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Autore: Sana_Akito_Kodocha    07/02/2017    5 recensioni
Fanfiction ispirata, almeno in parte, al manga/anime "Ranma ½".
Fuyuki Hayama e Misako Kurata, decidono di combinare un fidanzamento tra i loro rispettivi figli, Akito Hayama e Sana Kurata, entrambi praticanti di arti marziali, nella speranza che un domani possano gestire il dojo insieme.
Inizialmente i due ragazzi non saranno affatto d'accordo con questo "fidanzamento combinato", ma col tempo le cose potrebbero cambiare...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve, care lettrici! :)
Oltre a ringraziarvi per continuare a seguire la nostra storia e per lasciarci una vostra opinione, attraverso una recensione, volevamo avvisarvi che questo capitolo contiene una scena "hot", quindi se non vi va a genio leggere determinate cose, vi consigliamo di saltare la lettura! :)
Speriamo di non essere cadute nel volgare e che possiate apprezzare questo capitolo :) Un abbraccio, ci leggiamo al prossimo aggiornamento!

***


Circa tre settimane dopo, siamo in viaggio per raggiungere la casa in montagna di Naozumi.
E’ la prima volta che trascorro le vacanze di Natale insieme ai miei amici e soprattutto è la prima volta che passo un weekend fuori con il mio ragazzo e la cosa mi elettrizza particolarmente.
Guardo fuori dal finestrino dell’auto ed il sorriso sul mio volto si accentua così tanto che per poco non mi si sloga la mascella.
«Che meraviglia» trillo entusiasta, ammirando il paesaggio innevato che ci circonda.
«Mi sembra di capire che la neve ti piaccia particolarmente» esclama Ryoga, seduto sul sedile posteriore accanto a Fuka.
Per fortuna, l’infatuazione che provava nei miei confronti sembra essergli passata del tutto e ciò non può che farmi piacere, visto che in caso contrario non avrei saputo come comportarmi con lui.
«Dire che mi piace è riduttivo. Diciamo che la amo, ecco» mi porto le mani sul volto, assumendo un’aria sognante «Non vedo l’ora di fare un pupazzo di neve, anzi no, non vedo l’ora di iniziare una battaglia di palle di neve»
Sia lui che la mia amica sorridono, contagiati dalla mia allegria, a differenza di Akito che non ha fatto altro che avere un’espressione imbronciata per tutta la durata del tragitto.
Mi volto a guardarlo, trovandolo con lo sguardo serio rivolto verso la strada e la mano sul cambio.
E in quel preciso istante, una domanda mi sorge spontanea…
Può una persona essere sexy anche mentre guida?
Tento di tenere a bada gli ormoni e schiarendomi la voce, mi rivolgo a lui
«A te invece piace la neve?»
Scrolla le spalle ed io sbuffo.
Non ne sono sicura, ma credo che il suo mal umore sia dovuto dal fatto non è riuscito a farmi alcun regalo ed è convinto che la cosa possa crearmi dispiacere, quando in realtà non è per niente così.
Ryoga, durante una sua visita avvenuta qualche giorno fa, mi ha confessato quanto si sia sforzato di trovarmi qualcosa, rischiando quasi una crisi isterica e questo mi basta… apprezzo di gran lunga il pensiero, piuttosto che un oggetto materiale.
«Ma quanto ci vuole? Muoio di fame» si lagna Fuka, massaggiandosi lo stomaco.
«Prenditela con Kurata, è colpa sua se abbia tardato»
Lancio uno sguardo torvo all’orso burbero seduto sul sedile del guidatore
«Anche Aya ha tardato, quindi smettila di far ricadere la colpa esclusivamente sulla sottoscritta»
«Lei e gli altri stanno viaggiando con un'altra macchina, quindi avremmo potuto avviarci prima senza aspettarli,  evitando l’ora di punta che ci ha fatto restare impalati in mezzo al traffico per più di due ore, se tu fossi stata pronta in tempo»
Metto su un broncio a dir poco infantile ed incrocio le braccia al seno.
Non lo sopporto quando fa così.
D’altronde, che colpa ne ho se sono una ritardataria cronica?
«Smettila di rimproverarla Hayama, la stai facendo più tragica di quello che è» mi difende a spada tratta Ryoga,  per poi scavare all’interno del suo zainetto, da dove estrae una barretta al cioccolato che offre alla mia amica.
