Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: channy_the_loner    07/02/2017    3 recensioni
Ogni storia d’Amore degna di essere raccontata comincia con il fiabesco C’era una volta.
Ma se vi parlassi di vampiri, spiriti, guerra, salvezza, maledizioni, sacrifici, tentazioni e paura, l’Amore sarebbe ancora così puro?
Loro non sono affatto innocenti fanciulle in attesa del principe azzurro; una giovane giornalista, una sorella protettiva, un’atleta ottimista, una superstiziosa combattente, una tenera fifona e una silenziosa malinconica, nient’altro che sei normali ragazze appartenenti a mondi totalmente diversi, ma accomunate dallo stesso Destino. Saranno costrette ad affrontare un viaggio attraverso l’Inconcepibile, dove tutto è permesso, per scoprire la loro vera identità; oltre il Normale, le certezze crollano e s’innalzano i dubbi, muri e muri di fragilità, ma dietro l’angolo ci sono anche motivi per abbatterli.
Si può davvero vivere per sempre felici e contenti, quando l’esistenza non è altro che un accumulo di dolore e lacrime? Quanto deve essere forte, l’Amore, per far nascere un sorriso nonostante tutto il resto? E infine, la Vita è un libro già scritto, o è il suo protagonista a prendere le redini del gioco?
-IN REVISIONE-
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-REQUESTS.

 

 

Tara sospirò pesantemente curvando le spalle in avanti; mai le giornate le erano parse così veloci in tutta la sua vita, facendo in modo che il Sole calasse e la Luna sorgesse e costringendo lei e le altre ragazze a tornare nuovamente in quella villa paragonabile ad un girone infernale, uno di quelli che aveva descritto Dante nella Divina Commedia, che la rosa si era dilettata a leggere qualche anno prima, quando frequentava ancora il liceo.

Il buon senso le stava urlando di finire di aggirarsi da sola per i corridoi della magione, ma proprio non riusciva a smettere di camminare lungo quelle corsie misteriose e distorte, di sbirciare nelle camere ombrate e sempre a lei nuove, di osservare quadri e dipinti raccapriccianti appesi qua e là per le pareti, senza un apparente preciso ordine. Di tanto in tanto si girava per guardarsi alle spalle, quasi per accertarsi di non essere seguita da nessuno.

Avanzò ancora in punta di piedi verso una porta, con la piccola speranza di trovarci qualcosa di interessante dato che si stava annoiando, e parecchio. Non le era mai capitato di stare con le mani in mano, nemmeno da piccola, perciò proprio non riusciva a starsene senza far nulla. Girò piano il pomello e aprì cautamente la porta, per poi rimanere delusa dall’interno – era solo un piccolo sgabuzzino contenente vecchie cianfrusaglie per la manutenzione idraulica ed elettrica. La ragazza sbuffò e richiuse l’uscio, per poi ricominciare a camminare senza avere una meta precisa, che continuava a cercare per la casa. E fu grazie a quella meta misteriosa che riuscì ad udire una leggera e dolce melodia suonata al pianoforte, che catturò non poco la sua attenzione. Come ipnotizzata, camminò con occhi semichiusi seguendo l’invisibile scia della musica leggiadra sparsa nell’aria. Non si era neanche preoccupata di memorizzare la strada che stava percorrendo, perché era fin troppo rapita dalle note angeliche che le avevano offuscato la mente.

Senza neanche rendersene conto, giunse davanti alla porta della sala da dove proveniva la melodia. Rimase fuori a contemplare il vuoto, sospirando beatamente. Amava le melodie suonate al pianoforte, anzi, amava il pianoforte in sé poiché era elegante e raffinato, signorile, romantico e godeva di un meraviglioso suono unico ed inimitabile. Quando era piccola era in grado di suonarlo, anche se non si era mai potuta definire brava o talentuosa; semplicemente le piaceva sedersi sullo sgabello in pelle e accarezzare delicatamente i tasti neri e bianchi di quello strumento meraviglioso, come faceva suo nonno prima di morire.

