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Autore: Darkwriterita    15/02/2017    1 recensioni
Tanto tempo fa, in una Romagna lontana lontana, dove ogni bel figaccione super sexy era gay e ogni gnocca sudamericana irremidiabilmente lesbica, io, Giovanna, giovane ed avvenente ragazza, con l'ego e la perversione molto maggiori dell'altezza, mi ritrovai a dovermi trasferire, insieme a mia sorella in una nuova casa.
La cosa che non mi aspettavo però era che mi sarei ritrovata circondata da due coinquilini non proprio sprizzanti di eterosessualità e una sorella lesbica repressa alla scoperta per la prima volta del mondo del sesso.
Insomma sono circondata da gay e lesbodrammi e questa cosa mi piace un casino!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash
Note: Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buon giorno a tutti gente! Io sono Giovanna, ragazza di un'età imprecisata per mantenere il mio fascino da ragazza misteriosa.

E sono qui per raccontarvi una storia.

Allora dico qualcosina in piú di me poi partiamo ok? Come ogni degna protagonista di storie del genere.

Allora ho fluenti capelli castani e grandi occhi grigi che mi aiutano sempre a convincere tutti con il loro effetto cerbiatto, etero convinta.

Non vi dirò anche il mio indirizzo e numero di telefono per evitare che i piccoli stalker maniaci che sono in voi mi vengano a cercare, ok direi che ora possiamo iniziare.

In quel periodo dovevo iniziare finalmente i miei studi di psicologia all'università, dico finalmente perché mi ero presa un anno di pausa dalla fine delle superiori per fare un po' l'Elsa della situazione e lanciare i libri di testo fuori dalla finestra cantando let it go.

Avrei dovuto trasferirmi, in quanto nel mio piccolo paese c'erano a malapena le scuole superiori.

Sarei dovuta partire da li a pochi giorni, mi ero anche messa d'accordo con una coppia di anziani sull'affitto di un appartamento nella nuova città.

Quel giorno mia sorella Gianroberta, per gli amici Roby, aveva deciso di fare il grande passo dopo 18 anni di silenzio rivelando ai nostri genitori di essere lesbica.

Io ero li a sostenerla in quanto me lo aveva confessato al suo quattordicesimo compleanno.

Era molto tesa, non l'avevo vista così manco all'ultimo concorso di bellezza a cui aveva partecipato, o meglio, a cui nostra madre l'aveva obbligata a partecipare.

Si riveló con tutto il coraggio che possedeva, purtroppo però i nostri genitori, da bravi bigotti qual'erano, non la presero affatto bene, incominciando a dire cose come:" Dio non ti perdonerà per questo!" O:" Dev'essere solo una fase, vedrai che con un bravo psicologo tutto si sistemerà".

Causando naturalmente le lacrime della mia adorata sorellina.

A quel punto allora non riuscì piú a trattenermi, sclerai come una bestia figlia di Satana.

"Sentite infimi esseri che da anni chiamo mamma e papà, 1: Ne Gesú, ne i santi, ne tantomeno Dio hanno mai detto che essere omossessuali è sbagliato, hanno sempre tutti predicato l'amore e indovinate? La state discriminando perchè ama! 2: Nemmeno il più bravo psicologo del mondo potrebbe farla diventare etero, insomma, preferite che vostra figlia, quella che avete desiderato così a lungo si trasformi forzatamente in qualcosa di opposto a lei solo perché come è realmente non vi va bene? È lesbica? Bene! Non ve la troverete certo incinta di uno sconosciuto con cui aveva fatto sesso occasionale da ubriaca! È vostra figlia cazzo! Vostra figlia! Quella che avete cresciuto per 18 anni!"

Ma neppure dopo il mio discorso sembravano voler cambiare idea.

Così presi per il polso Roby, trascinandola nella camera che condividevamo ormai da anni e tirai fuori dall'armadio la sua valigia da viaggio.

"Che stai facendo Gio?"

Io le sorrisi prima di risponderle.

"Ti faccio la valigia così parti con me ovviamente"

"Come parto con te?!"

Io allargai il mio sorriso, come se quello che stavo facendo fosse tutto perfettamente normale.

"Non crederai davvero che la tua fantastica sorellona ti lasci qua in mezzo a tutti queste bestie affamate vero?"

"Ma io devo ancora finire il quinto anno di superiori! Come farai a mantenere entrambe? E se poi mamma o papà ti denunciassero per rapimento?"

"Allora calma innanzitutto, tu sei maggiorenne quindi non mi possono denunciare, lo so che psicologicamente non lo sei ma biologicamente si e questo basta, poi, l'artistico esiste anche dove andremo quindi tranquilla, basterà riscriverti, infine, mi basterà sgobbare come una schiava ma ce la faremo vedrai"

Lei allora mi guardó con uno strano sguardo tra il felice e il disappunto.

"Ma io non voglio essere un peso per te" Lo disse in un modo talmente smieloso da farmi venire gli occhi a cuoricino.

