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Autore: Blacket    08/02/2017    0 recensioni
Fermo, lettore, non andar così veloce! Ho qui in grembo un' anfora di ricordi e digrignare di denti, di quel vecchio uomo che visse fra le foreste e si sfamò del buio e degli echi lontani delle vittorie, che strinse in mano saette e che teneva più ad un albero che un uomo, che era onorevole e che era ignorante, che era freddo ed un focolare acceso nella notte.
Magari lascio al Signor Magna Germania le mie parole, la mia raccolta ed un augurio di buona sorte, giacché Gilbert è più un magnitudo forza nove che un bambino.
[...] -il vecchio aveva mani grandi quanto vanghe, e spesso le usava in nome della misericordia. Divina, per carità, per Thor e Wotan, purché dessero più forza e coscienza ad ogni sberla andata a segno.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Antica Roma, Germania Magna, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Erano sporchi e rozzi 20 Personaggi: Roselind, Fem!Austria (leggere nei ringraziamenti a proposito!), nel momento in cui si alleò con l'impero spagnolo.
Non inserisco ulteriori personaggi poiché come vedrete, la scelta di introdurne o meno un altro è ai vostri occhi.

Erano sporchi e rozzi
-XX-


V'era la Natura, Madre e Prima incarnata in Freya, e v'era la Luna col capo curvo sulle vicende di Mitgard; ridendosene compiaceva lei e le sue sorelle, di quegli uomini ch'eran figli di Tuisto, di Manno, ma che al destino e vita tutta davano il nome d'una donna.


Lor Signore insegnava de' buone imprese, da seguire con umiltà che in tanta parte del mondo non si trovava: là in grembo, ove giacevano più d'un mistero, premeva la novella le mani, empie di carità e croci e solchi fatti dal vizio di dover piegare la lacrima sull'indice; Roselind pregava. Con la spenta gioia dei funebri e le ginocchia rosse ed inchiodate a terra, con le rotule intente a snocciolare i peccati di cui ci si macchia, di cui ci si pulisce con lo stesso strofinaccio con cui li si crea.
Pregava, la figlia del Reiks, che più non vedeva il freddo muschio sui tronchi, che credeva in un Dio soffocato dal proprio sacerdozio, e soffriva e gemeva nell'atto dell'Ave Maria- dimentica delle braccia del padre, del fuoco ove era solita bagnarsi gli occhi nell'infanzia e da dove tingeva le parole lui, e a tutti i suoi figli bruciava poi la fronte e l'anima. Dimentica della luna celeste e dei suoi miracoli, del pollice di Ariovisto che ne segna il contorno, Roselind prega e china il capo, e la lode si storpia e inciampa e stride ferita fra denti e lingua, là dove s'inchioda.
Dovrà sposarsi con l'uomo dell'Iberia, che ha capo bollente di sole e il parlato sofferente pure nel dolce*, "Quale misericordia", diceva, e si allarmava allargando gli occhi grandi e gonfi di ricordo, "Quale miprenderà", ed ella temeva e tremava, ed il grembo si teneva.
Cadrò, mio Signore, disse, sull'oro delle colonie, e affogherò nell'Atlantico, se mi concederai- così gemeva, bruna e bella, pallida, già sposa inconsapevole del crepuscolo, "Signore, se tu non m'ascolti, chi altri". Là la sua penitenza e i suoi dolori, nel singhiozzo e nello scostarsi i capelli, un livido sugli occhi: v'era una sola guardia nella cappella, puntava a Nord.
Roselind accolse il suo lungo inchino, e la ritenne cosa buona, poiché non parlò.
Com'era d'uso, qualcuno venne a prendersi tutti i grappoli di lamento dagli occhi, e gelosamente li tenne per sé- poiché il sole buono non picchiava, solo l'ombra dell'impressione andò all'uomo in arme. Ch'era della terra di nessuno, e veniva a portare ossequi di Re che avevano preferito non avere nome, e sull'armatura non portava alcuno stendardo. Purché povera, liscia come il suo cavaliere, aveva l'elmo portato dritto, come gli uomini non facevano più, lasciava cadere lunghi capelli biondi, d'un buon guerriero, che se non era il Divo Apollo poteva essere Baldr**, e se non lui, Heimdall**.





Note:
*In spagnolo Azucar, Zucchero, è una parola che deriva dall'Arabo!
** Baldr (Baldur) è un dio norreno appartenente alla stirpe degli Aesir, secondogenito di Odino e Frigg, la cui consorte è Nanna. Mantiene un collegamento stretto col sole, si ritiene sia il più bello tra gli déi.
Heimdall ( da cui "mondo" e forse "luminoso") è il dio della sorveglianza della mitologia norrena, a guardia del ponte  Bifröst. Se qualche pericolo minaccia Ásgarðr, suona il Gjallarhorn, un corno portentoso il cui suono raggiunge ogni luogo. I suoi sensi sono così acuti che può sentire l'erba crescere e può vedere la fine del mondo, nonostante sia dotato di un solo orecchio. Se volete informarvi di più, visitate la sua pagina wikia!

Ringraziamenti:
Sono arrivata al capitolo VENTI e ancora devo abituarmi all'idea: ho in realtà una moltitudine aberrate di vicende riguardanti i miei cari sporchi e rozzi, e sarò ben felice di continuarla. Grazie per l'interesse sinceramente dimostrato per la raccolta, grazie per il vostro coinvolgimento, è quanto di meglio potessi aspettarmi. Nel caso vi siano richieste, contattatemi, lasciatemi un commentino!
!!! Il Nome Roselind appartiene ad una mia amica, che mi regala la piacevolezza di poter ruolare con lei: Il capitolo va a Gigia, e ai sali per la sua Rose.

Buona serata,
Blacket. 
  
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