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Autore: Fonissa    18/02/2017    1 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Percy stava percorrendo quella strada a passo lento, cercando di distrarsi in ogni maniera pur di non pensare a dove stava andando. Un cane che passeggiava col suo padrone, le foglie dai colori spenti che venivano portate via dal vento... tutto ciò che lo distraesse anche solo un attimo da quella strada, che sembrava tremendamente familiare, ma aveva un retrogusto di tristezza. Ma, se di solito la mente di Percy non faceva fatica ad andarsene in giro, in quel momento gli riportava continuamente davanti agli occhi le vecchie immagini della sua meta. Quando alla fine arrivò, dovette fare i conti con la sua memoria. Da quando era morta Bianca, non aveva più messo piede a casa Di Angelo-Levesque. In realtà, tra i suoi amici, solo Frank ci era entrato, per andare da Hazel, e si era ritrovato in lacrime consolato da quest'ultima. Percy lo sapeva che era passato tempo, ma le scene in cui Bianca rideva insieme a loro erano un attacco alle spalle, dei ricordi sempre pronti a tornare a galla. Si avvicinò alla porta quasi tremando, prese un grosso respiro e bussò. Come se non bastasse l'agitazione che già aveva addosso, la porta si aprì mostrando Nico di fronte a lui.

"Ehy, ciao." disse Percy cercando di non guardare Nico negli occhi.

"Ciao." rispose questo semplicemente, invitandolo con un gesto della mano ad entrare.

"Hazel arriverà tra poco."

"Non... non è qui?"

"E' uscita con Frank, ma dovrebbe rientrare tra dieci minuti, così possiamo iniziare." rispose buttandosi con poca grazia sul divano.

'Questo vuol dire che devo restare solo con Nico...oh cazzo.' pensò Percy quasi sbiancando al solo pensiero. Non sapendo che fare, si sedette vicino a Nico, iniziando a guardarsi intorno. Quello fu il primo errore. Questa volta fu un ricordo in particolare: il loro primo pigiama party, quando lui aveva tredici anni. In teoria ognuno di loro aveva portato il suo sacco a pelo, ma in pratica si erano tutti ritrovati a dormire sul pavimento dopo che si erano rincorsi per il grande salotto lanciandosi cibo.

"Come fai?" fu la domanda che gli uscì spontanea.

"Che stai dicendo?" gli domandò Nico, ovviamente confuso.

"Come fai a vivere qui? E' pieno zeppo di ricordi legati a lei."

Il minore sospirò, guardando intorno a sè per poi mettere su un mezzo sorriso ironico.

"Alla fine, ti ci abitui." fu l'unica risposta. Percy annuì, anche se non capì del tutto cosa volesse dire. Si fermò a guardare Nico, cercando di capire se lo avesse turbato o meno. Quello probabilmente fu il secondo errore di quella giornata. Percy si fermò un pò troppo a guardalo, e potè constatare che Nico era bello. Non quel tipo di bellezza che vai trovando nelle riviste o in televisione, no. Nico aveva quei grandi occhi neri che Percy si pentì di aver fatto offuscare con i suoi ricordi, l'espressione perennemente seria che raramente mostrava un sorriso vero, la pelle bianco latte, il contrario di quella scura di sua sorella. In quel momento, Percy realizzò che, per lui, Nico era bellissimo.
"Nico, tu sei fidanzato?" chiese, senza riuscire a pensare a quel che diceva. Sapeva solo che all'improvviso, il pensiero che Nico stesse da solo, lo faceva rattristire. Si conoscevano da ormai quasi sei anni, uscivano insieme quando Bianca c'era ancora, era stato spesso a casa sua e si sedevano sempre allo stesso tavolo a pranzo, eppure non lo aveva mai conosciuto davvero. L'aveva sempre rilegato al ruolo di fratellino di Bianca, e poi di fratello di Hazel.
Nico, ovviamente, lo guardò confuso, probabilmente chiedendosi perchè di quella domanda improvvisa, girando il viso dall'altra parte prima di rispondere.

