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Autore: ImperioMagicum    07/02/2017    1 recensioni
Imperio Magicum , dopo anni di paure canalizzategli contro dagli Educatori , decide di fuggire e di far cadere la dittatura che governa Sila. L' Infallibile , il leader del governo , dopo aver promesso di togliere il paese dalla guerriglia e l'instabilitá ha infatti ha spinto l'intera popolazione ad una guerra con i territori del nord , al solo scopo di distrarre il popolo. Per sconfinggere il regime è necessario possedere un'arma , più potente di tutto il potenziale bellico della dittatura , ed Imperio è forse l'unico in grado di trovarla.
Le origini e le vicende di un personaggio a me molto caro , rimasto sepolto nella mia mente fin dall'infanzia.
Accetto volentieri commenti e critiche.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 16:

Kommertsiya

Dopo altri due giorni di cammino Mary ed Imperio arrivarono alle porte di un grande centro abitato, molto più grande del borgo di Mary, una città. Si trattava di Kommertsiya, il polo commerciale del Paese. Ogni giorno, 365 giorni all'anno, dalla mattina alle cinque alla sera alle dieci, ogni tipo di merce veniva importata ed esportata in quel luogo sotto gli occhi vigili del Commissariato Economico. In questo luogo si poteva trovare ogni tipo di cibo, laterizio, medicina, manufatto e mobile, dalla singola unità al container da duemila pezzi. 

A causa della guerra, che occupava le riserve di gasolio per i mezzi militari, non vi erano camion a trasportare le merci, solo treni a carbone. Si poteva dividere quella città in due zone: la Zona Nera, dove passavano le tratte ferroviarie e la fuliggine ingrigiva tutto e la Zona Dorata, dove le merci venivano vendute e acquistate e la moneta sonante girava libera. La Zona Nera era anche il luogo dove vivevano gli operai ferroviari ed i magazzinieri, in condizioni alquanto discutibili, ma se ne parlerà più avanti.

Imperio aveva ora l'aspetto di un uomo sui quarant'anni con la barba ed i baffi folti, mentre Mary si era tagliata i capelli e cambiata pettinatura. Nel loro girovagare per le campagne avevano poi ottenuto, tramite il furto di qualche capo steso, due travestimenti della taglia giusta, lasciando poi in regalo qualche indumento che a loro non sarebbe stato utile. 

Mary aveva dovuto lasciare a malincuore il suo vestito viola per prendere qualcosa di meno appariscente: ora indossava una salopette di jeans, con qualche buchetto sulle ginocchia; una giacca nera per potersi proteggere dal freddo e delle scarpette leggere con gli strappi, nere e rosse. Imperio ora aveva dei pantaloni neri con le bretelle, di quattro taglie più grandi di ciò che gli sarebbe servito di norma, ma che ora gli calzavano a pennello; una camicia azzurra a righe bianche macchiata sulla schiena di vernice rossa, probabilmente apparteneva ad un imbianchino; un paio di anfibi verdi, un po' sporchi di terriccio mischiato a qualcosa che non era terriccio, ed infine un berretto con visiera verde humus. 

Si avvicinarono piano piano alla città, mentre il cielo si rannuvolava.

< Pioggia... > < Come ha detto Luogotenente? > < Ho detto che, da come si muovono le nuvole, sembra essere prevista pioggia. Quanto dura ancora il viaggio? > < Massimo una mezz'ora ancora, ma non si preoccupi la macchina è coperta dopotutto ed abbiamo gli ombrelli. > rispose il soldato di scorta < Ah... Da cosa avresti intuito che la pioggia mi fa paura? > chiese il Luogotenente guardando negli occhi il suo soldato, da dietro le spesse lenti oscurate. < Beh io... > cercò di rispondere < Noi abbiamo i mezzi migliori, gli uomini migliori, noi passiamo in mezzo alle tempeste senza paura mentre il nemico arranca anche nella notte meno gelida. Noi siamo quello che siamo, il Paese è quello che è, perché la Natura stessa ci riconosce come i migliori ed, anzi, ci aiuta contro gli avversari. > fece una pausa per prendere respiro < Non scordartelo mai, dalla Nostra parte ogni uomo è invincibile. > < Sissignore! >

Il viaggio proseguì. < Hanno chiamato? > < No signore, gli educatori non hanno ancora ottenuto risultati, ma dicono che la traccia che lei ha trovato sembra interessante e può aiutarli molto. > Il Luogotenente sembrava leggermente ansioso, nonostante la sua autorità lo nascondesse bene. < Spero che questo lavoro sia veloce, ho altro a cui pensare che qualche bega tra cittadini. > < Non esattamente semplici cittadini... > lo corresse il soldato < Sono i maggiori estrattori di risorse minerarie e della raffinazione del metallo... nonché finanziatori della campagna militare nei territori del nord. > < Si si lo so... > disse zittendolo con un gesto < Ma ora basta parlarne, non è esattamente una cosa da dire con così tanta leggerezza > In quel momento la macchina virò bruscamente, evitando un albero contro cui stava andando.

