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Autore: lallipumbaa    08/02/2017    0 recensioni
Tom Hiddleston - Nuovo Personaggio - Benedict Cumberbatch
Cosa succede se una ragazza incontra un attore che ha fatto il suo stesso percorso e che ora è stato lanciato nella fama? Cosa succede se la ragazza in questione continua a trovarselo tra i piedi? E se lei viene trasportata inaspettatamente nello stesso mondo dorato?
Le avventure e il percorso di Laila, studentessa della RADA, e delle persone che la circondano.
Solo che, senza saperlo, si troverà in questa situazione: HIDDLESBATCHED.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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−CAPITOLO 27−
“Marry Me?”
 
 
“Ma sei sicuro?” “Sì!” “Ma ne sei davvero sicuro?” “Sì, voglio imparare!” “Benedict, te e i social network siete peggio di mia madre e i social network, il che è tutto dire!!!”.
Era una serata invernale ed erano accoccolati sul divano sotto le coperte a guardare un film. Durante una pubblicità Laila avendo sentito il cellulare vibrare l’aveva preso in mano e aveva controllato le varie cose. Benedict aveva visto Twitter e s’era impuntato che voleva imparare ad usarlo. “Eddai, all’alba dei 38 anni devo superarlo il mio odio nei confronti dei social network, no?”.
Lo guardò scettica alzando un sopracciglio per poi iniziare nel modo più semplice possibile la spiegazione. “E… nulla! Non è immediato, è vero, ma se lo usi un attimino capisci come funziona! Ci sei?”
“Ehm… mi sono perso a dopo l’iscrizione.” Le disse sorridendole facendola sospirare mettendosi una mano in fronte.
“Ben, non preoccuparti. Sono abbastanza smanettona per tutti e due!”
“Oh bè, allora sono a posto!” Il cellulare dell’uomo squillò “Who the heck is calling now?” chiese prima di guardare lo schermo “Oh. Hi! … yes. … ok… oh, that’s perfect! Thank you! Thank you so much! … ok, I’ll inform you later. … bye!” e riattaccò sistemandosi meglio sul divano così che lui fosse comodo e lei potesse sdraiarsi abbracciandolo tornando a vedere il film.
“Who was at the phone?” chiese Laila alzando lo sguardo.
“Oh, no one. Do you remember Josh Lehman?”
“Kind of. Is he the friend of yours working at the London Eye?”
“Exactly!”
“Yeah!!! Great memory!” disse baciandosi il pugno facendolo ridere, così da sentire l’effetto lavatrice in piena centrifuga contro il suo petto.
“However, I asked him a favour and he told me that it was possible.” Rimase vago, non voleva che la cosa la incuriosisse troppo. Aveva in  mente una cosa, un piano che gli ronzava in testa da oramai un po’. Non voleva tirarla troppo a lungo, e non sapeva se lei era pronta. Già il Natale prima stava macchinando l’idea, solo che tra una cosa e l’altra aveva deciso di rimandare.
“Oh, ok!” commentò appoggiando il viso sul suo petto continuando a godersi il film. Si trattenne dal sospirare, mascherandolo poi con un movimento fatto ad abbracciarla. Era il periodo natalizio e per un qualche strano motivo entrambi erano liberi dal lavoro, o comunque erano impegni pubblici, varie interviste che non implicavano spostamenti di continente o allontanamenti che implicavano più di una giornata. Si stavano godendo la presenza l’uno dell’altra discutendo su cosa avrebbero mangiato per pranzo, chi sarebbe dovuto andare a fare la spesa o buttare il sacco della spazzatura, su bagnare le piante o meno, sentendo gli altri per vedere che si sarebbe dovuto fare a Capodanno e di ricordarsi di fare il check in online sul sito della EasyJet per entrambi i voli di andata e ritorno da Milano: una coppia tranquilla con le solite discussioni stupide e i momenti di relax.
Nel frattempo, per sua gioia e giubilo, Eugenia era salita a Londra, trovando lavoro come fotografa di scena in un teatro del West End. Inutile dire che Tom era felice come una Pasqua dato che dopo un anno di relazione lei era finalmente nella sua stessa città e, ovviamente, nella sua stessa casa. Ovviamente non passò molto che se la trovò alla porta di casa, sorridente. “Ciao Lalay!”
“Oh Gin, è così strano averti come vicina di casa!” commentò facendola entrare. “Vuoi del the? Sono quasi le cinque!”
