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Autore: Gaia_dc    17/02/2017    1 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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VEDO SOLO SANGUE


Sangue. Vedo solo sangue. Nient’altro. Non so a chi appartenga. O meglio, spero di sbagliarmi. Non so perché sia così tanto. Non so chi l’abbia provocato. Sangue. Vedo solo sangue.
 
Provo ad urlare, ma non esce alcun suono dalla mia bocca. Voglio correre ma i muscoli sono intorpiditi. Ad un tratto sento le mie ginocchia sbattere a terra, e senza che io me ne sia accorto, sono in ginocchio sulla strada. Un improvvisa fitta allo stomaco. Mi vien da vomitare. Vedo arrivare di corsa Abby, Gibbs e McGee. Urlano il mio nome ed il suo. Ti prego, Dio, portami via, non ce la faccio più. È questo tutto quello a cui riesco a pensare. Vedo un furgone nero in lontananza. Sfreccia ad una velocità soprannaturale.
 
Mi alzo, inizio a correre anch’io. Sempre più veloce, fin quando i muscoli delle mie gambe non mi urlano di smettere, ma io continuo ad aumentare la velocità. Mi sembra di volare, e per la prima volta il fiatone, i polmoni in fiamme, le ginocchia sbucciate per la caduta di prima non mi fanno male. Non sento più nulla. Solo un dolore lancinante al petto, e tra poco sento che collasserò.
 
“Tony fermati!”
È la voce di Abby. Mi implora di fermarmi. Lo sa anche lei che in quel furgone c’è il mio inizio e la mia fine. Lo sa anche lei che cosa voglio fare. Lo sa anche lei che non avrebbe senso continuare a vivere se ora non riesco a raggiungere quel dannato furgone. Ma ora sono vicino, e neanche l’urlo disperato della mia migliore amica potrà fermarmi. Devo saltare. Salto, mi lancio, mi spingo in avanti il più possibile. Sono frazioni di secondo, ma mi sembra di perdere il respiro. Sto atterrando e cerco di allungare le braccia quanto più possibile…
 
Con la punta delle dita sento il freddo del metallo sotto i polpastrelli… E poi quel rottame sfugge via dalle mie mani. Lancio un urlo con tutta la forza che ho, quando mi sembra di intravedere il suo viso, il suo sguardo che sperava che riuscissi a raggiungere quel dannato furgone, spegnersi.
 
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto, e la prima cosa che vedo è il viso di Ziva... Sono steso, in macchina e dormivo sulle sue gambe… Era solo un sogno… Era solo un brutto sogno.
 
“Tutto bene?”
Mi chiede con quel suo sguardo rassicurante.
 
“Si… Era solo un incubo…”
Rispondo cercando di cancellare dalla mente l’immagine ancora vivida di Ziva che si allontana da me per sempre.
 
“Bene! Siamo arrivati. È ora di entrare in gioco!”
Afferma Abby appena Gibbs accosta.
 
 
 
 
La gara sta per cominciare. I miei compagni di squadra hanno tirato un sospiro di sollievo appena mi hanno visto, e dopo un abbraccio di gruppo, ora sono seduto sulla sedia dietro al trampolino. Gli altri ragazzi sono appena usciti dall’acqua e stanno per chiamare il mio nome. Sono carico di adrenalina, e non capisco perché… È una gara come tante, ma ho un brutto presentimento. Quel sogno non mi lascia in pace. Alzo lo sguardo e tra gli spalti trovo Ziva. Ha un sorriso luminoso, come se nulla di tutto ciò che le è accaduto l’avesse anche solo sfiorata… Adesso è lì, bella, stupenda, sorride, e mi guarda. Mi rassicura, e penso che avrò quest’immagine impressa nella mia mente per sempre… Per sempre… Non ho mai pensato ad un per sempre.
 
“Corsia 1: Vincent Douglas”
 
In realtà non ho mai pensato ad un futuro…
 
“Corsia 2: Scott Wilson”
 
Non ne ho mai avuto motivo…
 
“Corsia 3: James Brooks”
 
Fino ad ora…
 
“Corsia 4: Anthony DiNozzo”
 
Perché ora c’è Ziva nel mio futuro.
 
Sento i tre fischi, e mi avvicino al trampolino.
 
Non riesco ad immaginare un futuro senza di lei…
 
Sento il fischio lungo e salgo sul trampolino.
 
Voglio invecchiare con lei…
 
 “A posto…”
 
Voglio avere una famiglia con lei…
 
“Via!”
 
Salto.
 
Voglio chiederle di sposarmi.
 
È questo l’ultimo pensiero che la mia mente elabora prima di essere inghiottito dall’acqua. I suoni sono tutti ovattati, e sento il rimbombare del mio corpo che si infrange con l’acqua.
 
Aspetta… Ma io non ho mai sentito il rumore del mio corpo infrangersi contro l’acqua. 
 
