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Autore: Altair13Sirio    09/02/2017    2 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Gioia poteva finalmente rilassarsi e tirare un sospiro di sollievo. Lasciò andare i comandi della console e si voltò verso le altre emozioni dietro di lei, che la guardavano stupefatte. Rivolse a tutti loro un sorriso incoraggiante, quasi a chiedere cosa ci fosse di tanto incredibile.
<< E quindi… Fino ad ora, tutto quello che Riley ha sempre voluto è stato… Rivedere mamma e papà? >> Fece Paura con sguardo basso, pensieroso.
<< Ma allora perché non lo ha mai detto? >> Chiese Rabbia confuso. Gioia si staccò dalla console dei comandi a cui si era appoggiata e si mise a spiegare con calma.
<< Perché i suoi desideri sono sempre rimasti nascosti, accantonati da quella determinazione ad andare avanti nonostante tutto… >> Fece una pausa per mostrare con un gesto del braccio la macchina da cui uscivano i ricordi di Riley. << Non volendo vedere altri modi, Riley si è convinta di stare facendo la cosa giusta e ha pensato che, per assicurare il proprio bene, dovesse ignorare i suoi desideri. >>
Dopo la spiegazione di Gioia, Rabbia si mise una mano sul petto. << Vuoi dire che io ho ignorato i suoi desideri, credendo di fare il suo bene… >> Mormorò con sguardo perso, rassegnato.
Gioia fece roteare la testa sorridendo leggermente; adesso sembrava un'altra persona, spensierata e sicura di sé. << In realtà, tutti noi abbiamo contribuito a ciò… Alla fine tu sei stato il più coraggioso nel prenderti la responsabilità di governare Riley in un momento così difficile! >> Lo sguardo di Rabbia cambiò dopo che Gioia gli ebbe detto questo; non più triste e abbattuto, come chi si rende conto di aver fatto un grosso errore, ma pieno di gratitudine verso chi gli aveva mostrato la verità.
<< Ma se il suo desiderio era tornare indietro sin da subito, perché tu e Tristezza non siete riuscite a fermarla? >> Chiese Disgusto facendo la sua entrata nella discussione. Questa volta fu la piccola Tristezza a rispondere.
<< Riley era debole, nel suo cuore albergava una ferita impossibile da rimarginare con le nostre sole forze… Non siamo riuscite a farle cambiare idea in tempo, perché sia lei che noi pensavamo che fosse troppo tardi. >> Si voltò a guardare lo schermo dove si potevano intravedere i genitori di Riley che abbracciavano con amore la loro bambina ritrovata. << Avevamo bisogno di aiuto… >>
<< E lo abbiamo trovato! >> Disse Gioia con eccitazione nella voce. << Non ce ne siamo accorti subito, ma a poco a poco abbiamo riunito un gruppo di amici che ci hanno sempre supportato e aiutato nei momenti difficili. Quando poi è arrivato Andy, io ho sentito come se qualcosa si fosse acceso dentro di me… >> Si portò le mani unite al petto. << E, anche se avete affermato il contrario, credo che anche in voi sia accaduto lo stesso… >>
Rabbia e Disgusto si guardarono increduli negli occhi, mentre Paura sembrava soprappensiero ascoltando la spiegazione di Gioia. << E' plausibile. >> Disse a un certo punto attirando l'attenzione delle due emozioni accanto a lui. << Pur non volendo mettermi nei guai, anche io ho pensato che ci fosse qualcosa di "bello" nel fatto che Riley sognasse Andy, la notte… >>
<< Quello era il pensiero di tutti. E tutti noi volevamo la stessa cosa, inconsciamente: tornare a casa. >> Esordì Tristezza sorridendo con delicatezza.
Quando Tristezza ebbe pronunciato quelle parole, ci furono dei mormorii confusi tra le altre emozioni; sembrava quasi che fossero spaventati da quell’idea.
<< Tornare a casa? >>
<< E che succederà qui? >>
<< Dovremmo lasciare tutto così? >>
Vedendo che regnava ancora un po’ di confusione e incertezza, Gioia si sentì in dovere di intervenire per spiegare le cose:<< Ragazzi, i genitori di Riley sono venuti per noi, per riportarci a casa… Ormai dobbiamo accettare il fatto che non si può tornare a vivere come prima, dobbiamo accettare quello che ci viene incontro e andare avanti, magari trovando un compromesso… >>
Rabbia prese la parola con in viso un’espressione leggermente infastidita. << Vuol dire che tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora è stato inutile? >>
Gioia scosse rapidamente la testa per rassicurarlo. << Assolutamente no! E’ grazie a questo lavoro di tre anni che oggi Riley può riabbracciare i suoi genitori. E’ grazie a voi se Riley ha avuto degli amici forti che non l’hanno abbandonata! >> E detto questo puntò un dito contro Rabbia, intendendo anche Disgusto e Paura nel suo discorso.
