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Autore: paoletta76    16/02/2017    0 recensioni
Il principe ereditario.
L’avevano pagata tremila sterline per uccidere il prossimo re d’Inghilterra.
Le mani di Sarah tremavano, ora che aprendo quella busta incontrava la foto del bersaglio insieme a quel pacchetto di banconote.
E’ così alto, il prezzo per la tua libertà?
(post 3x07)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Liam
 
- Non basta semplicemente.. che parli al cuore della gente? Sarah è una di noi, lui non deve fare altro che presentarla e lasciarla fare. La ameranno. La ameremo tutti.- Kathryn gli aveva raccolto le mani, intrecciando le dita alle sue sul tavolo del soggiorno. Sguardo pieno di fiducia, voce carica di dolcezza ed entusiasmo.
- Quando stava con te, non voleva neppure che ti vedessero, in pubblico.- rispose, con un filo di rancore.
- Perché non mi amava come ama lei. E io non lo amavo come amo te. Sono scelte, Liam. Credo che tuo fratello sia parecchio motivato, basta vedere come la guarda. Credo che se qualcuno si opponesse, lui sarebbe pronto a deporre la corona scegliendo lei.
- La dovrebbe lasciare a me.
- E credo che questa sia la sua idea.
 
Il cuore diretto in gola, mentre abbassava lo sguardo.
Aveva fatto del male a suo fratello, condannandosi ai sensi di colpa. E lui l’aveva perdonato. Senza tante inutili parole.
 
L’alloggio di Sarah appariva silenzioso: porta chiusa a chiave, nessun movimento o rumore percepibile.
Aveva sollevato il pugno, pronto a bussare, poi aveva rinunciato, tornando sui propri passi e raggiungendo la stanza del fratello.
Due paggi lo aiutavano ad indossare l’uniforme, in quello sguardo alto e fiero Liam poteva leggere una luce che prima aveva visto solo in suo padre.
Era giusto. Era giusto così, che fosse Robert, fra loro due, quello a dover portare il peso della corona. Anche se equivaleva a dover dire addio per sempre all’amore della sua vita.
E questo pensiero aveva inaspettatamente il potere di pungergli il cuore come una spina.
 
Spinse l’anta, rispondendo con un silenzioso cenno al sorriso del fratello. Quello congedò i paggi e concentrò la propria attenzione su di lui:
- Hai trovato qualche appiglio legale valido?
- No, mi dispiace.- vide morire completamente quel sorriso, mentre il viso dell’erede al trono si abbassava smascherando il suo dolore. Un sospiro, tese la mano verso il braccio di Robert ma quello si ritrasse – senti, io.. io non so come rimediare. Devo ancora chiederti perdono per-
- Non importa. Non importa più.
- Robbie, io.. credo che l’unica cosa che puoi fare è chiederle di stare alla tua destra, ed una volta sulla balconata lasciare la parola a lei. Se conquisterà la gente, non avrai bisogno d’altro. Il cerimoniale e l’etichetta potranno andare a farsi fott-
S’interruppe, strizzando le labbra in una smorfia:
- Sto esagerando.
- No, che non stai esagerando – qualcosa si riaccese, nel sorriso di Robert. Gli scivolò accanto, una mano sulla spalla ed un filo d’orgoglio nello sguardo – grazie, fratellino.
 
Robert
 
Sua madre lo attendeva lungo il corridoio che li avrebbe portati al salone. La raggiunse, appoggiò il suo braccio sul proprio e continuò a camminare, senza dire una parola.
- Ti vedo sereno – lei raccolse il respiro, lenta e felice – finalmente..
Si limitò ad annuire, senza guardarla.
- Va tutto bene? Mi sarei aspettata un po’ più.. entusiasmo. Va bene che hai maggiore autocontrollo, rispetto a tuo fratello, ma.. cielo.. hai finalmente ciò che ti spetta di diritto, la corona per cui hai combattuto tanto.. oggi i tuoi desideri si avverano, dovresti essere raggiante almeno quanto me! O mi sono persa qualcosa?
- Non hai perso niente, mamma.- rispose, tornando a rifugiarsi nel silenzio, di fronte ai dignitari che lo aspettavano per vestirlo dell’ermellino. E voltò le spalle, precedendola oltre l’ingresso del salone.
 
La cercò con lo sguardo, rivolgendosi all’angolo in cui erano schierati il ciambellano, gli assistenti di palazzo ed il personale della sicurezza. Non trovò il suo viso, e per un istante si fece fortissimo il desiderio di voltare i passi e fuggire. Poi individuò lo sguardo cupo di Jasper, lo chiamò con un cenno delle dita.
- Vostra maestà.- quello si fece avanti, piegando il viso in un minuscolo inchino.
- La signorina Grant? – gli chiese, mormorando al suo orecchio.
- Non è uscita dalla propria stanza, signore.
- Andresti tu a prenderla? Dille che la desidera il re.
- Subito, vostra maestà.
Il giovane si allontanava, lui forzava i propri passi a farsi più lenti e solenni, mascherando la tensione dell’attesa.
 
Riuscì a sorridere di nuovo solo quando la vide scivolare accanto a Rosie. Piegò le ginocchia ed il viso, attese che la voce del cerimoniere mettesse il sigillo al suo destino. E la cercò di nuovo, non appena ebbe la corona sulla testa e l’inchino dei dignitari.
Lei, prima di tutto. Prima delle regole, dell’etichetta. Prima dell’immagine e dei doveri.
 
L’unica che cancellava i veli ed in lui leggeva l’uomo, prima che il re.
 
