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Autore: Gem    14/02/2017    2 recensioni
Questa è una raccolta di storie slegate tra loro e scritte per Promptember. Appariranno molti personaggi, ma la maggior parte delle fanfic sono AU e dedicate a Milo e Camus. Moltissimi generi presenti: storico, commedia, fantascienza etc.

«Vedi Cappuccetto?» il cacciatore, vestito interamente di nero, si sistemò un’arma in spalla spostando i lunghi capelli biondi dietro la schiena. Poi si avvicinò verso la creatura senza vita. «Tutti i bambini vogliono diventare cacciatori, non corrieri…»
«Smettila di chiamarmi Cappuccetto, Milo.» sentenziò severamente il corriere. «Non ho tempo per te. Il locandiere mi aspetta a Newark.»
Il bambino sbirciò il cacciatore.
Quel Milo si chinò accanto al corpo e, prese delle funi dalla cinta, iniziò a legare gli arti al corpo. Non si degnò di rispondere.
Il corriere allora avanzò di un passo. «Ci vediamo.»
«Se ti chiamo Camus resti?»
«Quando lavoro sono Corriere Rosso 11.»
«Dai, Cappuccetto è più simpatico.» il cacciatore iniziò a trascinare il corpo della bestia.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Gold Saints, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: La cena è servita
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: generale, commedia.
Pairing: Milo/Camus (?)
Personaggi: Milo, Camus, Surt, Shura, Sinmore (cresciuta, beh), Flare, Aphrodite, Death Mask.
Avvertimenti: POV di Camus, AU, slash.
Parole: 1174
Note dell’autore: accozzaglia di gentaccia intorno a Camus tanto per fare numero.
Prompt:
 
You are the waiter at a nice restaurant and me and my friends talk about that you’re hot (and about the size of your package) like through the whole dinner (and we are not really discrete about it) and we leave before the restaurant closes but talk a long while outside and when I drive home and leave the tram at my station I’m surprised to see you leave the tram as well and wow I need to apologize for me and my friends being so embarrassing but anyway how about a date? – au
By @ onetruepairingideas
 
 
«Secondo me chi vuole farsi più di tutti il cameriere è Camus.»
Una ragazza sbirciò dietro di sé, annuendo, e continuò: «Quello ci starebbe.»
Camus strinse tra le mani un bicchiere d’acqua.
«Sinmore. Per favore.» sospirò. «Dobbiamo continuare ancora per molto?»
Qualcuno iniziò a strusciare il piede contro il suo. Camus portò indietro le gambe e tutta la sedia, con evidente disappunto.
«Non iniziare anche tu, Surt.»
Quello alzò le spalle e gli lanciò un sorriso estremamente beffardo. «Perché non ti lasci andare un po’, eh? Persino Shura stasera sembra più affabile del solito.»
Surt mollò una gomitata all’interpellato. «Quando Death Mask e Aphrodite sono con te diventi tutto coccoloso.»
Sia Shura sia Camus strinsero gli occhi, quasi disgustati. Quella sera, complice qualche birra già sul tavolo, non tutti erano lucidi.
Camus si volse a osservare il pub. Le luci soffuse e il chitarrista che suonava in fondo alla sala rendevano l’atmosfera molto intima, e purtroppo gli schiamazzi dei suoi compagni risultavano dissacranti e assolutamente fuori luogo.
«Non ho voglia di fare tardi qui.» la voce di Death Mask era, naturalmente, troppo forte. «Ci aspettano in discoteca.»
Camus tornò a guardare verso il suo tavolo.
«Viene anche Saga, sapete?» Aphrodite si sistemò le maniche a sbuffo del suo abito. «Anche lui come drag, non avete idea di quanto prendiamo a serata…»
Se Camus non avesse saputo che Aphrodite era un uomo, probabilmente non si sarebbe accorto della differenza tra lui e una qualsiasi donna presente quella sera nel locale. La sua occhiata prolungata attrasse l’attenzione proprio dell’interessato.
«Ti vedo bene, Camus… a te no Shura. E nemmeno a te Surt.» disse Aphrodite, tracannando la sua birra con ben poca eleganza. Beh… su quello poteva lavorare, pensò Camus.
«Ok, ma qui abbiamo perso il filo del discorso.» s’intromise di nuovo Sinmore, mollando una spallata a Camus e lanciando un’altra, invadente occhiata verso i camerieri. «Dicevamo del biondo…»
«Magari se gli proponiamo una cosa a tre accetta.» fece Surt alzando ritmicamente le sopracciglia. «Lui e noi due, Camus… magari gli piacciono gli uccelli di fuoco.»
«Sei volgare e mi dissocio.»
«Ma guarda lì che pacco!» esclamò poi all’improvviso Surt, allungando un braccio oltre al tavolo, verso il cameriere biondo. «Che ben di Dio!»
Camus si sentì avvampare e appoggiò la fronte a una mano, tentando di nascondere il proprio imbarazzo. Voleva solo scappare da lì. Per evitare di sentirsi ancora più a disagio, evitò di guardare gli altri clienti del pub.
«Cioè Camus, tu lo sai che di solito preferisco le ragazze, ma quello… insomma, non si può ignorare.» Sinmore iniziò a picchettare le dita contro la sua spalla. «Però non ti preoccupare, Flare, lo lascio a Camus, stasera sono tua.»
La ragazza, che era stata in silenzio fino a quel momento, abbozzò un sorriso. «Eh…»
«Madonna, non potevo finire a un tavolo più gay…» si lamentò Death Mask, prendendo il cellulare. «Adesso chiamo Helena per dire cose molto etero.»
Camus continuò a tenere basso lo sguardo. Che figura.
«Oh ecco il cameriere!»
«Allora, ho le tre insalate di carne della casa e il tagliere di formaggi.»
Camus alzò il viso. Davanti a lui, il cameriere biondo, l’oggetto di tante attenzioni teneva i piatti e aspettava di ricevere una risposta. Imbarazzato, alzò la mano.
«Un’insalata per me…»
«Una banana…» sussurrò Surt.
Il cameriere forse sentì il commento, perché si voltò con sguardo confuso verso il ragazzo per qualche secondo. Poi lasciò gli altri piatti sul tavolo e proseguì: «Ora vi porto il resto.»
«Si chiama Milo.» bisbigliò Sinmore. «Gliel’ho detto sul cartellino.»
«Mi passi un’insalata di carne?» chiese allora Shura.
Surt ridacchiò: «Non vuoi un’insalata di cazzo?»
Camus affondò la forchetta nel proprio piatto con disperazione. Quell’ultimo commento era stato davvero pessimo… e a volume troppo elevato. Sinmore prese a ridere sguaiatamente, mentre la sua amica ridacchiava e Death Mask batteva le mani.
«Chi vuole un’insalata di culo?» Surt non si arrese. «Quello ha tutto. Ma tizi così belli alla fine devono essere proprio stronzi… o idioti.»
Camus pensò che l’unico idiota in quel momento era proprio colui che aveva parlato. Poi, con la coda dell’occhio, notò il cameriere avvicinarsi di nuovo.
«Allora, le due capricciose, la tagliata e un hamburger.» fece Milo, sorridendo. «Ecco qua.»
«Ah, che bella tagliata!» esclamò Sinmore, agguantandola. «Viva la carne!»
Surt sghignazzò. Camus sopportò pazientemente.
«Certo che questo locale ha molto da offrire, vero Camus?» Aphrodite non tentò nemmeno di trattenere il tono quasi derisorio. «Eh?»
Milo finì di lasciare i piatti sul tavolo.
«Allora, volete qualcos’altro?» chiese, sorridendo.
Camus, quasi per cortesia, alzò lo sguardo e abbozzò un sorriso, sperando che quel povero cameriere lasciasse presto il tavolo e possibilmente anche il pub. Si accorse, tuttavia, di uno strano silenzio che era sceso tra i suoi amici, e quando si preoccupò di guardarli notò che s’erano tutti voltati verso di lui con sorrisi ebeti sulle loro facce.
Surt gli mollò due calci sotto al tavolo. «Non volevi quella cosa, Camus?»
Milo lo fissò con curiosità.
Ecco. Ecco una di quelle situazioni in cui Camus avrebbe volentieri voluto perdere il controllo e uccidere tutti i suoi “amici” senza pietà.
«Del sale.» mormorò a denti stretti, mentre con un’occhiata inceneriva Surt. «Vorrei del sale, grazie.»
«Subito!» rispose il cameriere tranquillamente, allontanandosi.
«Stasera non vengo da nessuna parte con voi.» sibilò Camus. «Me ne torno a casa.»
 
