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Autore: carlottad87    12/02/2017    1 recensioni
Sullo sfondo di una Bologna segnata da una serie di omicidi di irrisolti, Teodora scopre dentro di sè un potere unico che le aprirà le porte di un mondo completamente nuovo e fantastico, ma anche pericoloso e fatto di violenza.
Teodora, giovane universitaria ventenne, imparerà presto che tutto quello che ha sempre saputo su sé stessa non è altro che una bugia e che dovrà trovare il coraggio di portare a termine il compito che una forza superiore le ha affidato.
L'amore impossibile per un uomo tanto più grande di lei, così attraente e al tempo stesso così spaventoso, sarà l'unico mezzo per scoprire sé stessa o non farà che allontanarla dal suo destino?
"Il terzo cadavere che la donna vedeva in vita sua, dopo quello di suo nonno morto per un cancro al colon e di suo marito che aveva avuto un infarto qualche anno prima, le sembrò molto più spaventoso dei primi due. La ragazza, che dimostrava poco più di vent’anni, non aveva addosso la bruttezza della malattia, del dolore e della vecchiaia; la sua vita era stata spezzata senza preavviso, e la sua bellezza era abominevole e contro natura."
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8.
 
 
Il grande SUV nero scivolava nel buio di quella notte di primavera, scendendo dai colli bolognesi e avvicinandosi alla città. Al suo interno nessuno parlava più da quando avevano lasciato Monte Paderno, quasi dieci minuti prima.
Quando Teodora aveva ripreso conoscenza, dopo aver bevuto la pozione e aver scoperto che era una Strega di Terra, molte delle donne che si accalcavano attorno a lei l’avevano guardata con una sorta di stupore reverenziale. La ragazza aveva anche sentito alcune parlare sottovoce di una profezia, ma aveva avuto paura di chiedere di che cosa si trattava.
Adela le aveva spiegato che tutto quello stupore dipendeva dal fatto che le Streghe di Terra erano incredibilmente rare, non ne nascevano da secoli, ed i loro poteri di creazione e guarigione erano unici tra tutte le creature del Velo.
“In che cosa consistono i miei poteri?” aveva domandato allora Teodora.
“Puoi guarire con le mani, le ferite e anche le malattie, inoltre con la tua magia puoi far crescere qualsiasi tipo di pianta. Noi non possiamo farlo in maniera così diretta, solo usando pozioni e incantesimi, tu invece semplicemente volendolo. E’ qualcosa di straordinario anche per noi.”
In quel momento le erano tornati in mente i fiori spuntati sul suo bancone in pieno inverno e si era chiesta se le cose fossero collegate.
Dopo Adela l’aveva aiutata ad alzarsi e, insieme ad Angela e Agnese, si erano spostate verso i tendoni dove qualcuno le aveva offerto del vino rosso e lei ne aveva trangugiato due bicchieri senza quasi sentirne il sapore.
Si sentiva a disagio perché tutte le donne presenti continuavano a guardarla curiose, come se si aspettassero che da un momento all’altro avrebbe fatto sfoggio dei fantastici poteri di cui a quanto pare era dotata. Aveva sperato che almeno tra le streghe avrebbe smesso di provare quella sensazione di inadeguatezza che si portava sempre dietro ma a quanto pareva quella era la sua maledizione, non poteva liberarsene.
La luce dei lampioni che illuminavano Via dei Colli si rifletteva sulla carrozzeria della grande macchina nera e sul viso di Teodora che osservava il panorama in silenzio. Bologna si era sempre più vicina e lei aveva voglia di arrivare a casa sua, infilarsi nel suo letto e riflettere con calma su tutto quello che era successo.
“Dopodomani ci vedremo sotto le torri, alle dieci, vi vengo a prendere io e vi accompagno alla Congrega, così vedete dov’è e imparate la strada” disse Marianna, distraendo Teodora dai suoi pensieri. Quando avevano salutato Adela prima di lasciare la radura anche lei aveva detto che si sarebbero viste il giovedì successivo, perché avevano bisogno di almeno un giorno per riposare, in modo tale che il loro corpo si abituasse alla nuova condizione.
“Che cosa faremo giovedì, inizierete a insegnarci ad usare la magia?” chiese Agnese, e Teodora si accorse dalla sua voce che era agitata.
“Inizieremo a spiegarvi i principi alla base della magia, innanzitutto dobbiamo farvi capire come funziona e come potete usarla… Poi il resto verrà da se. Vi insegneremo anche la storia della Congrega e del Velo.”
