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Autore: Francy_Kid    15/02/2017    2 recensioni
~ Sequel di "Masque tombé" e di "Amour masqué" ~
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L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" con Ladybug e Chat Noir, che ha scoperto essere Marinette e Adrien, suo figlio.
Lila, dopo la sua ultima battaglia contro i due eroi parigini è riuscita a rubare il Miraculous della volpe ottenendo nuovi poteri, ma un giorno si presenterà a lei una donna nel suo bar preferito che le promette ciò che vuole: vendetta e potere.
L'italiano accetta ed i possessori si ritroveranno in una battaglia contro una creatura mai vista.
Molti segreti sulla creazione dei kwami verranno svelati e le bugie che si erano raccontate per anni cadranno.
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Aggiorno il mercoledì ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 14



Adrien tornò a casa dal servizio fotografico stanco morto.

Certo, già stare sul set a posare, cambiare abito ogni dieci minuti o un quarto d'ora e fare più scatti per gli stessi abiti non era facile; in più, essere stato in piedi tutta notte perché aveva dormito il pomeriggio aveva gli aveva sballato il normale "fuso orario".

Il biondo crollò sul letto, mugugnando di protesta quando sentì il cellulare vibrare, disturbandolo.

Aprendo un occhio, vide che era la chat di gruppo tra lui, Marinette, Alya e Nino, dove chiedevano se volessero andare a fare un giro tutti assieme.

I tre avevano accettato, mancava soltanto il modello.

Pensandoci un attimo, prese il cellulare e aprì il gruppo, accettando di andare con loro, pensando che non dormendo il pomeriggio avrebbe dormito la notte ed il suo organismo avrebbe ripreso a funzionare correttamente.

LadyBlogger: "Era ora che rispondessi! Che fine avevi fatto?!"

Fu il messaggio di Alya.

Tu: "Servizio fotografico... ora sono nel mio bel lettuccio morbido."

Rispose lui, digitando stancamente sulla tastiera.

Bro: "Allora svegliati amico. Dobbiamo essere a Place des Vosges tra un quarto d'ora."
Princesse: "Ecco, svegliatevi! Che non voglio aspettarvi ancora tanto!"
LadyBlogger: "Taci che tu sei a casa..."
Princesse: "Vero ;)"

Le due migliori amiche continuarono con lo scambio di messaggi, mentre il ragazzo, ridacchiando, si cambiò i vestiti, indossandone altri più puliti e più comodi.

Infilatosi un paio di blue jeans strappati ed una maglietta bianca, uscì da camera sua dopo aver preso il cellulare ed il portafogli, facendo cenno a Plagg si seguirlo.


 

Gabriel guardò il figlio uscire dal cancello con le cuffie nelle orecchie.

Fino a qualche mese prima non gli avrebbe mai permesso di uscire di casa senza scorta, se non per i servizi fotografici o le lezioni di scherma, limitando al minimo le uscite con gli amici.

Più ci pensava più capiva di aver esagerato: per quanto fosse bella e spaziosa la villa, per Adrien "casa" equivaleva a "gabbia"; era stato difficile per entrambi, ma il figlio era colui che ne aveva risentito di più.

Adrien rischiava di perdere anche suo padre oltre che alla madre; anzi, Gabriel pensava di aver perso il figlio, ma era stato proprio il giovane ad essere rimasto aggrappato a lui ed a non volerlo lasciare anche se lo trattava come un figlio non doveva mai essere trattato: una persona qualunque e un dipendente.

Per un certo senso, l'uomo era felice che, malgrado tutto, il figlio avesse provato in tutti i modi di averlo vicino, ma era arrabbiato con se stesso per non averlo accolto.

Nooroo volò accanto alla spalla del suo portatore, guardandolo con i suoi grandi occhi viola.

«Gabriel, quello è passato. Ora pensa a costruire un futuro con lui.» sorride gentilmente.
«Ci proverò.» sospirò Gabriel, poggiando la mano sulla finestra. «Anche se non so come sarà il nostro futuro per quello che sta accadendo.»

Il kwami gli rivolse uno sguardo compassionevole, poi si adagiò sulla sua spalla, poggiandosi contro il collo del padrone in quello che doveva essere un abbraccio; lo stilista sorrise, accarezzandogli la testa per restituire il gesto.

Quante volte quel piccolo spiritello viola l'aveva confortato?

Tante, senza contare tutte quelle in cui l'aveva fatto ragionare.

Ma questa volta, nemmeno Nooroo era sicuro su cosa dire.


 

Alya arrivò a Place des Vosges in poco tempo grazie alla metropolitana; si sedette sul bordo della fontana, sperando che un getto d'acqua le desse un po' di sollievo dal caldo d'agosto, e sperava bene: piccole gocce fresche caddero sulla pelle scoperta ed una dolce brezza che si sollevava dal getto le fecero quasi dimenticare l'estate.

