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Autore: Cannie Follett    13/02/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
[Enoch x Emma]
...
Un fiore appassito. Ecco come si sentiva Emma. Ancorato alla terra con le sue radici, ma senza più colore. Senza più vita.
Enoch riportava la vita...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~Si possono riportare in vita anche i fiori?~


 

Emma era assorta nei suoi pensieri, come al solito. Le piaceva lasciarsi trascinare dalla malinconia, avanzare e poi tornare indietro, un movimento continuo, come quello delle onde del mare.
Più degli altri si sentiva imprigionata in quell’anello. Più degli altri sentiva la frustrazione di non poter crescere, di non potersene andare via di lì. A lei sarebbe piaciuto esplorare il mondo, sulla sua nave in fondo al mare. Sarebbe bastato soffiare un po’, nemmeno troppo, e il relitto sarebbe tornato in superficie solo per lei.
Ma non poteva andarsene. Le avrebbe causato solo un dolore in più, la sua partenza. Era già stato difficile lasciar andare Abe -una ferita mai rimarginata, inutile mentire a se stessa. Il suo cuore non avrebbe retto l’addio ai ragazzi speciali della casa di Miss Peregrine.
Emma tamburellò nervosamente con le dita sulla superficie in legno del davanzale della finestra. Lei mentiva a se stessa già da molto tempo. Troppo. Lei, così leggera, dentro sentiva un peso enorme, tanto che un macigno di quelli che sollevava Bronwyn non avrebbe retto il confronto.
Perché, forse, Abe era già una cicatrice, un ricordo che la legava a quella casa in modo opprimente. Perché sapeva che, nel caso in cui se ne fosse andata da lì, non lo avrebbe trovato fuori, nella palude, ad aspettarla. E se anche fosse riuscita a rivederlo ancora una volta, sarebbe stato vecchio, Abe. Quel ragazzo dagli occhi azzurri -occhi magici- non era più un ragazzo, nella realtà.
Non lo amava più, ecco tutto. Abe era una scusa. Un modo per ricordarsi che amare faceva male, troppo male. Che Enoch avrebbe continuato a rimanere l’ombra accanto, nulla di più. Non si poteva fare altrimenti.
Un fiore appassito. Ecco come si sentiva Emma. Ancorato alla terra con le sue radici, ma senza più colore. Senza più vita.
Enoch riportava la vita...
No. Lui trafficava con cuori e morti, e non c’era nulla che potesse fare per lei, perché Emma era viva e vegeta, e il suo cuore funzionava alla perfezione.
La ragazza portò, quasi inconsciamente, una mano alle sue scarpe di piombo. Sarebbe bastato slacciarle, e lasciarsi trascinare su, sempre più su, fino a vedere la casa scomparire sotto i suoi piedi. Sparire tra le nuvole. Chissà com’erano, le nuvole.
Miss Peregrine, ovviamente, non l’avrebbe mai permesso, che un bambino affidato a lei sparisse tra le nuvole. Però, col seguire la sua solita routine, magari si sarebbe distratta per un tempo a sufficienza...
No. Emma non era una suicida. Non così disperata, non così irrecuperabile.
Abe le aveva detto, una volta, che lei era troppo preziosa per volare via. E anche se Abe non c’era più, le sue parole erano ben impresse nella mente di Emma.
È prezioso un fiore appassito? Avrebbe dovuto chiederlo a Fiona. Lei capiva tutto, a proposito di piante, senza che Miss Peregrine le dovesse spiegare qualcosa.
Un frullio d’ali. Strano. In casa non c’erano uccelli, Miss Peregrine a parte, che comunque preferiva volare all’esterno. Sì, infatti. Eccola lì, a volare sopra i suoi bambini, mentre giocavano in giardino.
Allora chi stava volando nella stanza accanto alla sua?
Emma si voltò, giusto in tempo per veder entrare in camera un fringuello. Non aveva un’aria molto sana, a dir la verità, ma volava come se fosse sempre stato quello, il suo unico scopo.
Emma rimase ferma dov’era, seduta sul materasso del suo letto. Seguì attentamente i movimenti del volatile, fino a quando questo non si posò vicino ai suoi piedi, lasciando cadere un fiore.
-È per te- sembravano dire i suoi occhi, mentre la fissavano con ostinazione.
La ragazza attese, ma non accadde nulla. Il fringuello rimase fermo al suo posto. E lei raccolse il fiore dalle assi del parquet.
Era azzurro, come il suo vestito. Emma non avrebbe saputo dargli un nome, ma lo trovava bello. Era un dono?
Fece per osservare nuovamente il fringuello, ma non appena sollevò lo sguardo trattenne il fiato. L’uccello giaceva immobile sulle assi di legno, senza più vita.
