Anime & Manga > Creepypasta
Segui la storia  |       
Autore: CassandraBlackZone    14/02/2017    0 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Perché ci mettono tanto?» chiese Jeff a denti stretti e visibilmente arrabbiato. «Fra poco gli allenamenti finiranno e ancora non si sono fatte vedere.»
Liu controllò per la quinta volta il suo orologio. Erano passati ben quarantacinque minuti. «Concordo, fratellino.»
«Quella pazza di Nina. Che ci vuole a vestirla?! Basta qualcosa che non mette di solito,no?» borbottò Jeff.
«Ovvero qualunque cosa meno una divisa da poacher» ridacchiò Liu.
«Sempre che non decida di fargliela indossare.»
«Improbabile. Nina è pazza, non stupida.»
Jeff sbuffò per l’ennesima volta e iniziò a camminare avanti e indietro, finché il fratello non ruppe il ghiaccio. «Che ne pensi?»
«Riguardo a cosa?»
«Annabelle.»
Il ventenne incrociò le braccia al petto. «Che è una ragazza molto forte.»
Liu sogghignò divertito. «In effetti. Te le ha suonate.»
«Non parlavo di questo.»
Il fratello maggiore fece sparire all’istante il sorriso, poiché l’espressione preoccupata del fratellino lo contagiò.«E allora di cosa?»
«Come può una ragazzina così decidere di punto in bianco di venire a vivere con noi? È assurdo. A meno che Slenderman non l’abbia…»
«Ricattata? È così che è successo.»
Jeff sgranò gli occhi, per quanto lo fossero già fin troppo, gli occhi incredulo. «Che cosa?! Ma andiamo! Slenderman non lo farebbe mai!»
«E invece è così. Me lo ha detto Masky ieri. E se lo dice lui, allora è così.»
«Pazzesco… E perché?»
Liu fece spallucce. «Questo non lo sa nemmeno lui. Ma dopo la dimostrazione delle sue capacità di tre giorni fa è ovvio che Annabelle è qualcosa di veramente speciale.»
«E su questo non ci piove!» Nina balzò da un albero con un salto felino, atterrando sulla schiena di Jeff.
«Ma che caz-… Nina! Scendi subito!»
«Uuuuh, come siamo scorbutici. Presa la Dosetta, little Jeff?» la ragazza iniziò a giocare con i capelli di Jeff e, evitando i colpi a vuoti del ventenne, lo bloccò coprendogli la testa con il cappuccio della sua felpa.
«Dannata, se ti prendo!»
«Hai tutto il tempo per giocare con me, Jeffrey. » Nina si alzò dal ragazzo e si schiarì la voce. «Ora ti invito a concentrarti sulla nostra piccola Annabelle. O vorrei dire…»
Dallo stesso albero scese una ragazza della medesima agilità, forse più aggraziata, che i due ragazzi faticarono a riconoscere a prima vista.
Alzatasi in piedi, l’occhio sinistro dorato attirò la loro attenzione, seguito dalla mezza maschera in ceramica che copriva una buona parte del lato destro del viso, con l’occhio tappato di tessuto nero. Mani e piedi erano fasciati con bende bianche. Portava un paio di leggings neri, una maglia rossa attillata a maniche lunghe e una lunga sciarpa gialla che partiva da collo per poi formare una X sul busto e attorcigliarsi alla vita.
«Zoe the Copycat!» presentò Nina agitando le braccia.
«Annabelle?» sbottò Liu incredulo.
La ragazza arrossì violentemente, coprendosi il più possibile con le braccia e annuì.
«Wow. Sei praticamente irriconoscibile» le si avvicinò Jeff. «È una parrucca questa?»
«È… di Nina» rispose Annabelle timida. «Che… cosa ne pensate?»
I due fratelli si guardarono in silenzio ed annuirono. «Per me può andare» confermò Liu.
«Già. La lente dorata poi è un tocco di classe. Nina’s style
«Modestamente» Nina s’inchinò davanti a Jeff.
«Mi da un po’ fastidio» si lamentò Annabelle strizzando l’occhio. «Ma credo che mi ci abituerò.»
«Giusto. La cosa più importante è che conciata così nessuno ti riconoscerà» le disse Liu sorridendo. «Bene. Purtroppo gli altri faranno ritorno a casa adesso, ma noi abbiamo tempo fino all’ora di cena per illustrarti i nostri percorsi e allenarci. Bastiamo noi tre. Che ne dici, Zoe
Al richiamo, Annabelle alzò la testa ed annuì. «Certo. Sono pronta.»