«Non è molto, ma spero che possa bastare per il momento»
Lei la prende, sorridendogli grata
«Ti ringrazio, sei davvero molto gentile»
«F-figurati, per… per così poco» balbetta, rosso in volto dall’imbarazzo.
Guardo la scena con un sopracciglio alzato.
Che “l’innamoramento facile” l’abbia colpito anche questa volta?
Arrivati a destinazione, Hayama parcheggia l’auto che gli ha dato in prestito suo padre fuori la villa, dove c’è Jordan ad aspettarci con accanto Beethoven, il cagnolone che lui e Nao hanno adottato dal canile circa due anni fa.
Apro lo sportello e senza curarmi dei bagagli, mi precipito verso di lui, abbracciandolo calorosamente.
Sono molto legata a questo ragazzo e vederlo dopo quasi un anno in cui ci eravamo persi di vista, mi riempie il cuore di gioia.
«Kami, che bello rivederti!Mi sei mancato da morire»
Jordan ricambia la stretta, facendomi volteggiare in aria.
«Non immagini quanto sei mancata tu a me, piccola Sana» senza sciogliere l’abbraccio, si distanzia quel poco che basta per potermi osservare meglio «Non credevo fosse possibile, ma a quanto pare sei diventata ancora più bella dall’ultima volta che ci siamo visti»
Arrossisco, lusingata dal suo complimento «Andiamo, non dire assurdità»
«Ma quale assurdità, mi sono solo limitato a dire la verità»
Gli poso un bacio sulla guancia, intanto il cagnolone, incuriosito, inizia ad gironzolarci intorno, annusandoci.  «Tu si che sei un galantuomo»
«Più che altro, sono un uomo fortunato nel poter abbracciare una splendida fanciulla come…»
«Dubito che continuerai a considerarti tanto fortunato, se perderai l’uso delle mani a causa del sottoscritto»
La voce infastidita del mio ragazzo, mi porta inevitabilmente ad alzare gli occhi al cielo.
Giro il capo verso di lui, trattenendomi dal risponderlo bruscamente solo perché si è preso  la briga di prendere la mia valigia.
«Akito, lui è…»
«Morto, se non scioglie la presa dal tuo corpo»
Scuoto la testa, esasperata.
«Dicevo… lui è Jordan, il ragazzo di Naozumi»
La sua espressione si rilassa all’istante, nel comprendere che non rientro affatto nei suoi gusti.
E pensare che si ostina  ancora a non voler ammettere di essere geloso.
«Tu devi essere Akito Hayama, Naozumi mi ha parlato molto bene di te, soprattutto di una parte del tuo corpo che ha apprezzato particolarmente» sghignazza Jordan,  facendomi ridere divertita e Hayama aggrotta la fronte, guardandoci confuso.
Non gli ho detto della sorta di venerazione che Nao prova nei confronti del suo posteriore, anche perché non so come potrebbe reagire dinnanzi ad una notizia del genere.
Sta per chiederci a quale “particolare zona del corpo” si riferisca, quando Beethoven gli salta praticamente addosso, rischiando quasi di farlo cadere.
Sorride, grattandogli dietro l’orecchio e lui, di tutta risposta, scodinzola, leccandogli il viso.
«E’ sempre così coccolone?»
«Veramente no, in genere non è così socievole con gli sconosciuti»
«Sicuro non sia una femmina? Perchè ciò spiegherebbe molte cose»
«Non credi di essere un po’ troppo egocentrico?» esclamo, facendolo alzare nelle spalle «E comunque sì, è maschio. E si dia il caso, che non è l’unico essere di sesso maschile che ti apprezza particolarmente»
Mi guarda sempre più confuso, nel mentre che gli altri componenti del gruppo, arrivati anche loro a destinazione, ci raggiungono.
Saltati i convenevoli, entriamo all’interno dell’enorme villa, arredata in stile moderno e pochi minuti dopo, vediamo sbucare Naozumi a torso nudo, con un asciugamano intorno al collo.
«Perdonatemi se mi presento in questo stato, ma sono appena uscito dalla sauna»
Ci saluta tutti, per poi posare lo sguardo su Ryoga, che lo sta fissando incuriosito.
«Ti piace ciò che vedi?» gli chiede malizioso, strizzandogli l’occhio e la faccia che fa l’altro è così esilarante da far scoppiare a ridere tutti i presenti.
«La smetti di prendere in giro i nostri ospiti?» lo richiama il suo ragazzo, scuotendo la testa divertito.
