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Autore: James Potter II    07/02/2017    0 recensioni
Migliaia di anni fa, una guerra mortale si è combattuta. Gli eserciti angelici, guidati dal coraggioso Arcangelo Michele, hanno sbaragliato le forze di Lucifero, rispedendoli nell'inferno.
Oramai regna la pace, ma nel cielo, ogni angelo viene addestrato al combattimento, in attesa di una nuova minaccia.
Sulla terra, la maggior parte della gente non crede nelle creature celesti, e anche chi le venera, non immagina la loro vera natura.
Eppure, non lontano dalla terra, splende la città di Cerea, capitale dell'Impero dei Cieli.
Cerea ospita anche il rifugio, della più grande risorsa degli Angeli.
L'Accademia Angelica accoglie ogni essere disposto a mettere i propri poteri al servizio della luce: licantropi, vampiri, mezzi-angeli e tante altre creature, che vogliono servire il cielo.
Eppure nessuno di loro ha idea che presto, sarà costretto a scegliere tra la luce e l'oscurità, poiché un antico nemico sarà liberato dalla sua prigione, e per la prima volta nella storia della terra e dei cieli, mortali e immortali dovranno unirsi, se non vogliono cadere vittima del Sovrano Nero...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alaral si alzò dal suo letto. 
Togliendosi le coperte sentì un'improvvisa ondata di freddo.
Dormiva solo con i pantaloni blu del pigiama, rimanendo a torso nudo.
Scese dal letto con un balzò. Si era dimenticato di dormire su quello superiore.
-Cazzo!- si lamentò a bassa voce.
Era scalzo, con le piante che gli facevano male per l'atterraggio.
-Davvero? Non ha mai dormito su un letto a castello?- sussurrò Ewe ancora a occhi chiusi.
Dormiva senza le coperte, quindi l'ibrido vide che la kitsune dormiva solo con un paio di boxer.
Il corpo era magro ma atletico, molto pallido e ricoperti di lentiggini. Ne aveva sul petto, sulle braccia e sulle gambe, oltre che sul viso.
Teneva le braccia dietro la nuca, rivelando una peluria rossa. Una gamba penzolava dal letto, poggiando il piede nudo a terra, mentre l'altra gamba era piegata sul materasso e coperta dal lenzuolo.
-Mi sono distratto, tutto qui. Forza alzati, tra un po' comincia la lezione di scherma-
Ewe si strofinò gli occhi, tirò un lungo sbadiglio e alzò il busto.
-Le volpi non erano notturne?- scherzò Alaral ridendo.
-Anche i ninja se è per questo. Io sono l'eccezione che conferma la regola- rispose il rosso. Si buttò giù dal letto e si diresse verso l'armadio. Lo aprì e tirò fuori il suo completo da ninja.
Alaral si avvicinò e prese a rovistare nell'armadio.
-Cosa dovrei mettere? Andrà bene l'armatura di ieri?-
-Ti preoccupi di come vestirti per combattere?-
-Che ne so. Sono passato da jeans impolverati e magliette strappate a pantaloni di pelle e armatura. Mi trovo un po' spaesato-
-Posso chiederti perché vivevi a New York? Insomma, so che molti licantropi vivono nella foresta, in branchi nomadi o stanziati nelle caverne-
-Mia madre é stata cacciata dal branco dei Cavalcatori Di Luna per essersi accoppiata con mio padre. Chissà come se la passerà lui. Cosa diranno i suoi compagni angeli?-
-Gli angeli sono decisamente più aperti. Il razzismo che troverai tra i mezzi-angeli è dovuto alla parte umana-
Alaral aveva indossato i vestiti del giorno precedente.
-E i tuoi come sono? Non mi hai parlato veramente di loro-
-Mio padre non può essere facilmente descritto. Come la chiameresti tu una persona così tradizionalista da sfociare nel ridicolo, così severa da essere cinica, così fanatica da credersi padrona di tutto e per giunta che occupa una posizione tanto importante?-
-Mi vengono in mente alcuni politici...- disse Alaral -hai detto che tuo padre è shōgun giusto?-
-Sì. Quanto ne sai sulle kitsune?-
-Meno di quanto ne sappia sugli angeli-
-Immaginavo. Ogni continente ha delle kitsune, tranne l'Antartide. Quindi ci sono cinque shōgun nel mondo, ossia cinque capi, cinque "re". Ok? Ognuno in un continente. Mio padre è shōgun dell'Asia-
-Ma gli shōgun non erano tipo i dittatori militari e casta dominante del Giappone feudale?-
-Allora qualcosa sai. Effettivamente sì, ma questo perché un tempo a governare il Giappone eravamo noi kitsune. La famiglia dei Tokugawa, importante famiglia di shōgun, è diretta discendente dei Takehiro, la mia famiglia-
-E tua...-
-Non voglio parlare di mia madre- si affrettò Ewe.
