Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Sisko31    07/02/2017    0 recensioni
Lia è una ragazza difficile. Da quando era bambina non ha fatto altro che passare da un affidamento all'altro. Ha un gran talento per finire sempre nei pasticci. Samantha e Vitto, i genitori affidatari, non ne possono più. Da domani frequenterà un istituto per ragazzi difficili. Lia rifiuta ma il suo migliore amico Carlos la convincerà a provare la nuova esperienza. Nell'istituto fa conoscenza con un certo Rossini, detto "Red", un tipo prepotente e testardo. I due si scontrano spesso ma col passare del tempo Lia scoprirà che "Red" ha un enorme segreto. Un segreto che cambierà per sempre la vita di tutti e due.
Genere: Drammatico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ero come pietrificata. Lo guardavo con occhi sgranati. E adesso? Poi tornai me stessa. Mi staccai dal letto e andai a chiamare Alex.

-E’ sveglio- dissi con nonchalance. Alex  dovette far scontrare i suoi ultimi due neuroni rimasti per capire quello che avevo detto. Ora capisco perché lo avevano mandato in istituto. Era un ritardato.

-Cos.. Cos’hai detto?- mi chiese balbettando. Si, si. Era davvero ritardato. Alzai gli occhi al cielo.

-Ho detto che quel coglione del tuo amico è sveglio- e indicai Red per essere sicura che capisse.

Certi ragazzi sono peggio dei bambini. Alex si precipitò nella stanza, si accasciò affianco al letto e pianse. Sembrava le cascate del Niagara. E ora che si faceva? Dovevo chiamare qualcuno? Se ci avessero beccati a bazzicare a quest’ora di notte ci avrebbero sicuramente cazziato. Cercai di pensare a un modo intelligente per chiamare qualcuno. Ad un tratto mi venne un lampo di genio. Mi spinsi nella stanza e cercai di comunicare il mio piano ad Alex. Stava ancora piangendo e farfugliava qualcosa.

-Alex, dobbiamo avvisare i medici-. Cercai di essere il più carina possibile. Mi guardò e si asciugò le lacrime.

-Hai ragione ma come facciamo? Se ci beccano sono guai-. Guardai Red e poi Alex. Davvero non aveva un piano? Sbuffai e mi avvicinai all’orecchio del bell’addormentato

-Tu resta sveglio. Se ci dovessero beccare, appena ti rimettono in piedi, finisco io quello che non sei riuscito a portare a termine, capito?- dissi a Red. Intravidi un sorriso sulle sue labbra o forse stava solo cercando di dire qualcosa.

-Pronto a correre? Dobbiamo prendere il primo ascensore- dissi ad Alex.

-Ho capito ma cosa vuoi fare?- disse alzando le spalle guardandomi incuriosito. Perché Dio mi aveva mandato un essere così inutile?

-Chiamo i medici- dissi suonando la campanella d’emergenza. Il rumore era assordante. Alex mi spinse fino all’ascensore e lo prendemmo al volo.

Un attimo prima che le porte si chiudessero vidi un’infermiera e due medici correre in corridoio. Il piano aveva funzionato. Tornammo nella mia stanza in silenzio. Appena chiuse la porta ci cacciammo a ridere come due pazzi. Era stata una bell’avventura notturna e soprattutto, ce l’avevamo fatta.

-Grazie Lia- disse tra le risate. Smisi di ridere di botto.

Perché mi ringraziava? Non avevo fatto nulla di speciale. La cosa mi mise a disagio. Forse perché nessuno mi aveva mai ringraziata davvero. Carlos me lo diceva sempre ma sapevo perfettamente che non era vero. O forse no? Non avevo mai dato peso a quella parola. Nel mio vocabolario non esisteva perché non mi era mai servita. Cominciai a tormentarmi il labbro. Dovevo cambiare discorso e subito.

-L’ho fatto così almeno tu e Sofia la smettete di rompere le palle. Diciamo che è stata un’opera di carità che non si ripeterà più- misi in chiaro le cose. Sentii ancora in bocca il sapore del sangue. Mi ero tolta involontariamente i punti e la ferita aveva ricominciato a sanguinare. Alex se ne accorse e prese un pezzo di garza. Stava per tamponarmi la ferita ma gli strappai dalle mani la garza.

-Faccio io. Non sono una bambina-. Fece una smorfia d’indifferenza e si sedette sul letto. Avevo una repulsione innata per il contatto fisico. Potevo sopportarlo solo quando litigavo o lo volevo io. Mi metteva a disagio.

-Non è ora di dormire?- mi chiese sbadigliando. Nella sua voce c’era una sfumatura di dolcezza. Guardai l’ora. Erano quasi le tre. Dovevo togliermelo dai piedi. Avevo passato anche troppo tempo insieme a lui.

-Hai ragione. Notte- dissi tentando di alzarmi da sola. Una fitta allucinante mi tolse il respiro.

-Posso metterti a nanna? Giuro che non tocco nulla di quello che non devo toccare- scherzò Alex alzando le mani in segno di resa. Annuii e mi lasciai mettere a letto. Lui si sedette sulla poltrona affianco a me e chiuse gli occhi.

-Alex?- lo chiamai sottovoce.

-Si Lia?- ribatté senza aprire gli occhi.

-Non dirlo in giro ma.. Grazie-. Lo vidi sorridere.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Sisko31