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Autore: HarleyHearts    09/02/2017    0 recensioni
(...)
- La vedi com'è lucida e pulita? Quella statua è quasi nuova. Avrà, sì e no, un paio di anni se non di meno! -
Il ragazzo non riusciva ancora a capire cosa volesse dirgli la sorella - Sai cosa vuol dire? -
Quella domanda stava iniziando a fargli saltare i nervi e farlo innervosire non poco; veramente.
- Che l'hanno ristrutturata? - la sorella scosse la testa - Dio, Emma. Parla! Cosa diavolo vuol dire quella statua? -
- Quella statua non ha bisogno di essere ristrutturata perchè è nuova, Hugo! Nuova -
Finalmente, nella testa del giovane corvino si accese una lampadina.
Finalmente, aveva capito cosa Emma cercava di dirgli da una quindicina di minuti buoni.
Sgranò gli occhi verdi, e riportò lo sguardo verso il parco sconvolto.
Aveva funzionato.
Il loro piano aveva funzionato.
(...)
- Storia presente anche su Wattpad -
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ladybug & Chat Noir stories'
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capitolo 3
Capitolo 3

- Solo a me preoccupa come abbia fatto, quella vecchia tartaruga, a procurarci in poche ore dei documenti falsi nuovi di zecca? Non è che possiede un passato da malavitoso e noi non ne sappiamo niente? -
Emma scocchiò la lingua infastidita, lanciando un'occhiataccia al fratello al suo fianco.
Certe volte sapeva dire delle vere stupidaggini, senza rendersene nemmeno conto.
- Puoi cercare di non trovare il pelo nell'uovo per un volta tanto, Hugo? - gli chiese lei, con velato sarcasmo - L'importante adesso è che abbiamo i documenti, per poterci infiltrare a scuola -
Erano da poco le 7:30 del mattino, e i due fratelli si stavano dirigendo a piedi verso quella che, in quel tempo, era stata la scuola dei loro genitori. Il posto dove si erano conosciuti, e che aveva visto sbocciare il loro tenero amore.
- Ma solo io sono preoccupato? - strillò quasi il ragazzo dagli occhi verdi, osservando allibito la bionda - Non ci tengo a passare le nostre restanti ore, dentro una cella di una prigione - aggiunse, subito dopo.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, in un'espressione alquanto esasperata, e si fermò di botto, voltandosi verso il fratello minore che camminava dietro di lei.
- Non dire stupidaggini, cretino! Nessuno finirà in prigione, men che meno noi due. Il piano è semplice: entriamo a scuola, ci infiltriamo tra gli studenti e troviamo mamma e papà. Una volta trovati gli parleremo con calma, e spiegheremo tutta la situazione -
Secondo il corvino, Emma la stava facendo davvero molto più semplice di quello che era in realtà, e non si trattenne dal farglielo notare.
- E che intenzioni hai, scusami? Andare da loro e dire loro "Salve! Siamo i vostri figli minori, venuti dal futuro per conoscervi. Vi va una tazza di the con dei biscotti?" - le domandò, con marcato sarcasmo, scimmiottando il suo tono di voce.
- Lo sai che papà preferisce i croissant -  gli fece notare invece la bionda, seria.
Sembrava non aver nemmeno ascoltato la parte iniziale della frase; o almeno, fece finta di non averla ascoltata.
- Io non ci vedo niente di male, Hugo. Tanto tutto quello che gli diremo noi, durante la nostra permanenza, lo dimenticheranno. Possiamo dirgli quello che vogliamo, e possiamo stare tranquilli su questo. E poi... siamo arrivati negli anni post-Papillon. Mamma e papà hanno già combattuto con il nonno, ed hanno scoperto le loro rispettive doppie identità. Non abbiamo niente di cui temere! - esclamò poi, con un ampio sorriso in volto e gli occhi verdi che le brillavano di una strana luce.
Anche quando ripresero a camminare, il corvino continuò a restare non completamente tranquillo sulla faccenda.
Certo, avevano scelto con cura il momento storico in cui andare, ma il ragazzo continuava ad avere una spiacevole sensazione addosso.
Come un piccolo allarme che continuava a suonargli nella mente; a cui però non sapeva dare un perchè certo.
Hugo si ritrovò a scuotere leggermente la testa.
Forse era solo la sua immaginazione che gli giocava brutti scherzi per la stanchezza.
Purtroppo, non era così, e se ne sarebbero accorti molto più avanti.
I due fratelli arrivarono molto presto a scuola, tanto da trovare solo pochi professori in giro per la struttura.
- Fai parlare me, e seguimi. Ho un piano - gli sussurrò Emma, poco prima di fargli uno scherzoso occhiolino e tirarlo per la manica della giacca.
- Non mi sono mai piaciuti i tuoi piani... - gemette, con una smorfia in volto.