L'ibrido annuì e si diresse verso la porta, seguito dalla kitsune. 


****

-Com'è Uriel?- chiese Alaral mentre attraversavano la sala grande.
-Lo conosci?-
-Ha placato una mia divergenza con Ophren-
-Ti ha salvato da lui e i suoi amici?-
Alaral sorrise beffardo.
-Ha salvato quelli da me-
-Alaral, ascolta. Qui non siamo sulla terra. A New York nessuno ti avrebbe potuto toccare. Hai in te la forza di un angelo e un lupo mannaro. Ma Ophren è uno dei quattro migliori guerrieri, e non era da solo. Non avresti...-
-Con me c'era Kiana- lo interrupe l'ibrido.
Ewe strabuzzò gli occhi.
-Se Kiana si è offerta di combattere al tuo fianco vuol dire che le piaci. E a lei non piace nessuno-
-Ovvio, io piaccio alle ragazze-
Ewe rise.
-Forse, ma a lei questo non dirlo. Potrebbe colpirti-
-Ci ha già provato-
-E sei ancora vivo? Ti faccio i miei complimenti-
Alaral si accorse che Ewe l'aveva portato davanti un edificio in stile romano. Sembrava un anfiteatro ed era di marmo.
C'era un enorme ingresso senza porta, con due stendardi azzurri con un cigno stilizzato bianco.
Era il simbolo dell'accademia, Alaral lo aveva già visto.
Ewe entrò, seguito dal ragazzo.
Gli spalti erano altissimi, sarebbe stato molto difficile vedere qualcosa dalla fila più in alto.
Il centro era occupato da un cerchio ricoperto di sabbia.
C'erano vari manichini di paglia, oltre che sagome di legno per il tiro con l'arco.
C'erano già alcuni ragazzi, e Alaral notò un gruppo di facce conosciute. Ophren e i suoi amici.
-Come funziona la lezione di lotta?- chiese l'ibrido.
-È probabile che Uriel ti spighi le basi, poi ci faranno combattere fra noi- spiegò la kitsune.
-Voglio combattere con Ophrel- disse il biondo.
-Alaral, ne abbiamo parlato, non hai mai combattuto in vita tua, e Ophren...-
-È uno dei quattro migliori guerrieri, lo so- lo interruppe -Piuttosto, ora che mi ci fai pensare, chi sono? Ophren, poi?-
-Kiana, un vampiro di nome Balaur Ogonov e un figlio di Gabriele, Stargo Acrux-
-Kiana è una dei quattro migliori guerrieri?-
-Già, in realtà è la combattente migliore dell'accademia-
-Cos...-
Il ragazzo fu interrotto da una voce alle sue spalle.
-Ancora non hai lasciato questo posto demone?- fece. Era Ophren.
-Ophren, vattene- disse Ewe. Alaral non si girò.
-Ma no, resta, abbiamo tempo prima che arrivi Uriel- gli disse.
-Dì un po', vuoi fare a botte?- urlò il mezzo-angelo, il che attirò l'attenzione di molti studenti.
Fu allora che l'ibrido si girò.
-Non aspetto altro. Abbiamo un conto in sospeso-
Il mezzo-angelo era circondato dai suoi amici.
Avevano tutti una spada al fianco.
-Come pensi di batterci, siamo in vantaggio-
-Datemi una spada e vediamo come cadete al suolo-
Ophren sfoderò la spada. La lama aveva una forma strana. A foglia, ma con dei buchi lungo la superficie. Un rubino scintillava sul manico dorato.
-Allora facciamo un duello demone. Trovati una spada e combatti-
-Alaral, non... meglio se vai- fece Ewe
-Dammi la tua katana, non posso duellare senza una spada-
-È un ninjato. Ma non... Alaral, davvero ora andiamocene-
Per tutta risposta il ragazzo prese l'arma dal fodero della kitsune.