“Adela ha detto che il nostro corpo deve abituarsi alla nuova condizione, che cosa vuol dire? Si riferiva a quello che dicevi prima che è come far ginnastica?” domandò Teodora.
“Anche, vi sentirete stanche e deboli nei prossimi giorni, ma poi vi abituerete. Sarà tutto un po’ diverso da prima…”
Nella macchina calò nuovamente il silenzio.
Teodora prese coraggio.
“Mi potete parlare un po’ di più delle Streghe di Terra per favore? Perché tutte mi guardavano come se fossi un fenomeno da baraccone?”
Bianca e Marianna sospirarono, poi la prima disse: “Mi dispiace se ti abbiamo fatta sentire a disagio Teodora… sapevamo che sarebbe nata presto una Strega di Terra ma non avevamo idea che fosse ora, siamo rimaste veramente sorprese.”
Poi gli occhi di Bianca si appannarono un poco e parve che lei perdesse leggermente contatto con la realtà.
“Posso chiamarti Teo? A te piace Teddi ma penso che io dovrei chiamarti Teo.”
Teodora la guardò spalancando gli occhi, poi annuì e si strinse nelle spalle, chiedendosi il perché di una domanda tanto fuori contesto. Bianca era proprio strana.
“Perché dite che sapevate che sarebbe nata una Strega di Terra?”
“Era stato profetizzato, alcune veggenti del secolo scorso hanno detto che ne sarebbe venuta una all’inizio del nuovo millennio… non hanno detto precisamente quando né quale sarebbe stata la sua missione.” Continuò Marianna.
Agnese guardava Teodora come se avesse appena visto un unicorno che vomitava arcobaleni, Angela, invece, si pizzicava le labbra con indice e pollice, evidentemente incuriosita dal tema della conversazione.
“Missione?” Teodora si sentiva sempre più confusa.
“Di solito ogni Strega di Terra viene al mondo con un compito da portare a termine, qualcosa di importante… anche per questo si dice che siano le più amate dalla Madre”
Il cuore di Teodora cominciò a fare la capriole.
Compito? Ma che cavolo…?
Bianca vide lo sguardo sconvolto di Teodora e si affrettò ad aggiungere:
“Ma non è una legge universale, non tutte le Streghe di Terra hanno una qualche missione da compiere credo” si interruppe come se stesse valutando quello che aveva detto e se era il caso di aggiungere altro “Poi in ogni caso non deve essere ora, potrebbe accadere fra un secolo o fra un millennio… chi lo può sapere…”
Il cuore di Teodora continuò imperterrito con le capriole. Non aveva mai nemmeno preso in considerazione l’idea di poter vivere per un millennio, chi lo avrebbe fatto? Le avevano detto che le streghe possono anche essere immortali ma probabilmente era un’informazione talmente inconcepibile che lei non l’aveva mai presa veramente in considerazione.
Chiuse gli occhi e si passò il palmo freddo della mano sulla fronte.
“Sono troppe informazioni per una sola sera… non basterebbero decenni porca miseria.” Disse la ragazza e le altre risero.
“Già… hai pienamente ragione tesoro” concluse Marianna.
 
Teodora salutò le altre streghe con un sorriso dopo che l’avevano accompagnata al palazzo dove viveva con sua zia.
Agnese e Angela le avevano lasciato il loro numero di telefono, poi la prima aveva proposto di vedersi un po’ prima dell’orario dell’appuntamento per prendersi un caffè assieme e fare due chiacchiere. Teodora aveva accettato felice.
Salì le scale e aprì la porta del suo appartamento facendo meno rumore possibile, era l’una e sua zia stava probabilmente già dormendo.
Quando passò in punta di piedi davanti alla cucina si accorse però che Vittoria l’aspettava seduta al tavolo da pranzo, a braccia conserte, e Teodora capì che c’era decisamente qualcosa che non andava.
“Siediti, Teodora”
La ragazza rimase a guardarla dalla porta, con una mano sullo stipite mentre l’altra stringeva la giacca che si era tolta entrando. Gli occhi di sua zia erano leggermente arrossati e Teodora si rese conto che aveva pianto.
Sa tutto, sa che cosa è successo stasera e che sono una strega.
“Si tata, dobbiamo parlare”
Teodora si sedette.
“E’ già successo? Sei una di loro?”
“Si.” Rispose semplicemente lei.
