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Autore: missimissisipi    17/02/2017    1 recensioni
Rilego tutto ciò che provo per te ad una lettera e all’orario in cui ho capito che eri tu, quel momento (con Gemitaiz in sottofondo, la solitudine palpabile, tre persone attorno a me, la tua puzza di fumo) che io ho occupato scrivendo di quanto mi sentissi nervosa per te, perché ti detesto, perché invisibile, perché tu non mi hai mai vista così.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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a volte ho finito per amare anche i baci che non ho mai dato,
le labbra brulicano appena e ingoi saliva mentre pensi che un bacio, sì, lo vorresti dare e lo vorresti ricevere e ricambiare

A due anni dalla mia partenza da Londra da sola

Mi sono detta: voglio essere diversa; e mi sono anche detta: voglio partire per non tornare presto. Voglio una canzone sconosciuta come soundtrack della mia vita, e voglio i colori pastello e fare buone scelte e riuscire a sopportare i bambini o capire come svignarsela quando sono nelle vicinanze. Voglio che qualcuno trovi questa parte di me e l'apprezzi e la ami e ami e apprezzi anche il resto, che io ho sempre odiato. Che io non ho mai capito, mai trovato riguardandomi con curiosità, nel silenzio della mia stanza. Voglio una stanza ampia, ho realizzato pure. Non voglio essere un'altra persona, voglio essere me ma migliorata. È facile dire vorrei essere te, alle modelle slanciate e splendide, la carnagione bianca o abbronzata e il trucco applicato perfettamente e le labbra carnose e le sopracciglia perfette e che si fanno desiderare e sono desiderate e volute e avute. È difficile prendere l'esatto opposto e non stravolgerlo ma migliorarlo e piacersi anche se distante da quei canoni di bellezza.
È difficile e il difficile non piace: è complicato, è dura, è un processo lento. Tutti si accontentano di poco e nel giro di qualche anno quel poco è tutto, e chi non rientra nel canone prestabilito va male. Ha perso in partenza. Quindi mi dico metti più trucco, osa di più, torna più tardi ma non sono io: lo sono, ma quella parte di me si è disattivata come un programma che non riesce ad aggiornarsi, bloccato in una dimensione spazio temporale senza via d'uscita. C'è, questo sicuro, ma non puoi raggiungerlo.

 

Per aspera

Rilego tutto ciò che provo per te ad una lettera e all’orario in cui ho capito che eri tu, quel momento (con Gemitaiz in sottofondo, la solitudine palpabile, tre persone attorno a me, la tua puzza di fumo) che io ho occupato scrivendo di quanto mi sentissi nervosa per te, perché ti detesto, perché invisibile, perché tu non mi hai mai vista così. Butto giù qualcosa nella speranza di rinchiuderlo e sopprimerlo, ma capita che io ritorni sui miei passi ed è come se il Nilo straripasse, ed il limo rendesse i territori circostanti ancora più fertili. Non importa quanto io ti rinchiuda, tu sarai sempre pronto a sbucare come un dannato virus, sarai sempre lì a rendermi la vita difficile, a ricordarmi che io sono io, pregio e malanno grandissimo. Non sono innamorata di te ma mi piaci così tanto, nei miei sogni ti do ragione, suoni e le tue felpe sono bellissime, il tuo profumo anche, gli occhi pure, sei fastidioso e rumoroso e autodistruttivo e mi piacciono i tuoi gusti musicali (anche un po’ miei), mi piace che io sia una versione più pacata di te, mi piace averti visto e osservato tanto da averti capito e mi piace che a te piaccia cosa scrivo, ma mi dispiace non essere chi vuoi, mi dispiace esserti invisibile e come tu vuoi

 

Polaroid per un giorno

Mi piace tanto ricevere i flûte di prosecco ai compleanni, avere un brutto mal di testa che perennemente va via dopo poco, fingere di avere i sensi disinibiti per qualche frazione di secondo e sentirmi bella per anche meno; tutto finisce con le foto, quando mi specchio, quando noto che anche questa volta non ho il rossetto, che il mascara è sbavato e i capelli sembrano già crespi, elettrizzati. Mi piace avere conversazioni inusuali con persone con cui non parlo mai (anche se lo voglio, in realtà) mi piace credere di poter conquistare il mondo e di avere tante certezze. Conosco segreti, parlo con lo sguardo e sono sicura di me. Mi piaccio, anche se per poco, anche se è tutta una menzogna.