Era molto leggera. Sembrava fatta di legno.
La puntò verso Ophren.
-Alaral, non sai come usarla, non conosci il ninjutsu-
Ophren menò un montante con la spada. Era talmente veloce che Alaral fece appena in tempo a rotolare a terra per evitarlo.
-Ophren, ti prego, lui non ha mai combattuto!- supplicò Ewe.
-Volpacchiotto, è questo demone che è così pazzo da combattere con me. Gli basterà arrender...- 
Fu interrotto da Alaral che, ancora a terra, lo aveva colpito alla guancia con la spada della kitsune. Gli lasciò una ferita, da cui uscì una goccia di sangue.
-Bastardo, maledetto sporco demone- fece premendogli un piede sul petto. Era davvero forte. L'ibrido non riusciva a muoversi -schifosa insulsa creatura di Lucifero-
Alaral strinse con la mano la caviglia di Ophren.
Provò a liberarsi, ma era davvero troppo forte.
In quel momento reagì d'istinto.
Fu un attimo. Appena un leggero movimento, e il mezzo-angelo era a terra. Vicino a lui, dove prima c'era Alaral, ora si ergeva maestoso un lupo dal manto dorato.
-Ripetilo!- tuonò l'ibrido -forza! Ora si combatte a modo mio-
Scattò verso Ophren, che fece appena in tempo a rialzarsi. Menò un montante che colpì la spalla pelosa del lupo. Ne uscì molto sangue, ma Alaral lo ignorò.
Saltò addosso a Ophren, facendogli cadere l'arma e gettandolo a terra.
I suoi occhi impari erano a un palmo da quelli castani dell'altro.
Ringhiò, la saliva appiccicosa gocciolo sul naso del mezzo-angelo.
-Aiutatemi idioti!- urlò.
I suoi amici stavano per gettarsi su Alaral, ma Ewe fu più rapido.
Aveva recuperato il suo ninjato. Scattò verso i ragazzi. Non mosse neanche l'arma, che quelli si ritrovarono disarmati.
-Stanno combattendo Alaral e Ophren, non potete intervenire-
-Ora basta!- urlò una voce. 
Una massa di folti capelli scuri spuntò dall'entrata principale. Era Kiana, nella sua solita armatura azzurra, con una lancia argentata nella destra.
Vicino a lei c'era Reiko, vestita di rosso come al solito, con la katana alla cintura e i capelli legati in una coda alta.
-Kiana- intervenne Ewe - aspetta, Ophren è arrivato...- 
La ragazza spostò il rosso con il braccio, dirigendosi verso Alaral, che ancora in forma di lupo constringeva il mezzo-angelo a terra.
-Alaral, fammi un favore, togliti da...-
-Prima questo verme deve chiedermi scusa- la interruppe il lupo.
Tutti trattennero il fiato. Nessuno si era mai permesso di interrompere Kiana.
Quella lo tirò per la coda.
Oh, quanto odiava Alaral essere tirato per la coda.
Si gettò istintivamente verso la mora.
Quella non si scompose. Lo colpì al collo con l'asta della lancia, facendolo atterrare alcuni metri più in la.
-Sei matta?- intervenne Reiko.
Corse verso Alaral, che si era ritrasformato.
-Stai bene?- chiese.
-Io sì, Ophren non lo so- fece. Provò ad alzarsi, ma la fanciulla lo fermò con la mano.
-Stai fermo. Non avresti dovuto attaccare Kiana. Odia essere sfidata-
-Anche io- disse. Si alzò a fatica. Il collo gli faceva male, ma la spalla ancora di più. Una grande ferita sulla spalla gli aveva riempito l'armatura di sangue.
Quando era trasformato niente di ciò che aveva addosso in forma umana aveva effetto.
L'armatura era intatta.
Arrivò Ewe di corsa.
-Aiutami a togliergli lo spallaccio, se preme contro la ferita...-
-Reiko- intervenne l'ibrido -guarda-
Slaccio lo spalaccio, mostrando la spalla. Dove prima scorreva il sangue c'era una grande cicatrice.
-Rigenerazione?- fece Ewe.
Alaral annuì, si riallacciò lo spallaccio e si massaggiò il collo.