Enoch. Opera sua, senza alcun dubbio.
Emma si decise ad alzarsi in piedi. Strinse nella mano destra il gambo del fiore azzurro, come per darsi forza, poi raggiunse in pochi passi la porta, e si diresse verso un’altra stanza. La porta di questa era socchiusa, e quando la ragazza l’aprì, trovò l’ambiente immerso nella penombra.
-Enoch- chiamò. Non lo vedeva, ma sapeva che era lì. Percepiva il suo respiro, per quando impercettibile potesse essere.
Un sospiro. Proveniva da un angolo dall’altra parte della stanza.
Emma si diresse verso quella direzione, senza fretta. Una volta arrivata davanti al ragazzo -ora riusciva a vederlo bene- si accorse che era seduto contro la parete, abbandonato come i suoi giocattoli di ossa e metallo dopo che questi perdevano l’effetto dei cuori messi da Enoch stesso.
La ragazza si abbassò fino a raggiungere il livello dell’amico. Non poteva vederlo negli occhi -sembrava non volesse guardarla, il suo capo era chinato verso il basso.
-Grazie. Per il fiore.
-Oh, prego- rispose Enoch. Poi rimase in silenzio, mantenendo lo sguardo basso.
Emma si sedette. Lo capiva, ciò che stava provando il ragazzo. Da quando Abe se n’era andato, lei aveva sempre tenuto Enoch il più lontano possibile. Perché aveva paura. Paura di amare di nuovo.
“Le paure sono fatte per essere superate” le aveva detto il ragazzo polacco, molti anni fa, quando si erano dati l’ultimo addio e lei gli aveva chiesto se non avesse paura, ad avventurarsi in un mondo in guerra.
-Ti devo parlare- disse semplicemente Emma, tenendo lo sguardo fisso sul suo interlocutore.
-Lo stai già facendo- ironizzò Enoch.
La ragazza fece una smorfia, ma non si scoraggiò.
-Ti devo chiedere scusa.
A quest’ultima parola, il ragazzo alzò il capo, improvvisamente molto interessato al discorso.
-Per cosa dovresti scusarti? Non è colpa tua. Sono io. Insisto troppo, non è vero? Non mi sopporti più. Ci scommetto.
Emma scosse la testa. -No.
-Come?
-Perché ti faccio soffrire. È colpa mia. Ma io non voglio causare dolore a nessuno.
-Cosa stai dicendo?- chiese stranito Enoch. -Da dove ti vengono certe idee, lo sai solo tu.
La ragazza fece per alzare una mano verso il suo amico. Avrebbe voluto toccarlo, anche semplicemente sfiorarlo. Ma aveva il permesso di farlo? Riabbassò la mano, e si ritrovò a lottare contro un nodo alla gola. E a una lacrima che voleva uscire, ma no, non poteva piangere, non davanti a Lui.
-Si può sapere che ti prende?!
Emma lasciò cadere il fiore, poi si passò il dorso di una mano sugli occhi, ad asciugare la lacrima traditrice.
-Non so come dirlo...- si giustificò la ragazza. Non ce l’avrebbe fatta. Tutto il coraggio di prima era svanito, non ce n’era più nessuna traccia. Fece per alzarsi. Voleva solo andarsene.
-Ferma- le ordinò Enoch, afferrandola per un braccio.
Emma si trovò costretta a rimanere.
-Se non riesci a dirlo a parole, dillo con le azioni- le suggerì poi il ragazzo.
Giusto. Con le azioni. Avrebbe frantumato la debole amicizia stretta con Enoch dopo anni e anni e anni passati insieme. Ne valeva la pena?
La ragazza portò una mano fino a toccare i capelli scuri di Enoch, per poi scendere lentamente fino al mento. A stento trattenne un sorriso, nel vedere il ragazzo senza parole. Così sorpreso, non l’aveva mai visto.
-Enoch- iniziò.
-Sì?
-Si possono riportare in vita anche i fiori?
-Credo di sì. Con il cuore di una farfalla, dovrebbe funzionare.
Emma sorrise. 





- My Corner -
(L'ho scritto in inglese non tanto perché "inglese fa più figo", ma perché in teoria starei studiando inglese. In pratica, la concentrazione è andata a farsi un giro)
Nonostante abbia letto anche il libro La casa per bambini speciali di Miss Peregrine, che mi è piaciuto moltissimo, ho deciso di scrivere questa one-shot nella versione cinematografica perché trovo che i personaggi si prestino di più alle idee che avevo in mente. E poi perché mi sono innamorata dell'Enoch su schermo. Secondo me, comunque, Enoch sta molto meglio con Emma che con Olive, ma questo è un semplice parere di fangirl qualunque, e voi siete liberi/e di interpretare il testo come più vi aggrada, perché sono convinta che ogni lettura sia soggettiva, ognuno ha un diverso modo di vedere, di capire e di pensare. 
Nel caso aveste qualche altro minuto da dedicarmi, fatemi sapere la vostra opinione qui nei commenti ; )
A presto!
-Follett
 
   
 
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