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Autore: Briseide12    17/02/2017    0 recensioni
Com'è la vita di Hermione, prima di Hogwarts? Come scopre di essere una strega? Cosa prova per Draco Malfoy?
In questa storia analizzeremo strato per strato, le mille sfaccettature di Hermione Granger.
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Non avevo ben chiaro all’inizio cosa volesse dire fare parte di una casa ad Hogwarts, ma ben presto fu abbastanza evidente che ogni cosa si basava sulla reciproca socievolezza e sulla profonda competizione con i membri delle altre case, in particolare con i serpeverde.
Appena seppi di essere tra i Grifondoro, mani sventolanti ed entusiastiche mi fecero posto tra di loro, al tavolo della mensa. Mi sentii rapidamente a mio agio tra di loro e capii che il cappello ci divideva anche in base a doti caratteriali, il primo che mi si presentò fu Oliver Baston, a detta sua portiere della nostra squadra di Quidditch, riflettei per un po’ sulle basi del Quidditch che tanto animatamente mi spiegava con quella luce negli occhi che caratterizza le persone che hanno trovato la loro vera passione nella vita.
I nomi si susseguivano l’uno dietro l’altro e quando sentii pronunciare Draco Malfoy e riconobbi il suo proprietario, fui finalmente capace di assegnare un nome a quel volto. Cercavo di non farmi scoprire, mentre lo osservavo prendere posto a sedere in mezzo ai festanti purosangue. Avevo un grande disprezzo per coloro che si sentono superiori agli altri, ostentando ricchezza o natali, senza preoccuparsi di farlo sembrare involontario.
Provavano un gusto perverso in questo e con profonda tristezza, osservai che Malfoy non era diverso da loro. Pensare che per un momento avevo sperato che fosse come me.
Dopo quello che aveva osato dirmi in treno, non lo vedevo più come prima, ma nonostante tutto non potevo fare a meno di sapere sempre dove si trovasse. Non so bene neanche io se per difendermi dai suoi attacchi o se per pura curiosità nei suoi confronti. Soppressi velocemente il secondo pensiero in vantaggio del primo.
Harry e Ron sembravano simpatici e più vicini alla mia situazione, il primo era sempre gentile, mentre il secondo penso che mi odiasse. Quindi dovetti trovarmi nuove amicizie anche se tutte vantavano almeno un genitore magico nel loro albero…l’unica cosa che fermamente sapevo e che loro avrebbero potuto anche discendere da Merlino in persona, ma io avrei fatto di tutto per essere sempre un passo avanti e dimostrarli che la magia scorre nelle mie vene tanto quanto loro, se non di più.
Vi erano lezioni che avevamo in comune con la casa di serpeverde ed una di queste era pozioni, il professor Piton era una persona severa che elargiva delle preferenze evidenti agli appartenenti alla sua casa, ma nonostante tutto spiegava bene e anche se avevo la sensazione che lo infastidisse il mio rispondere alle domande, mi assegnava comunque i punti della casa. Proprio i punti della casa mi davano la soddisfazione che volevo e in aggiunta sorrisi e sguardi amichevoli.
La prima notte nella nuova stanza non fu facile, condividere con qualcun altro i miei spazi anche quando avrei preferito stare da sola, non era il massimo. Le mie compagne di stanza erano semplici e simpatiche, entrambe cresciute nella magia; quando mi stupii di trovare tutto già in ordine esclamai il mio stupore e loro mi risposero che erano stati gli elfi domestici. Finsi di sapere di cosa stessero parlando e subito dopo corsi a consultare la mia unica conoscenza magica, i libri che avevo di Hogwarts e divorata da un’incontenibile voglia di colmare le mie lacune di quel mondo, passai buona parte della notte a leggere della storia di quelle povere creature.
Gli elfi domestici erano un popolo antico, contemporanei dei Maya e degli Aztechi, vivevano in tribù all’interno della natura con cui avevano un profondo contatto e utilizzavano la magia per prendersi cura degli animali e delle piante che li circondavano. Appresi che a differenza nostra, loro non avevano bisogno delle bacchette e i loro poteri erano elevatissimi, riuscivano a superare diversi vincoli magici senza problemi, ad esempio erano gli unici che si materializzavano e smaterializzavano da Hogwarts senza alcun minimo problema….cosa che invece per noi maghi era impossibile. Mi addentrai molto nel profondo della loro storia e appresi che non erano aggressivi ed erano pacifisti per natura, i cicli naturali e lo stesso benessere del sistema solare era influenzato dalla loro generosità. Sviluppai in quel momento una passione così profonda per loro che mi chiesi se non avessero scelto di loro spontanea volontà di diventare schiavi per non dover fare del male agli altri. Il desiderio di vederli, da un piccolo bagliore luminoso scatenato dalle letture divenne il mio faro nella notte e nonostante le regole a cui ero profondamente devota…mi addentrai nel castello per trovare il luogo dove vivessero.
Raccolsi i miei abiti e con la determinazione dettata dalle circostanze, scesi le scale e aprii con lentezza la porta del dormitorio, cercando di non svegliare la signora grassa che sonnecchiava nel suo quadro dorato. Appoggiai il viso nello spazio che avevo aperto e osservai il corridoio, una luce mi fece arretrare e socchiudendo ancora di più lo spiraglio che avevo guadagnato con attenzione cercai d’intravedere, con il cuore che batteva nella mia gola, chi fosse.
Passi svelti e fruscio di tonaca mi misero in allarme, l’ombra non definita si avvicinava proprio davanti a me….trattenni il respiro e stetti a guardare.
L’ombra si chinava e deponeva un biglietto, la luna che entrava dalla finestra gli sfiorò i capelli e il riflesso biondo platino mi rivelò la sua identità. Malfoy.
Appena scomparve, mi precipitai sul biglietto e chiusi la porta e alla luce della mia bacchetta, osservai le parole formarsi davanti a me con un moto di emozione profonda e calorosa. “Granger…..non sei una mezzosangue. Perdonami.”
   
 
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