ti stai innamorando di un killer. Sei sicuro che sia quello che vuoi veramente?"
Lo guardo e so che sta cercando di proteggermi, come sempre, anche da se stesso ed è per questo che sono certo che non mi farà mai soffrire e mi amerà ogni giorno della nostra vita insieme. Ma io so anche che nessuno ci potrà comprendere come ci comprendiamo tra di noi. Apparteniamo allo stesso mondo e nessuno può capirlo.
Il killer e la spia.
Siamo fatti per stare insieme o passare il resto della vita da soli.
"Voglio te. Non prenderai la mia vita, sono io che te la consegno perché so che è al sicuro nelle tue mani."
"Alex." sussurra prima di avvicinarsi e darmi un bacio che viene prontamente interrotto da qualcuno che spalanca la porta e urla.
Yassen lo riconosce senza neanche guardarlo tanto che non prende nessuna arma.
"Giù le mani da Alex!" sbraita zio Ian.
Noi due lo guardiamo annoiati.
Zio è cambianto poco in questi tre anni e sicuramente mi considera ancora un ragazzino da proteggere.
"Ciao Ian. Vedo che sei vivo." scherzo.
"Ciao Alex. Scusa volevo vederti a colazione, ma non mi sento tranquillo a lasciarti solo con lui."
"Tranquillo. Non è la prima volta che stiamo soli in un letto."
Per poco non gli viene un colpo.
Forse sono stato un po' bastardo, ma dopo aver pianto la sua morte davanti ad una tomba vuota -o forse no?- merita che io lo maltrattati un po'.
Si riprende e punta il dito verso Yassen dicendo solo: "Diciotto!"
Va via irritato, lasciando la porta aperta, non a caso.
Guardo Yassen confuso. "Cosa significa diciotto?"
"Mi ha fatto giurare che non ti avrei toccato fino al compimento dei diciotto anni."
"Io compio diciotto anni tra due mesi." faccio particolarmente preoccupato.
"Lo so." Non batte ciglio.
"Intendi resistere tanto."
Mi sembra difficile.
"Sì." fa convinto.
"Ma davvero credi di riuscirci." Sollevo un sopracciglio particolarmente scettico.
"Voglio riuscirci."
"Yassen io non sono un docile e innocente ragazzino. Ho gli ormoni che gridano sesso dalla nostra prima notte in albergo. Non credo che resisterò a lungo."
Ammetto che Yassen m'ispira desideri sessuali indicibili.
"Mi dispiace, ma voglio aspettare e fare le cose nel modo giusto. Hai affrontato tante situazioni da adulto e ora voglio aspettare che tu abbia l'età giusta per stare con me."
Faccio imbronciato: "Tutto molto onorevole, ma io ti voglio!"
"Anch'io. Non sai quanto. Possiamo fare molto altro nel frattempo. Non sarà tempo sprecato."
"Davvero?" chiedo con un ghigno e facendo scivolare un dito sul suo stomaco.
"Alex, non ora e non qui." Cerca di ammonirmi e ci riesce, perché accetto la sua decisione e ritiro la mano.
"Uffa!"
Lui si abbassa sul mio orecchio: "Abbiamo una casa tutta per noi, dammi solo il tempo di riprendermi dalla ferita."
Accetto l'accordo, in fondo io stesso non sono sicuro di quello che voglio fare con Yassen. Il sesso è qualcosa che sicuramente lui si aspetta e che io non conosco poi così bene come spero. Il mio corpo desidera sperimentare, ma con calma e consapevolezza.
Per ora ci lasciamo solo andare ad un abbraccio confortante e giocoso.
~·~
Due mesi passano tranquillamente sull'isola.
Viviamo tutti qui, affacciati sulla stessa spiaggia privata.
All'inizio noi della famiglia vivevamo sotto lo stesso tetto, mentre Jack nella casetta centrale e Yassen in quella all'altra estremità della spiaggia, ma Ian dopo un diverbio con il fratello sulla mia relazione con Yassen, ha preferito trasferirsi da Jack.
Per i primi tempi si sono solo limitati a dividere gli spazi comuni, ma con il passare dei giorni è nato qualcosa di molto tenero tra di loro, sottolineo per mia fortuna. La relazione dei due, mi ha permesso di avere maggiore libertà con Yassen.
Ho smesso di dovermi preoccupare di Ian che ci sorveglia e riesco a stare più tempo da solo con lui.
Per lo più passiamo le giornate in giro per l'isola dove sorge una deliziosa cittadina turistica e al porto ad osservare i pescatori. Qualche volta siamo usciti in mare con loro. Yassen ama la pesca perché gli ricorda quando andava con il suo migliore amico d'infanzia Leo a pescare al fiume presso il suo villaggio in Russia. I suoi occhi si rattristano ogni volta che mi racconta della sua infanzia e di quel pezzo di terra che era tutta la sua vita finché un giorno non è stato spazzato via dalle carte geografiche.
Non ci arrischiamo troppo tra i turisti per non finire ripresi e identificati. Però sfruttiamo le opportunità di lavoro che offre il turismo. Spesso facciamo lezione d'immersioni al posto di un istruttore settantenne simpatico che ci adora e che cerca sempre di pizzicare il sedere di Yassen. È l'unica persona a cui permetto una cosa del genere sul mio ragazzo, solo perché amo le occhiatacce che Yassen gli manda, mentre cerca di sfuggirgli. Stranamente il nonnetto adora fare questa cosa solo a Yassen, credo che lo diverta vedere le sue espressioni sconvolte e i suoi sguardi omicida.
Il lavoro è divertente e gratificante perché ci permette di fare immersioni e conoscere nuove persone. La nostra ampia conoscenza delle lingue più usate, ci rende perfetti per comunicare con quei pochi turisti che decidono di fare questo sport. Abbiamo entrambi una buona preparazione in questo tipo di attività e il fatto che durante le lezioni siano vietati telefoni e videocamere ci evita di finire su Youtube ed essere rintracciati.
Il lavoro è solo un modo per occupare il tempo e non perché ci servano soldi, abbiamo realizzato che è meglio non attirare l'attenzione degli isolani ostentando troppa ricchezza.
Yassen ha molto denaro da parte legato alla sua precedente attività. Mio padre, invece, è riuscito a ripulire un paio di conti dubbi dell'MI6. Non credo che sentiranno la mancanza di quel denaro e non credo che Tulip Jones se ne sia accorta dopo aver preso il posto da direttore che era appartenuto a Blunt.
Con ogni probabilità lei non ci cercherà mai, ora che siede su quella poltrona, sarebbe uno spreco di risorse dell'MI6 e una brutta figura per l'Agenzia se si venisse a sapere degli scheletri nell'armadio che Blunt ha contribuito a mettere e che lei non ha sempre impedito.
Oggi è il giorno del mio diciottesimo compleanno e nonostante la mia idea iniziale di fare sesso con Yassen senza indugiare sia naufragata nei primi giorni qui sull'isola, a causa della sorveglianza costante di Ian, abbiamo scoperto nuovi modi per godere.
La casa di Yassen è diventata presto il nostro nido d'amore. Passiamo le serate a coccolarci e non solo, ci lasciamo andare sempre più a carezze molto intime e a baci che comprendono tante parti dei nostri corpi.
La prima volta che ci siamo lasciati andare un po' è stato strano per me. Avevo immaginato che avere rapporti completi con lui fosse qualcosa di semplice e per nulla doloroso, invece, a causa del piacere che le mani di Yassen mi stavano regalando, sono finito a dare per ben due volte testate al muro. Da allora abbiamo spostato il letto al centro della camera e Yassen ha rallentato con le carezze spinte.
Quella sera ci siamo limitati a giocare con il ghiaccio, soprattutto sulla mia testa.
Nei giorni seguenti abbiamo sperimentato.
Yassen era romantico all'inizio con i suoi tocchi delicati e attenti, ma ho sempre notato un certo desiderio di dominare, tanto che mi trovo spesso con i polsi stretti sotto le sue mani e il suo corpo sul mio. Ho accettato questa parte di lui senza difficoltà, in fondo sapevo cosa mi aspettava dal primo giorno che l'ho visto. È il suo istinto naturale avere il controllo su tutto e tutti, l'importante è che adesso sfoghi queste sue caratteristiche con me solo in camera da letto e non nella vita di tutti i giorni.
E poi, a me non dispiace che sia leggermente rude.
Ma non oggi.
Dopo la mia festa di compleanno sulla spiaggia, ho solo voglia del mio Yassen nella versione più dolce e romantica che conosco. Non può dirmi di no ora che finalmente ha mantenuto fede alla promessa fatta a Ian e a se stesso di non approfittarsi di me prima della maggior età.
È mia intenzione trascinarlo su quel letto solitario al centro della camera e pretendere del sano sesso tra innamorati.
Non potrà negarmelo.