-Stai bene?- chiese Kiana. Era arrivata vicino al ragazzo. Ophren aveva un occhio nero, evidentemente la ragazza non aveva preso bene la rissa.
-Ci vuole ben altro che una lancia per abbattermi-
-Parlavo della ferita che ti ha lasciato Ophren, un ragazzo mi ha detto che ti ha aperto la spalla e tu l'hai ignorato-
-Già guarito- disse Ewe.
-Ha un fattore rigenerante davvero impressionante- notò Reiko
-Fattore rigenerante? Parli come i film degli x-men- disse Kiana.
-Un momento, mi state paragonando a Logan Howlet?-
-Eh?- fece Kiana.
-Wolverine-
A parlare era stata la calda voce gentile di Uriel.
-Divino Uriel- fece Reiko inchinandosi
-Padre- salutò Kiana chinando il capo
-Il fattore rigenerante di un lupo mannaro è impressionante. Puoi guarire velocemente da ferite, fratture, puoi sopravvivere persino se ti pugnalano il petto. Alaral, non riesco a immaginare che portento potresti diventare con un po' d'allenamento. Sei veloce, forte, ma combatti d'istinto. Ophren può sembrare più forte di te, ma le tue abilità innate lui non le ha mai avute. Lui però ha più esperienza, e questa è una cosa che devi acquisire-
-Era presente? Ma...- chiese Alaral.
-Ovvio che ero presente, volevo vedere come te la saresti cavata-
-Voglio imparare a combattere. Non voglio usare il richiamo come scappatoia- disse l'ibrido deciso.
-Il richiamo... da quanto non sentivo qualcuno chiamare "richiamo" la trasformazione-
-Mi scusi?-
-Alaral, nessuno usa più questo nome. Credi sia indelicato chiederti quale sia la tua religione?-
-Mia madre mi ha sempre insegnato che non importa chi ci sia oltre il cielo. Credo nel coraggio dei nostri antenati, nelle loro gesta. Quello che li ha resi immortali-
-Un tempo il culto degli antenati era la religione più diffusa tra i licantropi. Ora è quasi del tutto scomparsa-
-Il branco dove mia madre è nata, i Cavalcatori di Luna, non ha mai abbandonato questa religione. E ha senso no? Voglio dire, se anche ci fosse qualcuno lassù, perché adorarlo? Non fa niente per salvare il mondo che va in rovina, ammesso che possa. Invece chi è venuto prima di noi ha certamente compiuto incredibili gesta, e...-
-e il richiamo non è altro che richiamare a se quella forza e quel coraggio appartenuti ai tempi passati- concluse Uriel. Si fermò un'attimo a pensare -mi chiedo come si sia diffusa la voce che i licantropi siano creature del Male- poi si riprese -ok, forza- urlò -venite tutti qui intorno, la lezione può cominciare. Visto che Alaral è nuovo, gli spiegherò i principi base del combattimento, voi ascoltate, non vi farà male ripassare un po'.
Devi sapere che alla base di ogni tecnica di combattimento ci sono quattro principi base:
Primo, forza. La forza indiscutibile che prevale su quella del nemico. Non solo fisica.
Secondo, esperienza. Puoi essere più forte quanto vuoi, ma un nemico più esperto sarà sempre un passo avanti.
Terzo, abilità. Le abilità innate. L'abilità che ha un licantropo di trasformarsi, per esempio.
Quarto, coraggio. Non ha importanza che la tua forza o le tue abilità siano superiori o meno a quelle del nemico, tu combatti perché è la cosa giusta da fare, perché se non lo fai non lo farebbe nessun'altro, combatti fino all'ultimo anche se già dal principio hai la certezza di perdere.
Questi principi sono alla base di qualsiasi stile di combattimento si possa definire tale. 
Prima di imparare a combattere dovrai capire questo.
Prendi per esempio la tua divergenza con Ophren. Lui ha molta più esperienza, ha più "forza", nel senso che è più ferrato...-
-Ma Alaral è stato coraggioso perché lo ha sfidato anche se aveva i suoi amici come un codardo- lo interruppe Ewe.
Alaral sorrise. Avere degli amici voleva dire quello quindi? Quanto avrebbe voluto scoprirlo prima.