La zia sospirò rumorosamente e Teodora si accorse di quanto sembrasse preoccupata e stanca in quel momento. Aveva la stessa espressione in viso che le aveva visto spesso negli ultimi mesi, aveva paura per lei?
“Sapevi della mamma vero? Sapevi che era una strega?”
“Si. Lei me lo disse subito.” Vittoria si spostò leggermente sulla sedia, appoggiando la schiena alla spalliera.
“Non sapevo se anche tu saresti stata come lei. Ma da quando sono iniziate le stranezze, le stesse che succedevano a didi, non ho avuto dubbi”
Solo sua zia chiamava sua madre didi quando era ancora viva e Teodora senti una fitta di gelosia per il rapporto così esclusivo che le due avevano condiviso.
“Perché non mi hai mai raccontato nulla?” disse la ragazza con una voce fredda e dura che quasi non riconobbe come sua.
“Mi hai sempre detto che era morta di cancro, ti rendi conto? E ora scopro che è stata uccisa!”
Teodora si accorse che stava piangendo, sentiva che sua zia l’aveva tradita tenendole nascosta una parte così fondamentale nella vita di sua mamma e di se stessa. Come aveva potuto?
“Perché non potevo! Credi che per me sia stato facile?” gridò Vittoria “Le altre streghe della Congrega mi hanno fatto promettere che non ti avrei detto niente… dissero che non potevi saperne nulla nel caso non fossi stata una di loro… e che era probabile che non lo fossi perché non è comune che nascano streghe in due generazioni successive.”
Non è comune ma nemmeno impossibile, pensò Teodora, in fin dei conti Angela e Marianna erano madre e figlia, ed erano entrambe Streghe di Fuoco. Era chiaro che sua madre non era una Strega di Terra come lei, perché le avevano detto che l’ultima della Congrega era morta più di cinquecento anni prima, ma a quale elemento apparteneva la sua magia? Teodora era tremendamente curiosa, voleva saperne di più su sua madre e soprattutto su quella parte di lei di cui non sapeva nulla, quella che le avevano sempre nascosto.
“Parlami di lei tata, ti prego… voglio sapere tutto.”
Vittoria si mosse ancora sulla sedia, evidente nervosa. Era chiaro che parlare della sua gemella richiedesse un enorme sforzo per lei e che non era pronta, se mai lo sarebbe stata. Ma a Teodora non importava, in quel caso voleva essere egoista, era stufa di girare attorno all’argomento e di far quasi finta che sua madre non fosse mai esistita: aveva tutto il diritto di fare domande e soprattutto, visti gli ultimi assurdi sviluppi della sua vita, doveva capire quanto sua zia sapeva della morte di sua sorella e della sua magia.
“Dopo il suo ventesimo compleanno cominciarono le stranezze, cose che scomparivano nel nulla, rumori di notte, oggetti che si rompevano da soli… e poi vedevamo quel maledetto gatto ovunque. Lei diceva che era adorabile ma a me invece dava i brividi… sembrava che la seguisse.”
Teodora sapeva che si riferiva al gatto che l’aveva condotta da Adela la sera in cui le aveva rivelato che era una strega. Era passata meno di settimana ma a lei sembrava molto di più, come era possibile che la sua vita fosse cambiata tanto in così poco tempo? Come era possibile che solo qualche giorno prima le sue più grandi preoccupazioni fossero passare con 30 l’esame di Egittologia e che cosa indossare per andare a ballare il sabato sera?
Non era sicura di che cosa provava in quel momento: era agitata, confusa, emozionata e spaventata allo stesso tempo, ma certamente non voleva che le cose tornassero come prima. Sentiva che dentro di lei qualcosa si era sbloccato, si era messo in moto, prima lentamente poi sempre più veloce. Non era più la stessa della settimana prima e non vedeva l’ora di scoprire come.
“In quei giorni tua madre aveva sempre la testa sulle nuvole, non capivo che cosa le stesse succedendo, di solito mi confidava tutto… Poi una sera mi ha detto che doveva andare, senza dirmi né dove né con chi, ha preso su ed è uscita.”
Vittoria si morse l’unghia del pollice, fresca di manicure, continuando a fissare il tavolo davanti a lei.
“Quando è tornata era sconvolta. Mi raccontò di aver conosciuto una donna di nome Adela che le aveva detto che era una strega e che doveva presentarsi ad un assurdo appuntamento per farsi ridare i suoi poteri magici.” Vittoria ridacchiò tetra. “Io le dissi che era un idiozia e che sicuramente la stavano prendendo in giro. Lei però affermò che ci credeva e che avrebbe incontrato quella donna di nuovo… Non hai idea di quanto ho provato a convincerla a non andare, ma lei ha detto che non c’era scelta e che tutto quello che le avevano detto era vero.”
