Scritta per Angela.
Cap.2 Persefone e Ade
“Si
sta avvicinando la primavera. Presto tua madre ti
vorrà nuovamente accanto a sé”
sussurrò Ade. Prese un fiore candido che
decorava i capelli rosso sangue della giovane. I petali carnosi si
annerirono,
seccandosi e precipitarono al suolo, trasformandosi in polvere.
Si
udivano i lamenti dei morti e l’abbaiare di Cerbero
in lontananza.
Persefone
si appoggiò con i gomiti al bracciolo del
trono di ossidiana del dio dei morti.
“Tornerò
presto. Sono solo sei mesi” sussurrò. Vide le
iridi dorate di Ade diventare liquide e gli accarezzò la
guancia gelida con le
dita affusolate. Lui le prese la mano con la propria, dalle dita
ossute. I
resti del fiore, trasformato in polvere, gli volteggiarono intorno al
viso.
“Il
mondo tornerà a sorridere e tua madre porterà
gioia e calore tra i mortali. Ed in fondo è giusto
così, che qui regnino morte,
dolore e sofferenza, ma…” sussurrò Ade.
Assottigliò gli occhi. Persefone si
mise in ginocchio sulle gambe di lui, si cambiò di posizione
e gli si accomodò
in braccio.
“…
senza di te, gl’inferi perdono la loro regina ed io
il motivo della mia esistenza”. Concluse Ade. Persefone gli
prese il viso tra
le mani e lo baciò, le labbra di lui erano fredde. Si
appoggiò contro il petto
del suo sposo, sentendo il metallo della sua armatura. Il petto
muscoloso di
Ade si alzava e abbassava sotto di essa.
“La
tua regina, mio signore, tornerà sempre da te. Lo
giuro” promise Persefone.