"No, non mi sono mai interessate queste cose."

Percy non potè vedere che Nico era arrossito, mentre i suoi occhi esprimevano un leggero timore.
Nico non potè vedere che Percy aveva sorriso spontaneamente, ma probabilmente nemmeno lui se ne era accorto.
Poco dopo arrivò Hazel che, sorridente, li condusse in una stanza a parte, una specie di studio con il pavimento in parquet e una parete interamente occupata da un enorme specchio. Al lato sinistro stava un pianoforte e delle mensole occupare da molti spartiti, alcuni dei quali sembravano anche abbastanza vecchi. A destra, invece, stava una sbarra e Percy riuscì a intravedere delle scarpette da ballo consumate.

"Hazel... Sai ballare?"

La riccia, per tutta risposta, girò su se stesse in una piroetta aggraziata.

"Imparai da Bianca... Mentre Nico non ha mai voluto imparare."

"Il canto mi basta, grazie." rispose il diretto interessato, incrociando le braccia al petto. Percy riuscì a intuire che Hazel aveva insistito molto su quell'argomento.

"E io dico che saresti una perfetta ballerina." ribatté Hazel mettendosi sulle punte e scoppiando a ridere, trascinando con se anche Percy mentre Nico alzava gli occhi al cielo.

"Okay, okay, iniziamo a provare. Percy, hai imparato Runaway?"

Hazel si sedette al pianoforte, già con le mani sui tasti pronte a suonare la versione piano della canzone fatta interamente da lei. Il ragazzo sorrise, sorprendentemente felice di poter cantare liberamente.

"Ovviamente. Penso di amare quella canzone, non è che dopo potresti dirmene altre degli Urban Strangers?"

Per qualche secondo Hazel assunse un ghigno, sostituito subito dal suo solito sorriso innocente.

"Chiedi a Nico, gli Urban sono uno dei suoi gruppi preferiti, ha anche i dischi."

Percy si girò di scatto verso Nico, sorridendo con le guance leggermente arrossate e gli occhi luccicanti.

"Davvero?! Dopo li possiamo ascoltare insieme?"

Nico all'inizio sgranò gli occhi, poi li abbassò trovando improvvisamente interessanti le sue Converse nere.

"Certo, va bene."

"Si, ma ora non ti distrarre! Partiamo?" esclamò Hazel. Percy si avvicinò al pianoforte, gli occhi fissi davanti a lui. Nonostante avesse i fogli con le note davanti a lui, volevo cercare di non guardarli, di ricordarsela a memoria. Il pianoforte iniziò a suonare e la voce del ragazzo si diffuse per tutta la stanza:

"The light shines down half my face
You see a smile but on the other side there is the rage."

Erano due minuti circa che cantava, quando all'improvviso rischiò di bloccarsi. Per non guardare sui fogli, il suo sguardo si era soffermato sull'enorme specchio. Terzo errore della giornata. Ed eccolo lì, Percy Jackson, con indosso la felpa della squadra di nuoto, che cantava una canzone che adorava scritta da un gruppo a cui stava iniziando a interessarsi sempre di più. Era felice così, con la musica ma anche con il nuoto.
E con Nico. Suggerì una vocina nella sua mente, che mise subito a tacere.
Certo, anche insieme a Nico e Hazel, che mi hanno aiutato. Tentò di giustificarsi. Ma in cuor suo, sapeva che era un altro il motivo che lo aveva portato a quel pensiero.

Erano passati circa tre quarti d'ora quando finirono di provare. Hazel era andata in cucina, al piano di sotto, per studiare in tranquillità visto che non aveva ancora avuto tempo, mentre i due ragazzi erano nella stanza di Nico mentre questo cacciava una scatola piena di CD musicali.

