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Autore: SweetAinwen    12/02/2017    2 recensioni
- Mi odi così tanto? - chiese a scatti.
- Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento.
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Due migliori amici con una doppia identità neanche una volta rivelata l'uno all'altra, impauriti dalla reazione che potrebbe avere la persona di cui si fidavano più di chiunque altro. Volevano, senza riuscire nel loro intento. E questo, per loro, era un sollievo: non dovevano vedere l'espressione impressa nei volti di entrambi. Davvero una fortuna.
Ma non avrebbero mai immaginato che questo potesse essere... un segreto mortale.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Incubi.
Parte II.

 
Nessun mortale può mantenere un segreto: se le labbra restano mute, parlano le dita. 
(Sigmund Freud)





Arrancava con la testa bassa e le mani nelle tasche del giubbotto, sospirando. Aveva chiamato Marinette per sapere se voleva uscire e gli aveva risposto che era già impegnata, con tono di voce titubante, nervoso. Che stesse nascondendo qualcosa era abbastanza chiaro, ma non capiva cosa e perché! Sbuffò. I suoi occhi furono attratti da due figure che camminavano dall'altro lato del marciapiede e sbiancò di colpo. La sua migliore amica e quel maledetto akumizzato ridevano e scherzavano come se fossero una coppia felice e ciò lo mandò su tutte le furie, un'intensa voglia di dare una lezione a quel tipo che aveva osato tanto. Ecco il motivo: era con Nathanael! 
Alzò il passo e, giunto da loro, prese per mano la ragazza: - Cosa ci fai in sua compagnia? - domandò freddo.
- Adrien! -  lo guardò, presa alla sprovvista.
- Allora è per lui che hai smesso di chiamarmi, parlarmi e di guardarmi! - strinse la presa.
Nathanael schiaffeggiò la mano del biondino, allontanandolo dalla mora: - Ehi, qual è il problema? Marinette non è una tua esclusiva! -
- Invece sì! Non metterti in mezzo! - 
Sgranò gli occhi l'attimo dopo e si guardò attorno. Il rumore delle ruote che sfrecciavano sull'asfalto si era fermato, come le macchine, gli uccelli e la gente per strada. Ogni cosa si dissolse pian piano, fino a quando non fu avvolto dall'oscurità. 
- C'è nessuno? - urlò, girando su sé stesso e un singhiozzo gli arrivò alle orecchie. 
Si voltò e vide una ragazza inginocchiata, la schiena curva e le mani a coprirsi il viso mentre piangeva. Non era una qualunque, però, era... 
- Ladybug? - corse nella sua direzione - Che succede, perché piangi? - 
Lei si alzò lentamente, i pugni serrati e poi lo osservò, i lineamenti deturpati dalla rabbia: - Perché l'hai fatto?! Perché?! - prese tra le dita il suo yo-yo.
- Di che stai parlando? Non ho fatto niente! - si discolpò, confuso, una mano sul petto.
- Bugiardo, bugiardo! - esclamò, scuotendo con vigore la testa. - Non credevo fossi capace di tali azioni... - singhiozzò - Come hai potuto, come?! - urlò, avvolgendogli il collo con l'oggetto.
Adrien cercò di allentare il filo con le dita, senza successo. Riaprì gli occhi, chiusi poco prima e il suo corpo fu percorso da brividi di terrore nel trovarsi davanti...
- Mari... nette. - pronunciò a fatica, a causa delle mani di lei che stringevano con più forza. 
Lei singhiozzò: - Me lo spieghi? Spiegamelo! - le lacrime solcarono le sue gote arrossate e abbassò lo sguardo. - Rivoglio il mio Adrien, quello vero! Ridammelo. - sussurrò provata, per poi fissarlo con ira. - RIDAMMELO! - 






