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Autore: T00RU    17/02/2017    0 recensioni
 
Atsushi e Akutagawa sono impacciati, imbarazzanti, anche. 
Ma una cosa che sanno fare dannatamente bene è vivere insieme; tra gatti, confezioni di frutti di mare surgelati, baci rubati e usi fuori luogo delle proprie Abilità.
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[shin soukoku centric]
[Spoiler alert - chapter 5]
[3.695 words]
 
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Ryuunosuke Akutagawa
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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«Non puoi usare Rashoumon in queste situazioni, cazzo!» urla Atsushi, sbattendo ripetutamente il pugno contro al portaoggetti della macchina di Akutagawa, che più che rimanere sorpreso dalle proprie azioni –ha appena impalato un povero poliziotto che l’ha fermato per dei controlli di routine, dopotutto-, rimane sorpreso dal linguaggio usato dal ragazzo seduto di fianco a lui.
«Non volevo, mi sono fatto prendere dal panico!».
«Dillo all’ennesimo poliziotto ferito!» grida Atsushi, scendendo dalla macchina.
Corre a dare un’occhiata alla situazione; deve decisamente chiamare Yosano.
«Yosano-san?» dice, il fiato pesante dalla paura. Nonostante gli anni di lavoro, non è abituato a veder la gente morire davanti ai suoi occhi.
«Sì, Atsushi-kun? Come posso esserti util- Ranpo non mangiare quei dolci; sono per Poe, dannazione».
«Ryuunosuke ha impalato un poliziotto, abbiamo bisogno di te qui. Adesso» il rumore dall’altro capo della linea cessa, segno che Yosano  potrebbe essersi allontanata, o potrebbe aver chiuso la chiamata.
Qualche secondo passa, si sente una porta chiudersi.
Yosano sospira.
«Dove siete?».
Atsushi si guarda attorno. «Vicino al porto. Ci vedrai di sicuro, la macchia completamente nera è Akutagawa».
Ryuunosuke fa per protestare, ma l’occhiataccia di Atsushi lo persuade nel fare diversamente.
«Non vi muovete da lì, sto arrivando».
 
«Non è colpa sua perché ci ha fermati, e colpa tua perché non ti sai controllare!» Atsushi è davvero arrabbiato, questa volta; se non fosse stato per l’Abilità e la disponibilità al momento di Yosano, l’uomo sarebbe sicuramente morto.
Perché, poi?
Per colpa di Akutagawa.
«So che facevi parte della Port Mafia, che uccidere persone era il tuo lavoro. Credimi, lo so. Ma ora hai cambiato lavoro, perché non lasciare le cattive abitudini nel passato?».
Ryuunosuke abbassa lo sguardo, infilando le mani nelle tasche. «Scusa».
Atsushi sospira, salendo in macchina al posto del conducente. «Dai, sali».
«Dove andiamo?».
«Torniamo a casa. Non mi va più di uscire».
 
Akutagawa esce dalla doccia con un accappatoio a coprirgli il corpo, asciugandosi i capelli con un asciugamano.
A piedi nudi cammina per casa, prima va in cucina e poi in salotto.
Atsushi sta guardando la tv, rannicchiato sul divano.
«Non è ancora pronto?».
Silenzio.
«Hai messo qualcosa in forno, almeno?».
Silenzio.
Akutagawa sospira, torna in camera.
Quando esce i capelli si sono per lo più asciugati; anche se dovrebbe finire il lavoro con il calore del phon, ignora questo passaggio e si siede sul divano vicino ad Atsushi.
«C’è qualcosa di interessante, in tv?».
Silenzio.
«Sei ancora arrabbiato?».
«Come potrei non esserlo?» sbotta Atsushi, girandosi verso il ragazzo. Ha le ginocchia portate contro al petto, Akutagawa sarebbe scomodo se seduto in quel modo.
Si chiede come faccia.
«Ti ho già chiesto scusa, Atsu. E’ stato dovuto all’abitudine, noi della Port Mafia eravamo solit-».
«Non dire “noi”. Non ne fai più parte, Ryu».
«Hai ragione. E’ stata l’abitudine, la paura del momento».
Atsushi pian piano si avvicina a lui, si rannicchia contro al suo petto. Inspira il profumo di pulito, non è capace di tenergli il broncio per troppo tempo. «Ti manca?».
Un’espressione confusa si fa strada sul viso di Akutagawa. «La Port Mafia, dici? Mi mancano le persone, non il lavoro. Sono stati la mia famiglia per anni».
Atsushi annuisce. «A me manca il proprietario dell’orfanotrofio in cui sono cresciuto. Avrei voluto dirgli tante cose» sospira.
Ormai nessuno dei due sta più guardando la tv.
«Scusami per oggi» Ryuunosuke gli lascia un bacio sulla tempia, stringendolo a sé.
«Ti scuserò solo se mi prometti una cosa».
«Mh?».
«Promettimi che la smetterai di tingerti le punte dei capelli di quel colore orribile».
«Oi, Jinko» un colpetto sulla fronte. «Stai tirando la corda».
Atsushi sospira nuovamente, rassegnato. Questo non gli impedisce di lasciare che un piccolo sorriso si faccia spazio sulle sue labbra. «Hey, almeno ci ho provato».

 


Heilà!
E siamo già al terzo capitolo, sob sob.
Sinceramente non so da dove mi sia saltata fuori questa cosa, ma ho un po' pensato ai modi che adottava Kyouka quando messa allo scoperto e boh, è uscito questo.
Also per favore apprezziamo il raggio di sole che è Atsushi perché il mio cuore sta scoppiando.
Niente, vi ringrazio se siete arrivati fin qui e se vi va fatemi sapere che pensate della mia piccola storiella, mi farebbe tanto piacere sentire dei pareri!
Scusate per eventuali errori.
Al prossimo capitolo!
mar,,
   
 
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