Teodora pensò a come si era sentita lei quando Adela le aveva rivelato la sua natura di strega, e capì perfettamente che cosa doveva aver provato sua madre quando le era successo lo stesso. La ragazza vide che sua zia aveva gli occhi lucidi.
“La notte del solstizio di primavera quelle donne le fecero qualcosa, e quando tornò da me non era più la stessa… non è stata mai più la stessa.”
Due lacrime le scivolarono silenziosamente sulle guance e Teodora cominciò a pentirsi di averle chiesto di parlarle di sua madre. Forse era troppo doloroso per lei, forse non era forte abbastanza per ricordare la sorella.
“Passava sempre più tempo con le streghe della Congrega, aveva imparato a fare un sacco di cose incredibili. Mi spiegò che il suo elemento era l’aria e che poteva prevedere il futuro… Cambiò anche fisicamente.”
Sua madre quindi era una Strega d’Aria, pensò Teodora, aggiungendo quell’informazione a tutti quei frammenti di lei che stava pian piano mettendo insieme.
Sua zia si sistemò una ciocca di capelli dietro all’orecchio destro, come a sottolineare che con quel taglio aveva voluto differenziare ancora di più il suo aspetto da quello della sorella quando lei era morta.
“Divenne facile distinguerci,  prima ci scambiavano sempre, era come se lei brillasse più di me. La sua bellezza era disarmante.”
Teodora si rese conto che non c’era nessuna invidia nel tono con cui Vittoria parlava di sua sorella, solo ammirazione ed amore.
“Poi conobbe tuo padre… dovevi vedere come la guardava quando erano insieme. Lei era innamorata di lui, ma sono anche sicura che non lo fosse nella stessa maniera in cui lo era lui. Francesco era completamente dipendente da lei, era al centro della sua esistenza.”
Sentir parlare di suo padre provocò a Teodora la solita fitta dolorosa alla bocca dello stomaco.
“Quando sei nata tua madre era al settimo cielo, eri tu il centro del suo mondo, nessun altro era importante per lei come lo eri tu… ed io ho sempre pensato che tuo padre ne fosse infastidito.”
Teodora trasalì leggermente. Sapeva già che suo padre aveva amato sua madre molto di più di quanto avrebbe mai potuto amare lei, ma era comunque brutto sentirselo dire da qualcun’altro.
Vittoria guardò preoccupata sua nipote.
“Scusami tesoro… ma è così che stanno le cose”
“Parlami di quando è morta tata”
Sua zia sbiancò leggermente, poi guardò Teodora con un’espressione tormentata e triste, come se le stesse chiedendo come poteva essere tanto crudele da farla parlare di qualcosa di così difficile e doloroso.
“Voglio la verità questa volta.” continuò la ragazza con lo stesso tono freddo di prima.
Sua zia sospirò rumorosamente e si massaggiò le tempie con le dita.
“Una sera, quasi una settimana prima della sua morte, tua madre mi telefonò. Ricordo che era molto tardi, stavo già dormendo e lei mi svegliò. Era molto agitata e mi sembrò che avesse pianto… Disse che forse avrei dovuto prendermi cura di te per un periodo, le chiesi che cosa stesse succedendo e se lei e Francesco stessero bene” la voce di Vittoria si ruppe e lei dovette fermarsi per qualche momento.
“Disse che andava tutto bene ma che dovevo giurarle che se fosse successo qualcosa, qualunque cosa, ti avrei preso con me e mi sarei occupata di te come se fossi mia. Non ha voluto dirmi altro, ovviamente ho giurato che lo avrei fatto e lei ha riattaccato. Una settimana dopo era morta.”
Teodora era confusa, che sua madre avesse predetto la sua stessa morte? Era questa la ragione dietro alla telefonata fatta a sua zia Vittoria? Essendo una Strega d’Aria poteva prevedere il futuro. La ragazza si chiese se avesse visto il vampiro che l’aveva uccisa e perché in quel caso non avesse fatto nulla per impedire il suo omicidio.
