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Autore: Oducchan    11/02/2017    0 recensioni
Inui corrugò la fronte, studiando con attenzione la sfilza di pagine fittamente scritte che si trovava davanti. Poi scostò lo sguardo sull’altrettanto spessa pila di grafici e di calcoli che stava accatastata su un lato della sua scrivania.
Era giunto il momento di determinare l’importanza di essere un tensai.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sadaharo Inui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: The importance of being a tensai
Fandom: Prince of tennis

Personaggi: Inui Sadaharu, Oshitari Yuushi, Marui Bunta, Zaizen Hikaru, Fuji Shuusuke, vari ed eventuali (Atobe, Jackal, Yanagi, Akaya, Shiraishi e la Seigaku)
Pairing: nn
Genere: generale, commedia
Avvisi: what if, leggero OOC

Rating: giallo
Conteggio parole: in totale tra tutti e cinque i capitoli sono 6512
Note: 

Penso che sia la cosa più lunga, ma sopratutto quella che ho scritto in meno tempo, della mia vita. Qui lo dico e qui lo nego: non voglio più scrivere nulla di Fuji!centric. Mai. Più. 
Per il COW-T, prompt "genialità"
(Ci sono tonnellate di note che dovrei mettere ma non ho tempo, e soprattutto non interessano a nessuno. Goodbye XD)


The importance of being a tensai
 
 
Conclusion: One thousand days' training to forge, ten thousand days' training to temper
 
-…e quindi queste sono le conclusioni cui sono giunto-
Inui terminò la sua presentazione allungando in direzione del suo compagno di studi i grafici che aveva estrapolato dal suo studio. Yanagi li prese con un breve cenno del capo, li studiò accuratamente, rilesse daccapo la pila di note che Inui gli aveva fornito, e poi aprì le palpebre di un paio di millimetri, lasciando intravedere un piccolo spicchio dei suoi occhi castani.
-Mi dispiace comunicartelo, Hakase, ma ho ragione di ritenere che tu sia in errore. I tuoi dati sono completamente sbagliati.
Inui trasalì vistosamente, rischiando di rovesciare la tazza di tè bollente che teneva in mano su zone anatomiche del suo corpo che erano già state ampiamente esposte al calore in passato e che per il suo bene era meglio non venissero abusate ulteriormente. Per maggior sicurezza, appoggiò la bevanda sul kotatsu che li separava e si sporse verso il suo amico di lunga data, del tutto incredulo alle sue parole.
-Kyoujou, sai bene che rispetto molto la tua opinione- rispose diplomaticamente, approfittandone anche per raddrizzarsi gli occhiali sul naso –Ma ciò che dici è impossibile. Ho effettuato personalmente le ricerche che ti ho illustrato, non c’è margine di errore-
Senza scomporsi, Yanagi scrollò il suo caschetto di capelli castani, e aprì gli occhi di un altro millimetro.
-No, Sadaharu. Dico sul serio, ti devi essere sbagliato-
Inui, per tutta risposta, si sporse di un altro centimetro, stringendo la tovaglia così forte da farsi sbiancare le nocche.
-Renji. Sono stato in appostamento per tre giorni. Ho corso così tanto da consumarmi le gambe, per questi data. Non scherzare. Cosa ti fa credere che si possa essere anche solo la vaga possibilità di un mio errore?-
Senza battere ciglio, Yanagi si voltò verso la propria scrivania, aprì uno dei cassetti, ed estrasse un squadernino altrettanto farcito di fogli e di segnalibri, seppur meno sgualcito di quello che Inui aveva aperto di fronte a sé. Sulla copertina di questo quaderno, stava scritto in eleganti caratteri inchiostrati
天才
in quella che aveva il 95% di probabilità di essere la calligrafia di Sanada Genichirou.
Facendo attenzione a non disperdere gli appunti che conteneva, il padrone di casa lo appoggiò sul tavolo, lo aprì a una determinata pagina, poi lo ruotò verso il suo ospite, puntando l’indice sulle righe che aveva accuratamente vergato.
-Perché ho personalmente raccolto informazioni sugli stessi soggetti non più tardi di una settimana fa, e come puoi vedere i dati sono completamente diversi dai tuoi-
Inui fissò le parole, faticando molto ad assimilare il loro significato. Poi squadrò i propri calcoli e le proprie annotazioni. Poi di nuovo gli appunti di Yanagi. Infine alzò lo sguardo, e i due dataman si guardarono negli occhi per un minuto intero, in silenzio. Almeno finché Inui, con un colpo di tosse, non distolse lo sguardo per voltarsi a prendere il proprio telefonino.
-Chiamo Mizuki- informò l’altro.
 
