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Autore: Oducchan    11/02/2017    0 recensioni
Inui corrugò la fronte, studiando con attenzione la sfilza di pagine fittamente scritte che si trovava davanti. Poi scostò lo sguardo sull’altrettanto spessa pila di grafici e di calcoli che stava accatastata su un lato della sua scrivania.
Era giunto il momento di determinare l’importanza di essere un tensai.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sadaharo Inui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: The importance of being a tensai
Fandom: Prince of tennis

Personaggi: Inui Sadaharu, Oshitari Yuushi, Marui Bunta, Zaizen Hikaru, Fuji Shuusuke, vari ed eventuali (Atobe, Jackal, Yanagi, Akaya, Shiraishi e la Seigaku)
Pairing: nn
Genere: generale, commedia
Avvisi: what if, leggero OOC

Rating: giallo
Conteggio parole: in totale tra tutti e cinque i capitoli sono 6512
Note: 

Penso che sia la cosa più lunga, ma sopratutto quella che ho scritto in meno tempo, della mia vita. Qui lo dico e qui lo nego: non voglio più scrivere nulla di Fuji!centric. Mai. Più. 
Per il COW-T, prompt "genialità"
(Ci sono tonnellate di note che dovrei mettere ma non ho tempo, e soprattutto non interessano a nessuno. Goodbye XD)


The importance of being a tensai
 
Tensai 4: Triple Counter, ukete miru kai?
L’indomani mattina, Inui prese un grosso respiro e varcò i cancelli di ingresso della propria scuola, ragionando su come comportarsi. Se Oshitari era stato abbastanza prevedibile, se Marui Bunta si era rivelato fonte di alcune sorprese, e se nulla aveva potuto ricavare da Zaizen Hikaru, l’ultimo nome rimasto sulla sua lista era sicuramente l’esponente più difficile e terribile da analizzare. E non perché certi suoi comportamenti o certi sorrisini lo facevano rabbrividire  fin nel midollo per la minaccia insita che rappresentavano alla sua incolumità personale, bensì perché pareva che essere elusivo e in delineabile facesse parte della natura stessa di Fuji Shuusuke.
E rimuginando su questi pensieri, entrò negli spogliatoi per iniziare a cambiarsi e ad indossare l’uniforme.
 
Fuji Shuusuke sorrise, mettendo piede sui campi da tennis della Seishun Gakuen. Era una splendida giornata di sole, il cielo era terso senza nemmeno una nuvola, l’aria era secca e ideale per la crescita dei suoi cacti, e sua sorella gli aveva letto il palmo della mano mentre facevano colazione, preannunciandogli che per lui quella sarebbe stata una mattinata proficua e un altrettanto interessante pomeriggio.
E dal momento che Fuji Shuusuke stava sorridendo soddisfatto, l’intero club di tennis finì presa del terrore.
-Cosa stai macchinando, Fujiko?- pigolò Eiji, indietreggiando di un paio di passi. Sia Momoshiro che Kaidoh si portarono a distanza di sicurezza (trascinando Echizen con loro, che per quanto avesse subodorato un sentore di pericolo, era abbastanza scemo da finire in pasto al leone pur di non perdere occasione di provocarlo) per evitare di finire nel suo raggio d’azione. L’unico che parve essere totalmente ignaro che qualcosa non stesse andando per il verso giusto era Taka-san, che d’altro canto non aveva ancora preso in mano la sua racchetta e che da pura anima santa qual era stava aiutando i kohai a sistemare le reti.
-Nulla, Eiji. Penso soltanto che questa sia la giornata ideale per fare esercizio con i miei Counter- rispose il genio della Seigaku. E per confermare le sue parole, aprì gli occhi, indirizzando uno sguardo dei suoi glaciali occhi azzurri all’indirizzo dell’unico membro dei regular che era sgattaiolato quatto quatto fuori dagli spogliatoi cercando di non farsi notare. Ma che a quelle parole aveva subito drizzato, suo malgrado, le orecchie.
-Oh. Wow. Fantastico. Però, ecco… io e Oishi non possiamo aiutarti. Dobbiamo… lo sai, fare cose per il nostro doppio. Cose da doppi, ecco- rispose Eiji, acchiappando al volo il gomito di Oishi e spintonandolo verso il primo campo disponibile.
-Non ti preoccupare, ci penserà Taka-san ad aiutarmi. Vero, Taka-san?-
-Cos…io? Ma Fuji, io non sono…- provò a smarcarsi il ragazzo, arrossendo appena. Ci fu un fuggi fuggi generale non appena fu chiaro che nessuno in particolare tranne il futuro erede del Kawamura sushi sarebbe stato oggetto dello sfogo di qualunque stato d’animo avesse turbato il tensai.
Fuji, ovviamente, non stette a sentire ragioni.
-Non dire sciocchezze, Taka-san. Tu sei bravissimo, e la tua forza è proprio quello che mi serve per limare al meglio i miei colpi speciali. Ecco, tieni- concluse, pescando dalla borsa dell’altro la sua racchetta e infilandogliela in mano.
La reazione non si fece attendere.
-YOOOOOOH! COME ON FUJIKO LET’S GO! I’M BURNIIIIIIING!- tuonò infatti Kawamura, sbandierando a destra e a manca la sua arma, pronto probabilmente a radere al suolo qualsiasi avversario. Fuji si limitò a nascondere una risatina dietro la mano, l’immagine apparente del candore e dell’innocenza.
-Oh, Taka-san, non cambiare mai- trillò solare, prima di andare a prendere posizione e a trucidare con perfezione millimetrica il suo compagno di squadra.
 
