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Autore: Sakkaku    14/02/2017    3 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 6

 

Falco Nero aveva ordinato un incontro con tutte le guardie, che di solito svolgevano il compito di controllo nella torretta e nelle vicinanze del portone d'entrata al villaggio. Lui stava seduto sul suo trono nella Grande Sala, mentre tutti i suoi soldati stavano in piedi, sull'attenti, immobili.
- Ascoltatemi bene uomini! - proclamò il Master in tono solenne – So perfettamente che non siamo né in guerra né abbiamo battaglie in corso, com'è giusto che sia. Ci tengo però voglio ricordarvi una cosa... - fece una pausa a effetto. - Questo non vuol dire che dobbiamo assistere a ingiustizie o a prendere colpi senza reagire. Tim vuole vendicarsi della nostra nuova arrivata. Come ben sapete, ora non è in condizioni fisiche da poter affrontare uno scontro. Quello che vi chiedo quindi, è di rifiutare qualsiasi entrata al villaggio di persone che fanno parte di un'altra fazione.
- La locanda principale è qui da noi - obbiettò un soldato.
- Le altre due fazione ne hanno una a loro disposizione. La nostra è solo più grande, per il momento sarà aperta solo per noi. Almeno finché non inizia il torneo - rispose allargando le braccia Falco Nero - Ho già provveduto a far consegnare i due volantini ai rispettivi capi fazione, per cui il vostro compito è solo far rispettare la nuova regola - incrociò le braccia per poi fissare uno a uno gli uomini che aveva di fronte. - Confido in voi e non accetto eccezioni alla regola, altrimenti sarete esiliati oppure puniti severamente e il vostro titolo di soldato sarà revocato.
Un borbottio si creò tra la folla. Loro erano diventati soldati perché detestavano lavorare la terra e il pensiero di ritrovarsi contadini, per loro era peggio che la morte in una battaglia.
Quando il brusio di commenti cessò, all'unisono gridarono in tono deferente - Ai vostri ordini Master!!
- Ottimo, in questo caso, l'incontro è sciolto. Tornate pure ai vostri compiti quotidiani - questa frase Falco Nero la pronunciò soddisfatto e sorridente, sapeva quali parole usare nei suoi discorsi per evitare rivolte.
Nessuno voleva abbandonare il suo villaggio, essere degradato né tanto meno esiliato.
Osservò il sole fuori dalla finestra, l'alba era ormai passata, quindi a breve si sarebbe potuto recare alla sua locanda per fare una buona colazione.
Prima però andrò a mettermi qualcosa di più comodo di quest'abito pomposo. Se non fosse obbligatorio indossarlo per gli incontri ufficiali, non lo metterei mai” pensò mentre si recava nella sua stanza.
Mentre s'infilava la maglia di seta, la collana che teneva sempre al collo cadde sopra al nuovo abito. Normalmente la teneva nascosta da occhi indiscreti, sebbene non si ricordasse nulla, sul chi gliela avesse regalata o dove l'avesse presa, dal profondo sentiva che era molto importante per lui. La ripose sotto la maglia di seta e improvvisamente fu catturato da un ricordo passato. Lo vide talmente nitido che gli sembrò di viverlo sul momento.

 