La melodia suonata si fece improvvisamente malinconica, quasi stesse andando a ritmo con i suoi pensieri.

Era molto affezionata al suo vecchio nonno; ricordava nitidamente tutti i weekend passati nel piccolo appartamento di cui era proprietario, quando facevano i cruciverba insieme e guardavano vecchi film western o partite di qualche sport poco popolare. Quando lui morì, Tara si sentì invasa da una tristezza mista alla rabbia che, però, non fece mai uscire allo scoperto; ai funerali si limitò a piangere silenziosamente, mettendo in primo piano sua madre e i suoi fratelli, tutti palesemente disperati, che erano figli dell’anziano signore. Col passare degli anni non si sfogò nemmeno una volta, neanche quando conobbe Yui, Selena, Harumi e le altre si liberò da quel peso che le aveva invaso quasi del tutto l’anima.

Decise di oltrepassare quella barriera che era diventata quella porta e di raggiungere del tutto la melodia, voleva arrivare al principio di essa. Sbirciò dentro la camera e quello che vide le fece spalancare gli occhi, schiudere le labbra e trattenere le labbra: era Laito a suonare quella magnifica composizione, a tenere gli occhi chiusi e a contorcere le labbra in un sorriso rilassato. Per qualche attimo Tara si chiese se quello che stava suonando il pianoforte fosse davvero Laito, colui che si divertiva tutte le sere a stuzzicarla carnalmente, ad alluderle tanti doppi sensi, a strapparle paroline dolci o strambe promesse pur sempre amorose. Si era chiesta, nell’arco di quelle settimane in cui aveva imparato a conoscerlo, cosa intendesse effettivamente con la frase che le aveva rivolto la seconda sera che avevano passato insieme.

 

«Perché, Princess-chan, io ti amo.»

 

Qual era la sua concezione dell’amore? Sicuramente non quella di un essere normale, Tara ne era sicura. Aveva capito tutto: Laito, molto probabilmente, aveva detto quella frase per farla cedere, per avere una semplice avventura con lei, un’avventura che sarebbe servita a farla sottomettere sin dall’inizio. Era riuscita a non cedere quella sera e fortunatamente il vampiro non ci aveva chiaramente ritentato le notti seguenti, ma la rosa non aveva la più pallida idea di come affrontare di nuovo la situazione, forse ancora più pericolosa, che era sicura si sarebbe riproposta, e anche molto presto. A ripensarci, percepiva l’ira aumentare molto velocemente: gliel’avrebbe fatta pagare, a quel playboy; odiava gli esseri come lui, che non facevano altro che prendere in giro le povere ragazze innamorate, e lei poteva affermarlo senza paura o ritorsione, dato che le era capitato, quella volta…

Eppure, in quel momento, mentre osservava quel bel vampiro – perché sì, era bello da morire – suonare delicatamente ma allo stesso tempo passionalmente il pianoforte a coda laccato di nero, si sentiva le guancie sfumare di rosa e il battito del cuore accelerare, anche se non di molto, il tutto accompagnato da alcune – ma grosse – farfalle che danzavano liberamente nel suo stomaco, a ritmo di musica. Tentò di distrarsi, di reprimere quelle belle sensazioni, ma proprio non riusciva a smettere di innamorarsi. Perché, l’aveva capito, quelli erano i veri sintomi dell’amore.

«Princess-chan, guarda che ti ho vista» disse lui, senza tuttavia smettere di suonare.

A Tara parve che la bolla si sapone che l’aveva circondata e sollevata in aria, al di sopra delle nuvole, si fosse distrutta, facendola ricadere pesantemente a terra, alla realtà. Scattò sull’attenti e si obbligò a sorridere, anche se falsamente, al vampiro che, intanto, aveva lentamente smesso di suonare. «Ne ero consapevole» disse la ragazza entrando definitivamente nella stanza; a malincuore chiuse la porta alle sue spalle, come a volersi costringere a restare lì, in quella saletta, con quell’affascinante vampiro dai mille misteri, senza la possibilità di sfuggirgli.