Aprì all'istante i bulbi, mettendosi seduto e prendendosi la testa tra le mani.
- Che hai, Adrien? - domandò preoccupato Plagg, volandogli di fronte. 
Sospirò: - Niente. Ho solo avuto un incubo. - 
- Sei sicuro? - 
- Sì. - spostò le coperte e si alzò, andando verso la vetrata e poggiandoci un avrambraccio, dove a sua volta posò la fronte.
- Adrien, è il terzo incubo consecutivo! Va avanti così da tre notti. Dal momento in cui hai visto Marinette con quel ragazzo la tua gelosia sta toccando il fondo e... -
- Gelosia? - lo interruppe e si voltò. - Plagg, ti ci metti anche tu? - alzò gli occhi al cielo, sbuffando. - Basta, per favore! Alya e Nino non fanno altro che guardarmi in modo strano da quel giorno, più tu - lo indicò - che metti il dito nella piaga... e io ho un esaurimento nervoso! - si scompigliò i capelli, frustrato. 
Il kwami scosse la testa: - Vi accorgerete di tutto solo quando sarà troppo tardi. -
Plagg aveva già detto di avere una bruttissima impressione? I giorni passavano e più riscontrava quel problema che, ne era certo, si sarebbe trasformato in una tragedia. Era inutile, però: Adrien non ne voleva sapere e aveva completamente reso Marinette... un'estranea. Si coprì con le zampette gli occhi, un macigno ad pressargli il cuore.
- Va bene. Come dici tu. Rimettiamoci a letto, ora. - le sue parole lo riportarono alla realtà e il biondo si sdraiò sul letto, mettendosi su un fianco. - Sperando di dormire. - sussurrò, chiudendo con lentezza le palpebre. 



- Ciao, ciao, farfallina. - salutò, guardandola volare verso l'alto. - Ben fatto! - mostrò il pugno, che non venne ricambiato per l'ennesima volta.
Chat Noir aveva lo sguardo basso e ora stava riprendendo il bastone cadutogli durante il combattimento, lo restrinse e lo rimise al suo posto. 
Si stava incamminando, ma la mano di Ladybug sulla sua spalla lo fermò: - Cosa c'è? - chiese neutro.
- Chat, non c'è bisogno di incolparsi ancora di quello che è avvenuto giorni fa. È passato, ok? Puoi stare tranquillo, non me la sono presa. Hai solo ingerito cose di scarsa qualità. - sdrammatizzò ridacchiando, non ottenendo alcun risultato e sospirò: - Senti, non mi piace come sta andando la situazione. Sei un partner davvero eccezionale e senza il tuo aiuto non saprei proseguire in questa... avventura. - sorrise - Te lo chiedo da amica: dimentica e vai avanti. La depressione non ti si addice proprio! Io sono abituata al Chat Noir allegro e che crede di far ridere con le sue battute! Dov'è finito? Mmh? - lo guardò dolcemente.
Da quando aveva avuto quella reazione, il ragazzo sconfiggeva il cattivo, certo, ma non c'era più quella complicità che li aveva sempre caratterizzati e la ragazza ne era parecchio triste. Insomma, lei ormai lo considerava un amico e tra amici ci si aiutava, no?  
Il biondino l'osservò e quegli occhi, che tanto gli ricordavano Marinette, lo convinsero e sorrise leggermente: - Grazie, Ladybug. - 
- Di niente. E non fare più il bambino, va bene? - lo ammonì, muovendo l'indice a destra e a sinistra. - Non è da te, Chaton. -
- Già, hai ragione, Bugaboo. - mostrò i denti, birbante e la ragazza mugugnò.
Il consueto beep-beep li fece sorridere e ricordare che avevano altro a cui pensare e con un cenno del capo si salutarono.



Marinette si buttò a peso morto sul letto, poi prese il cellulare dalla borsettina a tracollo. Erano passati tre giorni dallo strano atteggiamento di Adrien: ogni volta che provava a parlargli si voltava dall'altra parte, non rispondeva nemmeno più alle sue telefonate e volevamo parlare dei messaggi? Quelli di whatsapp e non? Era andata anche a casa sua...
Aveva interrotto quei tentativi proprio due giorni prima, persino di rivolgergli lo sguardo. Ci stava perdendo la testa e stava anche male. Anche quella volta niente, nemmeno una risposta a monosillabi. La kwami la guardò con tristezza. Pensare che erano così affiatati e per un solo e semplice ragazzo... stava andando a rotoli l'amicizia. Adrien si era allontanato come mai aveva fatto fin'ora e Tikki ne era rimasta talmente sorpresa da non saper che fare. La sua padroncina, poi, cercava di celare il suo sconforto dietro la preparazione della festa a sorpresa ma non si poteva non notare. Il ragazzo non era affatto geloso, eh? Diamine!
- Marinette. - 
- Che c'è, Tikki? - 
- Si sistemerà tutto, vedrai. -
Sospirò e si mise a pancia in su: - Quale parte si sistemerà? - si mise seduta, la testa bassa. - Non riesco a capire. Mi manca, Tikki. Non sai quanto! - 
La creaturina sfregò la guancia contro quella di lei, che sorrise lievemente. Non poteva fare altro che confortarla in quel modo, tuttavia c'era quella... quella sensazione sgradevole. La mora era tormentata dallo stesso incubo da tre notti e per quel motivo sonnecchiava a scuola, venendo sgridata dalla professoressa. Tikki si era accorta delle occhiaie, degli sbadigli, della poca voglia di muovere persino un braccio. Perché percepiva una disgrazia in avvicinamento? A causa di cosa... o meglio dire... di chi? 
- Su, amica mia. Devi svolgere i compiti per domani, in tal modo potrai distrarti. -
- Sì. Grazie, Tikki. - le accarezzò delicatamente la tenera testolina, facendola sorridere.