“Vi ha trovate tuo padre. Lui lavorava fino a tardi quel giorno e quando è rientrato lei era morta da almeno tre ore… le avevano tagliato i polsi e la gola e tu a forza di piangere ti eri addormentata di fianco a lei. Quando ti sono venuta prendere eri tutta sporca del suo sangue…”
Vittoria scoppiò a piangere, non più in grado di controllare le sue emozioni. Teodora non riusciva a pensare ad altro che al suo sogno, quello che l’aveva perseguitata negli ultimi mesi: era tutto vero, lei aveva assistito all’omicidio di sua madre. Ma aveva visto anche il suo assassino? Perché non sognava mai il vampiro che l’aveva uccisa?
Come se le stesse leggendo nel pensiero sua zia ricominciò a parlare, dopo essersi asciugata gli occhi con la manica del cardigan che indossava.
“La polizia ti ha interrogata a lungo, anche a distanza di mesi, ma non sei mai riuscita a ricordare che cosa avessi visto quella sera, chi era stato… Poi vennero le streghe, la donna chiamata Adela mi disse che era stato un vampiro, e che avrei dovuto tenerti nascosto tutto fino a che non fossi stata abbastanza grande. Se ne sarebbero occupate loro mi disse…”
Teodora prese la mano di sua zia e si rese conto che tremava leggermente.
“Sogno spesso la mamma, quando è morta… è un sogno orribile. Ma non vedo mai chi l’ha uccisa…”
“Oh Teddi..” riuscì solo a rispondere Vittoria. Poi si alzò velocemente e l’abbracciò forte.
“Ti voglio così bene piccola mia… sono così preoccupata che ti succeda qualcosa, non sopporterei di perdere anche te.”
Teodora ricambiò l’abbraccio provando a trattenere le lacrime che volevano sgorgare senza controllo. Non sapeva che cosa dire né tantomeno come rassicurarla. In realtà avrebbe avuto bisogno di qualcuno che tranquillizzasse lei in quel momento, che le dicesse che anche se camminava verso un futuro oscuro, fatto di cose sconosciute e violenza, sarebbe andato tutto bene.
In quel momento le tornò in mente Gregorio, senza sapere bene perché.
Anche pensare a lui le dava la stessa sensazione allo stomaco che si prova quando si fa un salto nel vuoto. 

Un’ora dopo Teodora non riusciva ancora a prendere sonno. Osservava le foto del cielo appese sulla parete di fianco al suo letto, ripensando ancora a quanto Vittoria le aveva raccontato sulla morte di sua madre.
Sua zia bussò piano alla porta e la ragazza si chiese come facesse a sapere che era ancora sveglia. Per un momento pensò di non risponderle perché sentiva il bisogno di stare da sola.
“Avanti” disse però poi, curiosa di sapere che cosa Vittoria avesse ancora da dirle.
La donna entrò nella stanza buia lasciando entrare la luce proveniente dal corridoio. Teodora si voltò verso di lei, mettendosi poi a sedere con le gambe incrociate.
“Il giorno dopo aver capito che tuo padre non sarebbe tornato a prenderti, sono andata a casa vostra per prendere le tue cose e in un cassetto ho trovato questo.” Vittoria appoggiò sul letto un sacchetto di velluto nero, chiuso all’estremità con un nastro dorato. “C’era un biglietto indirizzato a me in cui tua madre mi diceva di dartelo se avessi scoperto di essere una strega.”
Poi Vittoria accarezzò la testa a sua nipote e senza dire altro uscì.
Teodora accese la abat-jour sul suo comodino: sul velluto del sacchetto era ricamata una rosa dorata e il contenuto era leggero e dalla forma rettangolare. Con le mani che le tremavano leggermente sciolse il nodo ed estrasse un mazzo di carte, di tarocchi.
Ogni carta sembrava essere stata dipinta a mano, alcune figure erano state colorate con una tinta dorata che brillava leggermente alla luce della lampada.
Teodora cominciò a disporre i tarocchi sulla trapunta che copriva il suo letto, meravigliandosi della bellezza di ognuno di loro. Sua madre gli usava per predire il futuro? Forse aveva pensato che anche sua figlia sarebbe stata una Strega dell’Aria e le aveva tramandato quel mazzo perché mettesse in pratica le sue capacità. Teodora si intristì leggermente: sua madre sarebbe stata delusa sapendo che era una Strega di Terra e non dell’Aria come lei?
Mentre distribuiva le carte si accorse che alcune erano state inserite nel mazzo al contrario, coperte. Si chiese se fosse stato casuale o se sua madre le avesse volontariamente disposte in quel modo, poi le separò dalle altre per vedere di quali tarocchi si trattava.
La luna, gli amanti, l’imperatrice e la morte. 
   
 
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