«Andiamo, mi stavo solo divertendo un pò» sghignazza, per poi farci segno di seguirlo al piano superiore.
«Le coppie dormiranno nelle camere matrimoniali, mentre per quanto riguarda Fuka e Ryoga che non hanno un accompagnatore, ci sono delle stanze singole» ce le indica, aggiungendo «Il catering ha quasi concluso i preparativi per la cena. Intanto, se volete, potete darvi una rinfrescata e disfare i bagagli»
Annuiamo e dopo averlo ringraziato a dovere, entriamo all’interno delle nostre rispettive camere.
«Certo che i soldi non gli mancano affatto» afferma Hayama, guardandosi intorno «Questa camera è il triplo della nostra e possiede anche un bagno privato»
«Beh, in effetti con lo stipendio che guadagna, può permettersi tutti i lussi che vuole» gli rispondo distrattamente, scavando all’interno della mia valigia.
Afferro un vestito nero aderente, con scollo a cuore ed approfittando della sua distrazione, prendo anche il completino intimo di Victoria’s Secret che ho acquistato qualche settimana fa.
E’ in pizzo bianco, ad effetto vedo-non vedo, dettagli che lo rendono particolarmente sexy, ma per nulla volgare.
Non so ancora se questa notte succederà qualcosa tra noi, se ci sarà o meno il “grande passo”, ma meglio essere pronte ad ogni evenienza.
«Vado a farmi una doccia» lo avviso, dirigendomi verso la porta del bagno.
La apro, sgranando così tanto gli occhi che per poco non mi escono fuori dalle orbite.
«C’è anche la jacuzzi!» esulto, saltellando sul posto «Non vedo l’ora di immergermi dentro»
«Di sicuro non mancherà l’occasione, ma per adesso è meglio che ci sbrighiamo»
Mi volto verso Akito, trovandolo impegnato a scegliere quali abiti indossare per la cena «Chissà, magari lo faremo insieme»
 «Non ho portato il costume da bagno» mi risponde, non capendo la mia velata proposta.
«Nemmeno io» mormoro maliziosa, facendolo girrare di scatto verso me.
Affonda i denti nel labbro inferiore, guardandomi come se volesse saltarmi addosso da un momento all’altro e credo proprio che se lo facesse, glielo lascerei fare tranquillamente se solo non rischiassimo di essere interrotti dagli altri «Stai giocando con il fuoco, Kurata»
«Non vedo l’ora di scottarmi allora» gli strizzo l’occhio e appena fa uno scatto verso di me,  ridendo corro all’interno del bagno, chiudendo la serratura a chiave.
«Un comportamento davvero molto maturo Kurata, non c’è che dire!»



 
Durante la cena, consumata nel grande salone addobbato in stile natalizio, l’atmosfera che ci circonda è piuttosto piacevole.
Tra discorsi vari, risate e frasi senza senso dettate da coloro che hanno alzato particolarmente il gomito con il sakè, ci divertiamo tutti, incluso Hayama, anche se cerca di non darlo a vedere, sfoderando la sua solita aria di indifferenza.
Il catering ha svolto davvero un ottimo lavoro, la cucina è squisita e mentre mostro il mio apprezzamento, servendomi l’ennesima porzione di gamberetti fritti, sento Akito ridacchiare.
«Certo che sei proprio un pozzo senza fondo»
«Ormai dovresti saperlo che c’è sempre posto per il mio piatto preferito»
 Gli dedico una simpatica linguaccia e lui ghigna divertito, ma la sua espressione cambia notevolmente, quando Tsuyoshi se ne esce con … «E’ ora di scambiarci i regali!»
Sorridendogli dolcemente, mi avvicino al suo orecchio, sussurrandogli «Smettila di farti inutili paranoie, Ryoga mi ha detto quanto tu ti sia impegnato per cercarmi qualcosa e questo, per me, vale più di mille regali» gli poso un bacio sulla guancia «Grazie, Aki!»
Akito assume un’aria da cucciolo bastonato, che potrebbe far addirittura concorrenza a Bethooven «A dire il vero, qualcosa te l’ho fatto,… ma non è proprio un regalo»
Strabuzzo gli occhi, stupita «Davvero? E che cos’è?»