Non potevano far finta che fosse finita e lasciarsi alle spalle quei tre anni che avevano vissuto lì, ma nemmeno permettere che quel sentimento di insoddisfazione che li aveva guidati lì tornasse a presentarsi. Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto dovevano collaborare per far andare avanti Riley, senza mai dimenticare la strada che avevano percorso, i pericoli che avevano corso e le avventure che avevano vissuto assieme ai loro amici, come già era successo…
<< Ora vi chiedo di restare con me, di lavorare insieme per poter dare a Riley la vita felice che si merita e non farle fare mai più le scelte sbagliate… >> Chiese Gioia allargando le braccia come per accogliere le altre emozioni.
Rabbia, in tutto questo, incrociò le braccia e abbassò lo sguardo con poca convinzione. << Non sarà che finirai per fare tutto da sola, come una volta? >>
Accusata di quello, Gioia tentò subito di difendersi. << No! Non potrei mai farcela, ormai l’ho capito. E’ solo grazie a Tristezza se sono riuscita a convincere Riley a seguire i suoi veri sentimenti, e se vogliamo andare avanti senza doverci ritrovare al punto di partenza, a risolvere i problemi causati dalle nostre scelte errate, dobbiamo collaborare! >>
Ci fu un grande silenzio nel Quartier Generale. Per un pezzo, nessuno disse nulla; Rabbia si limitò a guardare Gioia con occhi pieni di scetticismo, braccia conserte e petto in fuori per dare un senso di sicurezza, mentre accanto a lui Paura e Disgusto facevano andare gli sguardi da lui a Gioia, curiosi di conoscere la sua risposta e al tempo stesso a riflettere su qualche risposta avrebbero dovuto dare loro stessi. Alla fine Rabbia allargò le braccia sorridendo con furbizia e dicendo:<< Affare fatto! >>
Gioia lasciò andare un sospiro di sollievo, pieno anche di sorpresa per l’inaspettata cordialità dell’ometto rosso, che di solito era molto più difficile da convincere. Si avvicinò con leggerezza a lui comunicandogli quanto fosse felice di sapere che l’avrebbe appoggiata, ma lui la fermò parandole una delle sue grosse mani davanti. Tra lo stupore generale, il rosso focoso abbassò la mano mostrando un sorriso amichevole, offrendo una stretta a una Gioia un po’ stranita.
Quando Gioia accettò di stringere la mano di Rabbia, quello la afferrò senza preavviso e la strinse con forza dicendo:<< Bentornata, stellina! >> E incitando anche gli altri ad andare ad abbracciarla. Paura e Disgusto si unirono subito all’abbraccio di gruppo – che ironicamente era la cosa più odiata proprio da Rabbia – mentre Tristezza si unì a loro con più calma, avvicinandosi lentamente come al suo solito.
Mentre la stringevano con amorevolezza, mostrandole tutto il loro affetto e la loro felicità per il suo ritorno, Gioia non poté nascondere la commozione per quel loro gesto e si lasciò sfuggire qualche lacrima di felicità. << Grazie, ragazzi… >> Mormorò non riuscendo a muoversi per abbracciare in ritorno gli altri. << Non vi deluderò. >>
Mentre si stavano ancora abbracciando, una forte luce dorata proveniente dalla macchina dei ricordi illuminò il Quartier Generale. L’abbraccio di gruppo si sciolse e tutti rimasero uno affianco all’altro a guardare quella scena inaspettata; dai canali e dagli ingranaggi della macchina, scivolò con calma e solennità una sfera dorata, luminosa e contaminata da alcune macchie azzurre che vagavano al suo interno, mentre un ricordo di Riley vi si ripeteva all’infinito. La guardarono scivolare lentamente fino a colpire delicatamente un’altra sfera che era in fila assieme alle altre, in attesa di essere mandate agli archivi della memoria a lungo termine.
Le cinque emozioni variopinte rimasero a fissare quella piccola sfera in silenzio per molto tempo, incredule di ciò che fosse appena accaduto; ogni peletto dei loro corpi era rizzato dalla tensione e brillava di una debole luce dello stesso colore dell'emozione a cui apparteneva. Nessuno si aspettava che nascessero ancora altri ricordi, nuove sfere colorate formate da tinte di colori mai viste prima. Gioia meno di tutti si aspettava che fosse proprio un suo ricordo a venir fuori da lì, alla fine. Era vero che anche il ricordo che era nato quando Andy e gli altri erano arrivati a salvare Riley conteneva delle macchie dorate che lasciavano intendere che lei avesse fatto la sua parte, ma un intero ricordo d'oro con appena qualche accenno di blu di Tristezza non se lo sarebbe mai aspettato.
