Storie originali > Epico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mizu Ryu    07/02/2017    1 recensioni
Dopo l'uccisione del bel Adone Ares si pente, ma la discordia si mette tra lui e l'amata...
Se volete potete leggere il prequel e la storia a cui ho preso ispirazione http://olimpocronacheeracconti.blogspot.it/2016/02/gelosia-afrodite-adone-e-ares.html?m=1
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una normale giornata sanguinaria per il possente Dio della guerra Ares.
Egli, si trovava su un masso a levigare la sua spada con una pietra, i suoi muscoli erano in tensione per la guerra appena combattuta ed il suo manto era macchiato del sangue dei nemici, quando, arrivò sua sorella, la Dea della discordia, Eris.
«Ecco dov'eri!» disse la Dea con finto stupore facendo ondeggiare le sue ciocche color corvino.
«Quanta falsità nelle tue parole sorella.» disse il Dio non guardandola.
«Oh Dio Ares perché questa freddezza?! Per caso ti ho recato qualche torto a mio favore?»
«Lo sai che a me la guerra diverte, -rispose il Dio alzando lo sguardo- ma erano due popoli alleati, messi in pace dalla mia adorata Aphrodite.»
«Quanto sei melodrammatico spietato Dio! Una volta mi adoravi...» disse la Dea, venendo bloccata dal fratello e scoppiando poi in una fragorosa risata.
«Gli errori del passato non verranno aggiustati, ma ora cerco di redimermi.» disse lui mollando la presa e rattristendosi.
Eris corse verso il fratello e prese a baciarlo con fare appassionato.
Ares si lasciò inizialmente trasportare dalla passione del bacio, ma dopo poco si staccò pensando all'amata Dea dell'amore e della lussuria.
«Non posso fare questo a colei che amo.»
«Ma, Ares, hai ucciso un suo amante... per caso hai dimenticato Adone?» domandò la Dea della discordia con perfidia.
«Fui accecato dai tuoi malefici!» si giustificò.
«Oppure il tuo vero essere è uscito con quelle scene?» ribatté lei. 
Il Dio si girò distogliendo lo sguardo, si rattristì, forse la sorella aveva ragione? Forse l’odio e rabbia erano realmente parte del suo essere? Si domandò cercando di ritornare in sé.
«Adesso va e non ti far vedere fino all'alba.» disse alla sorella che in un attimo si mutò in un corvo volando via.
 
 
 
La Dea dell'amore era distesa su un macigno isolato sul mare, era così bella che sembrava una sirena, quando ad un tratto, dall'acqua salata risalì la Dea Amphitrite con i suoi bei capelli neri accerchiati da un filo di madreperla e con la sua armatura di un verde simile alle foglie di fico bagnati dalla rugiada del mattino.
«Oh divina Dea Aphrodite, il mio adorato sposo, il Dio Poseidon, ti reclama a prendere il tuo posto nel trono dei Dodekatheon.»
«Mia adorata Amphitrite non ho voglia di salire nel monte degli Dei.» rispose Aphrodite mentre decorava i suoi lunghi capelli ramati con le più belle perle.
 
«Se non sali, divina Dea, il re dei re si arrabbierà e penso che ricordi com'è andata l'ultima volta.» rispose la moglie del Dio dei mari facendo riferimento al matrimonio di Aphrodite con il Dio Hephaestus.
«Ho capito vado, ma non ho intenzione di essere buona.» disse con tono minaccioso e si trasformò in un bel cigno bianco iniziando a salire tra le nuvole che celavano il Monte Olimpo.
 
 
 
La Dea entrò nelle sue lussuosissime stanze del tempio e si iniziò a spogliare davanti allo specchio rifinito in oro bianco.
«Che scena meravigliosa vedo.» disse una voce alle spalle; la Dea si coprì col primo velo di tulle che trovò e si girò per vedere chi era colui che violava la propria privacy.
«Ares! -esclamò la Dea stupita- Che ci fai nella mia casa? Esci! Sono arrabbiata con te.» gli ordinò la Dea rigirandosi.
Il Dio sorrise e, seppur contro il volere dell’amata, entrò lo stesso dentro sedendosi su uno di quei divanetti di raso rosso.
«Dai in realtà non sei realmente arrabbiata con me…»
«Si che lo sono, -si girò la Dea furibonda- hai ucciso l’uomo che amavo senza pensarci due volte!»
«Amore? -disse il Dio ridendo ed alzandosi all’in piedi-  Tu dici di aver amato quel mortale dopo che ti ho avuta quella stessa notte… tu dici di amare ancora una persona dopo esser giaciuta con un altro urlando e gemendo di piacere… or dunque dimmi Dea dell'amore, per te questo è amore?» domandò il Dio avvicinandosi sempre di più ad ella.
La Dea rimase allibita delle parole dell’amato, non potevano essere le parole del suo Ares, lo stesso Dio che amava. Ma guardando quegli occhi neri come il piumaggio di un corvo non poteva che essere lui poiché quello splendore non poteva essere eguagliato da nessuna magia o trasformazione.
«Non mi rispondi?» domandò il Dio.
Un’altra domanda… la Dea non sapeva che rispondere presa del tutto alla sprovvista e così decise di stringere le proprie spalle chiudendosi in sé.
«Questo tuo silenzio lo prendo come una risposta.» disse il Dio girandosi. Così fatto si trasformò in un corvo e volò via verso il suo tempio.
 
