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Autore: Lady R Of Rage    07/02/2017    1 recensioni
Mi manchi tanto, figlio mio. Non scappare da me. Lo so che sorridi solo per finta. Il rimorso ti sta uccidendo, ti sento ogni notte ormai. Apri la porta, figlio mio. La mamma ti aspetta.
Ti prego, non finire come me. Non odiarti come faccio io. Verrà un giorno in cui non potrai nemmeno fare finta, e a differenza di me, ti guarderanno tutti.
Cosa ti succederà, allora, figlio mio?

[Toriel e Asriel? Nope, Alphys e Mettaton]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphys, Mettaton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '#MTTBrandVitaDiM...'
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Perché piangi, figlio mio?
Non fare quella faccia, con me non funziona. Tu sorridi sempre, mio adorato. Perché lo fai? Non ne hai alcun bisogno. Non hai da nascondere nulla con me.
Sorridi, mio adorato, ammiccando alle telecamere come solo tu sai fare. Anche con uno schermo al posto della faccia si capisce che sorridi. Impassibile, perfetto. Ma io lo so che di nascosto tu piangi. Vorrei ascoltare il tuo dolore. Lo percepisco anche quando canti. Cosa ti succede? Cosa turba il tuo sorriso perfetto?
Ti sento, figlio mio. Ti accucci contro la porta della tua stanza e singhiozzi anche per ore. Come vorrei poterti stringere e consolare. Tu non lo vuoi, vero? Non vuoi che la tua mamma timida e piena di complessi ti si avvicini troppo?
Forse lo vorresti, invece. Vorresti parlare con me e far uscire tutto quel vuoto che hai nell’anima. Brucia, non è vero? Si chiama rimorso, e la tua mamma lo conosce bene. Se potessi aiutarti...
Ma probabilmente non posso. 
Forse siamo destinati a non ascoltarci mai per davvero. Tu volerai alto, figlio mio. Sei grande e luminoso, abbagliante come una cometa. Non hai tempo per rimanere invischiato addosso a me. Posso essere appiccicosa non meno degli Amalgamati.

Perché piangi, figlio mio? Pensi al tuo passato, alla tua vita prima che diventassi una stella? Non pensarci, lo sai che ti fa male. Non puoi tornare indietro. Sei qui, e dovrai andare avanti. Ti accompagnerò, se vorrai, se non ti darà fastidio. 
Non piangere, ti prego. Non dirmi che va tutto bene. Puoi parlare con me, te lo giuro, non farò la fastidiosa, posso anche essere simpatica e comprensiva se voglio.
Stupida, sono. Perché dovresti parlare con me? Hai i tuoi fan, loro ti ascolteranno. Ma se loro possono ascoltarti, perché continui a piangere?
Hai avuto coraggio, hai preso una decisione. Non sei rimasto a crogiolarti nel rimorso come me. Ora non arrenderti. Vai avanti. Combatti la tua battaglia, figlio mio. 
Brilla, illuminaci tutti, mentre la tua sciocca mamma complessata prega di poterti riabbracciare. 
Il tuo corpo sarà presto pronto. È uguale a come lo abbiamo immaginato assieme. Forse, vedendoti felice, riuscirò a dimenticare il fatto che quando lo avrai non ci vedremo mai più. E questo, a una mamma, fa tanto male. 

Perché piangi, figlio mio? Perché reclini la testa sui cuscini in quel modo?
Non vuoi che entri da te, a dirti qualcosa che ti conforti? 
-Vai via, Alphys. Voglio stare solo.-
Mi manchi tanto, figlio mio. Non scappare da me. Lo so che sorridi solo per finta. Il rimorso ti sta uccidendo, ti sento ogni notte ormai. Apri la porta, figlio mio. La mamma ti aspetta. 
Ti prego, non finire come me. Non odiarti come faccio io. Verrà un giorno in cui non potrai nemmeno fare finta, e a differenza di me, ti guarderanno tutti.
Cosa ti succederà, allora, figlio mio?


-S-Sono riuscita a spezzare il lucchetto. Voi come… oh, mio dio! Mettaton! Mettaton, stai… oh, grazie al Cielo, sono solo le batterie! Mettaton, se te ne fossi andato, avrei… mi sarei...-


Hai gli occhi spenti, le labbra dischiuse in un sorriso rilassato e appagato. Ce l’hai fatta, figlio mio. Sei riuscito a liberarti della tua angoscia, grazie all’umana, ma soprattutto grazie a te stesso. È finita, figlio mio. Non piangerai più. Tornerai a ballare felice e tutti ti guarderanno e ti applaudiranno fino a farsi male alle mani. E io sarò là in prima fila, gridando forte il tuo nome. 
Sempre che tu ti svegli, figlio mio. Sei molto danneggiato, e forse…
No, non voglio pensarci. L’umana se ne andrà, ucciderà Re Asgore.. ho paura, ho tanta paura, ho bisogno di te. 
Verso lacrime sul tuo volto stringendoti al mio petto. Non lasciarmi, figlio mio, non lasciarmi. Non voglio restare da sola coi miei errori. Resta qui, mio adorato, mia creazione più bella. La mamma chiama il tuo nome e supplica il Cielo che tu le risponda, le dica ciao, e accetti le tue scuse. 
La mamma ti chiama: vieni da lei. 
Appoggio il torso di mio figlio sul tavolo operatorio. Riesco a malapena a vederlo da sotto le lacrime. 
No, Alphys. Hai già pianto abbastanza. Andrà tutto benissimo. Asciugati le lacrime e riparalo. 
Tuo figlio è qui, ti chiama. E ora gli risponderai.

-Ugh…-
Figlio mio, eccoti sveglio. Il tuo corpo bellissimo è tornato. Ti ho riparato, guarda. Non sono stata brava? Sarai felice, ora. Se vuoi più tardi possiamo anche metterci a ballare con la musica di Mew Mew. Non adesso, sei troppo disorientato. Porti una mano alla testa, massaggiandoti la fronte. Respiri in modo frenetico. Non avere paura, la mamma è qua. 
Sei salvo, figlio mio. La mamma è tornata, ha rimediato ai suoi errori. Ha riportato a casa tutti gli Amalgamati, avresti dovuto vedere com’era contenta la tua amica Shyren.
Non odiarmi più, ti prego. Non farlo. Ho combattuto contro me stessa e ho vinto. Voglio che tu abbia fiducia in me, figlio mio. 
-A-Alphys…- la tua bellissima voce si spezza come una registrazione in una radio rotta. Mio povero figlio, non sei più in te. Ti riparerò, te lo prometto. Tornerai com’eri. Non odiarmi, ti prego, non odiarmi. 
Scendi dal tavolo operatorio appoggiandoti sui tuoi stivali col tacco. Hai i capelli sporchi e il viso ancora tumefatto, ma sei bellissimo. Sorridi con quelle labbra d’acciaio che ti ho fabbricato io, quei denti smaltati di bianco che ogni giorno ho lucidato con cura, sognando il giorno in cui avrei finalmente potuto guardarti negli occhi. 
Occhi che ora sono umidi, e lacrime oleose scendono lungo le tue guance. Cosa c’è? Non piangere, figlio mio. Va tutto bene, la mamma… la mamma è qui. 
Ma mi sorridi, attraverso le lacrime, allungando le braccia verso di me. Mi sollevi e mi stringi forte al petto, così stretto che riesco a sentire il rumore delle ventole da sotto la tua corazza.
E la tua voce è come un tonico, che cicatrizza tutte le mie ferite.
-Grazie per avermi salvato… mamma.-
 
  
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