Giorni

In questi giorni mi sento più sola del solito, sono sempre di fretta e mi sembra di fare tutto male, mi percepisco impreparata ma mi consolo pensando al fatto che tutte queste persone attorno a me sono temporanee, la scuola guida è temporanea, il liceo è temporaneo e allora la mia vita si trasforma in un conto alla rovescia che, per quanto possa tranquillizzarmi, mi mette costantemente a disagio ed in ansia. Mi sembra che tutto scorra lentamente, che il tempo passi in un battito di ciglia su certi aspetti, con il solo risultato di sentirmi sola e fatta a pezzi, senza soluzione al danno. 
La parte peggiore è stare fissa sui banchi, persone che non sopporto e non mi sopportano, studiando materie che poco mi interessano e che dovrò studiare bene per ricordarle a luglio, con la consapevolezza che potrei impiegare tutto questo tempo sprecato a viaggiare, all'Università, a lavorare, a cucinare, a smettere di essere qualcosa di temporaneo.

Aspettative

Non mi sono mai innamorata di te ma ti ho amato tantissimo certi pomeriggi (amarti di mattina è così facile e così complicato, sai?) quando non mi guardavi (non che succeda spesso), quando ti allontanavi da tutti e quando soffrivi, specialmente quando il tuo cuore era a pezzi e i tuoi polmoni in fiamme e i tuoi occhi pieni di risentimento e quasi di lacrime (tu che non piangi mai)—che nervi, certo che ti ho amato e preferito ad ogni persona nel mondo. Anche se frazioni di secondi dopo mi hai massacrata, quando non mi hai daccapo osservata, quando mi hai ignorata, quando hai amato le altre davanti ai miei occhi, quando hai deciso che io rimanevo comunque un'ombra come altre. Mi fai male, costantemente, ed io lo so, per questo non mi piaci ma mi piaci tantissimo, per questo non mi sono innamorata di te ma ti ho amato così tanto, per questo ogni giorno ti detesto ma a metà giornata ho scelto ancora te. Il processo di separazione – che mi porterà purtroppo o per fortuna lontana da te – ha inizio ora, con questo dolore, con questo dolore. A volte vorrei soltanto che tutto smettesse di far male, che smettessi di provare così tanto per qualcuno per cui non esisto.

Pomeriggi

Mi dà fastidio realizzare che non posso risponderti, ridere alle tue battute o farti ridere. Ci sarà sempre e solo lei per questo, ai tuoi occhi, ma soprattutto tu non vorrai altro che lei, lei, lei. Ti inganni quando pensi che l'hai superata, non l'hai fatto, non lo farai mai.
Ti odio, non mi sono mai sentita così inutile e impotente, invisibile. Non posso fare niente, non riesco a muovermi, proprio come te. Non ti ho mai detestato così tanto, non mi sono mai annullata fino a questo punto ed è tutta colpa tua. Adesso capisco cosa intendono quando dicono che l'amore è nocivo.