«Perfetto. Allora stacci dietro» disse Liu, per poi iniziare a correre.
Il primo ad accorgersi delle quattro presenze che si addentravano nella Black Forest fu Masky, che subito si girò adocchiando un caschetto argentato sparire tra i cespugli. «Ma quella parrucca… è di Nina» si disse insicuro. «E quella mezza maschera…»
«È una delle tue vecchie maschere» continuò Slenderman al suo fianco. «Nina ha avuto la brillante idea di usarla per il travestimento di Annabelle
«Oh, quindi era Annabelle. Non l’avevo proprio riconosciuta.»
«Come è giusto che sia
«A giudicare da dove corrono le stanno facendo vedere i nostri percorsi.»
«È un buon inizio
Il proxy sospirò prima di iniziare a parlare.«Signor Slenderman, in questi giorni fatico a capirla, lei prima…»
«So a cosa stai pensando. Ti ho appena letto nella mente. Ho semplicemente compreso di essermi lasciato trasportare dall’emozione. Aspettavo tanto questo momento
«Annabelle ha quindici anni. Tecnicamente è ancora una ragazzina. Tutta questa storia per lei deve essere una follia! Ha corso un po’ troppo!»
«Ipocrita» si intromise E.J. grave. «Quello che stai dicendo non ha alcun senso.»
«Dicevo solo che…»
«Ciò che abbiamo dovuto passare noi non conta? Non pensi a Sally o a Ben? Come hai detto lei ha quindici anni, non ha dovuto lasciare casa all’età di otto o dieci e combattere contro il CRP. Puoi dire quello che vuoi, ma non puoi negarlo.»
Masky si zittì, sapendo che l’amico mangia-reni aveva ragione. «Non sono ipocrita. Solo che io…»
«Masky, io so che tu sei un ragazzo molto sensibile e questo lo apprezzo. La penso come te e per questo ho deciso di rallentare, ma è abbastanza grande e matura per capire. Dopotutto, lei è vissuta in un campo miltare, che non è una cosa da poco
Masky annuì, in silenzio.
Slenderman si voltò verso Jack, che intanto fingeva di non averlo visto. «Jack caro, il peso delle responsabilità e del dolore dipendono  dai punti di vista, perciò considero la tua affermazione una mezza verità» accortosi di un rametto fiorito, Slenderman allungò uno dei suoi tentacoli per raccoglierlo. «Non ho intenzione di ritornare su questo argomento, perciò ti devi accontentare
«Ibisco!» urlò tutta contenta Sally, con gli occhi che le brillavano.
«Deduco che questo non ce l’hai, vero piccola
La bambina annuì, desiderosa di avere tra le mani quei fiori dall’ipnotico rosso acceso.
«Ricordati di farli resinare. Così li potrai mettere nella tua collezione» disse Slenderman porgendo il rametto a Sally.
«Sì! Ci penserà Jack! Vero?»
«Certo, piccola» annuì il mangiatore di reni.
«Evviva!» la bambina saltellò per raggiungere Ben e mostrargli il fiore esotico.
«Non mi piace» sbiascicò EJ.
«Jack, è solo un fiore. O è il colore che ti preoccupa
«Non è il fiore, Slenderman. È questa situazione. Non mi piace per niente.»
Slenderman avvicinò una mano alla testa del suo figlio per arruffargli il ciuffo di cappelli che gli usciva dalla maschera. «Oggi hai fatto un buon allenamento, Jack. Stai migliorando tantissimo
Jack accolse il gesto del padre, ma non abbandonò la sua opinione durante il tragitto di ritorno. «Ti capisco benissimo» Hoodie gli posò una mano sulla spalla. «All’inizio anche io ero contrario, ma fidati. Ti ci abituerai. Anzi, a dire il vero credevo l'avessi già accettata.»
«Non è una questione di abitudine» insistette E.J. «Non lo trovo… giusto.»
«Nei confronti di chi? Slenderman?»
Dissentì.«Nei confronti di noi stessi. Nei confronti del nostro mondo.»
 
Per quanto i fratelli e Nina fossero veloci, Annabelle riuscì a star dietro a loro in brevissimo tempo, grazie alle sue abilità. Il percorso nella Black Forest era ormai diventato suo, trappole e ostacoli compresi, e per qualche strana ragione trovava quel tipo di allenamento stimolante e liberativo; forse perché per la prima volta nella sua vita poteva muoversi in uno spazio che fosse al di fuori del campus.
«Come volevasi dimostrare» disse Liu saltando da un ramo all’altro. «È davvero impressionante.»
