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Autore: BarbraGleekPotter    08/02/2017    0 recensioni
Cesare viene tradito dalla moglie Cornelia, e un'insolita compagnia si unisce per vendicare il suo onore: le dee Era, Atena, Selene, Afrodite, Artemide, gli dei Eros e Ares, e la regina Cleopatra, innamorata di Cesare.
Nota sui nomi:
1) Alcuni dei hanno il nome in greco e altri in latino semplicemente perché ho scelto il suono che mi piaceva di più.
2) La moglie adultera di Giulio Cesare in realtà non fu Cornelia Cinna Minore, ma Pompea Silla. Ho scelto di chiamarla Cornelia per pura ironia (per chi non la cogliesse da sé, è un nome che si presta bene ad una moglie fedifraga, hahaha!).
Genere: Introspettivo, Poesia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eterno ed etereo è questo amore
per te, mio Cesare, amico leale, 
che per saggezza sei imperatore
ed in bontà non hai alcun rivale.

La cattiveria non è un tuo difetto, 
né a trovartene tempo si sprechi,
e più mi dicono che sei imperfetto,
più io penso che sian tutti ciechi.

Dal cielo tu devi esser caduto, 
mandato da un angelo, chi lo sa...
Triste sarà chi lassù ti ha perduto, 
ma quanta gioia hai portato qua!

Omaggi ed onori a te sono porti, 
e l'avida serpe con occhi mesti
vede la speme e i ricordi morti, 
mentre tu immenso eri, e resti.

Cornelia, crudele, amante incapace
le vette d'Olimpo ha lesta scalato, 
ma ella di uomini è lupa vorace,
e il panorama non ha apprezzato.

L'ira di Era, moglie devota, 
conoscitrice di doglie di cuore,
per la sua furia è assai ben nota, 
e chi colpisce subito muore.

Minerva alla madre si è presto unita,
poiché di mente è la più scaltra,
mai un'azione lascia impunita
di chi preda vuole una e l'altra.

Ma chi più di Diana, dea cacciatrice, 
vuole saperne di prede ambite?
Offende con astio la meretrice
che causò a Cesare solo ferite.

E poich'egli è un essere celestiale,
all'intervento è pronta Selene; 
trasmette tutto il suo odio bestiale
a stelle alleate e notturne falene.

Con ogni mezzo al proprio fianco
si apprestan le dee alla battaglia;
ma chi di guerre non è mai stanco?
Chi dice Marte certo non sbaglia!

Il dolce Cupido abbassa la freccia;
al pari di Cesare egli è tradito.
L'amor di Cornelia non era che feccia,
e al dio l'inganno è poco gradito.

Infine Afrodite, che di beltà splende, 
certo la sfida coglier dovette; 
pan per focaccia ai rei si rende, 
e Cornelia langue, stretta fra sette.

Della vendetta non se ne giova
Cesare il buono, di gentil spirto; 
non d'altrettanta virtù dà prova
lei, incoronata di alloro e mirto:

Cleopatra, sovrana del regno di sabbia,
che brucia per Cesare di passione,
può finalmente sfogar la sua rabbia, 
assieme ad invidia e frustrazione.

Cornelia vede qui giunger la fine
dei suoi bei giorni da lussuriosa;
conscia d'aver superato il confine,
trova una scusa per ogni cosa.

Era, Minerva, Selene e Diana:
"Non intendiamo prestare ascolto
alle parole di una puttana
che dell'amore non ne sa molto".

Marte, impaziente, batte le mani;
tempo da perdere non ne ha.
"Mentre attendiamo si fa domani,
ed impunita Cornelia va".

Cupido è mosso da compassione, 
ed altrettanto la bella Venere, 
ma gli altri mettono loro pressione, 
e Cornelia insieme riducono in cenere.

"Ora è il momento!" Cleopatra gioisce,
"Cesare presto potrà sposarmi",
ma c'è qualcosa che non capisce:
morto il carnefice, vive le armi.

"Cornelia mi era un tesoro caro, 
e senza lei diventerò matto"
confessa Cesare in tono amaro.
"Come riprendersi un dado tratto?"

Attoniti sono gli dei rimasti,
riuniti in gruppo per quell'ingrato
che lancia ingiurie e motti nefasti
a chi dell'amore lo ha privato.

"Osi un po' troppo, imperatore"
lo avverte Marte, iroso d'istinto.
"Quando sarà placato il dolore, 
del nostro buon esito sarai convinto."

"Se un assassinio si può perdonare,
perché non anche un tradimento?"
Cesare insiste a domandare,
scosso da brividi ed un lamento.

"Oh re dei re" lo culla Selene, 
"per questo lutto non disperare.
Vedrai molti soli e lune piene, 
ed altri amori ti potran consolare".

Allorché ecco Cleopatra che avanza, 
adorna di fiori, mirto ed alloro, 
piena di voglie e di speranza 
d'avere con Cesare un futuro d'oro.

"A lungo in attesa sono rimasta"
dice la bella e fiera regina, 
"per te mi sono tenuta casta
di corpo e di cuore da che ero bambina.

Eterno ed etereo è questo amore
per te, mio Cesare, amico leale.
Non merito dunque un premio, signore?
Lascia che un bacio curi ogni male".

Poggia Cleopatra le labbra rosse
su quelle del suo amato sovrano.
Egli avverte nel cuore le scosse:
Cornelia è già un ricordo lontano...
   
 
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