- Marinette, Marinette! - sussurrò Alya, scuotendola per una spalla. - Siamo appena arrivate e già ti addormenti? Inizia a piacerti essere rimproverata? - La mora si stropicciò un occhio, mugugnando. - Stai avendo ancora quell'incubo? - domandò stupita e lei annuì. - Incredibile! Cerca di evitare per un bel po' gli horror. Anzi, - scosse la testa - non li guardare proprio. -
- Che succede, ragazze? - si intromise Nino, sedendosi al suo posto. 
- Ha fatto lo stesso incubo. - 
- Davvero? Tre volte di fila? - la guardò e provò pena. - Ah, non sei messa... tanto bene. - 
Nino non pensava affatto che la ragazza fosse così sensibile a quelle cose. Avevano visto un sacco di film del genere e non era mai capitato che finisse in questo stato. Poi capì: era per Adrien. Già, questo stupido biondino che faceva l'offeso! Ma quanto era geloso?! Non capiva che la feriva? 
Marinette mugugnò alle parole del castano. Aveva detto di aver visto un film dell'orrore molto cruento e che ne era rimasta talmente colpita da avere brutti sogni. Un'altra bugia.

<< Sei una bugiarda. Una bugiarda! >>

Quelle parole erano imprese nella sua mente, non facevano altro che ripetersi come un mantra sotto il cielo notturno... e diurno. Quel presentimento non voleva andarsene! Stava cominciando a credere al consiglio di Tikki: doveva rivelare il suo segreto ad Adrien. Non solo, inclusi Alya, Nino, sua madre e suo padre. Si resse la testa con una mano. Sì, più facile a dirsi che a farsi! Comunque era meglio sorvolare, per ora. 
- Non ha capito niente, vero? Della festa. - chiese a Nino, che negò.
- Pensa costantemente a quel motivo, blatera ogni santa volta che ci vediamo. - guardò la bruna, che si schiaffeggiò una mano sulla fronte, delusa. 
- Cioè, per tutto questo tempo... - si interruppe, sospirando frustrata: - Non ci credo! -
- Di cosa state parlando? - 
I due la osservarono e pochi secondi dopo lei scosse la testa: - Mi prendete in giro? Sul serio? Per tale motivazione mi ignora i messaggi, le chiamate e il resto? - loro annuirono - Andiamo! Geloso? Ancora? Sapete meglio di me che nessuno potrà occupare il suo posto! Perché non lo capisce?! - si toccò la radice del naso.
- Ci hai provato, ricordi? Non ti ha nemmeno guardato in faccia. - le rammentò Nino, dispiaciuto da quella brutta piega che la circostanza aveva preso quella mattina di tre giorni prima, quattro con oggi. 





