a
volte ho finito per amare anche i baci che non
ho mai dato,
le
labbra brulicano appena e ingoi saliva mentre
pensi che un bacio, sì, lo vorresti dare e lo vorresti
ricevere e ricambiare
A due anni dalla mia
partenza da Londra da sola
Mi sono detta:
voglio essere diversa; e mi
sono anche detta: voglio partire per non tornare presto. Voglio una
canzone
sconosciuta come soundtrack della mia vita, e voglio i colori pastello
e fare
buone scelte e riuscire a sopportare i bambini o capire come
svignarsela quando
sono nelle vicinanze. Voglio che qualcuno trovi questa parte di me e
l'apprezzi
e la ami e ami e apprezzi anche il resto, che io ho sempre odiato. Che
io non
ho mai capito, mai trovato riguardandomi con curiosità, nel
silenzio della mia
stanza. Voglio una stanza ampia, ho realizzato pure. Non voglio essere
un'altra
persona, voglio essere me ma migliorata. È facile dire
vorrei essere te, alle
modelle slanciate e splendide, la carnagione bianca o abbronzata e il
trucco
applicato perfettamente e le labbra carnose e le sopracciglia perfette
e che si
fanno desiderare e sono desiderate e volute e avute. È
difficile prendere
l'esatto opposto e non stravolgerlo ma migliorarlo e piacersi anche se
distante
da quei canoni di bellezza.
È difficile e il difficile non piace: è
complicato, è dura, è un processo
lento. Tutti si accontentano di poco e nel giro di qualche anno quel
poco è
tutto, e chi non rientra nel canone prestabilito va male. Ha perso in
partenza.
Quindi mi dico metti più trucco, osa di più,
torna più tardi ma non sono io: lo
sono, ma quella parte di me si è disattivata come un
programma che non riesce
ad aggiornarsi, bloccato in una dimensione spazio temporale senza via
d'uscita.
C'è, questo sicuro, ma non puoi raggiungerlo.
Per aspera
Rilego tutto ciò che provo per te ad una lettera e all’orario in cui ho capito che eri tu, quel momento (con Gemitaiz in sottofondo, la solitudine palpabile, tre persone attorno a me, la tua puzza di fumo) che io ho occupato scrivendo di quanto mi sentissi nervosa per te, perché ti detesto, perché invisibile, perché tu non mi hai mai vista così. Butto giù qualcosa nella speranza di rinchiuderlo e sopprimerlo, ma capita che io ritorni sui miei passi ed è come se il Nilo straripasse, ed il limo rendesse i territori circostanti ancora più fertili. Non importa quanto io ti rinchiuda, tu sarai sempre pronto a sbucare come un dannato virus, sarai sempre lì a rendermi la vita difficile, a ricordarmi che io sono io, pregio e malanno grandissimo. Non sono innamorata di te ma mi piaci così tanto, nei miei sogni ti do ragione, suoni e le tue felpe sono bellissime, il tuo profumo anche, gli occhi pure, sei fastidioso e rumoroso e autodistruttivo e mi piacciono i tuoi gusti musicali (anche un po’ miei), mi piace che io sia una versione più pacata di te, mi piace averti visto e osservato tanto da averti capito e mi piace che a te piaccia cosa scrivo, ma mi dispiace non essere chi vuoi, mi dispiace esserti invisibile e come tu vuoi
Polaroid
per un giorno
Mi piace tanto ricevere i flûte di prosecco ai compleanni, avere un brutto mal di testa che perennemente va via dopo poco, fingere di avere i sensi disinibiti per qualche frazione di secondo e sentirmi bella per anche meno; tutto finisce con le foto, quando mi specchio, quando noto che anche questa volta non ho il rossetto, che il mascara è sbavato e i capelli sembrano già crespi, elettrizzati. Mi piace avere conversazioni inusuali con persone con cui non parlo mai (anche se lo voglio, in realtà) mi piace credere di poter conquistare il mondo e di avere tante certezze. Conosco segreti, parlo con lo sguardo e sono sicura di me. Mi piaccio, anche se per poco, anche se è tutta una menzogna.