Sospirando, si alza «Prendi il cappotto e seguimi fuori, ma ti avviso è…è una sciocchezza»
Curiosa come non mai, corro verso l’ingresso, indosso il mio cappotto super imbottito ed insieme, ignorati dagli altri componenti della combriccola ( troppo impegnati a scambiarsi i regali tra loro ) usciamo all’esterno della villa.
Mi stringo le braccia al petto, tremando come una foglia «Allora?Cosa dovevi farmi vedere?» gli chiedo, mentre dalla mia bocca fuoriescono delle nuvolette di fumo, causate dal freddo gelido.
Hayama infila le mani nelle tasche dei pantaloni, dondolandosi sui talloni «Ad essere sincero ho cambiato idea, forse è meglio che non te lo faccia vedere»
«Dai, adesso sono curiosa» lo supplico, sfoderando gli occhioni da cerbiatta che, in genere, riescono sempre a convincerlo.
Si morde un labbro, indeciso e poi sospira, indicandomi con un cenno del capo qualcosa alla mia sinistra.
Mi volto all’istante e appena noto un minuscolo pupazzo di neve, decorato con foglie, rametti e sassolini, rischio di impazzire dalla gioia.
Inizio a saltellare e a battere le mani, intanto che lui mi guarda scettico, come se non ci credesse che mi piacca per davvero.
«E’ bellissimo» gli salto praticamente addosso, rischiando di far cadere entrambi «Grazie, grazie, grazie» ripeto a mitraglietta, posandogli ad ogni “grazie”, un bacio sulle labbra.
«Sicura che ti piaccia?»
Annuisco, sorridendogli e distanziandomi da lui, afferro il cellulare dalla tasca interna del cappotto, iniziando a fotografare da ogni angolazione possibile il pupazzetto di neve.
«Ma che stai facendo?»
«Scatto delle fotografie!»
«Questo lo vedo… ma non capisco perché tu lo stia facendo»
 «Prima o poi si scioglierà e voglio avere un ricordo del tuo regalo» gli spiego, facendolo sorridere.
«Sei incredibile» mormora, prima di attirarmi a sé e baciarmi con così tanta foga da farmi dimenticare tutto il resto.
Con le labbra gonfie ed arrossate, ci stacchiamo solo quando siamo costretti a riprendere fiato «Adesso tocca a me darti il mio regalo» intreccio la mia mano nella sua e lo conduco all’interno della villa, ma prima di riuscire a salire la rampa di scale che ci separa dal piano superiore, veniamo fermati da Naozumi.
«Dove state andando?»
 «In camera, devo dare ad Akito il suo regalo»
Ci dedica un’occhiata tipica di chi la sa lunga «Ah… capisco. Beh, divertitevi allora» ghigna malizioso, muovendo eloquentemente le sopracciglia dall'alto verso il basso, facendomi assumere tutte le gradazioni di rosso.
«Stupido!» borbotto imbarazzata e senza aggiungere altro, trascino il mio ragazzo all’interno della camera, chiudendo la porta dietro di noi.
Apro il cassetto della scrivania e gli porgo una busta che solitamente si utilizza per le lettere «Ecco, tieni»
La apre e quando scopre cosa contiene, spalanca gli occhi dallo stupore «Ma sono i biglietti per l’incontro di karate di Toshio Yamada!» se li rigira tra le mani, incredulo «Come hai fatto ad averli? Sono settimane che cerco di acquistarli, ma risultavano tutti esauriti»
Faccio spallucce «Diciamo che ho le mie conoscenze»
Mi guarda e sembra… dispiaciuto?!
«Ti saranno costati un botto»
«Non preoccuparti, non è un problema» sventolo una mano davanti al viso, come a voler sminuire la cosa «L’importante è che ti piaccia, il resto non conta»
Sbuffa, passandosi nervosamente una mano tra i capelli «E io ti ho fatto solo un insulso pupazzo di neve»
Scuoto il capo, alzando gli occhi al cielo «Te lo ripeto per l’ultima volta, smettila di farti inutili paranoie» gli circondo il collo con le braccia «Piuttosto, perché adessl non posi quei biglietti e ti dedichi alla tua dolce fidanzata?»
Solleva un sopracciglio, divertito «Dolce?Da quanto in qua tu saresti dolce?»
Metto su il broncio e lui ride, appoggiando il mio regalo sul comodino e poi, afferrandomi per la vita, mi sussurra un flebile ed imbarazzato «Grazie»
Non ho nemmeno il tempo di rispondergli, che si fionda sulle mie labbra, baciandomi dapprima con dolcezza e poi sempre con maggiore urgenza.