Con due ampi sorrisi stampati in volto, e un velo di sudore freddo ad imperlare le loro fronti, i fratelli Agreste attendevano una qualsiasi parola da parte del preside, comodamente seduto dietro alla spessa scrivania in legno scuro.
Tra le mani teneva due fascicoli, che sfogliava di tanto in tanto, spostando per pochi secondi gli occhi dai due giovani.
- Hugo ed Emma Noir... - lesse ad alta voce l'uomo - Vedo che avete cambiato scuola quasi... cinque volte. Come mai, se posso domandarvelo? -
- I nostri genitori viaggiano molto - inventò rapido Hugo, sperando insieme alla sorella che quella scusa funzionasse.
Il preside riportò lo sguardo sui due fascicoli, e corrugò la fronte.
I due fratelli ripresero a sudare freddo.
- C'è... - la bionda deglutì - C'è qualche problema? - domandò lieve, sporgendosi appena per sbirciare i fogli pinzati, evidentemente preoccupata.
- Qualche problema? - domandò l'uomo dalla folta barba - Assolutamente no! - esclamò subito dopo, con un ampio e caldo sorriso a rassicurarli.
- I vostri fascicoli sono a dir poco impeccabili. Il nostro istituto è solo che ben lieto di poter accettare l'iscrizione di due giovini così talentuosi -
I due ripresero a sudare freddo, con i sorrisi ancora fermi e congelati sui loro volti.
Non erano sicuri se sarebbero stati capaci di resistere ancora per molto; iniziavano a non sentire più le mascelle.
Forse, dopo aver superato quel momento, non sarebbero più stati capaci di utilizzarle come una volta.
Forse, sarebbero potute essere molte di più le cose che non avrebbero più potuto fare alla medesima maniera dopo quell'esperienza.
Chi poteva saperlo dopotutto?
Il direttore del liceo si prorogò in un lungo, ed assai esaustivo per Hugo, discorso in cui non fece altro che parlare bene della struttura, dei docenti presenti e su come si sarebbero sentiti perfettamente a loro agio in quell'ambiente trasudante di serenità e conoscenza. Alla fine i due poveri fratelli dovettero attendere ancora molto prima di poter uscire da quell'ufficio, ormai diventato quasi soffocante, per poi venire scortati verso quella che sarebbe diventata la loro aula, per le restanti ore che gli rimanevano in quell'epoca.
Stranamente, sembrava andare tutto secondo i piani di Emma, ed Hugo faticava a crederlo possibile.
La situazione era davvero più strana di quello che poteva sembrare, ed Hugo non riusciva a togliersi dalla testa quel campanello d'allarme.
C'era davvero qualcosa che non andava.



ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
E dopo una vita riesco ad aggiornare ;-; sono felicia come Licia.
In questo ultimo periodo mi sono successe un sacco di cose, così tante che fatico a credere che siano successe tutte in così breve tempo, e c'è ne sono altrettante che ancora devo fare.
Devo ancora andare a fare il test per la teoria della patente ç-ç (ma il problema è che sono una personcina pigra e mi dimentico ogni volta), devo prepararmi per il test d'ammissione in Uni (ansia ansia) e studiare ovviamente per la scuola vista l'ormai incombente MATURITÀ (alias la morte).
Il pensiero poi che devo aggiornare ancora un botto di roba mi fa stare male ;-; mi sento una persona orribile che vi trascura.
Ma comunque... Ci siamo quasi. Manca pochissimo, ed i nostri protagonisti incontreranno finalmente i loro giovani genitori :3 Come pensate reagiranno?
Devo dire che questa parte mi ha fatto un po' penare. Penso di non aver mai cancellato e riscritto pezzi di capitolo così tante volte come per questa storia XD
Spero vivamente che il capitolino vi sia piaciuto :3
tanti bacini zuccherosi a tutti voi
- Harley











   
 
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