Laito, nel frattempo, si era alzato e aveva accolto la ragazza tra le sue braccia, posandole un bacio tra i capelli, restando ipnotizzato dal loro profumo. Tara affondò il viso nella giacca del vampiro per nascondere la smorfia contrariata che non era riuscita a reprimere, per poi stringere con forza quella stessa stoffa per resistere al dolore provocato da Laito non appena affondò i canini nella carne del suo collo, dove pochi attimi prima aveva lasciato un succhiotto. Gemette appena di dolore, facendo sorridere sadicamente il vampiro, che tuttavia non aveva alcuna intenzione di smettere di dissetarsi. «Oggi sei parecchio dolce, Princess-chan» sussurrò a pochi centimetri dall’orecchio della ragazza, facendola rabbrividire. Laito si accorse della pelle d’oca di Tara, perciò ridacchiò, diminuendo ancora la distanza e iniziando a baciarle con delicatezza il lobo. «Non credevo di farti quest’effetto, Princess-chan. La cosa non può che farmi piacere.»

Nonostante avesse tutti i muscoli bloccati e la mente ancora offuscata, decise di spintonare appena il vampiro, per fargli capire di allontanarsi, ma ottenne il risultato opposto: infatti, Laito la strinse maggiormente a sé, continuando a mordicchiarle la pelle. «Laito-kun… Basta, non mi sento molto bene…» disse a bassa voce, senza smettere di provare a respingerlo.

Il vampiro non si mosse; si limitò a mormorare qualcosa che lei neanche capì, ma era sicura che avesse a che fare con qualche frase tra il galante e l’aggressivo, qualcosa che servisse a farla cedere. Ma Tara non si fece intimidire né sconfiggere; raccolse tutte le forze che aveva in corpo e, con le braccia, fece maggiore pressione sul petto di Laito, riuscendo a scrollarselo di dosso e a farlo allontanare di pochi metri, quasi facendolo inciampare nello sgabello del pianoforte, che sembrava prendersi gioco di lei, con tutti quei tasti che erano concentrati ad osservarli, magari pensando ad una nuova melodia con la quale rapire nuovamente il musicista e la spettatrice.

Laito la guardò con i suoi occhi penetranti, serio come non mai. Per un secondo, Tara si pentì di averlo allontanato così bruscamente, ma si ricompose in pochi attimi. «Ho detto basta» sputò aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto. «Non mi far arrabbiare, stupido!»

Di tutta risposta, il vampiro si mise a ridere, divertito dall’espressione e dal comportamento della ragazza. «Princess-chan, hai un caratterino davvero stuzzicante» disse tra una risata e l’altra, mentre teneva le mani sullo stomaco.

Tara gonfiò le guance; provava un’emozione tra l’imbarazzo e la rabbia, uno stato d’animo a cui non sapeva dare un nome. Decise di cambiare argomento. Fece qualche passo verso il pianoforte a coda, tenendosi a debita distanza dal vampiro, e ne sfiorò delicatamente il legno di ottima qualità e lavorato minuziosamente. «Cosa stavi suonando?» chiese la ragazza nascondendo un sorriso.

Laito scattò sull’attenti appena notò l’espressione della fanciulla, dando vita ad uno dei suoi ghigni maliziosi, pronto a stupirla nuovamente. «Era una composizione libera» ammise con nonchalance. «Avevo voglia di suonare, così sono venuto qui e mi sono lasciato trasportare dall’istinto e dalle emozioni.» Allargando il sorriso malizioso aggiunse, con voce roca e sensuale, avvicinandosi a lei: «Vuoi che suoni anche te, Princess-chan?»

La rosa arrossì di botto, comprendendo l’allusione di Laito, e si affrettò a negare freneticamente col capo. «No grazie!» esclamò iniziando a sudare freddo.