Sulla superficie dei campi da tennis color viola prugna della Hyotei Academy, gli occhiali di Yuushi Oshitari catturarono un raggio di luce solare e lo riflessero malignamente. Shishido, che si trovava dall’altra parte della rete proprio di fronte a lui, ne rimase accecato e finì per andare a sbattere contro il suo compagno di doppio, facendo finire entrambi per terra e perdendo il punto decisivo del match.
-Abbiamo vintooooo!- strillò Gakuto, esultando con un triplo salto carpiato. Yuushi si limitò a sorridere misteriosamente.
 
A Kanegawa, sul campo da tennis B della Rikkai Dai Fuzoku, Marui Bunta starnutì con particolare violenza proprio mentre era di turno in battuta. La gomma da masticare che stava ruminando decollò nell’aere per poi finire ad appiccicarsi sulla capoccia pelata di Jackal, provocando una crisi di nervi di quest’ultimo e un ascesso di risate da parte del loro kohai, che aveva assistito alla scena. Sanada, senza sentir ragione, diede a tutti e tre 50 giri del campo da correre per il chiasso provocato.
Niou, incaricato di soprassedere all’allenamento dei primini come punizione per aver interpretato Yukimura una volta di troppo, si limitò a un sorriso compiaciuto.
 
A Osaka, proprio sul retro della scuola media Shitenhouji, Zaizen Hikaru aprì un occhio, avvertendo l’impulso di grattarsi il naso. Scrollando appena le spalle e senza dar peso a cosa potesse mai voler dire, ripescò il proprio cellulare dalla tasca della felpa e aprì il proprio blog personale, selezionando dalla galleria la foto che aveva scattato giusto un paio di giorni prima
Una volta modificata, per aumentarne il contrasto e diminuirne le dimensioni, selezionò lo spazio per inserire il titolo del post e scrisse:
Studente della scuola campione nazionale colto a sconfinare per spiare: è forse questo il settimo segreto della Seishun Gakuen?”
Una volta soddisfatto, premette il pulsante di invio, tornando a sonnecchiare in attesa delle prime notifiche.
 
Nel giardino di casa Fuji, Shuusuke aprì per un istante gli occhi, prima di eseguire uno Tsubame Gaeshi da manuale. Yuuta, che aveva ceduto alle richieste fraterne e aveva deciso di passare da casa almeno per cena, visto che sua madre gli aveva promesso il suo tanto agognato curry (e visto inoltre che Mizuki era impegnato a “fare ricerche” e “non aveva tempo” per assegnargli un nuovo programma di allenamento), venne distratto dal lampo azzurro delle iridi di suo fratello e perse l’occasione di respingere la palla (se mai ne avesse avuta una).
-Anikiiii- brontolò, correndo a recuperare la piccola sfera gialla –Ti ho detto che mi serve aiuto per migliorare il servizio, piantala di cercare di farmi punto!-
 -Perdonami, Yuuta- rispose l’altro, con voce pacato e un sorriso che un ignaro passante avrebbe definito dolce e celestiale, ma chi lo conosceva sapeva bene nascondere una natura demoniaca –Ma avevo una bella sensazione in corpo. Possiamo continuare dopo cena, se vuoi-
 
  Nella sua camera del dormitorio della St. Rudolph, Mizuki Hajime chiuse la conversazione  telefonica con un secco moto del polso. Poi iniziò a stracciare manciate di fogli, singhiozzando piano per non farsi sentire.
Ah, ma un giorno gliel’avrebbe fatta vedere lui, quale fosse l’importanza di essere un tensai!
 
   
 
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