«È come se avesse vissuto sempre qui» lo assecondò Jeff, ormai senza fiato. «Come diamine fa?»
«Era una poachers, che cosa ti aspettavo?»
«Vai Zoe! Sei grande!» urlò Nina entusiasta. «Brava la mia sorellina Zoe!»
Annabelle si voltò solo dopo il secondo richiamo. Doveva assolutamente abituarsi a quel nuovo nome. «Ehi! Così può bastare! Fermiamoci là!» urlò Liu, indicando con un braccio una collina che era visibile solo dagli alberi. Umana e CRP aumentarono il passo e, arrivati ai piedi della collina, corsero tutti allineati.
«Però. È parecchio ripida» osservò Annabelle. «Ed è anche alta. Com’è che non l’ho vista arrivata qui?»
«Oltre alle torri vicino alla villa questo è il punto più alto per osservare la foresta» spiegò Jeff. «È quasi impercettibile grazie a Slenderman e i poachers non sono mai riusciti ad avvicinarsi per via delle trappole.»
Arrivati finalmente in cima, Liu e Nina si sdraiarono sull'erba incredibilmente morbida, mentre Annabelle poté tirare un sospiro di sollievo. Era un po’ affaticata e indolenzita, ma era più che soddisfatta del risultato e ciò che si trovò davanti fu la sua ricompensa: la Black Forest appariva come un grosso letto verde a prima vista sofficissimo grazie alla forma delle chiome, che ricordava il cotone. Il cielo chiaro e privo di nuvole era la cornice perfetta.«È… bellissimo» bisbigliò incredula, facendo scorrere lo sguardo.
«Qua su ti dimentichi che si tratta di una foresta creata dal sangue di Slederman» le si avvicinò Jeff.
«Allora è vero che è stata opera sua.»
Annuì.«Si è dissanguato con l'unico scopo di creare una zona sicura per tutti noi. O perlomeno è quello che mi hanno raccontato.»
Annabelle riportò la sua attenzione sulla foresta, guardandola con occhi diversi e immaginando, per quanto le fosse possibile, il CRP benevolo che compiva l'impresa.«Ha... Un enorme responsabilità sulle spalle.»
«Più di quanto immagini.» quando il giovane assassino si sedette, Annabelle fece lo stesso, togliendosi la mezza maschera per poter vedere meglio. «È un peccato che tu debba nascondere i tuoi occhi. Hanno un così bel colore.»
Sebbene lo avesse sentito più volte, Annabelle rimase ugualmente spiazzata da quel complimento, imbarazzando non poco il ventenne.«Voglio dire... Per essere un'umana.»
La ragazza si intenerì e forzò un sorriso.«Ti ringrazio. Io invece... Li odio.»
Jeff si voltò verso una Annabelle malinconica e impaurita.«Senti... Mi spiace che Slenderman ti abbia costretta a stare con noi.» Annabelle lo guardò con la coda dell'occhio, per poi voltarsi del tutto. «Insomma... Quello che voglio dire è...»
«Ormai non importa più.»
«Come, scusa?»
«Ho avuto tempo per pensare.»
Jeff si assicurò che Liu e Nina fossero impegnati a fare altro per potersi avvicinare ad Annabelle.«A cosa, se posso chiedere?»
«Vuoi sapere perché odio tanto i miei occhi?» Il CRP esitò prima di annuire. «Io sono stata adottata dal generale a capo del campo. Mi ha trovata nella brughiera quando ero ancora una neonata. Sai cosa hanno pensato dopo aver visto il colore dei miei occhi?»
Jeff ci rifletté su e subito abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
«Proprio così. Erano sul punto di uccidermi fino a quando mio... Il generale Cherubi non mi fece fare dei test, scoprendo così la mia natura umana.»
«È una cosa positiva» disse Jeff cercando di alleggerire la conversazione.
«Sì, ma è durato per dieci anni» Annabelle si fece coraggio strappando dei fili d'erba.«Una sera uscì indiscretamente dalla mia stanza, perché avevo sentito le urla dei soldati feriti ritornare da una missione e mi imbattei per caso in uno di essi. Era gravemente ferito e impaurito, tanto quanto me, ma il suo era puro e vero terrore nei miei confronti. Così mi attaccò, urlando che ero un mostro.»
«Aspetta, non capisco» la fermò stizzito Jeff. «Ma se ormai era chiaro che sei un'umana... Perché? Perché chiamarti mostro?»