Laito rise ancora, ma questa volta solo per prenderla in giro. «Sono così ripugnante ai tuoi occhi?» chiese giocoso, ma con una punta di amarezza nella voce.

Tara riuscì a tornare di un colorito normale, provando un’improvvisa e strana compassione verso di lui: non sapeva perché, ma sentiva l’impulso di ribattere, di dirgli che si sbagliava, ma qualcosa più forte di quella voglia – probabilmente l’orgoglio – la obbligò a reprimere tutto. «Sei semplicemente un vampiro» disse con una fitta al cuore, abbassando lo sguardo, sentendosi colpevole di quel suo piccolo sussulto, appena lui aveva compreso il significato della risposta.

Laito si raddrizzò il cappello in testa, per poi sedersi sullo sgabello del pianoforte. «Princess-chan, sai suonare il piano?» chiese con curiosità.

«Da piccola lo suonavo» ammise. «Non so se lo so fare ancora.»

«Perché non ci provi?» propose il vampiro facendole spazio sullo sgabello, invitandola ad accomodarsi.

Nonostante la titubanza, Tara decise di sedersi accanto a lui; i muscoli le si irrigidirono appena il braccio scoperto entrò in contatto, anche se di poco, con la giacca leggera di Laito.

«Coraggio, Princess-chan.»

Dopo aver preso un grosso respiro, la ragazza iniziò a muovere le dita sopra i tasti, suonando, prima lentamente e successivamente dando più ritmo, una delle melodie che avevano caratterizzato la sua infanzia, l’unica che riusciva ancora a ricordare. Sbagliò alcune note, stonando una parte della composizione, ma riuscì a riprodurre abbastanza fedelmente l’intera opera che le suonava suo nonno.

Un attimo dopo che le note finali della melodia si dispersero nell’aria, Laito applaudì, con un grande sorriso stampato in volto. «Sei stata bravissima, Princess-chan!» si congratulò, entusiasta, continuando a battere le mani.

La rosa percepì – ancora una volta – le goti tingersi di una lieve sfumatura di rosso. Farfugliò il contrario, ma lui insistette, stritolandola anche in un abbraccio per farle sentire maggiormente il suo entusiasmo. «Credo che possa bastare» disse Tara allontanandolo e riuscendoci al primo tentativo, forse perché il vampiro aveva ricevuto il messaggio. «Dove hai imparato a suonare, Laito-kun?» chiese dopo qualche attimo di silenzio.

Il vampiro sospirò, piegando il capo verso l’alto, ma rispose quasi subito. «Ho imparato quando ero piccolo. Mi insegnò mia madre.»

«E?»

«E niente, non ho mai smesso di suonarlo» disse Laito, per poi sorridere lievemente. «Mia madre era una donna davvero speciale per me.»

«Perché parli al passato?» domandò Tara, incerta.

«Lasciamo stare, Princess-chan, non è il momento giusto per parlarne» tagliò corto il vampiro. «Piuttosto, vogliamo suonare ancora?» propose con un sorriso stranamente non malizioso. Tara annuì, sorridendo a sua volta. «Ti va una melodia allegra? Così sembrerà di essere ad una festa!» disse Laito iniziando a sfogliare uno spartito.

La rosa scattò sull’attenti. “A proposito di festa…” «Posso chiederti una cosa?»

 

 

***

 

 

«Assolutamente no.»

«Per favore…?»

«No.»

«Non è neanche per me, ma per le altre.»

«Non sono affari che mi riguardano.»

«È una piccola cortesia, quella che ti sto chiedendo.»

«Mi vedo costretto a rifiutare.»

«Dai! Un po’ di comprensione!»

«Milady, ho detto di no.»

All’ennesimo sguardo di fuoco, Selena roteò gli occhi al cielo, irritata. Aveva imparato a conoscere Reiji, e sapeva per certo che era davvero difficile spingerlo a fargli accettare una proposta che sarebbe andata fuori dall’ordinario. Ma non aveva alcuna intenzione di arrendersi e lui avrebbe dovuto rendersene conto. «Reiji-san, non c’è nulla di male.»