“Oh, my dear, I’d love a cup of tea!”
“Piantala scema!”.
Si sedettero sul divano, il tavolino fu spostato verso di loro così poterono stare a gambe incrociate divorando digestive mentre un programma stupido della tv inglese scorreva inascoltato. “Gin, guardaci ora e guardaci anni fa. Ti saresti mai immaginata che saremmo arrivate a questo punto?”
“Assolutamente no! Tu che fai l’attrice, io faccio il lavoro dei miei sogni in un teatro del West End… a Londra!! Ogni tanto mi devo fare i pizzicotti sulle guance per capire che non sto sognando. E poi… poi c’è Tom. Non potrei chiedere di meglio.” Disse arrossendo per poi assumere un tono piatto che per poco non fece strozzare l’amica col the che stava bevendo “E mi sento troppo una deficiente quando dico queste cose!”
Laila si schiarì la gola appoggiando il gomito sullo schienale del divano citando il Genio della lampada “Amì, c’est l’amour!”
“E va che te sei conciata uguale!”
 “Ahahahaha in fatto di deficienza?”
“Soprattutto! Anche se io intendevo in fatto di uomo!”
“Lascia stare… che stiamo vivendo da fidanzati e l’ultima discussione è stata ‘Non è possibile cazzo che a 38 anni lasci ancora alzata la tavoletta del cesso’. Ma si può? Mi piacerebbe andare su tumblr e smontare tutte le fan girl: è logorroico in una maniera allucinante, non abbassa la tavoletta del cesso nemmeno a pagarlo oro, è un esempio di uomo ciclato, bisogna discutere per buttare giù il sacco dell’immondizia. Signorine, vi do la notizia del secolo: Benedict Timothy Carlton Cumberbatch non è perfetto!”
“Intanto però tira molla tira molla ci stai insieme da più di 3 anni!”
“Togliendo i 9 mesi nel 2013 un po’ meno.”
“Ma dov’è?”
“Prima era qui da me, poi è dovuto andare via. Ultimamente prende, se ne va. Ha telefonate brevi alle quali da risposte brevi in mia presenza, e comunque una volta ero vicina ed è la voce di un uomo, quindi sto tranquilla. Non mi sembra che abbia cambiato sponda. Sembra… non lo so, sembra quasi che stia architettando qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Anche perché sinceramente non ho voglia di indagare.”
“Stai morendo dalla curiosità, vero?” la punzecchiò Eugenia, puntandole il piede sulla gamba.
“Non puoi immaginare quanto!! Solo che se indago so che s’incazza. Quindi evito e mi consolo con the caldo e digestive!”
“La trovo una meravigliosa idea! Senti, ma per Capodanno? Come l’anno scorso in centro a Londra e via di festeggiamenti o facciamo altro?”.
 
Il 26 dicembre (festeggiarono il giorno prima a casa Cumberbatch come l’anno precendente) presero la mattina presto un volo per Milano Malpensa. Andarono a recuperare la macchina noleggiata e si diressero verso l’hotel dove avevano prenotato la camera per poi dirigersi verso casa dei genitori di lei. Non appena citofonarono sentirono la voce della madre di Laila rispondere “Ciao ragazzi!! Salite che siamo tutti svegli! Vi importa se siamo in pigiama?”
“Assolutamente no!” rispose Benedict in italiano, che lo stava imparando poco a poco, ma che era un ottimo alunno. Quando aprirono anche la porta dell’atrio salirono le due rampe di scale arrivando davanti alla porta di casa.
“Buon Natale passerotta!” esclamò Pierangela abbracciando la figlia “Anche a te, mamma!”
“Ciao Benedict! È da un po’che non ti vediamo! Come stai caro?” gli chiese facendo sì che lui si abbassasse per salutarla “Bene! Adesso ci godiamo le feste! Ma sto bene, grazie! Salve Maurizio!” disse salutando il padre stringendogli la mano. “Puoi usare anche il ciao, non preoccuparti!” lo rassicurò l’uomo.
“Oh, ma la stordita di mia sorella?” chiese Laila guardandosi in giro.
“Secondo te?”
“Dorme!” andò in camera da letto iniziando a disturbarla, lasciando solo Benedict e i genitori della ragazza.