< Che diavolo succede li davanti? Dormi? > gridò il soldato all'autista. Unica risposta fu un sussurro nervoso che tutti riconobbero come un < Mi dispiace. > . < Sono io a dispiacermi, sarà meglio che tu guidi bene se non vuoi tornare al vecchio lavoro. > < Cioè? > chiese il Luogotenente. < Nulla in realtà, faceva la guardia in un bosco fino a pochi giorni fa, ma aveva paura degli animali feroci... gli scoiattoli sono terribili in questa stagione. > e partì una risata ad entrambi, forse più uno sghignazzo profondo per il Luogotenente che altro. 

< C-comunque siamo arrivati... > disse l'autista < Siamo a Kommertsiya. >

Come tutte le città principali del Paese vi era un'elevata militarizzazione, sopratutto per prevenire attacchi terroristici. Tuttavia, noi che la storia la conosciamo nei suoi particolari, possiamo ragionare senza passare da complottisti. Vi potrà mai essere in un luogo di interesse per chi crea gli attentati, che sappiamo noi essere quelli che dicono di fermarli, e per i loro finanziatori un'azione di terrorismo? Un serpente si morderebbe la coda? Le due domande hanno risposta simile.

Per Imperio e Mary non fu un problema entrare tuttavia, dato che la mole di persone che andavano e venivano rendeva difficile e dispendioso un controllo di ogni persona e di ogni documento. Il loro obbiettivo principale era quello di attrezzarsi al meglio per fronteggiare i territori del nord, dove il freddo e le montagne non avrebbero permesso loro di sopravvivere nello stato attuale. Servivano abiti pesanti, cibo, medicine, corde, piccozze e altro ancora; tutto questo avrebbero dovuto comprarlo o rubarlo in qualche modo. Innanzitutto sarebbe servito trovare un luogo dove dormire e non avrebbero potuto farlo nella Zona Dorata a causa degli ostelli che costavano troppo e richiedevano nomi e cognomi. L'unica soluzione era di passare nella Zona Nera dove un vecchio magazzino abbandonato o una zona della ferrovia li avrebbe nascosti il tempo necessario. 

Non fu complicato nemmeno oltrepassare la linea di guardie che divideva le due Zone, bastò infatti recitare la parte di un ferroviere e la figlia dicendo che il tappeto che portava sottobraccio il padre fosse un regalo per la moglie. I militari non avevano nemmeno voglia di crearsi delle noie: la città era sempre tranquilla e loro passavano il tempo a giocare a carte, bere, fumare ed altre attività per niente disciplinate. Questo avrebbe fornito a Mary ed Imperio un bel vantaggio in una situazione di pericolo, da dove avrebbero facilmente sconfitto due o tre guardie che avevano perso la mano nel loro lavoro; tuttavia sembrava comunque una missione impossibile poter fuggire da quel luogo, con centinaia di soldati pronti a sparare a vista su Mary ed a catturare Imperio.

Introducendosi nella Zona Nera, divisa dall'altra grazie a recinzioni, palizzate e grossi edifici e magazzini, il rumore del via vai di acquirenti si ovattava in poche decine di metri, rimanendo un brusio di sottofondo. Si veniva accolti da un'aria puzzolente, fatta di carbone e petrolio per lo più, ma anche prodotti chimici, marcio e feci animali e non. Quel luogo era ovviamente separato dal resto proprio per questo motivo: quale ricco signore comprerebbe in un luogo del tutto e per tutto uguale ad una fiera di paese del borgo più indigente?

Un volo-droide da ricognizione ronzò sopra di loro ed Imperio affrettò il passo portandosi dietro Mary con un : < Su vieni che dobbiamo portare il tappeto a casa, i tuoi fratelli ci aspettano. > Il bersaglio perse interesse e la spia volante se ne andò.

Passarono sotto una ferrovia sopraelevata. Passò in quel momento il treno e loro dovettero mettersi sotto un pilastro per non essere colpiti da qualche pietra e non riempirsi troppo di fuliggine. Lo stridio dei freni infastidì le loro orecchie, ma diede loro il segnale per proseguire. Dopo qualche minuto di camminata si imbatterono in altre persone, in bambini, animali domestici e degli abitati di lamiere. Avevano scoperto dove abitavano gli operai della ferrovia.

   
 
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