Il vampiro riprese a leggere il suo libro come se niente fosse. La ragazza lesse velocemente il titolo: La Vivisezione del Genere Umano. «Riconosco che per gli umani, specialmente per le ragazzine umane, le feste siano un evento parecchio ricercato, ma non ho intenzione di lasciarvi partecipare a questo genere di eventi» disse senza smettere di leggere.

«Posso sapere il perché?» chiese Selena, seccata.

«Avete fatto un patto con noi, e codesto non può essere infranto.»

«Non abbiamo mai neanche pensato di infrangere la promessa che vi abbiamo fatto» disse la blu, dopo aver fatto tanti respiri profondi per mantenere la calma. «La nostra richiesta, alla quale mi sono personalmente offerta di fare da portavoce ufficiale, è quella di poter partecipare a questo rito annuale al quale siamo solite non mancare.»

«Ciò non rientra nei miei interessi» rispose Reiji, per poi rivolgerle lo sguardo accompagnato da un ghigno malefico. «Costernato.»

A Selena per poco non uscì il fumo dalle orecchie: mai una persona l’aveva sfidata, mai qualcuno l’aveva messa alla prova e mai avrebbe immaginato di provare così tanta ira nei confronti di qualcuno. «Ma mangiati un’emozione» brontolò a denti stretti e a pugni serrati.

«Prego?»

La ragazza si mise ben dritta e incrociò le braccia. «Stavo ipotizzando una condizione» buttò lì, elogiandosi mentalmente per aver salvato la situazione molto rapidamente.

Il vampiro si fece interessato, chiudendo definitivamente il libro che aveva tra le mani. «Sarebbe?» Selena, come concessole dal vampiro, si accomodò su una poltrona e accavallò elegantemente le gambe. Spiegò in maniera decisa e chiara la propria condizione, senza esitare neanche un attimo. Poi attese, per qualche secondo, la risposta di Reiji, che era impegnato a riflettere, con delle dita ad accarezzarsi lentamente il mento.

«Accetto.»

 

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Eccomi qui! Spero di non avervi fatto attendere troppo ^^ Ora, avete presente quando ho detto che in questo chappy sarebbero stati presenti dei battibecchi grazie alla Modalità Sadica della mia persona? Ecco. Hope you enjoyed~

Subaru: Ma enjoyed per niente, cos’è ‘sto schifo?!

Ma stai zitto, che tu non te ne intendi di libri. In repertorio abbiamo un esperto?

Kou: Ehm, c’è Ruki-kun.

EEEEHHH?! SOLO LUI?!

Kou: Sì ^^’’

E va bene, fatelo entrare -.-

Ruki: *entra* Chi mi desidera?

Subaru: ‘scolta, Reiji-baka 2.0, visto che tu sei perfettivo e te ne intendi tanto, questo capitolo è bello o fa ca**re?

Ruki: *legge velocemente* … Fa ca**re.

*cade in depressione in un angolino della stanza*

Subaru: Grazie, adesso puoi andartene. *sfonda un muro* Prego, da questa parte.

Ruki: *se ne va*

Laito: Va tutto bene, ai-chan?

Sì. Tutto bene.

Laito: Davvero?

NO, AI-BAKA-CHAN!

Reiji: Calmatevi tutti.

NUUUUU-- *a few hours later* Okay, mi sono calmata ^^

SakaBro: *legati con delle corde a testa in giù dal balcone* SEI PREGATA DI SLEGARCI, GRAZIE.

No. All right (maybe not) guys! Fatemi sapere se questo capitoletto vi è piaciuto oppure no :) Io adesso vado a mangiare qualcosina, che Ayato quando vede i takoyaki accompagna.

Ayato: *urla dal balcone* TI HO SENTITO.

Lo so, Ayato-kun, lo so.

-Channy

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: channy_the_loner