Quando si assicurò che non era a portata d’orecchio si voltò verso i due “Ehm… I want- scusate. Volevo chiedervi una cosa. Io… voglio chiedervi il permesso di gosh I’m so nervous. Spero di dirlo giusto: volevo chiedervi il permesso di sposare vostra figlia.”
“Ohmiodio!!” esclamò Pierangela mettendosi le mani sulla bocca per evitare di urlare, ma fortunatamente fu coperta dall’urlo della figlia minore “TOTO’!!!!”
“Cavolo, se me la porti via di casa definitivamente certo che puoi sposartela!” disse il padre sorridendo tirandogli una pacca sulla spalla.
“Oh, levatemi questa cozza di dosso!!” esclamò Laila ignara di tutto quello che era successo pochi secondi prima.
“Guarda che alla mattina nemmeno te sei un fiore! E poi ieri ho anche mangiato cipolle!” le disse la sorella completamente accozzata alitandole contro.
“E che culo!”
“Oh, hi Ben!!!”.
 
Con gran dispiacere di Laila e con gran piacere di Benedict, si dovettero sorbire il pranzo coi parenti. Inutile dire che dovette fare da traduttrice ufficiale per certe cose, rifiutandosi di tradurre certe altre domande tra le quali il “Ma voi due avete deciso di sposarvi?” di sua nonna materna, al quale rispose “Bene, cambiamo discorso! Benedict darling, would you like some more roast beef? Zia non te ne andare che io e te ce ne andiamo fuori a fumare!!”
“No, if you go smoking I’m coming too!” le disse Benedict alzandosi dal tavolo con la ragazza andando a prendere il pacchetto nella tasca del giubbotto.
“Laiila, non cominciare a fumare!” la riprese sua madre.
“Mamma, l’ultima sigaretta l’ho fumata due mesi fa’!” esclamò prima di uscire.
“Due mesi fa?” chiese sconvolta Antonia mentre si accendeva la sigaretta.
“Diciamo che era una palla. L’ultima l’ho fumata 4 giorni fa, ma comunque rimango una fumatrice casuale!”.
Rimasero nella casa dei nonni per l’intera giornata, tornando poi in hotel a lavarsi e mettersi a letto abbastanza presto. Il giorno dopo fu la volta degli amici.
“We, buongiorno eh!!” esclamò Luisa vedendola entrare in casa.
“Eh, le 10000 portate di ieri diciamo che mi hanno messa KO questa mattina!” commentò abbracciandola.
Erano a casa di Chiara come al solito, e li aspettava una serata tranquilla. Non li vedeva da quella primavera, quando era in Val d’Aosta per girare The Avengers 2. La aggiornarono su tutto quello che era successo nel frattempo, vari tira molla, chi aveva cambiato lavoro… le chiesero come andava a Londra, se dovevano aspettarsi di andare al cinema e vedere locandine con la sua faccia in bella mostra, chiesero di Eugenia, di Joanne e Liam che si stavano godendo i primi mesi da sposati. Ovviamente Ben, in un momento in cui la ragazza era fuori portata d’orecchio, rese partecipi gli amici della sua idea e del piano per attuarla: fu un successo.
“Fidati, ti odierà per quello che le vuoi fare, ma credo che la proposta potrebbe attenuare l’odio!” lo avvertì Luisa ridendo.
“Lo so che mi odierà, ma è una cosa che non ha mai fatto. E sinceramente mi chiedo anche come diavolo abbia fatto a non esserci mai andata!!”.
Rimasero in Italia per qualche giorno, tornando a casa prima di Capodanno.
 
“No, Ben, ho detto di no!” protestò la ragazza puntando i piedi capendo dove la volesse portare.
“Laila, suvvia, non ti sto proponendo di fare skydiving!”.
Era una serata di inizio anno ed erano usciti a cena. Andando in un ristorante abbastanza bello si era messa bene con un vestito e degli stivali, sistemandosi i capelli nelle suo possibilità e truccandosi bene, mentre anche Ben si era impegnato con una camicia bianca, una giacca blu scura, un paio di jeans e le scarpe eleganti. Essendosi mossi in macchina, per tornare a casa stava facendo un giro piuttosto strano.
“Ben, Westminster è un po’ distante da casa nostra… perché stai facendo il giro di qui?”
“Tu fidati…” le aveva risposto con un sorrisino sulle labbra mentre, concentrato, osservava la strada. Poi, quando aveva parcheggiato e le aveva fatto attraversare il ponte andando verso l’altra sponda del Tamigi, aveva capito le sue intenzioni, impuntandosi sulla strada, incrociando le braccia e bloccandosi immediatamente.