~Fine~

NOTE DELL'AUTRICE
Vi ringrazio per essere giunti fin qui e spero che la storia sia piaciuta.
So che molti dei lettori non conoscono questa coppia non-canon, ma vi assicuro che sono molto carini insieme e danno tanti spunti.
Ho molti progetti per Yassen e Alex per il futuro e la prossima uscita dell'undicesimo libro della serie "Alex Rider" dà molte idee nuove.
So di aver finito la storia senza la scena hot, mi sembrava superflua qui, però voglio scriverla a parte quindi spero continuerete a seguire le mie storie.
Mi piacerebbe tradurre uno dei libri della saga in futuro, sarebbe una traduzione approssimativa (visto che è un tentativo di imparare un po' d'inglese grazie al traduttore di Google) che pubblicherò solo su Wattpad. Si tratta della storia di Yassen, da bambino di un villaggio russo a killer in giro per il mondo.
Nel frattempo se volete informarvi sulla saga potete leggere questa utile guida http://my.w.tt/UiNb/MblUgJyowA di Mandy398 che ringrazio per avermi fatto notare delle caratteristiche dei personaggi. Ringrazio anche oOBlackRavenOo che ama questa coppia quanto me e ha stimolato la mia fantasia.
Grazie per l'attenzione. Spero di vedervi alla prossima storia.

 

 

 

   
 
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