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Autore: Lilith_Baudelaire_LuPa    07/02/2017    0 recensioni
Non è sufficiente avere le proprie mani pure, bisogna avere lo spirito puro...
Storia partecipante al contest “Divinità dell’Olimpo” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Le tenebre della notte mi nascondono complici, mentre con l’anima assetata di sangue inseguo l’oggetto della mia bramosia. Quando il disgraziato che sto cacciando saluta i suoi amici e si incammina da solo per una stretta via, ignaro di star per espiare le proprie colpe, allungo il passo e stringo forte il pugnale nella mano destra. Ha il manico d’argento intagliato con il disegno di un cervo, me lo ha regalato mia sorella per il mio compleanno. Il sangue del mio sangue che ha macchiato le mani di questo bastardo. Ma quelle mani se le è lavate, e nessuno ha fatto giustizia. Ma non è sufficiente avere le proprie mani pure, bisogna avere lo spirito puro. Ed io sto per aiutarlo a liberarsi delle sue colpe. Lo afferro per una spalla sbattendolo violentemente contro il muro, beandomi della sua espressione scioccata. Percepisco la confusione dentro di lui mentre nei suo occhi la sorpresa lascia il posto alla consapevolezza e poi, con mio sommo piacere, al terrore. Prima che riesca ad emettere un suono gli conficco il coltello nella gola morbida, così arrendevole da sembrare fatta di burro. Il sangue che ne sgorga copioso sancisce la mia vendetta e macchia il mio viso di rosso caldo e brillante; con questa maschera io non sono più io: sono uno spirito cacciatore di anime e mi nutro delle colpe che escono dal suo corpo, assaporando sulla lingua il suo dolore e annientando la sua identità. Ma ancora non basta e con la mente libera e lucida affondo il coltello nel suo petto, gli buco il cuore e lascio che il caos di cui è saturo abbandoni il suo involucro. Non ero solo a caccia della sua vita, ma del suo intero essere, volevo privarlo delle sue emozioni e rubargli l’anima come lui ha fatto con mia sorella. Giustizia è stata fatta, e il suo spirito può volare via, libero dal ricordo della violenza. E così anche io, dopo aver dato sfogo al mio bisogno di morte, seppur coperta di sangue, sono libera di tornare di nuovo alla tranquillità. Rivolgo il mio sguardo speranzoso alla luna, che sembra rispondere promettendomi la quiete. Finalmente.
   
 
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