“No! Non ci sono ma che tengono! E poi sono le 11 passate. È chiuso a quest’ora!”
“Fidati che adesso non è chiuso!” le disse prendendola per le spalle facendola camminare.
“Ecco cosa stavi architettando!”
“Ebbene sì! Non è possibile che in 6 anni che abiti a Londra tu non sia ancora salita sul London Eye!”
“Soffro di vertigini, è una scusante abbastanza valida?” gli disse sempre impuntandosi mentre, abbracciato a lei da dietro, la mandava avanti “E poi fa freddo!”
“Ma se sono cabine chiuse!”
“Fa freddo comunque!”.
In un modo o nell’altro riuscì a farle attraversare il ponte, arrivando fino alle scale che scendevano sulla banchina.
“Bene. Scendi con le tue gambe o dobbiamo camminare in questo modo?”
“Ehm… con dei tacchi 11 non mi sembra il caso di scendere le scale in questo modo, altrimenti m’ammazzo. Però mi dai una mano!”
“Ahahaha, sì, non preoccuparti.”
Dalla fine delle scale fino all’entrata dell’attrazione gli strinse la mano.
“I hate Josh. What he heck have I done to him to deserve this? Uh? Oh, here it is. I can enter the London Dungeons, it’s here!! Or I can go through the Scream walk at Madame Tussaud’s 30 times! But please… why the London Eye?” gli disse con gli occhi da cucciolotto.
“Because… and don’t look at me with puppy eyes. They do not work on me.”
“Oh, don’t they?”
“Not this time! Because he owes me a favour and this was what I thought about.”
“I hate him. And I hate you.” Disse facendolo ridere.
Arrivarono all’entrata trovando Josh “She hates you for this. You shall know it.”
“I know. Come on, go in there! I don’t know why but I think you’ll love this trip!” le disse facendoli entrare nella cellula chiusa attaccata alla ruota panoramica. Senza che lei si accorgesse i due si scambiarono un cenno d’intesa. La porta della cella si chiuse quasi ermeticamente, lasciando i due soli. La ruota si mosse lentamente, cominciando piano la salita. “Fidati, ti piacerà…” commentò l’uomo abbracciandola da dietro, appoggiando la guancia sui suoi capelli. Cercò di non guardare giù, altrimenti si sarebbe pietrificata, ma doveva ammettere che Benedict ci aveva preso in pieno: Londra di notte, tutta illuminata con le luci natalizie ancora in piena attività, era meravigliosa… il Big Ben col parlamento illuminati dal basso, l’abazia di Westminster, Buckingham Palace, Saint Paul illuminata dal basso, tutte le case con le finestre illuminate, era… era….
“It’s magical…” commentò, lo sguardo perso nella visione che aveva davanti. Di punto in bianco cominciò a vedere dei piccoli puntini bianchi scendere. “Ben, I can’t believe it! It’s snowing!”
“Well, the weather forecast told it would have started snowing tonight!”
“I know… but… it’s snowing!!” esclamò sorridendogli con un’espressione da bambina la mattina di Natale che lo fece sorridere.
Another 5 minutes, Ben… just wait till the top! pensò tentando di regolare il respiro. Stava cominciando a sentire l’ansia che saliva e non voleva tradirsi troppo. Arrivati in cima la ruota si bloccò.
“Ben, is it normal that it stops at the top?”
Ben, now it’s the moment to let the skills out. You’re an actor after all, aren’t you?
“Ehm… I don’t think so.” Le rispose preoccupato.
Dall’altoparlante giunse la voce di Josh “I’m sorry guys. I’m checking the problem. I don’t know why it stopped. Well… I will inform you when I’ve fixed it.”
“Oh my God. Oh my God. OH MY GOD!” esclamò la ragazza togliendosi dall’abbraccio del compagno, andandosi a sedere sulla panca al centro.
“Honey, don’t panic.”
“Don’t panic?! We’re at 135 meter in a glass capsule, we don’t know the problem and I shall not panic??” dal tono stava davvero per avere una crisi di panico da vertigine.
“We’re safe. Ok, it stopped. But we’re still anchored at the wheel.” Le si sedette di fianco, prendendole la mano.
C’mon Josh, move!! Send me the message so she can relax!