-Difatti Ophren ha combattuto con Alaral da solo. Non è stato un codardo, Takehiro, ma è vero che Alaral ha avuto coraggio. Un coraggio istintivo, primitivo. Un coraggio impulsivo, pericoloso per certi versi.
Ma il punto non è questo. Voglio dire che il combattente perfetto ha tutto questo.
Abilità innate potenti, grande esperienza, forza, fisica e mentale, e coraggio. Ma un coraggio responsabile.
Vedrò di spiegartelo meglio. Metti caso che c'è un incendio. Una donna rimane intrappolata tra le fiamme. Tu cosa fai, prendi e vai a salvarla subito, no?-
Alcuni annuirono, compreso Alaral.
-Eh no- fece Uriel -assolutamente no. Non puoi salvare nessuno se muori. Non puoi andare a salvare la donne senza protezione, senza esperienza. Devi prima di tutto essere tu al sicuro...-
-ma se nessun'altro potrebbe salvare la donna? Dovresti lasciarla morire?!- scattò l'ibrido.
-Alaral, devi fare in modo di essere in grado di salvarla. A cosa serve ottenere due morti?-
-È sempre una possibilità di vita in più per quella donna-
-Perché dargliene solo una quando puoi invece, per esempio, chiamare qualcuno che sia in grado di farlo. E...- Alaral stava per interromperlo di nuovo, ma Uriel non glie lo permise -e al massimo ti getti nelle fiamme solo se non esistono altre possibilità. Eventualità davvero molto difficile. Ora, qualcuno si offre di fare da tutor ad Alaral? Mentre noi combattiamo lui potrà cominciare dalle basi-
Alcuni alzarono la mano, tra cui anche Reiko e Ewe.
-Listair, non alzi la mano?- chiese Ophren con scherno.
-Ophren, quando vorrò sentire la tua voce ti pianterò un'ascia nel cranio per farti urlare!-
-Oh, sta calma, solo che sembravi avere un certo feeling con...-
-Ehi- interrupe Alaral -mi rivolgo a tutti quelli che hanno alzato la mano. Voglio diventare uno dei quattro migliori combattenti, se la trovate un impresa impossibile, fatemi un favore, abbassate la mano, perché non ho bisogno di un tutor che mi ostacoli-
-Alaral, manca una settimana- disse Uriel.
Molti abbassarono la mano, ora oltre a Ewe e Reiko erano rimasti solo tre ragazzi.
-Ma dove credi di andare tu?- rise Ophren.
-Io vado dove decido di andare. Ci riuscirò, e poi combatteremo un'altra volta, e ti batterò senza il richiamo, anzi, batterò te e tutti i tuoi amici senza trasformarmi, armato solo di un bastone!- detto questo si portò la mano ad artiglio sul braccio sinistro. Si graffiò e portò la mano insanguinata chiusa a pugno al cuore. Tutti rimasero senza fiato.
-Quell'orrore è il giuramento dei licantropi? E sia- disse Ophren. Prese la sua spada e se la passo nella mano. Poi si avvicinò all'ibrido, e sporcò di sangue il pugno che aveva sul cuore.
-Se non ci batti te ne andrai dall'accademia per sempre- sentenziò.
-Cosa, ma non puoi deciderlo a giuramento concluso!- scattò Ewe.
-È così che si fa. Devi avere il coraggio di accettare la sfida senza sapere le conseguenze- spiegò l'ibrido.
-Alaral, non vorrai davvero...- mormorò Reiko.
-Il giuramento è concluso, nessuno può infrangerlo ora- fece cupo Uriel.
-Lo chiederò di nuovo. Chi può insegnarmi a combattere? Chi può farmi diventare tanto bravo in una settimana?- urlò l'ibrido.
Una voce arrivò dal punto più improbabile dell'arena.
-Soltanto tu, la tua tenacia e la tua volontà può farlo- disse Kiana alzandosi -con il mio aiuto-
Alaral si girò verso Uriel.
-Sei tu a dover scegliere il tutor- disse.
-Quanto sangue mi farai sputare?- chiese il ragazzo a Kiana
-Dante Alighieri scrisse che coloro che in vita hanno desiderato il sangue altrui, all'inferno vi giacciono immersi, nel fiume Flegetonte. Non è niente in confronto a quello che proverai con me- disse la ragazza.
-Se è così allora, ok, da ora mi addestrerai- concluse Alaral.
   
 
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