 
 
Appena mise le zampe a terra si trasformò di nuovo nel bellissimo Dio che era prima.
Entrò nella sua abitazione oltrepassando quella sua scintillante armatura dorata che usava soltanto per le riunioni come, ad esempio, quella della sera stessa.
«Che bel Dio ho dinanzi a me» disse una voce familiare al Dio.
«Eris sei tu. – disse il Dio con poco stupore – Che ci fai qua?»
«Ho assistito alla tua sfuriata contro la bella Dea dell’amore.» disse ella appoggiandosi sulla poltrona fatta di spade e frecce.
«E vuoi che ti faccia l’applauso?» domandò ironico il Dio levandosi la bronzea armatura.
«Non mi dire che sei ancora arrabbiato con me per il passatempo che ti ho dato oggi.» azzardò la Dea guardando quelle massicce spalle del muscoloso Dio della guerra.
«Può essere…» rispose vago il Dio levandosi la cintola e rimanendo totalmente nudo davanti alla sorella mentre, egli, cercava di levare le macchie di sangue e terra sulla sua pelle.
La Dea ammaliata da quella vista si alzò e si avvicinò al Dio.
«Perché, se così fosse, farei di tutto per farmi perdonare.» disse la Dea, levando la spugna dalle mani del Dio.
Egli si girò facendo vedere anche l’altro lato del suo corpo, vedendo quello spettacolo la Dea non poté trattenere un sorriso e lo iniziò a lavare.
Prima le possenti spalle, poi gli addominali perfetti, arrivando all'inguine ed al grosso membro del Dio.
La Dea della discordia non poté fare a meno di leccarsi le labbra pensando all’ultima volta che era dentro di sé.
Lo prese in mano e, quasi subito, a quel tocco il membro si irrigidì.
Il Dio a quella bella sensazione portò la testa indietro iniziando a godere; la Dea a quel bel suono iniziò a stringerlo nella sua mano facendone raddoppiare le dimensioni.
«Ares lo voglio dentro.» disse esplicitamente la Dea lasciando la presa.
Il Dio la guardò quasi con ira per quello che la Dea aveva osato fare.
La prese sulle spalle e la portò sul suo giaciglio buttandola lì sopra.
Si mise su di lei iniziando dapprima a baciarle il collo per poi denudarla ed iniziare a succhiarle il seno.
Il tocco delle labbra di lui sui suoi seni la fece gemere iniziando a farla bagnare.
Al suono dei gemiti della Dea, il Dio iniziò a penetrarla con le proprie grosse dita provocandole urla di goduria.
A quelle urla di piacere Ares iniziò a muovere le dita velocemente fino a farla venire per poi uscire le dita sorridendo.
Si mise definitivamente sulla Dea e la penetrò facendola urlare per l’ennesima volta di piacere. Egli iniziò a muoversi e gemere anche lui.
I due goderono arrivando all’apice del piacere. Ella venne diverse volte, ma soprattutto quando lui era su di lei anziché il contrario. Egli diede un’ultima spinta riempiendola con un urlo di piacere.
Il Dio uscì dalla sorella con il fiato pesante. Erano ambedue esausti e sudati dall’atto di passione appena avvenuto.
«Tra poco avrai la tua riunione con gli altri Dei.» disse la Dea ancora col fiatone.
«A te che interessa? Tanto non sei stata invitata.» rispose arrogante il Dio con ancora il membro eretto.
«Non ti preoccupare per me… perché tanto  la discordia avverrà a causa della più bella.» disse la Dea ridendo.
Il Dio si alzò sbuffando e lasciandola farneticare in vano come era al suo solito fare…
Ma egli non sapeva… non sapeva che da lì a poco  sarebbe avvenuta una guerra causata dalla donna più bella del mondo conosciuto.
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE
Ciao raga! Eccomi qua, con una nuova storia! Inizio di dirvi che non era una delle due storie che vi avevo anticipato xD si può considerare un atto di pazzia.
L’ho scritta ora in poche ore, si può leggere sia così che leggendo la storia da cui è il seguito e che ho preso ispirazione:
http://olimpocronacheeracconti.blogspot.it/2016/02/gelosia-afrodite-adone-e-ares.html?m=1
Spero che anche questa storia vi piaccia com’è piaciuta a me ^^
 
Comunque ho pensato a scrivere questa storia perché mi piace molto la mitologia greca e ripensando che tempo fa ho letto questa storia ho voluto fare un seguito (ricollegandomi alla guerra di Troia… “alla più bella”… “guerra”… spero che ci siate arrivati)
Vi saluto e spero di trovare anche dei commenti ;-)
XOXOXO MIZU RYU
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: Mizu Ryu