Completamente stordita da quel contatto, mi ritrovo a chiedermi come sia possibile che dopo tutte le numerose volte in cui le nostre labbra di siano unite, riesca ancora a farmi provare le stesse emozioni del nostro primo bacio.
E seguono una serie di morsi, baci, carezze, gemiti, che mi stanno facendo perdere completamente il lume della ragione
Senza alcuna fretta, mi fa stendere sull"enorme letto matrimoniale, posizionandosi sopra di me e quando sento le sue mani accarezzarmi il ventre, lasciando come scie infuocate sulla mia pelle, con un gesto che mi risulta spontaneo, intreccio le gambe intorno alla sua vita, aggrappandomi completamente a lui.
Con il fiato corto, si stacca dalla mia bocca, porgendomi una mano per farmi alzare e senza staccare gli occhi dai miei, come a volersi assicurare che la cosa mi vada bene, abbassa la cerniera del mio abito, sfilandomelo lentamente via.
Non è la prima volta che mi vede con solo della biancheria intima indosso, anzi, eppure dal calore che avverto sulle mie povere guance, sono estremamente convinta di essere così rossa in volto da far invidia ad un cartello stradale.
Akito mi fa stendere nuovamente e mentre fa scendere il suo sguardo lungo il mio corpo, apre e richiude la bocca almeno una decina di volte «Niente… niente completini con su stampati i peluche?»
«Non stavolta» gli sorrido, imbarazzata«Ti… ti piace?»
«Altrochè se mi piace, sei…sei… » ispira ed espira profondamente «Sei fantastica» mi posa un bacio nell’incavo del collo, facendomi rabbrividire «Ma scommetto che lo sarai ancora di più senza questi inutili strati a coprirti» sollevo leggermente il busto quando sento le sue mani dietro la mia schiena, avvicinarsi ai gancetti del reggiseno.
Riesce a sganciarli senza la minima difficoltà e quando, dopo essersi liberato della sua maglia, si abbassa per baciare il mio seno, inizio a gemere senza ritegno, accarezzandogli la schiena.
E l’unica cosa a cui riesco a pensare in questo preciso istante è alla voglia che ho di unirmi a lui.
Sento le sua mani passare sul seno, sui fianchi, sul ventre, per poi soffermarsi sul bordo degli slip, dove ne traccia il contorno con le dita.
Alza lo sguardo per incontrare il mio, come a volermi tacitamente chiedere il permesso e quando lo riceve con un impacciato cenno d’assenso da parte mia, mi libera da quell’ultimo strato di tessuto e nel momento esatto in cui sento la sua mano lì, al centro della mia femminilità, sono tentata di nascondere la faccia sotto al cuscino dall’imbarazzo.
«Rilassati» mi sussurra con voce roca ed io annuisco deglutendo.
Torna a baciarmi, senza smettere di stuzzicarmi e ad un tratto, avverto una sensazione che non avevo mai provato prima d’ora.
Mi sento accaldata, il cuore inizia a battermi all’impazzata nel petto ed un brivido di piacere parte dal punto in cui Akito mi sta toccando, per poi coinvolgere tutto il corpo, portandomi ad inarcare la schiena ed ansimare sulle sue labbra.
Visibilmente soddisfatto dall’avermi mandata in completa estasi, si solleva quel poco che basta per potersi liberare dagli ultimi indumenti e posizionandosi tra le mie gambe, con voce carica di desiderio, mi chiede «Sana, sei sicura? Guarda che se non sei ancora pronta va bene… impazzisco, ma a bene»
Sorridendogli, afferro il suo volto tra le mani per baciarlo ed avvolgo nuovamente le gambe intorno alla sua vita, gemendo entrambi quando le nostre intimità entrano a contatto.
Lentamente e con una dolcezza che non credevo nemmeno gli appartenesse, come se potessi rompermi da un momento all'altro, entra in me, provocandomi un lieve dolore.
«E’ tutto apposto?»
Annuisco, respirando profondamente «Va tutto bene, non fermarti»
Ci metto un po’ per abituarmi a lui, ma quando succede, il dolore lascia spazio ad un piacere travolgente.
Lo sento muoversi ed io mi muovo con lui, guardandolo negli occhi, mentre i nostri corpi diventano una sola cosa.
E mentre le sensazioni mi travolgono, mi rendo conto che tutto ciò che provo è amore.
Puro e semplice amore.
   
 
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