"Wow..." sussurrò Percy, vedendoli. Alcuni li aveva sentiti nominare, altri, per la maggior parte quelli italiani, gli erano sconosciuti. Nico prese il primo disco degli Urban Strangers, che si chiamava appunto Runaway, mettendolo nel lettore e schiacciando play.

"È quello uscito dopo la finale di XFactor, vero?" chiese Percy mentre la prima traccia, sempre Runaway, iniziava.

"Beh, ce ne sono solo due." rispose ironicamente Nico, facendo ridacchiare il maggiore.
Quando la prima fu finita, a Percy salì una curiosità quasi infantile, ma non propriamente sul disco o sul duo, ma proprio su Nico.

"C'è una loro canzone che non ti piace?" domandò. Proprio mentre lo chiese, Cupid's Chokehold iniziò e il minore sospirò rumorosamente.

"Eccola."

"Questa? Come mai?"

"Mh... So che è solo una cover, ma non riesco a farmela andare giù."

"Sempre per quel fatto dell'amore?"
Percy parlò piano, non sapendo nemmeno lui se era ironico o meno. Come al solito, Nico evitò di guardarlo.

"Si, più o meno." Di nuovo, silenzio. Percy era stanco di questi silenzi che si venivano a creare ogni tanto tra di loro, di aver paura di parlare solo per aver fatto lo sbaglio di non conoscerlo abbastanza in quegli anni. Doveva rimediare, ormai se lo era fissato in mente.

"Domani mio padre non c'è. Vuoi venire a casa mia e ci ascoltiamo il secondo album?" fu con quella frase che iniziò il quarto errore, il più grande per quel giorno. Per non far voltare Nico dall'altra parte e obbligarlo a guardarlo, almeno per quella volta, Percy prese con la mano il mento di Nico. Non aveva pensato alla poca distanza che c'era tra di loro o al fatto che Nico non amasse molto il contatto fisico. Gli era venuto spontaneo, come se volesse farlo da tempo. Non si accorse nemmeno, o forse decise spontaneamente di ignoralo, del suo cuore che accelerava sempre di più, minacciando quasi di scoppiare, o del viso completamente rosso dell'altro.

"S-si, okay... a-a che ora?"

"Alle... -Percy deglutì, cercando di parlare senza balbettare come aveva fatto Nico, anche se comunque non glielo fece notare- alle cinque va bene?"

"Perfetto."

Non parlarono più, sia per l'imbarazzo sia perchè in un muto accordo avevano deciso di godersi l'album fino all'ultima nota.

Erano circa dieci minuti che Annabeth camminava avanti e indietro nel salotto di Reyna. Da quando le aveva fatto quella confessione, avevano passato sempre più tempo insieme, senza però piú parlare dell'argomento. Reyna l'aveva rassicurata, le aveva detto che non cambiava nulla, che rimaneva una delle sue migliori amiche, ma l'altra non aveva mai risposto. All'improvviso si fermò, guardando storto il cellulare.

"Ho deciso, domani parlo con Percy." esclamò, controllando per la ventesima volta che non fosse arrivato qualche messaggio.

"Riguardo a cosa?" chiese Reyna, che, confusa dalla situazione in generale, non riusciva a capire di quale dettaglio Annabeth volesse parlare.

"Riguardo le sue lezioni di canto! Dovrebbe saperlo che può dirmi tutto, ci conosciamo da cinque anni!"

Un altro appunto mentale che Reyna si era fatta era che Annabeth, quando parlava di Percy, non nominava piú il fatto che fossero fidanzati. Parlava dei tempi in cui erano amici, di quanto tempo si conoscessero... Mai del fattore amore.

"Anche tu dovresti sapere che puoi dirgli tutto..."
Annabeth sembrò diventare di pasta frolla e si accasciò sul divano, a fianco all'amica.

"Reyna, ti prego..."

"Hai ragione, scusami." rispose Reyna, accarezzando i capelli biondi di Annabeth.
  
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