Giorni
In
questi giorni mi sento più sola del solito, sono sempre di
fretta e mi sembra
di fare tutto male, mi percepisco impreparata ma mi consolo pensando al
fatto
che tutte queste persone attorno a me sono temporanee, la scuola guida
è
temporanea, il liceo è temporaneo e allora la mia vita si
trasforma in un conto
alla rovescia che, per quanto possa tranquillizzarmi, mi mette
costantemente a
disagio ed in ansia. Mi sembra che tutto scorra lentamente, che il
tempo passi
in un battito di ciglia su certi aspetti, con il solo risultato di
sentirmi
sola e fatta a pezzi, senza soluzione al danno.
La
parte peggiore è stare fissa sui banchi,
persone che non sopporto e non mi sopportano, studiando materie che
poco mi
interessano e che dovrò studiare bene per ricordarle a
luglio, con la
consapevolezza che potrei impiegare tutto questo tempo sprecato a
viaggiare,
all'Università, a lavorare, a cucinare, a smettere di essere
qualcosa di
temporaneo.
Aspettative
Non
mi sono mai innamorata di te ma ti ho amato tantissimo certi
pomeriggi (amarti di mattina è così facile e
così complicato, sai?) quando non
mi guardavi (non che succeda spesso), quando ti allontanavi da tutti e
quando
soffrivi, specialmente quando il tuo cuore era a pezzi e i tuoi polmoni
in
fiamme e i tuoi occhi pieni di risentimento e quasi di lacrime (tu che
non
piangi mai)—che nervi, certo che ti ho amato e preferito ad
ogni persona nel
mondo. Anche se frazioni di secondi dopo mi hai massacrata, quando non
mi hai
daccapo osservata, quando mi hai ignorata, quando hai amato le altre
davanti ai
miei occhi, quando hai deciso che io rimanevo comunque un'ombra come
altre. Mi
fai male, costantemente, ed io lo so, per questo non mi piaci ma mi
piaci
tantissimo, per questo non mi sono innamorata di te ma ti ho amato
così tanto,
per questo ogni giorno ti detesto ma a metà giornata ho
scelto ancora te. Il
processo di separazione – che mi porterà purtroppo
o per fortuna lontana da te
– ha inizio ora, con questo dolore, con questo dolore. A
volte vorrei soltanto
che tutto smettesse di far male, che smettessi di provare
così tanto per
qualcuno per cui non esisto.
Pomeriggi
Mi
dà fastidio realizzare che non posso risponderti, ridere
alle tue
battute o farti ridere. Ci sarà sempre e solo lei per
questo, ai tuoi occhi, ma
soprattutto tu non vorrai altro che lei, lei, lei. Ti inganni quando
pensi che
l'hai superata, non l'hai fatto, non lo farai mai.
Ti
odio, non mi sono mai sentita così inutile e
impotente, invisibile. Non posso fare niente, non riesco a muovermi,
proprio
come te. Non ti ho mai detestato così tanto, non mi sono mai
annullata fino a
questo punto ed è tutta colpa tua. Adesso capisco cosa
intendono quando dicono
che l'amore è nocivo.
D122
Spero
per l'ennesima volta che scrivendo su di te io possa relegare
tutto quello che provo in semplici lettere, perché alla fine
sono solo
sentimenti, è solo un'emozione. Un'emozione per cui sto
fisicamente male, per
cui mi sento psicologicamente bloccata e annullata, ma stanca, stanca
soprattutto. Non riesco a pensare né ad essere me stessa. Ho
dimenticato
persino cosa significhi esserlo. Voglio smettere di vederti,
fisicamente e sui
social, di trovarti dappertutto ma soprattutto di ritrovarti ovunque mi
volti.
