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Autore: Story_of_a_Joke    09/02/2017    1 recensioni
Caro Bruce,
Se stai leggendo questa lettera, vuol dire... che è troppo tardi...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Batjokes'
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Caro Bruce,

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire... che è troppo tardi.

C'era una cosa che ti volevo dire. 
Una cosa molto importante.

Ti amo Bruce.

Mi viene da ridere solo pensando alla tua faccia nel leggere queste parole.

Non ci credi? Io, amare te? Sì.

Tutte quelle volte che mi guardavi negli occhi, pronto ad ammazzarmi... tutte quelle volte che mi hai riportato ad Arkham....

E quando ci siamo messi a ridere sotto la pioggia... insieme, per la prima volta...

In quei momenti dovevo usare tutta la mia forza di volontà per non gridare al mondo che ero pazzo, sì, ma di te.

Certo, dirtelo adesso è un po' strano, non credi?

È evidente il perché non te l'ho mai detto: come potrei parlare di una cosa così importante ad una persona che appena apro bocca mi prende a pugni?!

E poi, come avrei potuto sopportare un tuo rifiuto? Non sarei più riuscito a guardarti in faccia e scoppiare a ridere.
Mi sarei solo messo a piangere...

Voglio farti una domanda, Bruce.
Perché non mi hai mai ucciso? Ne hai avuto migliaia di volte la possibilità, ma non l'hai mai fatto.
Perché? Forse perché anche il tuo non è odio?

 

Tu mi hai stravolto la vita.

Non è buffo... che un piccolo incontro... sia in grado di spaccare frammenti del tuo passato... deformando i tuoi ricordi... la tua persona... fino a farti ripensare alla tua intera identità?
E mentre realizzi quanto è assurdo tutto questo... le tue risate risuonano tra le mura della tua stessa vacuità...

 

Le nostre strade si intrecciano, mio caro Bruce.

Io, un uomo impazzito per una ragione che... beh... forse non lo sa più nemmeno lui!
Tu, che hai perso i tuoi genitori e ora fai di tutto per difendere questa città. Questa città che ti sta ripagando odiandoti. 
Dimmi la verità: hai mai pensato di vendicarti?

Noi, così diversi eppure così simili.

Vedi, noi potremmo aver avuto le nostre differenze, ma io e te... noi siamo fatti l'uno per l'altro.

 

Promettimi una cosa, ti prego: una volta che le avrai trovate, non buttare via le mie parole. Promettimi che non ti dimenticherai di me.

E, per favore, sorridi sempre. Vivi felice, amore mio. Non ascoltare gli altri.

E promettimi che niente più al mondo ti farà smettere di sorridere.
Che niente più al mondo ti farà sentire solo, come mi sono sentito io.
Che niente più al mondo ti farà perdere quel barlume di sanità mentale che ti rimane, facendoti provare odio e un'insaziabile sete di vendetta, come è successo a me.

Promettimelo, Bruce. Promettimi che non mi dimenticherai.
Promettimi... che vivrai la vita che io non sono riuscito a vivere.

Non ti consegnerò mai questa lettera, Bruce. Sta a te trovarla.

Arrivederci all'altra sponda, mio caro.

Con affetto,

Joker.

 

 

 

Bruce è fermo, al centro della stanza.

Non capisce come sia possibile che delle persone che dovrebbero essere curate siano tenute in stanze così piccole, dove si può a mala pena respirare.

Un cuore intagliato con chissà cosa sulla parete racchiude un segno e due lettere, "J+B".

E' impressionante quanto sia ordinata questa stanza. Anche se forse sarebbe meglio non fosse così... vorrebbe dire che la occupa ancora qualcuno...

Si avvicina alla finestra, con passo lento.

"Arkham Asylum", ecco cosa si legge sul cancello che porta fuori da questo posto.

L'uomo sospira, con sguardo malinconico.

Il viso è spento. Sembra che il sorriso non sia intenzionato a tornare.

Si siede sul letto, nascondendo il volto tra le mani.

Non sa neppure lui perché è lì.

Quando ad Arkham un paziente muore, qualcuno a lui vicino va a prendere nell'edificio le poche cose rimaste del defunto.

E, no. Bruce non doveva essere qui.

Non è nessuno per quell'uomo
Ma è anche l'unica persona che gli era rimasta.
Uno strano ragionamento, non è vero?

Alza lo sguardo. Forse sarebbe stato meglio se non fosse venuto qui.

O forse sarebbe stato meglio se lui... non se ne fosse andato.

Guardandosi in torno, nota che il terzo cassetto del minuscolo comodino accanto al letto è aperto.

Lentamente, si alza, per andare a controllare.

Mette la mano sulla maniglia, deciso ad aprire completamente il cassetto.

All'interno di esso, c'è solo un apparente pezzo di carta.

Bruce, titubante, lo afferra.

E' la busta di una lettera, con su scritto, in un elegante calligrafia color del sangue, il nome di Bruce.

 

 

FINE

   
 
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