Come se l’avesse chiamato, poco dopo gli vibrò il cellulare il tasca. ‘Ready! She can look down! Good luck, man!
“Come on, since we’re here, let’s enjoy the view.”
“Nope. I’ll enjoy it from here! It’s beautiful in the same way!” gli rispose rimanendo seduta e facendogli una linguaccia. Benedict scosse la testa alzando gli occhi al cielo andando verso il vetro della capsula guardando giù: era davvero tutto pronto.
“Ohi, Laila, come here! Have a look!!”
“Nope! I’m enjoy the view of your back.” Gli rispose alzando ripetutamente le sopracciglia facendolo ridere.
“Come on! It’s a strange thing!”
“I’m not looking down!”
“Oh, please, don’t be a pain in the neck! Come here!”.
Laila alzò gli occhi al cielo alzandosi dalla panca, dirigendosi verso di lui. “Che palle che sei!”
“Look down!” le disse sorridendo.
“Why? You know I suffer dizziness! And looking down it’s not the wisest thing to do.” Non le rispose nemmeno, ma la guardò in un modo che la fece sospirare “E va bene!”.
Inspirò profondamente prendendo coraggio abbassando lo sguardo. Sentì un vuoto alla bocca dello stomaco vedendo il vuoto fino al Tamigi. Strinse forte il braccio dell’uomo di fianco a lui. “Wh-where do I have to look?”
“There… not this down… a little bit in the middle.” La diresse lui con un tono di voce caldo, dolce, modulato. E fu lì che lo vide. Le cedettro quasi le ginocchia.
In mezzo al Tamigi, su una chiatta turistica c’erano delle luci che formavano due parole: ‘Marry me?’.
Si mise una mano sulla bocca, girandosi con gli occhi spalancati verso Benedict che le stava sorridendo “Ben- you-? Oh God.” Balbettò, il cuore che per poco non usciva dal petto dal tanto che batteva forte. Le tremavano anche le mani. Riguardò la scritta per poi voltarsi nuovamente verso di lui che le prese le mani, inginocchiandosi davanti a lei. Le esplosero in corpo una marea d’emozioni che non aveva la minima idea di cosa fossero, non riusciva a catalogarle, era… troppo.
“Laila, I… I love you. And I know that you’re hating me for this and you’re thinking ‘Why the hell has he brought me on the London Eye to ask me this?’ but… that’s because I wanted to. And I wanted to ask you this infamous question right in front of all London. Figuratively.” Laila rise, nervosamente, mettendosi una mano sulla bocca. “I know I’ve been an idiot in the past, but I’m desperately in love with you. You’re one of the craziest, weirdest, most annoying women I’ve ever known and sometimes such a pain in the neck.” “Thank you, Benedict.” “And I know can’t live without you. I would be lost. And you are able to bare the man I am: a long-winded person with lacks of self esteem. You can love me in a way I’ve only dreamt about, and it makes me feel like the most important man in the whole world. And because all of this… Laila, would you marry me?”
“Oh, fuck- hell yeah!” esclamò lei inginocchiandosi davanti a lui prendendogli il viso tra le mani, baciandolo con talmente tanto trasporto che per poco non perse l’equilibrio. “You’re my favourite psychopath…” gli sussurrò ad un pelo dalle labbra per poi abbracciarlo stretto, facendolo ridere mentre le rispondeva “I’m not a psychopath, Anderson. I’m high-functioning sociopath. Do your research.”
Laila rise a sua volta.
Finirono seduti a terra, abbracciati l’uno all’altra “I can seriously cry right now.” Gli disse, il viso nascosto nel bavero del cappotto pesante.
“Well, wait till I’ll show you the r-. oh fuck, I was forgetting the ring!”
“I wasn’t even thinking about that!!” commentò lei staccandosi un attimo asciugandosi con un fazzoletto le lacrime che minacciavano di scendere, mentre lo vedeva mettere la mano nella tasca profonda del cappotto tirando fuori una scatoletta rosso carminio, dove in oro risaltava il nome del negozio.
“Tu sei furi di testa.” Commentò mentre sfilava la scatola dal contro scatola.
“E non hai ancora visto l’anello!” gliel’aprì davanti agli occhi, facendole spalancare la bocca, incredula. Non se l’era mai immaginato il suo anello di fidanzamento, ma se doveva mettersi dietro, quel solitario rasentava la perfezione. “Chiudi la bocca oppure entreranno le mosche.” Le disse sorridendo, mentre lei si copriva la bocca.