- Adrien! Adrien! - lo chiamò, accompagnata dalla bruna e dal castano, mentre lo vedevano scendere le scale esterne della scuola. 
Per l'intera durata delle ore scolastiche aveva messo il broncio e non si era girato un singolo minuto verso di lei. Chloé aveva sfruttato quel frangente per avvicinarsi a lui e guardarla con un angolo della bocca alzato, facendola infuriare. Alya e Nino l'avevano calmata e avevano deciso di aspettare le fine delle lezioni per parlargli.
- Adrien, fermati! - 
Il biondo si fermò e guardò dritto davanti a sé, mancavano pochi passi e avrebbe raggiunto la limousine. Marinette, Alya e Nino si trovavano sulla scalinata e fissavano le sue spalle rigide, finché non si voltò lentamente. I suoi occhi esprimevano freddezza e ciò li sorprese non poco. Lui, che era sempre allegro... 
- Aspetta! Adrien! - urlò nel momento in cui fece un salto per evitare gli ultimi gradini, atterrando in piedi e correndo nella sua direzione, dopo averlo visto ridare di nuovo la schiena e incamminarsi verso il veicolo. 
- Marinette! - avevano gridato i suoi amici a quella scena, preoccupati per una sua possibile caduta e tirarono un sospiro di sollievo nel vederla sana e salva.
La portiera si chiuse istanti dopo l'entrata del ragazzo e Marinette poggiò sul vetro i palmi delle mani: - Adrien! Perché fai così, che ti succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato? -
La voce di lei gli arrivò attutita all'interno e abbassò il capo. Lei sapeva che doveva restare lontana da Nathanael, visto l'accaduto, ma se ne era fregata. 
- Sì! -
- E cosa?! - non ricevette risposta.
- Andiamo. - disse alla sua guardia del corpo al volante. 
- Adrien! - batté un pugno contro il vetro e udì il rombo del motore, dopodiché il mezzo di trasporto iniziò a muoversi.
Il ragazzo dagli occhi verdi voltò il capo dietro di sé e la osservò rimpicciolirsi, fino a svanire.
- Sicuro di aver fatto la cosa giusta? - domandò Nathalie, seduta accanto al biondo, che annuì. - Non pentirtene. - Lui spostò la sua attenzione sulla donna, capendo dove voleva andare a parare e negò col capo.
Con Marinette era impossibile rimanere arrabbiati per molto, era più forte di lui. Quelle poche occasioni in cui capitava se ne pentiva subito e facevano pace, tuttavia quella volta era diverso. Non riusciva ad accettare il fatto che lei parlasse con... con... Ah! Non voleva nemmeno pronunciare il suo nome! C'era altro, però: sentiva che qualcosa stava per mutare,
in peggio. E non conosceva il metodo per evitare la catastrofe. 



I due fanciulli si avvicinarono all'amica, che aveva abbassato lo sguardo.
- Non ti scoraggiare. - disse Alya, una mano sulla spalla di lei. 
- È momentaneo, si comporta così quando ti vede con altri ragazzi. Lo sai benissimo. Solo gelosia. - cercò di tranquillizzarla Nino, osservando il punto da cui se l'era svignata l'amico.
Marinette sospirò, scompigliandosi i capelli: - Che iella! - 
- Oh, poverina, è stata piantata in asso. - rise maligna Chloé, a braccia conserte, con al suo fianco Sabrina. - Avrei fatto lo stesso, se fossi stata Adrien. - La mora ringhiò, arrancando verso la bionda.
- Marinette, che intenzioni hai?! - urlarono all'unisono, spaventati.
- Figlia del sindaco o no, non hai voce in capitolo. - disse a due centimetri di distanza dal suo viso, rabbiosa, stupendoli. - Chi ti credi di essere per poter fare o dire quello che non dovresti? Vedi di crescere un po' e di mettere più giudizio. Sto iniziando a stancarmi delle tue continue battutine da quattro soldi che a nessuno interessano! Stammi alla larga. - le puntò un dito contro - E stai alla larga da Adrien! Odio quando ti avvicini a lui, non lo devi toccare! - sibilò, riducendo gli occhi a due fessure. 
Alya e Nino si fissarono, poi riportarono l'attenzione su di loro. Marinette era esplosa, definitivamente! Da quanto non la vedevano in quella maniera? 
Soddisfatta del suo operato ~ cioè i lineamenti di Chloé deturpati dall'incredulità e lo spavento ~ sorrise e si avviò, lasciandola con Sabrina in un turbine senza fine. 
- Sei stata grande! - esclamarono dopo averla raggiunta, buttandosi addosso alla ragazza, che rise.
- Nah! Non ho detto niente. -
- La faccia di Chloé! Il massimo! - aggiunse elettrizzata Alya - Aspetta, ho fatto anche una foto. Vuoi vederla? - 
- La solita! Persino in momenti come questi! - ridacchiò Nino, dandole una pacca sulla spalla e la bruna sorrise orgogliosa. - Che stai facendo, Marinette? - chiese curioso.
La fanciulla chiuse la chiamata, scrutando il display nero con tristezza. Aveva telefonato Adrien mentre i due parlavano, senza successo. Era scattata subito la segreteria. 
Ambedue i bulbi degli amici erano fissi l'uno sull'altra, finché non scossero la testa. La gelosia di quel tipo era senza speranza! 