Nessuno si mosse per andare a prenderlo. Gioia non voleva andare a raccogliere il ricordo da sola, aveva paura; fu costretta a farlo quando Tristezza la spinse delicatamente dalla schiena, rivolgendole un sorriso benevolo. A quel punto cominciò ad avanzare con passetti incerti verso la macchina che aveva creato il ricordo, dove riposava assieme agli altri ricordi della giornata di Riley. Guardandosi intorno per cercare un modo di evitare quel confronto con il suo ricordo, alla ricerca di qualche sguardo amico delle altre emozioni, Gioia raggiunse il muro senza nemmeno accorgersene e quasi si spaventò al ritrovarsi davanti la sfera luminosa, pulsante come un cuore pieno di vita.
Nel vetro del ricordo si ripeteva all'infinito quel breve e intensissimo momento che era stato l'incontro di Riley con i suoi genitori, i loro sguardi sbigottiti, quei pochi sussurri che si erano scambiati, e infine il loro abbraccio commovente. Poi la scena si offuscava e ripartiva dall'inizio. Gioia prese con timore la sfera, facendo attenzione a non farsela scivolare dalle mani; per qualche motivo, quel ricordo le sembrò molto più pesante di tutti gli altri che aveva tenuto tra le mani.
Era di nuovo lì, era di nuovo nel Quartier Generale ad ammirare i ricordi di Riley, frutto del suo lavoro di ogni giorno, con gli occhi di una bambina piena di meraviglia e sogni. Era di nuovo quella vecchia Gioia spensierata e piena di idee, anche se ancora non se ne rendeva conto, ma evoluta, con una maggiore coscienza di sé… Non era più sola, ormai, come anche Riley. Sembrava quasi che non fosse cambiato niente da allora

Inspirando profondamente per richiamare a sé tutto il suo autocontrollo, Gioia si voltò verso gli altri e sorrise con coraggio. Quando tornò al centro della sala, tutti gli altri le si avvicinarono pieni di stupore per guardare meglio il nuovo ricordo di Riley.
<< E'… Un Ricordo Base? >> Chiese Paura incuriosito dall'aura che emetteva quella piccola sfera.
<< L'ultimo che mancava… >> Concluse Tristezza mentre la luce del Ricordo Base si rifletteva sulle lenti dei suoi occhiali neri. Sembrava quasi che lei sapesse già che quello sarebbe successo; sembrava che Tristezza avesse sempre saputo dall'inizio come sarebbe andata a finire quella storia. Gioia si voltò a sorriderle colma di gratitudine, sapendo che senza di lei non sarebbe mai riuscita a tornare lì e a salvare Riley; ebbe giusto il tempo di vedere il sorriso che le mandò lei in risposta, quando nella mente le balenò un pensiero.
<< OH! >> Esclamò sobbalzando. Lasciò il Ricordo Base a Paura accanto a lei e scappò nella sua casetta a prendere qualcosa che si era dimenticata. Un attimo dopo le emozioni la videro uscire da lì di corsa con una borsa tra le mani che dondolava in modo scomposto a ogni suo passo.
Gioia scivolò sul pavimento bianco del Quartier Generale e fece passare il palmo di una mano sopra a un piccolo cerchio posto non lontano dalla console dei comandi. Quello che venne fuori dal pavimento fu qualcosa che le altre emozioni avevano ormai dimenticato.
Il vano in cui andavano posti i Ricordi Base di Riley, quel piccolo rialzo cavo dalla forma circolare che aveva custodito sempre i Ricordi Base della loro bambina, adesso era vuoto. Gioia vuotò la sua borsa sul pavimento e si riversarono per terra numerose sfere dorate e altre singole di diversi colori: ce n'erano cinque dorate, poi una azzurra senza contare quella che teneva Tristezza da dopo del salvataggio di Riley, una rossa che era quella nata dopo la sfuriata di Riley con Andy, una verde, formatasi dopo che Riley aveva baciato Andy, e una violetta, che era nata quando la ragazza si era risvegliata di soprassalto da quell'incubo spaventoso; né Rabbia né Disgusto sapevano niente di quei due ultimi ricordi. Rimbalzarono producendo dei suoni secchi e rotolarono un po' sul pavimento, prima che Gioia le raccogliesse tutte e le distribuisse ai suoi amici: due a ognuno di loro, che tennero senza fare storie nelle mani, ma senza nemmeno nascondere la loro perplessità.
