Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: Roiben    08/02/2017    0 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
--------------
«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






capitolo 38 – Attesa




Quando Katherine si volta nuovamente, le ginocchia le tremano e qualche lacrima clandestina sfugge al suo controllo. Ma con un gesto stizzito del braccio le asciuga, inumidendo la manica della maglia.


Rapidamente corre in bagno e ne torna con uno straccio bagnato che posa delicatamente sulla fronte dello spirito, nella speranza che qualcosa di fresco possa aiutare. Nel fare questo, il suo sguardo si sofferma sul suo braccio rovinato e, dopo essersi mordicchiata un labbro, incerta, decide di provare a ripulirlo, per cominciare, e magari disinfettarlo, sempre che le riesca di trovare il disinfettante.


È concentrata a passare con cautela una spugna bagnata sul braccio di Pitch, quando un gemito rauco la fa sussultare. Velocemente risolleva la testa, piantando gli occhi sul viso spettralmente pallido dello spirito.


«Pitch?» sussurra debolmente, incerta se disturbarlo oppure attendere.


Riprende nel frattempo la sua opera di lavaggio, ma presto è costretta a interrompersi nuovamente, distratta da un movimento e da un nuovo lamento.


«P-Pitch. Puoi sentirmi?» tenta, poggiando leggermente una mano sul suo petto.


Lui non le risponde a parole, ma rabbrividisce violentemente nell’apparente tentativo di spostarsi, e un suono rauco striscia nella sua gola, forse cercando di attirare l’attenzione.


«Sono qui. Non preoccuparti, Pitch. Non ti lascio solo. Te lo prometto» mormora, carezzandogli il viso dai lineamenti tirati.


Mentre porta a termine il suo compito, Katherine osserva attentamente la mano di Pitch, notando quanto le sue belle dita sottili ed eleganti siano ora rovinate e chiedendosi, per l’ennesima volta, cosa possa essergli accaduto per ridurlo in quello stato, e quanto possa aver sofferto, se le bruciature e i segni scuri sulla sua pelle sono un indizio.


Dopo aver nuovamente inumidito lo straccio sulla sua fronte e riposto il resto per non intralciare, si arrampica sul letto e, attenta, si distende al suo fianco, posando un braccio sul suo costato e il viso sul suo cuore, cosa che sembra far piacere a entrambi. Poi, nonostante non ne abbia l’intenzione, si addormenta.



ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ



È faticoso imporre ai propri occhi di riaprirsi, dopo essere stati a lungo chiusi. La luce, davanti alle sue iridi dorate, è fioca e argentata. Notte, di nuovo. Si è perso un altro giorno senza nemmeno rendersene conto. Tempo perduto; tempo che, per quanto faccia, non tornerà indietro, esattamente come il suo passato.


Sospira e cerca di muoversi, ma un dolore sordo e improvviso lo fa sussultare impreparato. Tutto, d’un tratto, torna alla sua memoria: il tetto, la luce, il fuoco, la neve, il letto, il buio. Il buio… E ora, nel buio, scorge la fioca luce lunare brillare attraverso le tende sottili.


Il suo braccio, bruciato, probabilmente sarà inutilizzabile per qualche giorno. Ma Pitch ne ha due di braccia; non sarà certo uno stupido incidente causato dalla perdita di controllo della Luce a fermarlo.


Riprova a muoversi. Vuole cercare di alzarsi, almeno per capire in che condizioni si trova. Eppure, nonostante la sua buona volontà, non ci riesce. Qualcosa sembra deciso a impedirgli il seppur minimo movimento. Qualcosa che… respira sul suo petto, realizza in uno sprazzo di lucidità. Con estrema fatica, solleva la testa e strizza gli occhi per cercare di mettere a fuoco la situazione: Katherine, addormentata sul suo petto, di nuovo. Katherine che… Pitch sussulta, osservando, con un senso di colpa, le tracce salate rimaste sulle guance rosa.


Che riesca a far piangere i bambini anche ora, pur non avendone più le capacità né tantomeno le intenzioni, è profondamente ingiusto. E Katherine, meno di chiunque altro, merita di soffrire per colpa sua. Ma, dopo tutto, sembra proprio non riesca a fare altro nella propria esistenza: prima la sua Emily Jane, poi tutti quei bambini della Terra, ora la piccola Katherine. Riuscirà mai a realizzare qualcosa di positivo? Oppure continuerà a essere la causa del pianto di tutti i bambini con i quali verrà a contatto?


Sospira, amareggiato, e titubante solleva il braccio sano, posando la mano sulla tiepida schiena di Katherine, ascoltando il suo lento e calmo respiro e perdendovisi, nell’utopica speranza che possa aiutarlo a trovare un poco di serenità anche per sé, dargli un motivo per andare avanti, per continuare a sopportare le insidie che già intravede di fronte a sé.



La carezza di una persona cara, il contatto con qualcosa di morbido culla il nostro dolore meglio di tutti i ragionamenti del mondo.” (Lucien Arréat)


* * * * * * * * * * * * * *


Chissà perché la notte, come la gomma, è di un’infinita elasticità e morbidezza, mentre il mattino è così spietatamente affilato.” (Banana Yoshimoto)






  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Roiben