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Autore: Hope997    07/02/2017    3 recensioni
Jessica ha sempre vissuto con la madre; I suoi genitori si separarono quando lei era davvero piccola, e la figura paterna l'aveva vissuta ben poco. Tutto cambia quando il padre le chiede di trascorrere le vacanze estive da lui, per provare a recuperare un po' del tempo perso.
Ha rotto da poco con il ragazzo che credeva fosse l'uomo della sua vita, ed ha deciso di chiudere definitivamente con il genere maschile. Questa però era solo una sua convinzione, e ben presto si renderà conto che non era ciò che realmente voleva.
La sua vita è una continua lotta tra il desiderio del ritorno al passato e la curiosità di un presente che sembra promettere meglio.
Questo è il racconto della sua vita, ed è la dimostrazione del fatto che, nonostante tutto, tutti siamo destinati a qualcuno, e che il treno della vita passa un' unica volta anche se in ritardo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero seduta su quel treno da un paio di ore.
La musica mi accompagnava in quel viaggio. La mia mente viaggiava a velocità incostante.. mancavano esattamente venti minuti e il mio fondoschiena avrebbe ripreso a muoversi. Fissavo una dolce coppietta. Due anziani. Si tenevano per mano. Entrambi sulla settantina. Una coppia che di sicuro ai loro tempi sarebbero stati bellissimi.
In quell'istante pensai a mio padre. Chissà come mi sarebbe risultato da vicino, come sarebbe stato riabbracciarlo.
Posai le cuffiette per dirigermi in bagno quando ad un tratto il treno frenò bruscamente ed io spintonai qualcuno.
-"Ma che diamine...faccia attenzione." I suoi occhi si posarono su di me. Mi scrutavano. Rimanemmo li a fissarci per qualche secondo e poi pensai che se quel tizio mi fissava in quel modo avrei avuto sicuramente qualcosa in viso.Mascara sbavato? Capelli fuori posto?O semplicemente un pervertito che mi trovava carina.
-" La smetta di osservarmi. Potrebbe essere mio padre." Le parole uscirono furtive dalla mia bocca. Portai una mano alle labbra e quell'uomo accennò un sorriso facendomi spazio per passare.
-" Se suo padre è cosi giovane.. e affascinante, è di sicuro fortunata." Una voce femminile si fece spazio tra noi e si sistemò accanto a quell'uomo trattenendolo per un braccio. I miei occhi rotearono. Rivolsi uno sguardo al tizio e  scappai a risedermi. Senza concludere il motivo per cui mi ero alzata. Mi sentivo osservata...e avrei giocato tutto quello che era in mio potere..che il suo sguardo era posato ancora su di me.


Los Angeles. La città degli angeli. Da piccola ero solita chiamarla la città della felicità. Mi piaceva esplorarla da cima a fondo. Ogni strada, ogni museo, ogni spiaggia..tutto. I miei erano separati da quando avevo 8 anni..e li non venivo da quasi 10. La scuola l'avevo finita con il massimo dei voti e quell'estate mio padre mi offri un soggiorno da lui. Erano anni che non ci vedevamo ma ogni sera non mancava la sua buonanotte. Certo lo avrei potuto sorprendere, piombando li, ma di certo fino a 16 anni mia madre non me lo avrebbe mai permesso. Ed eccomi..la piccola Jessy era ritornata. Cercai di scovare mio padre tra i tantissimi volti..e con mio grande rammarico,mi accorsi che un uomo teneva all'altezza del petto un cartellone con scritto: Jessica Fox. Agitai la mano e subito venni soccorsa per la valigia enorme che mi trainavo dietro.
-"Miss Fox..salve sono l'autista di suo padre...Gordon Ray..com'è andato il viaggio? " leggevo nei suoi occhi un grande interesse. Mi limitai ad un accenno di capo e lui capi che non avrei avuta voglia di parlare. Mi sentivo ancora osservata e quando i miei occhi si posarono sugli occhi verdi che zampillavano di eccitazione, capii a chi appartenessero.
-" Penso che lei abbia perso questo". Mi porse il mio cellulare e glielo strappai da mano con tanta foga e senza neanche ringraziarlo, avanzai fino alle porte scorrevoli.. con l'autista alle mie spalle.
La macchina era spaziosa. Tra me e Ray vi era un grande vetro oscurato. L'ebrezza entrava in auto con fare minaccioso, le persone si affrettavano tra le stradine. Uno squillo mi risvegliò da quei pensieri. Lui.
-" Pronto...Cam lasciami in pace ora." Riattaccai il telefono. Cameron, il mio ex fidanzato. Avevamo trascorso gli ultimi tre anni insieme e davvero lo avrei sposato. Una lacrima iniziò a rigarmi il viso. Stupida Jessy. Ray mi osservava dallo specchietto e non potetti far altro che sorridergli. Era un uomo che sapeva il fatto suo. Alto..muscoloso..quei capelli tirati indietro da non so quanto gel e la mascella squadrata. Un perfetto quarantenne.

Notai un grosso viale davanti a noi..enormi ville ma una piu di tutte mi colpì. Aveva una grande quercia ai piedi..la riconobbi. Quella era casa mia. La mia dolce casa a due piani; non feci in tempo a meravigliarmi, che un uomo si presentò sulla soglia. Urlai a Ray di fermarsi. Eccolo. Il mio eroe. Inizia a correre..a piangere...sentivo le lacrime impossessarsi della mia forza.
-" papà. " e con una spinta decisa lo scaraventai a terra, abbracciandolo forte.
-" la mia piccola principessa..quanto sei cresciuta." Mi strinse ancor di piu e da quelle braccia non sarei mai voluta andar via. Lo osservai, nulla era cambiato tranne qualche segno di età avanzata agli angoli degli occhi azzurri..azzurri proprio come i miei.


















Buonasera Gente*-* ho provato già una volta a pubblicare una storia ma ho subito abbandonato ahahahah spero vivamente che questo primo capitolo possa piacervi <3 mi auguro di esserne all'altezza.. Vi ringrazio in anticipo e per favore fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Baci u.u 
p.s: Scusate per i possibili errori. :( 
   
 
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