La mora prese il cellulare dalla tasca appena prima di incrociare le gambe per mettersi più comoda, controllando il gruppo per sapere a che punto fossero i suoi amici.

«Certo che Marinette potrebbe pure scendere.» commentò seccata, notando quanto l'amica si divertiva nel farli aspettare.
«Già, ci ha abbandonati al nostro destino.»

Alya alzò la testa, accorgendosi solo ora di Nino ed Adrien in piedi davanti a lei.

«E voi quando siete arrivati?»
«Proprio ora. Ti abbiamo visto sederti alla fontana appena prima di entrare nel parco.» spiegò Adrien, sedendosi accanto alla ragazza.
Nino si sedette dall'altro lato, salutando Alya con un bacio. «Davvero Marinette è ancora in casa?» domandò poco dopo, abbracciando la mora ai fianchi.
«Sì, e non è online.» rispose lei, rimettendo il cellulare in tasca. «Ma che sta combinando?!»
«O che si è addormentata -cosa molto probabile- o stava aiutando i suoi in pasticceria.» azzardò Adrien alzando le spalle.

I tre tennero d'occhio la porta d'ingresso dell'appartamento di Marinette, aspettando che si aprisse.

Dopo cinque minuti, durante i quali Alya provò ad alzarsi per andare a prendere l'amica per conto suo, videro la corvina uscire dalla porta del negozio, chiudendola a chiave.

«Era ora signora ritardataria!» esclamò la mora, alzandosi di scatto per abbracciare l'amica.
«Scusate, ma ho dovuto aspettare che i miei uscissero per chiudere casa ed il negozio.» rispose, restituendo l'abbraccio, per poi salutare Nino con un cinque.
«Come mai? Dove sono andati i tuoi?» chiese il moro, alzandosi a sua volta.
«Hanno preso un paio di giorni di ferie per dedicarsi a loro. Era da anni che non facevano un viaggio per conto proprio ed oggi volevano fare un giro sul battello. E no, non useremo casa mia per un gioco alcolico.» aggiunse, mettendo subito in chiaro le regole.
«Peccato, ed io che volevo sballarmi e continuare quello che avevamo iniziato l'ultima volta.» ammiccò Adrien, alzandosi con i suoi amici.
Marinette lo squadrò: «A te non ti saluto.»
«Ma... Principessa.» piagnucolò il biondo, mettendo il broncio.
Nino ridacchiò. «Ehi Bro, anche stavolta rimani a bocca asciutta.»
«Nino!»



 

Catherine era seduta sulla poltrona dell'appartamento di Lila, osservando incuriosita il kwami mentre sgranocchiava delle arachidi.

Quegli esserini erano davvero carini e faticava a credere che, in realtà, erano piccole divinità con grandi poteri.

Era affascinata dal comportamento del kwami e, come scienziata, le venne voglia di fare esperimenti su di lui.

Tanto lei doveva impossessarsi di quelli della creazione è della distruzione, no?

«Allora, sentiamo che dovrei fare.» disse Lila, sedendosi sul sofà dall'altro capo del tavolo, risvegliando la donna dai suoi pensieri.
«Devi soltanto aiutarci ad ottenere il Miraculous della coccinella e del gatto nero, non importa delle conseguenze.»
«Quindi, se ferisco gravemente qualcuno non ha alcuna importanza, giusto?»
Catherine rimase in silenzio per qualche attimo, per poi rispondere con risolutezza. «Sì.»

La mora ghignò e solo la donna si accorse del kwami che abbassò le orecchie, spaventato.

«Ho già in mente qualcosa che potrebbe farmi ottenere il Miraculous della farfalla.» rimuginò Lila, potandosi l'indice alle labbra per pensare.
«Gli altri gioielli non mi interessano. Io voglio soltanto i kwami della fortuna è della sfortuna. Nessun altro.» ripeté la rossa, comunque curiosa per quello che aveva in mente.

Seppur Lila fosse una ragazza giovane –di quasi diciannove anni– aveva una mente parecchio sviluppata quanto malvagia.

Era curiosa di sapere che avrebbe fatto e non le importava delle conseguenze.

«Ti prego... proteggili... Proteggi la mia famiglia...»

Catherine deglutì, cercando di sciogliere il groppo che aveva in gola. "Scusami, ma non credo di poter mantenere la promessa."

Trixx fissò la scienziata con la coda dell'occhio, notando in lei il cambiamento d'umore.

Forse, non era vero che non le importava.


 

Il Dr Mark esaminò le informazioni che aveva salvato al pc.

In un paio d'anni aveva fatto varie ricerche sul mondo dei kwami, scoprendo solo lo strato superiore delle piccole divinità quantistiche, ma grazie alla creatura aveva imparato altre cose.

Grazie a Null, sarebbe riuscito ad ottenere ciò che voleva: conquistare il mondo e diventare lo scienziato più grande di tutti.


 

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Dai dai, nel prossimo succedono cose belle🌚

Vi aspetto mercoledì🌚🌚

Francy_Kid

  
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