La mano di sua madre lo guidava verso la balconata, verso la prima apparizione che il nuovo monarca doveva al popolo. Lui bloccò i passi di fronte a quell’uniforme nera, infrangendo con un solo gesto secoli di cerimoniale.
 
- E’ un privilegio ed un onore, servirvi, vostra maestà.- recitava Sarah, inchinandosi al proprio sovrano. Non riuscì a resistere, ed in un attimo era in ginocchio di fronte a lei. Alla stessa altezza, viso a viso. E chi se ne fregava dei mille mormorii di disappunto oltre le spalle. L’avrebbe baciata, in quell’istante, trascinandola con sé e mostrandola al popolo con orgoglio.
Sarah preferiva giocare secondo le regole, ribaltando i ruoli e proteggendolo, con la dolcezza di quel rifiuto.
 
Il posto alla vostra destra è per la regina.
 
Il suo passo indietro, il suo silenzioso ti amo.
 
Aveva sorriso, includendola a tradimento nel discorso rivolto al popolo ed immaginando la reazione piccata di sua madre. Aveva voltato lo sguardo e Sarah era nell’angolo più lontano e defilato.
 
Voi siete tutto, e io non sono niente..- recitava quella voce, calda di lacrime, nella sua testa.
Non è vero, Sarah..- rispose, silenzioso, stirando le labbra in un sorriso e mandando definitivamente in pezzi il cerimoniale.
Un passo indietro, nel mormorio collettivo e fra gli scatti dei flash. Un passo indietro, a tendere la mano e raccogliere la sua:
- Alla mia destra.
- Non potete farlo, vostra maestà..- ora le lacrime sfuggivano senza più controllo – io.. io non sono-
- Ne sei degna più di quanto credi, lady Sarah.
 
Sarah
 
Il giovane re salutava, prendeva la parola, ringraziava per le preghiere ed il sostegno. E di nuovo, inaspettato, rompeva il cerimoniale con un sorriso:
- E devo dire grazie, un grazie immenso e particolare, alla donna senza il cui sostegno non sarei qui, oggi. Alla donna che ha visto in me l’uomo prima del principe, che ha sorretto i miei passi e mi ha sopportato nel momento peggiore. Senza se e senza ma. Perché sì, è vero. Il sangue ha per tutti lo stesso colore. 
 
- Vai.
Una voce, all’orecchio, quasi un sospiro. Sarah voltò lo sguardo ed incontrò quello motivato e severo della regina Helena.
- Maestà..
- Ho detto vai.- quella tendeva la mano, invitandola ad avanzare.
- Non posso accontentarvi, vostra maestà. Quello è il vostro posto, io non sono nessuno.
- Non è un ordine, Sarah. Lui ha scelto la sua regina.- quella indicò le spalle del figlio – e quella sei tu. Umile ed innamorata abbastanza da farsi da parte, quando è necessario per il suo bene. Sarai una grande regina, migliore anche di me. Ma ora è necessario che tu stia alla sua destra, che la gente ti veda. Che ti ami e ti rispetti. Dimostra a tutti che vali la scelta del re d’Inghilterra.
 
Ne sei degna più di quanto credi, lady Sarah.
Quella mano si tendeva verso la sua, e non c’era un ordine, nel verde di quegli occhi. Piegò il viso, raccolse il respiro ed azzerò le distanze, lasciandosi accogliere dal calore del corpo dell’uomo che amava.
 
Un sorriso, un cenno d’assenso.
- La mia e vostra futura regina, lady Sarah Grant.- a quella voce calda ed orgogliosa, la folla rispondeva con un boato. E lei li ringraziò con l’ultimo gesto che ci si sarebbe mai aspettato da una sovrana.
Non salutò con la mano, come aveva visto fare mille volte a corte. Non le venne neppure in mente. Chinò il viso, poggiò la mano sul cuore. Lenta e leggera, come a dire sono al vostro servizio. Poi la sollevò di nuovo, la portò alle labbra ed inviò alla folla un bacio.
 
Dieci secondi, ed il suo gesto era nella top ten in giro per i social.
Finalmente una regina che ci rispetta titolava quel tweet che nelle retrovie fece sorridere Eleanor.
 
- Ehi! – li vide rientrare e, senza preoccuparsi di etichetta o di convenevoli, andò loro incontro a passo spiegato – dieci secondi.
- Scusa? – suo fratello aggrottava le sopracciglia, ancora mano nella mano con una stravolta Sarah.
- Il tempo che ci ha messo la tua regina a diventare più popolare di te, Robbie.- quella voltò lo smartphone, sorridendo peperina – il suo inchino ha già fatto il giro del pianeta. E’ nato l’hashtag #QueenSarah.
- Lasciami indovinare: sei stata tu.
Eleanor sollevò le spalle, riuscendo a scroccargli un abbraccio e l’ennesima breccia nel protocollo.
- Cielo, quanto sei felice.. stai.. stai facendo luce! E tu?
 
Sarah scosse appena la testa, prendendo il respiro come se fosse rimasta per minuti in apnea.
- Sconvolta. L’hai sconvolta, Robbie.- quella allungò una gomitatina all’indirizzo del re – stai seriamente rischiando di far secca tua moglie prima del matrimonio! Sei pessimo. Venite, vostra altezza reale. Devo trovarvi un abito adatto per la conferenza stampa, che credo che il migliore in vostro possesso sia quello che indossate.
 
Sarah abbassò lo sguardo, deglutendo amaro. Eleanor aveva perfettamente ragione.
 
- Ma possiamo sempre rimediare.- mantenendo quell’aria peperina, la principessa le acchiappò il braccio e la trascinò con sé, col sottofondo imperativo della voce di sua madre:
- Uno dei miei, Eleanor, non uno dei tuoi!
  
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