“Tu sei DAVVERO fuori di testa! È un Cartier!! Hai fatto un muto!? – NO! Non rispondermi nemmeno! Non lo voglio sapere!” lo minacciò puntandogli contro il dito mentre lui lo toglieva dal fermo prendendole la mano sinistra, sfilandole l’anello che le aveva regalato l’anno precedente a Natale.
“Do you want it?” le chiese con il suo sorrisino stampato sulle labbra.
“You are crazy, Mr. Cumberbatch… really crazy!” gli rispose mentre l’uomo faceva scorrere l’anello lungo l’anulare destro, fermandolo alla base.
“I am. Because of you…”. Gli prese il viso tra le mani baciandolo nuovamente. Se pensava a tutto quello che era successo tra loro due negli anni passati a partire da quando si erano conosciuti non pensava assolutamente che quello che era appena successo sarebbe arrivato così presto. Benedict prese in mano il cellulare, chiamando l’amico “Josh? …  it’s ok! You can move the wheel!”
“How long have you been planning the whole thing?” gli chiese guardandolo male appena riagganciò la telefonata.
“Ehm… I think almost a year.”
“What?”
“Well, I wanted to do that since last Christmas, but then I thought it would have been a little bit early, so I waited… a lot. And then, well, Josh owed me a favour, the ring was ready, and I just needed to pick the day!”
“I adore you...” commentò sconvolta guardandolo stupita. La ruota ricominciò a muoversi e tornarono a guardare il panorama di una Londra che sotto le luci si stava lentamente imbiancando.
“Ah, Benedict?” lo chiamò lei.
“Dimmi.” “Non pensare che stanotte ti lasci in pace.”
L’uomo ci mise un attimo per capire la frase della ragazza “Oh. OH!! YESS!!!!!!” esclamò alzando al cielo le mani facendola scoppiare a ridere.
 
La mattina dopo Laila si svegliò per prima, rinfilandosi gli slip e indossando la camicia che aveva tolto la sera prima dall’uomo con abbastanza foga. Mancavano un paio di bottoni, ma sarebbe bastato ricucirli. Andò in cucina e cominciò a cucinare la colazione. Era quasi mezzogiorno, quindi un brunch sarebbe stata un’idea migliore. Si mise d’impegno: uova in camicia, succo d’arancia fresco, avocado, salmone affumicato, tostò il pane e mentre sistemava le cose sul vassoio da appoggiare sul letto l’occhio cadde sull’anulare sinistro: la luce del sole che entrava dalle finestre faceva brillare l’anello quasi di luce propria. La capacità che aveva quell’uomo di beccare sempre i suoi gusti era incredibile.
Per l’anello di Tiffany con l’ametista ok, c’era lo zampino di Tracy perché sapeva che quello mi piaceva, ma per questo? Come diavolo ha fatto ad imbroccarlo? Poi non mi si sfila nemmeno. È perfetto.
Guardò fuori dalla finestra notando che il tempo ci aveva dato dentro, lasciando giù quasi mezzo metro di neve e il cielo grigio chiaro ne prometteva altra. Avrebbe voluto urlarlo al mondo, ma quasi si vergognava a dirlo a sé stessa. Le aveva chiesto di sposarlo… e lei aveva detto di sì. Non aveva ancora realizzato. Salì le scale andando in camera trovando l’uomo ancora addormentato e completamente nudo sotto le coperte.
“Ma tu guarda questo…” appoggiò il vassoio sul mobile e si sedette di fianco a lui, passandogli le mani tra i capelli che, ancora del suo colore naturale, stava cominciando a far crescere. Nonostante avesse 38 anni, quando dormiva beato sembrava un bambino di 10. Lo vide muoversi un attimo, gli vide la pelle d’oca spuntargli lungo tutte le braccia e lo vide sorridere beato “Oh, hai trovato il punto sensibile…” lo sentì dire, la voce ancora più nel mondo dei sogni che nella realtà.
Sotto quell’aspetto si assomigliavano tantissimo: entrambi avevano follicoli molto sensibili e le mani nei capelli o i grattini sulla nuca fatti nel punto giusto li riducevano in brodo di giuggiole. “Goodmorning…”
“Oh, if it begins in this way it’s a really good morning…” le disse aprendo gli occhi, guardandola e sorridendole, stiracchiandosi.
“Are you hungry?”