Non ci sei, non ci sei mai stato e mai ci sarai. Mi hai fatto del male,
ho
messo in dubbio tutto per te, ho pianto mesi per te ed ora dimmi se una
persona
può stare così male per qualcun altro. Dimmi se
è normale, se è giusto che dopo
tutto quello che ho vissuto io scelga ancora te. E tu mi fai male
daccapo. Non
mi vedi, non te ne accorgi, ma io provo solo dolore. Nient'altro che
dolore.
Sei la fonte dei miei mali, sei la sorgente del nervosismo,
dell'assurdo, delle
cose che faccio perché tu mi noti, perché tu
possa guardarmi di sfuggita
un'altra volta, per altri effimeri due secondi. Se io non esisto per
te, ti
cancellerò, chiuderò gli occhi quando passi, non
mi volterò a guardarti, vedrò
oltre il tuo capo, alzerò la testa e stringerò i
denti. (Perché tanto io non ti
sono mai piaciuta)
Dicembre spesso ad aspettarti
Questi
ultimi giorni sono stati un turbinio di “sai se mi
innamorassi?
Ma ti immagini? Io che mi innamoro” nella vaga speranza di
dimenticare quanto
mi hai ferita il 27 dicembre con l'aggiunta del desiderio di avere un
Jess
Mariano nella mia vita, perché è esattamente
così la persona dei miei sogni.
Sono
stati un turbinio di “ma se studiassi davvero
medicina? Ed in inglese?” Ed io non credo mai nelle mie
possibilità o nel
futuro, o in un futuro senza te e senza voi ed ho voluto
così tanto fare le
valigie ed andare via e cambiare e non sentirmi così sola,
così poi da
innamorarmi, tornare e studiare all'università ma la
verità è che mi sento un
sacco piccola e minuscola e troppo poco incline ai cambiamenti e sotto
sotto mi
sono innamorata di chi non c'è
Febbraio
e le mancanze
Mi
dispiace aver perso così tanto tempo della mia vita alle tue
spalle,
figuratamente e letteralmente, mentre io piangevo e ridevo e ti aiutavo
con la
matematica, mi arrabbiavo perché tu ferivi il mio orgoglio
ad inglese e mi
innervosiva che mi dicessero per scherzo, “vi state
innamorando?”; che sciocca
sono stata ad aspettarti sempre e pensarti sempre e mordermi l'interno
guancia
e piangere per te se poi il mio numero tu neanche l'hai salvato. Una
grande
scrittrice una volta ha detto che sarebbe stato tragico cancellare il
tuo di
numero e poi non poterti più rispondere. La tragedia qui,
allora, nemmeno si
pone: tu non mi ricordi ora, non lo farai nemmeno tra cinque mesi. Una
damnatio
memoriae un po’ fallimentare e all'incontrario, come il ti
amo ubriaco che hai
chiesto di potermi mandare per scherzo, perché ti stavo
dando fastidio, una
delle poche conversazioni che abbiamo avuto prima che tu pensassi ai
tuoi di
amori, alle tue di liti, ai tuoi di problemi. Io ti ho detto
sì perché non
pensavo lo facessi davvero, non pensavo lo intendessi, non pensavo e
basta,
magari un briciolo di me, poco brilla per il Long Island e i tre
bicchieri di prosecco,
voleva sentirselo dire almeno una volta. Anche se finto, doloroso,
sbagliato,
inutile.
Nella
giornata degli innamorati io dico che
schifo, che schifo. Vorrei andare avanti, vorrei dimenticarti, vorrei
dire che
di te non mi importa più nulla. Mi hai fatto sentire
ignobile e inutile e come
se nessuno potesse mai volermi e amarmi e farmi sentire bene, mi hai
distrutta
e mi hai spezzata. Non hai mai meritato così tanto, anche se
per metà in
silenzio. Non hai mai saputo gestire i potenti silenzi.