Annabelle inspirò profondamente .«Le luci erano spente e nell’oscurità i miei occhi brillavano di un viola acceso, quasi fluorescente, e  provocarono al cadetto delle allucinazioni. Quest’ultime durarono per tre giorni» a fine racconto, Annabelle prese a strappare altri fili d’erba, mentre il giovane CRP rimase a dir poco spiazzato.
«Oh» iniziò insicuro.«Questo… cambia le cose.»
«Hai mai sentito parlare di un essere umano in grado di fare certe cose?»
«È una domanda a trabocchetto?»
«No, cercavo di essere sarcastica» le risate improvvise di Nina concessero ai due una piccola pausa e di godersi per qualche minuto le follie della ragazza usando rami secchi. Annabelle sorrise divertita prima di riprendere. «Quella stessa notte il generale mi confessò che non ero veramente sua figlia, ma che mi avrebbe sempre trattata come tale. Inoltre nascose al campo questa mia… capacità, salvo qualche subordinato a lui fedele.»
«Per questo non ti ha mai fatto uscire dal campo. Me lo ha detto Liu.»
«Esatto. Non voleva rischiare che venissi uccisa.»
Jeff sbuffò esausto.«Porca miseria. Devo dire che anche tu non te la sei passata così bene. Voglio dire… Non deve essere stato facile.»
Annabelle accennò un sorriso.«Non direi. Se non fosse stato per il generale a quest’ora sarei morta. Un po’ come per voi con Slenderman.»
Il ragazzo concordò annuendo. «Non hai tutti i torti. Quindi, in sostanza, è questo che ti ha fatto cambiare idea? Il colore dei tuoi occhi?»
Annuì. «Forse in un certo senso è meglio così. Forse… Slenderman sa meglio del generale Cherubi che cosa sono veramente.» Anabelle avvicinò le ginocchia per appoggiarsi con il mento. «Forse… sono una CRP.»
Jeff scosse la testa confuso. «Aspetta un attimo, non farai sul serio?»
«È  più che plausibile» Liu si intromise ricoperto di erba e terra. «E’ un’idea che balenava a molti di noi. Me compreso.»
«E Nina?! Nina non la conti?!» sbucò Nina altrettanto sporca.
«Sì, Nina. Anche tu.»
«Cos’è, stavate origliando?» domandò infastidito Jeff.
«Sai com’è, fratellino. La collina non è insonorizzata.» si rivolse ad Annabelle, visibilmente assorta nei suoi pensieri. «Scusaci, Annabelle. Non era nostra intenzione.»
La ragazza scosse la testa.«Oh, non ti preoccupare.»
«Ad ogni modo, credo sia il momento di tornare indietro. Per oggi va bene così. Nina, mostra ad Annabelle la strada del ritorno.»
La giovane assassina balzò in piedi e si mise all’attenti. «Sissignore! Forza Zoe! Andiamo!» presa per mano Annabelle, Nina la trascinò giù per la collina, costringendola a rotolare.
«Asp-… Nina! Fai attenzione!» urlò Liu.
«Roger, capo!» rispose a tono, per poi sparire del tutto nella Black Forest.
«Povera Annabelle. Nina non cambierà mai. Eppure… dovrebbe avere più di trent’anni.»
«Lo credi davvero?» chiese Jeff avvicinandosi al fratelli. «Credi che Slenderman l’abbia portata da noi perché sta per diventare una CRP?»
«Hai altre alternative?»
«Non hai visto che era scossa quando lo ha detto a me?»
«Lo era già quando tu l’hai attaccata» Liu si morse il labbro inferiore, accortosi troppo tardi dell’errore che aveva appena commesso. «Scusami, Jeff. Io non…»
«Tranquillo. Non hai tutti i torti.»
«Non l’ho detto di certo per metterle paura, ma a conti fatti ormai nulla può sorprenderla. Un po’ come tutti noi, se ci pensi, arrivati qui.»
«Nel suo caso è diverso» borbottò Jeff.
«Dopotutto parliamo di Slenderman, potrebbe aver sviluppato qualche abilità nell’anticipare il CRP o robe simili.»
Il ventenne accolse quell’affermazione con un verso di approvazione. Odiava quando suo fratello aveva ragione.«Parliamo d’altro. Non dovevamo allenarci con lei?» Liu tirò fuori il suo palmare e fece leggere al fratellino il messaggio: Slenderman chiedeva un rientro immediato. «Ok. Afferrato.»
«Se ha richiesto anche Annabelle deve essere importante. Andiamo.»
 
Gregory non si stupì più di tanto del richiamo del generale. A differenza di Angela, che era al dir poco eccitata all’idea di poter entrare nel suo ufficio. «Vedi di controllarti. Mi dai sui nervi.»