“You have no idea.” Le rispose facendola ridere. Prese il vassoio e lo appoggiò sul letto, andando ad aprire le tende, facendo entrare la luce del sole in camera.
“Oh, a brunch!”
“I have to say I had fun!” gli disse sedendosi dall’altra parte del vassoio, cominciando a mangiare. “Mmmh… I can get used to this!” commentò lui addentando il toast sul quale aveva rotto l’uovo in camicia.
“Don’t dream about the perfect wifey. I’m not that kind!” lo punzecchiò lei alzando un sopracciglio.
“Oh, don’t worry. I’m not looking for that kind.”
“I have to confess you something I’ve never told you before.”
“You were a man!”
“JERK! NOPE. The first time we met, the time Tom was with Susannah.”
“Oh, yes, I remember!”
“I was late because I was watching a rerun of the first episode of Sherlock’s first season.”
 “Really?!”
“Yup! So, maybe that’s because I’ve always loved the High-functioning sociopath quote. Maybe that’s because I often use it.”
“So you were watching Sherlock… and you went out the lift finding Sherlock in front of you.”
“Yes. You can imagine that’s been a real shock!” gli disse arrossendo leggermente nel confessargli quel dettaglio.
“Well, dear, I perfectly remember you walking out the lift, looking at me and try to be cool, but your eyes were wide open. And you were a redhead at that time!”
“Oh, Gosh! That’s true!!”
“But if I shall say it… I prefer you brunette like now.” Le rispose guardandola diretta negli occhi, alzando lo sguardo dal piatto, così intensamente che la fece dannatamente arrossire facendole venire le scalmanne.
Dannazione Laila, è lo stesso Benedict di ieri. Smettila di arrossire come un’adolescente e sii la solita!
Ma in meno di un attimo il vassoio era stato appoggiato a terra e si era trovata le labbra di lui attaccate alle sue, la sua mano dietro la nuca e la camicia finì ancora a terra.
 
Inutile dire che quando diede la notizia ai genitori e agli amici in Italia fu un boato generale, ma quando le dissero che conoscevano già il piano ma non sapevano la data ci rimase di sasso.
“Ma come?”
“Eh, quando siete scesi prima di Capodanno! Eri al cesso e ce l’ha detto!” rispose Luisa ridendo.
“L’unica cosa che mi dispiace è che non posso portarvi alla Maison du Monde e fare la scenetta col mazzo di fiori in mano!!”.
La famiglia di Benedict stava aspettando il momento con ansia e quando la portò a casa dei suoi annunciando che si sarebbero sposati, Wanda e Timothy l’abbracciarono stretta, Wanda era quasi alle lacrime.
Tracy e John le diedero il benvenuto in famiglia e le due nipoti (Emily, nello stupore generale, le chiese subito se poteva essere una delle damigelle) furono contentissime. Con Eugenia e Joanne fu diverso: anche loro conoscevano i piani di Benedict, ma non sapevano la data effettiva… e non essendo loro a conoscenza della scenetta si fece accompagnare in un negozio di arredamento dove sapeva che avrebbe trovato dei fiori finti e quando furono al reparto prese l’anello dalla borsa infilandoselo al dito, prese un mazzo di fiori bianchi cominciando a canticchiare.
“Però non devo ricamarci troppo sopra…Taraittataaaaa taaaraittataaaaa tairattataaara tattaira tataa!” facendole bloccare e girare di colpo, guardandole la mano sinistra sulla quale brillava l’anello di fidanzamento. “OH MIO DIO!!! TE L’HA CHIESTO!!!”.
 
************* ANGOLINO DEL DISAGIO **************
Da daaaaaaaaaaaaaaan!!!!! Ebbene sì. Gliel'ha chiesto. Dopo EONI. Dopo infiniti capitoli. Dopo litigate, momenti di pausa, riappacificazioni etc etc etc... BENEDICT GLIEL'HA CHIESTO.
*Coro degli angeli mode: ON*
Spero veramente che questo capitolo vi sia piaciuto, che siate felici per tutti e due, di avervi trasportato per un po' sul London Eye.
Fatemi sapere se vi è piaciuto (Laura, ti stai ripetendo), se vi ha fatto schifo, le vostre impressioni... Ringrazio tutti quelli che hanno trascorso qualche minuto con le mie elucubrazioni mentali <3
Un bacione e al prossimo capitolo! 
Lalli :3
 
   
 
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