Corsi verso di lei e le saltai addosso strapazzandola tutta, come ogni volta che la sua pucciosaggine diabetica saltava fuori, ovvero praticamente sempre, si praticamente vivevo strapazzando di coccole mia sorella, cosa che potrebbe suonare molto doppiosensista ma non fateci caso.

"Tranquilla, anche se dovessi passare la mia vita portandoti sulle spalle non diventeresti mai un peso per me"

Lei sorrise e ricambiò la mia stretta, improvvisamente mi balenò in mente un'idea assurda, così decisi di fare un "esperimento sociale", presi la testa di Roby e la spinsi di prepotenza contro le mie tette, che per inciso sono una quarta piena, quindi da non sottovalutare in fatto di sex appil. Ora che ci penso fu una scena abbastanza ridicola visto che mi superava di 25cm, si è una stangona di 1,85m e io invece una tappa di 1,60m, ma ehi, sono una tappa strafiga con tutte le cose al posto giusto.

"Che stai facendo?" Mi chiese seccata e mezza soffocata dai miei attributi pettorali.

"Esperimento sociale" Risposi come se fosse la cosa più normale del mondo.

Mi spintonò via per poi guardarmi con uno sguardo arrabbiato, ma che su di lei non poteva che accentare la sua pucciosità generale, si lo so, è una spilungona del cavolo, ma riesce comunque ad essere l'essere piú carino e coccoloso di questa terra.

"Mi sono resa conto di non aver mai constatato se ti ecciti col mio corpo da paura"

Per tutta risposta si mise a ridere sguaiatamente, confesso che non sapevo se rimanere offesa o mettermi a ridere pure io.

Alla fine mi misi a ridere.

Poi, quando finalmente riuscimmo a finire quel delirio.

"Cavolo Gio, dovresti smetterla con queste uscite, no, non mi ecciti se è questo che vuoi sapere, però grazie per avermi difesa, almeno qualcosa di giusto lo fai ogni tanto"

Sorrisi mentre finivo di prepararle la valigia.

"Allora sorellina, nella tua ho messo tutta la tua collezione segreta di cravatte e camicie, mentre i completi li ho messi nel porta abiti, e ho preso anche i mocassini che ti piacciono tanto"

I suoi occhi s'illuminarono.

Ebbene si, se ve lo steste chiedendo mia sorella adora completi, cravatte e tutta l'eleganza che usualmente viene reputata come "maschile", solo che se i nostri genitori avessero scoperto la sua piccola collezione l'avrebbero cacciata fuori di casa in quanto da come avrete capito, erano di mente abbastanza ristretta.

Si cuciva manualmente i suoi abiti dai colori sgargianti, che ancora io mi chiedo come faccia ad abbinarli sempre alla perfezione, per poi passare interi pomeriggi a provarli in camera quando i rompi uova nel paniere non c'erano.

Eppure non sfociava manco lontanamente nella transessualità, sempre col suo trucco curato, i capelli kilometrici che per nulla al mondo avrebbe tagliato e molte altre cose che non lasciavano dubbi sulla sua femminilità.

"Sei fantastica romagnola"

"Come sempre russa"

Ci chiamammo a vicenda con i soprannomi che usavamo quando parlavamo con intesa.

Anche se è abbastanza prevedibile, la chiamavo russa per il suo essere stangona, biondo platino naturale e con gli occhi verdi chiarissimi.

Mentre lei mi chiamava "romagnola" in quanto campavo praticamente di tagliatelle alla bolognese ed ero quella piú patriottica nei confronti della nostra regione, in quanto per me Emilia e Romagna sono separate in modo non ufficiale.

"Comunque ti è colato il mascara" le feci notare.

"Oh cavolo! Dirmelo prima no?"

"Sai che sono una smemorata senza speranza"

Roby corse subito in bagno a rimettersi a posto.

Io rimasi comodamente spaparanzata sul mio letto ad aspettarla.

Non potevo aspettare dei giorni per partire, avrebbe solo fatto riaffiorare il dolore ogni qualvolta avesse incrociato mamma e papà in casa.

Dovevamo partire subito.

Così chiamai la coppia di anziani che mi avevano affittato la stanza, per chiedere se andava bene arrivare prima e se potevo portare una persona in piú.

Fortunatamente furono molto comprensivi e in poco ci mettemmo d'accordo pure sul prezzo.

Ora dovevo solo pensare ai biglietti per il treno, agguantai subito il pc che avevamo in comune io e mia sorella e cercai le migliori offerte.

"Che fai?" Mi chiese Roby tornando in camera.

"T'informo che domani alle 9 partiamo"

Avreste dovuto vedere quanto era bella la sua faccia sconvolta.

"Ah e un'altra cosa, dovresti nascondere meglio le tue immagini sconce di gnoccone in sexy lingerie"

Come risposta mi lanciò il suo cuscino mentre mi mettevo a ridere per la sua faccia rossa.

Stava per iniziare una grande avventura, la meno etero che io conosca.



 Note della pazza: Salve, new storyyyyy yay, ora ricomincio a pubblicare tutto lo giuro, intanto mi lasciate una piccola recensione per la motivazione? Thanks :3
   
 
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