Quando Gioia si fu messa di fronte al vano dei Ricordi Base, disse:<< C'è ancora una cosa da fare… >> Bisognava rimettere tutto a posto. Lei era pronta, e anche loro; non fu necessario dire altro e quando lei ebbe allungato le mani con le due sfere che aveva contribuito a creare verso la pedana, gli altri seguirono i suoi movimenti infilando con enfasi i ricordi nel vano.
Non appena tutte le sfere colorate si furono posizionate nel vano rialzato, questo si illuminò e cominciò a calare nel pavimento. Con pazienza, ma trepidante, Gioia unì le mani davanti al petto sperando che quella cosa funzionasse e rivolse gli occhi speranzosi verso le grandi finestre che davano sul Baratro della Memoria. Dopo alcuni istanti passati a sperare, la stellina neanche prestò attenzione alle luci che attraversarono tutto il pavimento, salendo lungo le pareti e lasciando il Quartier Generale dal soffitto per andare a incanalarsi nei ponti che si sarebbero formati di seguito; ma non appena vide formarsi una piccola isoletta su una sponda del baratro, minuscola e distante, non riuscì a trattenere i propri salti e le urla di felicità che lanciò. Un attimo dopo si formarono altre isolette attorno a quella prima isola, e poi altre ancora tutto intorno al Quartier Generale, luminose e piene di vita, colorate e dall'aria invitante… Erano dieci, come i Ricordi Base di Riley, e finalmente erano operative e pronte a dare tanti spunti e idee a Riley, a farla divertire e a farla stare bene con i suoi amici.
<< Ha funzionato! >> Esclamò Rabbia incredulo guardando fuori dalle finestre. << Le isole della personalità sono tornate! >>
<< Brava Gioia! >> Paura si mise a battere le mani alla stellina, mentre Disgusto sorrideva compiaciuta alla vista di un'isola particolarmente di suo gradimento.
Gioia si affrettò a non prendersi tutto il merito. << Oh, no… Non è stato grazie a me, ma a tutti voi! >> Disse voltandosi verso l'interno del Quartier Generale e indicando il punto dove avevano messo i Ricordi Base. << Quei Ricordi non erano solo miei, o di Tristezza, o di qualcun altro… Erano di tutti noi. Li abbiamo forgiati tutti assieme, con Riley. >>
<< E anche con Andy. >> Aggiunse a un certo punto Tristezza, che si mise in mezzo.
Gioia la guardò perplessa, come anche gli altri. << Che vuoi dire? >> Le chiese con calma.
Tristezza non si lasciò attendere molto. << Tutti i Ricordi Base nati negli ultimi giorni hanno a che fare con Andy. Pensateci: Riley ha avuto quel brutto sogno dopo essere scappata assieme a Andy, ha baciato Andy per nascondersi da Duncan, e il ricordo di Rabbia è incentrato proprio su di lui. >> Fece una pausa per lasciar loro il tempo di realizzare il tutto. << Il ricordo che abbiamo creato quando era prigioniera era rivolto in parte a lui, mentre è solo grazie a Andy se abbiamo potuto abbracciare i nostri genitori di nuovo! Sin da quando lo abbiamo incontrato la prima volta, per strada, Andy ha suscitato in Riley emozioni nuove che non provava da tantissimo tempo! >>
Ora capivano cosa voleva dire. Capivano tutti cosa significasse tutto quello. Andy aveva aiutato Riley, per quale motivo non gli era dato saperlo; forse era un angelo arrivato a salvarla, oppure si era trattato semplicemente di una serie di casualità…
Destino. Questa parola aleggiò nella mente di Gioia quando si voltò a guardare quel nuovo spettacolo che si stagliava tutto intorno al Quartier Generale, chiudendo gli occhi mentre le sue pupille si posavano per un attimo sul sole della mente di Riley. Sorrise.
<< Comunque sia… >> Mormorò attirando l'attenzione di tutti. Le altre emozioni si voltarono come lei per ammirare le nuove isole della personalità di Riley assieme a quelle rinate dai vecchi Ricordi Base.
C'era ancora tanto lavoro da fare. Dovevano scoprire quale fosse lo scopo delle nuove isole e rimettere in moto tutto quello che era stato lasciato fermo per tutto quel tempo; gli studios dei sogni avrebbero riaperto e gli archivi della memoria a lungo termine si sarebbero di nuovo riempiti di ricordi colorati e felici, mentre quei brutti e tetri ricordi grigi sarebbero caduti nel baratro della memoria, o forse no e avrebbero acquistato a loro volta colore… E avrebbero fatto tutto quel lavoro insieme, come una squadra, senza più litigare o tentare di fare pazzie come in passato, perché finalmente avevano ritrovano l'armonia, finalmente erano felici. Per tutto quello, per la nuova vita della loro bambina, c'era una persona in particolare che andava ringraziata:<< Grazie un mondo, Andy. >>
   
 
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