 
Inui emerse dall’ombra di uno dei cespugli che cintavano i campi da tennis, tutto sommato soddisfatto. I dati che aveva estrapolato dall’allenamento di Fuji erano abbastanza consistenti e in linea con quelli che nel corso degli ultimi tre anni aveva diligentemente impilato. Il genio della Seigaku poteva anche sbandierare di celare costantemente il vero livello delle sue abilità, ma Inui non avrebbe avuto problemi a determinare con precisione certosina fino a che punto l’altro sarebbe riuscito a…
-Inui-
Presò di sprovvista, Inui fece un balzo, fermandosi giusto un centimetro prima di andare a sbattere in Tezuka. Il capitano lo stava guardando in silenzio, le braccia incrociate sul petto e un’espressione severa in viso.
-Te…Tezuka- rispose il dataman, iniziando a calcolare febbrilmente le possibilità di poter sfuggire indenne dall’incontro. Purtroppo per lui, ottenne soltanto cifre molto prossime allo zero.
-Vedo che ti sei completamente ripreso- continuò il capitano, senza battere ciglio. Inui, ricordandosi a malapena di quale fosse stata la scusa con cui si era avventurato a studiare le altre scuole, si limitò ad annuire, non volendo osare a rispondere a parole.
Tezuka lo fissò per un altro minuto intero, senza proferir parola. Alla fine, proprio quando Inui iniziava a considerare che forse quell’1% di probabilità che aveva di cavarsela forse era un dato da rivedere, allungò tutto un braccio verso l’edificio scolastico.
-Duecento giri. Adesso. E che sia l’ultima volta che ti permetti di saltare gli allenamenti, o chiederò a Ryuuzaki sensei di sollevarti dalla tua posizione di regular-
Discutere sarebbe stato inutile. Con un rassegnato cenno di assenso, Inui abbandonò il suo quaderno e si mise a correre verso il tramonto.
 
Poco distante, Fuji sorrise, picchiettando blandamente sulla schiena di un Taka-san ansimante e riverso a terra. Decisamente una mattinata interessante. Ora che ci pensava, finché la sorte gli arrideva, avrebbe potuto convincere Yuuta a trascorrere il weekend a casa e a stare un po’ in sua compagnia…
Il vento gli accarezzò giocoso i capelli castani, scompigliandoli appena. Gran parte dei suoi compagni di squadra si chiese da dove diavolo arrivasse quella folata improvvisa, dal momento che non c’era un nuvoletta a pagarla, ma non lui. Sostenendo Kawamura per un braccio si incamminò con lui verso le fontanelle, con un piccolo ghigno compiaciuto rivolto alla figura che si affannava a correre in lontananza. 
   
 
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