- Buongiorno, Nino. - salutò il diretto interessato, sedendosi accanto a lui. - Alya. - osservò la ragazza, facendo un cenno col capo, che lei ricambiò. 
- 'Giorno a te. - contraccambiò il sopracitato, reggendosi la testa con una mano. - Non ti levi quel broncio? Sono passati vari giorni. -
Adrien gli lanciò un'occhiataccia: - Non ho il broncio e... non sono affari tuoi. - Nino alzò gli occhi al cielo, mimando con la bocca le ultime parole. - Non sei affatto divertente. - 
- Marinette? - 
I quattro si voltarono nella direzione di Nathanael, appena giunto in classe e si trovava in piedi al fianco della ragazza. Aveva avuto altre idee per la festa e voleva mostrargliele prima che arrivasse il festeggiato, ma era già lì. 
Sorrise: - Dimmi, Natahnael. - 
- Meglio se ti faccio vedere più tardi. - rimandò, mostrando il quadernino dei disegni. 
La mora guardò con la coda dell'occhio Adrien, assicurandosi che non capisse a cosa si riferivano e notò che aveva ridotto gli occhi a due fessure, per poi voltarsi. 
Si rattristò: - Sì. Hai ragione. A più tardi, allora. - Il rosso annuì, avviandosi al suo posto. 



- Che nervi! << A più tardi, allora. >>, << Oh, qui è meglio metterci qualche decorazione. >>, << Mmh. No, questo non mi piace. >>, << Perché non chiediamo agli altri? >> - imitò la sua voce - Tsk! Che cos'ha quello di speciale da sorridergli e riderci insieme? Ha dei gusti orribili in fatto di ragazzi! Che nervi, che nervi! - sibilò le ultime parole, calciando un sassolino lì vicino. - Questo è il quarto giorno che continuano a flirtare e mi dà fastidiosamente ai nervi! - urlò il vocabolo finale, scompigliandosi i capelli.
Aveva deciso di fare una passeggiata serale per liberarsi la mente, ma l'unico esito ottenuto era quello di pensare, pensare e pensare a Marinette con capelli di pomodoro! Ah, che fastidio! 
- È anche il quarto giorno dei tuoi deliri da ragazzo geloso, direi. Ti atteggi persino da bambino non rivolgendole la parola. - aggiunse Plagg, facendo sbucare fuori la testa dal cappello.
- Va bene, lo ammetto: sono geloso! Contento? - sbottò, battendo un piede a terra e fermandosi. - Non voglio perderla per un... uno qualunque, ecco! - gesticolò con le mani - È la mia migliore amica. Solo io posso farla ridere in quel modo speciale, solo io posso tenerle la mano, solo io posso abbracciarla, solo posso ama... - si bloccò, le pupille ristrette e la bocca semichiusa. - Solo io posso... - si coprì parte del viso con una mano - Ma che sto dicendo? - 
Esatto, cosa stava per pronunciare...? Non poteva crederci! I battiti accelerati, le guance rosse, l'improvviso macigno sul cuore quando la vede con altri... Che stupido, come mai non se n'era accorto prima? Era stato cieco fino a quel punto? Ora capiva, eccome se capiva! 
- Adrien? -
- Questo mi volevi far capire con: << Te ne accorgerai troppo tardi. >>, vero? - ridacchiò nervosamente. - Che idiota! Che idiota! - 
- Sì, bravo. - lo elogiò, la testa messa all'ingiù, che costrinse il ragazzo a fissarlo con gli occhi storti per la troppa vicinanza. - Adesso, però, dietro front e arrivederci! - 
- Dove andiamo? - 
- Non lo so. Proviamo a vedere se fa al caso nostro quel negozio. - 
"Queste voci... Non può essere!", pensò incredulo, mentre arrancava velocemente nella loro direzione. 
Davanti ai suoi occhi comparvero Marinette e Nathanael che camminavano spediti verso la meta prestabilita, cioè un punto vendita di abbigliamenti. Si nascose dietro a delle mura, lontane abbastanza per non essere visto e vicine per non perderli dal raggio visivo. 
- Adrien, devi per forza... - 
Poggiò un dito sulle labbra: - Shh! Zitto, Plagg. - e ritornò a guardare il punto dal quale i due erano spariti, attendendo. 
Il kwami sospirò. Ecco perché aveva detto di tornare indietro! Chi lo fermava più? 


