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Autore: Spensieratezza    07/02/2017    0 recensioni
Due gemelli. Una sorellastra. Vite passate. Legami e amori di altri tempi. Questo sono Alisea, Alan e Zaffiro.
sto riscrivendo la mia storia Legami di sangue, dall'inizio, scusate per il disagio!
ATTENZIONE: questa storia la metto come conclusa, fino a che non capirò come mandarla avanti.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il professor Black White, quella sera si trovava in un pub affollato chiassoso e pieno di gente….era fastidioso, ma a lui piaceva il casino perché lo aiutava a non pensare e poi quello era il classico posto per passare inosservati… tutti bevevano e lui aveva voglia di bere.
 
Ordinò del vino rosso. Beve, bevve e bevve, tre bicchieri di vino uno dopo l’altro, che poi diventarono cinque  e non si accorse della figura che lo stava fissando da ben dieci minuti e che si avvicinò con aria di noncuranza vicino a lui. Era Albert, il preside.
 
“Credo che tu abbia bevuto abbastanza, Black”
 
“Albert” mormorò e fece una risatina. “Non credi che il fatto che tu continui a seguirmi, possa risultare….ambiguo?” e rise ancora.
 
Albert mosse un sopracciglio: “Sei ubriaco” disse, senza rimprovero..solo facendo una constatazione.
 
“Da quanto tempo mi stai spiando?” chiese, ingurgitando un altro bicchiere.
 
“Sai che io non potevo sapere che tu saresti venuto qui, vero?”
 
Black lo guardò. Non era sicuro di aver capito cosa intendesse dire, ma decise di fargli un’altra domanda: “Perché diavolo continui a seguirmi? Che cosa vuoi da me? ”
 
“Stai delirando, Black… ti riporto a casa”
 
“No, non ti avvicinare” disse e barcollò all’indietro, andando a cadere sul pavimento e sbattendo la testa.
 
Albert lo guardò con disprezzo. “Cocciuto che non sei altro. E va bene, rovinati pure da solo” e fece per sorpassarlo senza aiutarlo ad alzarsi. Quel gesto inaspettato confuse Black, che sembrò ripensarci… “No, aspetta, per favore aiutami” disse. Albert si fermò.
 
 
 
Dieci minuti dopo, tempo necessario che Albert immaginò servissero a Black per smaltire gli effetti della sbornia, Black fece capolino dalla porta e entrò nel giardino che faceva parte del pub, dove Albert lo stava aspettando su una panchina.
 
 
Black arrivò con un sorriso sprezzante sul volto: “Pensavo che mi avresti accompagnato per toccarmi la fronte mentre rimandavo l’anima al creatore, sotto il lavandino..invece hai scelto di aspettarmi qui” non era ben chiaro se fosse un rimprovero o una constatazione o semplice presa in giro.
 
Albert rispose:
 
“Beh non siamo ancora cosi intimi…ci conosciamo da poco. Se la nostra stupenda amicizia andrà avanti, e non avrai ancora smesso di bere,  direi che se ne potrà riparlare.” Il tono era canzonatorio, da presa in giro, Black lo sapeva, tuttavia alla parola amicizia le labbra gli incurvarono in un leggero sorriso…non riusci a evitarlo, ma cercò subito di nasconderlo. Ovviamente Albert se ne accorse .
 
“Stavi sorridendo?”
 
“Cosa? No! “ disse muovendo gli occhi in una smorfia divertita. “Mi sa che sei tu quello a essere ubriaco” rispose prendendolo in giro.
 
“Come va questa prima settimana di insegnamento, Black?”
 
Black rimase zitto per un momento. Non si aspettava il discorso avrebbe preso questa piega.
 
“Gli alunni mi odiano” disse come se la cosa non avesse nessuna importanza.
 
“Questo ti ferisce?” chiese Albert.
 
“Cosa? Vuoi davvero parlare dei miei sentimenti? Queste sono cose da femminuccia di romanzo rosa”.
 
“Però ti feriscono” replicò Albert.
 
“A me non ferisce più niente da quando avevo cinque anni! E tantomeno queste sciocchezze. E comunque sono contento che lo fanno. Solo se ti odiano sei davvero potente, non certo se ti amano, casomai quello ti rende più debole! “ disse sempre più sprezzante.
 
 
“ Parli cosi perché l’hai vissuto in prima persona? C’era qualcuno che amavi? Si tratta di una donna?” cercò di indagare Albert.
 
“Cosa? No! Che sciocchezze. Non sono quel tipo di persona che va ad ubriacarsi in un pub di falliti per colpa di una donna! Questo non ha niente a che fare con donne o cose simili… “
 
“E cos’ha a che fare? Me lo vuoi dire, Black?
 
“Non siamo ancora cosi intimi” disse con un sorrisino.
 
“Touchè” replicò Albert. “Posso almeno riaccompagnarti a casa?”
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
Albert si fermò davanti casa di Black…prima di lasciarlo, però gli disse: “ Se ti venisse voglia di parlare della cosa che ti ferisce, comunque…puoi sempre trovarmi nel mio studio”
 
“Ancora con questa storia! Un uomo non può semplicemente ubriacarsi perché gli piace farlo? Deve per forza esserci in ballo un sacco di melodrammi romantici? Avete visto troppi vecchi film, voi romantici”
 
“Credi che io sia un romantico?” chiese Albert nascondendo il sorriso che gli era salito alle labbra.
 
Black sembrò rimanere un attimo scioccato, poi disse sprezzante: “Li so riconoscere a occhio ormai, vogliono salvare sempre tutti, anche quelli che non hanno bisogno di essere salvati, o non vogliono. Io ne sto alla larga!” disse con un sorriso sprezzante. 1 a 0 per il professor Black.
 
“Vediamo se ci riuscirai sempre allora” disse Albert sempre più divertito.
 
All’improvviso Black non sorrise più. Chiuse la portiera con uno scatto rabbioso, e urlò: “Grazie del passaggio!”
 
La risata di Albert mentre stava andando via, si disperse per tutto il vialetto.
   
 
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