«Mi spiace, dottore. Ma è la prima volta che cammino per questi corridoi. Lei invece deve averli attraversati svariate volte.»
«Sì. Per complimenti e robe simili» rispose svogliatamente. «E vani tentativi di farlo ragionare.»
Per tutto il tempo che Angela passò con Gregory, lei poté comprendere a pieno il pensiero di lui. Sebbene le fosse ancora poco comprensibile, era convinta di essere di parte.«Chissà cosa vorrà.»
Gregory sbuffò.«Ennesimi complimenti.»
«E non solo» lo corresse il capitano Itaca con un sorriso. «Vuole proporle un lavoro.»
«Quello che faccio non è già un lavoro?»
«Dottor Gregory Dallas, non è solo un medico, dico bene?»
L’uomo alzò un sopracciglio. «Così dice il mio Curriculum Vitae. Dove vuole arrivare?»
«Il generale ha un progetto per lei» arrivati alla porta, Itaca bussò tre volte e aprì solo al comando del generale Cherubi. «Signore, le ho portato il dottor Dallas.» annunciò.
«Grazie mille, capitano Itaca. Puoi andare.»
Fatti passare Gregory e Angela, Itaca uscì dalla stanza. Nel silenzio che seguì, il dottore osservò serio il generale seduto alla sua scrivania, mentre la giovane infermiera rimase incantata dalla maestosità di quell’ufficio tempestato da numerosi attestati e medaglie, per non parlare della libreria e l’enorme finestra ad arco.
«Felice di rivederla, dottore» salutò Cherubi.
«Generale» fece un leggero inchino. «Che cosa voleva dirmi?»
L’uomo si alzò dalla sua poltrona e avanzò con le braccia dietro alla schiena. «Ho saputo dei suoi straordinari guanti. Hanno aiutato parecchi soldati. Volevo ringraziarla per il lavoro che sta svolgendo qui da noi.»
«È il mio lavoro. Sono felice di essere d’aiuto.»
«Modesto come sempre. È quasi un peccato che lei debba sprecare un talento come il suo in questo modo.»
«Sprecare?» domandò, senza nascondere il suo disappunto.
«Mi spiego meglio. Lei, dottore, è un medico di tutto rispetto, ma è anche un brillante inventore. Perciò le propongo un progetto che la entusiasmerà di certo.»
Gregory alzò le spalle e allargò le braccia. «Allora mi stupisca.»
Il generale sogghignò e attivò il proiettore di ologrammi per mostrare una serie di progetti ben dettagliati. Gregory se avvicinò per osservarli più attentamente e ciò che vide lo sorpresa a tal punto da sgranare gli occhi. «Ma queste… sono armi.»
Il generale Cherubi annuì compiaciuto. «Non sono meravigliose? Con i dati raccolti da lei e dai miei soldati siamo riusciti a sviluppare queste armi letali anti-CRP. Con queste non saremo inarrestabili.»
Angela dissentì, portandosi le mani alla bocca. Venticinque. La donna contò ben venticinque armi diverse e tutte mortali.
«Allora, dottor Gregory Dallas. So bene che lei è contrario dal punto di vista etico. Me lo hanno raccontato in molti, ma senza di lei noi non possiamo andare avanti» Cherubi pose una mano sulla spalla di un Dallas allibito. «Che mi dice. È con noi?»
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Nove mesi. NOVE. Nonostante fossi entusiasta di questa storia, ho aspettato nove stramaledetti mesi per aggiornarla. Non so che dire se non: MI DISPIACE.
Che cosa è successo? Volete la verità? Ho avuto un enorme blocco. Non sapevo come andare avanti. Sebbene avessi già scritto tutti i passaggi della storia (tranne il finale. Ancora ci sto pensando) ogni qualvolta cambiavo idea e non mi piaceva nulla. NULLA. Questo povero capitolo l’avrò riscritto un trilione di volte, perché non mi convinceva. In realtà neanche questa versione finale mi convince, ma non saprei cos’altro inventarmi, davvero.
Io non ho assolutamente abbandonato questa storia. E non lo farò. Riuscirò a finirla ad ogni costo.
Detto questo… scusate ancora e ogni critica e ben accetta, soprattutto ogni sorta di segnalazione per quanto riguarda grammatica e punteggiatura, che, poco ma sicuro, non mancano di certo.
Grazie a tutti e alla prossima.
 
Cassandra 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Creepypasta / Vai alla pagina dell'autore: CassandraBlackZone