Erano passati vari minuti dal momento in cui erano entrati lì dentro e il biondo stava cominciando a spazientirsi. 
- Che diamine stanno facendo?! -
Appena parlò uscirono dalla bottega e capelli di pomodoro aveva tra le mani un pacchetto regalo. 
- Sicuro di regalargli questo? - sentì domandare da Marinette, mentre si incamminavano.
- Be', non lo conosco bene quanto te. Sono una frana in queste cose. - arrossì, imbarazzato. 
Marinette gli diede una pacca sulla spalla: - È il pensiero che conta, Nathanael. Vedrai, gli piacerà. - sorrise e il ragazzo annuì.
- È il pensiero che conta, Nathanael. Vedrai, gli piacerà. - sussurrò irritato - Quanta confidenza! - Plagg scosse la testa.
- Gelosia portami via. - 
- Taci tu! - 


- Una gioielleria? - alzò un sopracciglio, osservandoli varcare la soglia.
- Sì, esatto. Comprati degli occhiali se non ci vedi. - 
Sbuffò: - Plagg... - lo rimproverò e il citato gli fece il versetto. - Sei urtante quando fai così! -
- Felice di saperlo. -


Le loro risate lo infastidirono fino a fargli stringere i pugni e conficcare le unghie nella carne, dopo che uscirono da quella porta. Quel sorriso che rivolgeva solo a lui... ora... 
Sospirò frustrato. Peggio degli incubi!!
- Gelosia portami via. - 
Ridusse gli occhi a due fessure e, afferrandolo con due dita, lo fece uscire allo scoperto, osservandolo in cagnesco: - Ripetilo un'altra volta e giuro che rimarrai a secco di camembert! - 
- No! Tutto ma non il camembert! - piagnucolò, le zampette a mezz'aria e Adrien sorrise vittorioso.
- Noi siamo a posto. Dobbiamo accordarci con gli altri e allestire il tutto. E pensare che manca poco! - saltellò come una bimba, eccitata.
- Già, è passato in fretta il tempo. - 
Marinette lo guardò: - Infatti! - 
Nathanael sorrise. Il cuore gli batteva talmente forte in sua compagnia... Anche se si era scusato per il comportamento avuto come Dessinateur e aveva detto che la sua cotta era finita... 
La seconda era una bugia. Non poteva mica finire con uno schiocco di dita! Doveva dirlo o meno? Ci aveva provato, ma Adrien aveva... rovinato tutto. Presa per mano e trascinata letteralmente lontano da lui. Che dilemma! 
- Ok, non me ne frega niente! Io vado da loro e porto via Marinette! - sbottò il biondo, la fronte corrugata, mentre muoveva i primi passi nella loro direzione. 
- Sta andando tutto secondo i piani e questo lo devo agli altri e a te! Ben fatto! - 
Si bloccò sul posto, gli occhi spalancati. La mora aveva alzato un pugno e lo mostrava a capelli di pomodoro, che aveva ricambiato rosso in volto. Il sorriso della ragazza era luminoso quanto quello di una persona di sua conoscenza e, improvvisamente, l'amica indossava una maschera e vestiva di una tuta da coccinella. 

La stessa frase di rito...

Il medesimo movimento...

Di Ladybug e Chat Noir.







  

*Angolino dell'autrice*
Buon salve! Come state? ^___^ Oi, oi, cosa è successo? o.o Adrien, Adrien, spiegami cosa stavi per dire! Esigo saperlo! Oh, mamma mia... perché ti sei bloccato? >.> 
Finalmente ammette di essere geloso, eh? Un passo avanti! Marinette aggressiva? Mmh... ci può stare, no? Tirare fuori le unghie ogni tanto fa bene. ^__^
Oi, oi! Marinette... mantenere i segreti è difficile se certi atteggiamenti fanno parte di essi, vero? xD Sono una cattiva persona? Nah! u.u xD
Cosa ve ne pare? ^__^ Spero vi sia piaciuto. E grazie mille a chi la legge, significa molto per me. *-*
A presto!
Da: SweetAinwen. 
  
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