FLASHBACK
 

La pietra di resina, l'ambra aveva rinchiuso in sé molti ricordi dimenticati, aveva un potere mistico che celava e svelava solo quando era necessario. Come se avesse uno spirito al suo interno. Capace di decidere e soggiogare le persone al loro volere. Per questo in molti la consideravano la pietra del demonio, il gioiello prediletto dell'Echidna.
Elisabeth era ancora troppo piccola per capire perché tutti evitassero Dirk.
A lei pareva un bambino come tutti gli altri, certo a volte era cattivo, ma nessuno può essere considerato un santo in questo mondo, perché può capitare di fare cattive azioni. Tutti gli altri bambini del villaggio Toreny compivano azioni meschine eppure erano considerati dagli adulti dei bravi fanciulli.
Quando i bambini del villaggio si erano radunati per andare a fare il gioco “Vediamo chi trova il sasso più bello” stranamente anche Dirk era stato invitato. Era stato un gesto tutt'altro che gentile. Lo scopo era raccogliere più sassi possibili per poi lanciarli e ferire il figlio dell'Echidna.
Elisabeth detestava le ingiustizie, per questo si era aggregata al gruppo, avvertendo la sorella minore che si sarebbe assentata per qualche ora. Secondo lei chi se la prendeva con qualcuno perché da solo, era un codardo e un vigliacco, facile picchiare qualcuno quando si è in più di dieci.
– Che bella – esclamò sorridendo Dirk – Sei stata proprio brava Eli, sicuramente vincerai.
- Torniamo al villaggio – quelle parole le uscirono d’impulso, lui era sempre stato gentile con lei, quindi in qualche modo voleva ricambiare salvandolo dall'ennesima tortura.
– Perché mai dovremmo? – Dirk era confuso.
– Vogliono raccogliere i sassi per tirarteli addosso, non è un gioco. Su andiamo – la bambina lo tirò per una mano.
– Perché me lo stai dicendo? Sei venuta qui anche tu... quindi sei come loro.
- No – lo interruppe lei – Volevo solo portare un bel sasso a mia sorella e portarti via prima che loro ti prendano di mira, di nuovo – il volto era serio, stringeva con entrambe le mani il suo sasso color miele, grande quanto la sua mano.
– Se è vero, dammi la tua pietra.
Titubante lei glielo porse – E' tuo, ora torniamo a casa.
- Figlio dell'Echidna, non andrai da nessuna parte – gridarono i bambini iniziando a lanciare sassi nella sua direzione.
Senza pensarci troppo Elisabeth si mise davanti a Dirk per proteggerlo. Il ragazzino sorpreso da quel gesto, fece cadere il sasso color miele sul prato e questi si macchiò con il sangue della bambina.
Elisabeth a un certo punto svenne e a quella vista Dirk s'infuriò. Per prima cosa coprì con il proprio corpo la bambina, facendole da scudo. I marmocchi continuarono a lanciare sassi nella sua direzione e poco dopo il ragazzino iniziò a sanguinare e qualche goccia del suo sangue cadde sopra la pietra color miele
Quando ebbero finito, lui si girò fulminandoli con lo sguardo.
– Potete prendervela con me fino alla fine dei miei giorni, ma lei non dovrete sfiorarla mai più o vi ammazzo dopo aver ucciso la vostra famiglia.
L'odio nei suoi occhi terrorizzò i bambini che corsero via, alcuni strillando altri piangendo.
Dirk si caricò sulla schiena Elisabeth e con una mano raccolse la pietra. Dopo aver lasciato a casa la bambina, si diresse verso la bottega della famiglia che l'aveva adottato.
Il ragazzino levigò la pietra rendendola liscia, cercò di pulirla dal sangue, alcune macchie tuttavia sembravano essere penetrate al suo interno ed era impossibile toglierle completamente. Infine la tagliò formando una forma romboidale, simile alle punta delle frecce. Per concludere fece un piccolo foro sulla pietra per mettere il pezzo di stoffa nero, cosicché potesse essere usata come collana. La pietra era abbastanza grande e Dirk decise di farne due identiche. Una la regalò a Elisabeth in segno di scusa per quanto accaduto il giorno precedente.
– Grazie, non dovevi.
- Mi dispiace, purtroppo non sono riuscito a pulirla - si scusò lui.
- Fa niente. Almeno mi ricorderà di essere forte – la bambina sorrise facendo sanguinare nuovamente il taglio sulla guancia.
- Se vuoi finché non starai meglio, mi occuperò io di tua sorella.
- Grazie, un aiuto mi farebbe comodo, lei corre troppo e le gambe mi fanno male.
- Tu riposa, ci penso io a lei.
Dirk era contento di aiutare l'unica persona che in tutta Toreny lo trattava sempre in modo gentile fin da quando era arrivato. Neppure la famiglia che lo accudiva lo trattava con una gentilezza così sincera.
E ora, anche se a insaputa della bambina, avevano la stessa collana, macchiata dal loro sangue, in memoria di quello che era accaduto quel giorno.
Questo ricordo risaliva a quando Elisabeth aveva 9 anni e Dirk 12.

 

FINE FLASHBACK
 

Dirk... Io sono Dirk...” pensò Falco Nero sconvolto da tale scoperta.
Il suo respiro era affannoso, le pupille erano dilatate, tutto il corpo era percorso da fremiti.
Cosa... chi... che genere di persona ero? Perché in questo momento sento la necessità di scoprire di più sul mio passato? Forse se indago, potrei scoprire perché sono fissato con i quadri che ritraggono creature mitologiche. L'Echidna secondo le credenze popolane del mio villaggio Toreny, era una donna e al posto delle gambe aveva una coda di serpente e di solito viveva in caverne o grotte. Per questo mi consideravano suo figlio, perché secondo la tradizione l'Echidna ha avuto diversi figli: Ortro, Cerbero, Idra e Chimera.”
L'uomo era in ginocchio sul pavimento in legno, probabilmente quel ricordo gli aveva fatto perdere momentaneamente l'equilibrio. Mentre si rialzava i suoi pensieri continuarono.
Mi è tornato in mente solo il nome del mio villaggio natio, come potrei raggiungerlo? E' talmente piccolo che sicuramente da queste parti nessuno l'ha mai sentito nominare. Non conosco nessuno che può rispondere alle mie domande e svelare qualcosa sul mio passato... tranne, Midolf! Lui era sollevato quando mi sono dimenticato chi ero. Che sia meglio così? La cosa migliore da fare è davvero continuare a non ricordare e dimenticarmi nuovamente questo nome?” questi interrogativi continuava ad aumentare e Falco Nero non riusciva a rispondere a nessuno di essi.

  
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