Inizio le mie prime bracciate, e sento i muscoli allungarsi bracciata dopo bracciata, e quando giro il viso per respirare, dagli occhialini noto che tutta la gente sugli spalti è in piedi. Faccio altre 4 bracciate e vedo la gente che corre fuori… Ma che sta succedendo?
 
Improvvisamente mi fermo. Non vedo Ziva tra gli spalti, e Gibbs e McGee stanno correndo fuori dall’edificio. Vedo Abby correre verso di me…
 
“Tony corri fuori!”
Mi grida da bordo piscina.
 
Deve essere successo qualcosa… Qualcosa di brutto. Torno indietro, salgo, lancio gli occhialini e la cuffia per terra e corro fuori. C’è gente, tanta gente intorno a qualcosa ma non so cosa sia…  O chi sia…
 
Sono ancora tutto bagnato, e anche se siamo ad Aprile, sento freddo, ma non me ne accorgo perché sono intento a cercare con gli occhi Gibbs, McGee… E Ziva! Tra spintoni e gomitate riesco ad arrivare al centro di quel cerchio di gente.
 
Ho improvvisamente un déjà-vu! Sangue. Vedo solo sangue. No… Non può accadere… Non può essere vero. Sto sognando. Lo so che sto sognando. Devo svegliarmi. Subito! Prima di scoprire che…
 
“Tony, Ziva non si trova!”
Mi dice McGee disperato.
 
E da questo momento niente ha più senso. Mi giro intorno. Cerco quel furgone, ma stavolta non c’è… Non c’è niente, se non del sangue per strada.
 
“NO!”
Urlo, e cado ancora una volta in ginocchio, sbucciandomi. Sento le ginocchia bruciare, e preferisco concentrarmi su quel dolore, piuttosto che su quello provocato dall’idea che il sangue sia di Ziva… E che lei sia scomparsa per sempre.
 
“NO!”
Urlo ancora una volta sbattendo le mani per terra, e impregnandomi del suo sangue.
 
“NO!”
Inizio a urlare, e mi viene da vomitare. Mi stringo l’addome sporcandolo col sangue di Ziva, perché lo so che è il suo.
 
“Tony…”
Gibbs mi si avvicina.
 
“Gibbs… Dov’è… Ti prego dimmi che sai dov’è!”
 
“Tony…”
Lo guardo negli occhi… Anche lui ha gli occhi lucidi… Anche lui lo sa.
 
La gente intorno a noi si allontana lentamente, e vedo Abby scappare via. Tim la segue.
 
Mi siedo per terra, e sento qualcosa di freddo sotto la mano. È un frammento di cellulare... Dev’essere andato in frantumi…
 
“Gibbs che cosa è successo… Dimmelo! L’ho vista prima che chiamassero il mio nome… Era sugli spalti!”
 
“L’hanno chiamata al cellulare… Non so chi sia stato, ma l’hanno chiamata e lei ha risposto, ed è andata fuori… E subito dopo, mentre tu ti tuffavi… Abbiamo sentito uno sparo”

Ecco cos’era quel rumore… Non era il mio corpo… Era il suo che veniva ferito da un proiettile.
 
“Tony… Sei tutto sporco di sangue… Vai a lavarti, a breve arriverà la polizia”
Alzo lo sguardo e vedo la direttrice Shepard.
 
 
 
 
Non credevo che avrei mai fatto una doccia con un altro ragazzo, men che meno con McGee. Ma non sono più in me, mi sento come rinchiuso in una campana di vetro che mi separa dal mondo… Non faccio niente da solo, non cammino da solo, non mi lavo da solo.
 
Il mio amico sta cercando di pulirmi dal sangue, e quando il sapone arriva sulla ferita, avverto un bruciore che mi riscuote da quello stato di trans.
 
“Sta arrivando la polizia”
Dico.
 
“È già arrivata…”
Mi corregge McGee.
 
“Stanno raccogliendo le prove”
Ci informa Abby
 
Chiudo immediatamente l’acqua.
“Ma loro non sanno nulla di Ziva… Non la troveranno mai!”
 
“E allora diciamoglielo noi!”
 
“Tim… secondo te quando il padre di Ziva, direttore del Mossad, verrà a saperlo, non manderà i migliori dei suoi agenti per capire cosa sia successo?!”
Abby risponde con le parole che avrei usato io se in questo momento non fossi intento a trovare una strategia.
 
“Certo…”
 
“E a quel punto la nostra polizia quanto potrà mai essere utile, confrontata al Mossad?”
 
“Quasi nulla…”
 
“Quindi tanto vale lasciare la semplice polizia all’oscuro di tutto… Ziva avrebbe fatto così!”
 
“Dobbiamo trovarla!”
Affermo, intromettendomi nella discussione.
 
“La troveremo!”
 
“No Abby! Se la polizia non ci riuscirà, e il Mossad farà come con la morte di Ari, Rivka e Tali, la troveremo noi!”
   
 
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