D122

Spero per l'ennesima volta che scrivendo su di te io possa relegare tutto quello che provo in semplici lettere, perché alla fine sono solo sentimenti, è solo un'emozione. Un'emozione per cui sto fisicamente male, per cui mi sento psicologicamente bloccata e annullata, ma stanca, stanca soprattutto. Non riesco a pensare né ad essere me stessa. Ho dimenticato persino cosa significhi esserlo. Voglio smettere di vederti, fisicamente e sui social, di trovarti dappertutto ma soprattutto di ritrovarti ovunque mi volti. Non ci sei, non ci sei mai stato e mai ci sarai. Mi hai fatto del male, ho messo in dubbio tutto per te, ho pianto mesi per te ed ora dimmi se una persona può stare così male per qualcun altro. Dimmi se è normale, se è giusto che dopo tutto quello che ho vissuto io scelga ancora te. E tu mi fai male daccapo. Non mi vedi, non te ne accorgi, ma io provo solo dolore. Nient'altro che dolore. Sei la fonte dei miei mali, sei la sorgente del nervosismo, dell'assurdo, delle cose che faccio perché tu mi noti, perché tu possa guardarmi di sfuggita un'altra volta, per altri effimeri due secondi. Se io non esisto per te, ti cancellerò, chiuderò gli occhi quando passi, non mi volterò a guardarti, vedrò oltre il tuo capo, alzerò la testa e stringerò i denti. (Perché tanto io non ti sono mai piaciuta)

Dicembre spesso ad aspettarti

Questi ultimi giorni sono stati un turbinio di “sai se mi innamorassi? Ma ti immagini? Io che mi innamoro” nella vaga speranza di dimenticare quanto mi hai ferita il 27 dicembre con l'aggiunta del desiderio di avere un Jess Mariano nella mia vita, perché è esattamente così la persona dei miei sogni.
Sono stati un turbinio di “ma se studiassi davvero medicina? Ed in inglese?” Ed io non credo mai nelle mie possibilità o nel futuro, o in un futuro senza te e senza voi ed ho voluto così tanto fare le valigie ed andare via e cambiare e non sentirmi così sola, così poi da innamorarmi, tornare e studiare all'università ma la verità è che mi sento un sacco piccola e minuscola e troppo poco incline ai cambiamenti e sotto sotto mi sono innamorata di chi non c'è

Febbraio e le mancanze

Mi dispiace aver perso così tanto tempo della mia vita alle tue spalle, figuratamente e letteralmente, mentre io piangevo e ridevo e ti aiutavo con la matematica, mi arrabbiavo perché tu ferivi il mio orgoglio ad inglese e mi innervosiva che mi dicessero per scherzo, “vi state innamorando?”; che sciocca sono stata ad aspettarti sempre e pensarti sempre e mordermi l'interno guancia e piangere per te se poi il mio numero tu neanche l'hai salvato. Una grande scrittrice una volta ha detto che sarebbe stato tragico cancellare il tuo di numero e poi non poterti più rispondere. La tragedia qui, allora, nemmeno si pone: tu non mi ricordi ora, non lo farai nemmeno tra cinque mesi. Una damnatio memoriae un po’ fallimentare e all'incontrario, come il ti amo ubriaco che hai chiesto di potermi mandare per scherzo, perché ti stavo dando fastidio, una delle poche conversazioni che abbiamo avuto prima che tu pensassi ai tuoi di amori, alle tue di liti, ai tuoi di problemi. Io ti ho detto sì perché non pensavo lo facessi davvero, non pensavo lo intendessi, non pensavo e basta, magari un briciolo di me, poco brilla per il Long Island e i tre bicchieri di prosecco, voleva sentirselo dire almeno una volta. Anche se finto, doloroso, sbagliato, inutile. 
Nella giornata degli innamorati io dico che schifo, che schifo. Vorrei andare avanti, vorrei dimenticarti, vorrei dire che di te non mi importa più nulla. Mi hai fatto sentire ignobile e inutile e come se nessuno potesse mai volermi e amarmi e farmi sentire bene, mi hai distrutta e mi hai spezzata. Non hai mai meritato così tanto, anche se per metà in silenzio. Non hai mai saputo gestire i potenti silenzi.

  
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