Camus non cambiava mai idea, specialmente quando doveva prestar fede a dichiarazioni pubbliche. Si alzò dal sedile della metropolitana e attese che le porte si aprissero, quindi scese dal vagone e si diresse verso una banchina.
Non c’era molta gente a quell’ora, ma una decina di persone stava aspettando il proprio cambio vicino a una pensilina.
Camus si avvicinò e si appoggiò a un lampione della luce, che rischiarava in parte quel buio ambiente.
Fu in quel momento che intravide una massa di capelli biondi proprio accanto a lui.
Non ci volle molto per riconoscere, in quella che sembrava ben più di una coincidenza, il cameriere che lo aveva servito qualche ora prima.
Sussultò quando i loro sguardi si incrociarono.
«Ehi.» fece quel Milo. «Ciao.»
«Ciao…» Camus rispose al saluto con qualche remora. Quella sera stava collezionando brutte figura, l’una dopo l’altra.
Pensò di accennare, almeno in parte, delle scuse.
«Temo che io e i miei amici siamo stati clienti difficili…»
«Oh, no. Anzi.» Milo sospirò, con aria serena. «Dovresti vedere cosa combinano certi tavoli il sabato sera…»
Quel commento in parte rassicurò Camus. Le luci di un treno in lontananza fecero spostare alcuni dei presenti lontano dalla linea gialla, ma Milo non si mosse più di tanto.
«Questo è il mio.» annunciò. «Sali anche tu?»
Camus scosse la testa e indicò l’altro lato della banchina. «Aspetto quell’altro.»
Il treno iniziò a rallentare.
Milo sorrise ancora e si sistemò in spalla un borsone.
«Beh, allora buona serata.» disse. «Spero di vederti ancora al pub…»
Camus poteva aspettarsi di tutto tranne un occhiolino da quel cameriere. E proprio l’occhiolino arrivò, mentre Milo saliva sul treno e lo salutava anche con un cenno della mano.
Avvampò.
Oh.
 
 
Ps. Per San Valentino. (?)
Aphrodite in drag è un riferimento a “”””””””””Dhora Tefi”””””””””, un’altra delle tante cazzate degli spinoff merdosi. Almeno qui lui e Saga fanno bei soldoni (?)
  
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