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Autore: LaVampy    18/02/2017    4 recensioni
Un piccolo Max Lightwood alle prese con la magia, con la famiglia e con l'arrivo di un nuovo fratello. *spoiler* delle Cronache dell'Accademia. e spoiler " La signora della mezzanotte"
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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Max era un vivacissimo bambino di quasi cinque anni, la sua intelligenza era superiore a molti, e non per il fatto che fosse un piccolo stregone, ma per la sua continua voglia di scoprire il mondo. Sapeva già leggere, anche se Alec non era molto favorevole, voleva che il bambino crescesse bambino. Non come lui che a cinque anni sapeva già uccidere senza usare le armi. Voleva che suo figlio crescesse in quel mondo che non conoscevano. Nemmeno Magnus aveva avuto un'infanzia felice anzi tutto sommato quella di Alec, era stata rose e fiori, ma da quando avevano Max erano tornati un po' bambini anche loro. Non che per Magnus, poi, ci fosse quella grande differenza. Per lui restava sempre un incrocio tra un pantera e un elfo demente, anche se non glielo aveva mai detto. 
 
Non era raro entrare nel loft dei ragazzi e trovarli immersi in qualche gioco da tavola, Magnus intento a cambiare con la magia le pedine e Alec interessato al regolamento, mentre Max lanciava in aria ogni oggetto. Ma quello che più divertiva Alex era vedere il suo bambino contento. Quella risata squillante e naturale, bastava sentirlo ridere per sentire il suo amore prepotente, e si ritrovava a fissare gli occhi del compagno, specchiandoci dentro le stesse emozioni. Erano fortunati, avevano lottato per i loro diritti, e avevano ottenuti tutti una seconda occasione. Alec più di una volta era stato tentato di scoprire chi fosse la madre di Max, ma Magnus glielo aveva sempre impedito. Lasciamo le cose come stanno gli diceva il compagno,  e Alec non aveva mai indagato. Alla fine lo stregone era Magnus, e anche il più saggio, nonostante i dubbi che ogni tanto scatenava.  
 
Proprio quella sera stavano giocando a Monopoli, un gioco carino, ma era quasi convinto che il suo uomo stesse barando. In tre partite, Magnus aveva avuto sempre la Carta Parco della Vittoria, finendo per pignorare oltre a tutti i soldi, anche quattro merendine, undici caramelle di Max, che contrariamente rideva felice, perché ogni volta che lanciava i dadi papà Alec, finiva quasi sempre in prigione. E la risata di Max, riempiva i genitori di gioia e ogni preoccupazione svaniva, aveva un qualcosa di magico o semplicemente, erano una famiglia felice. Odiava doversi allontanare dalla sua famiglia, soprattutto in quelle occasioni così speciali, ma restava per sempre uno Shadowhunters, come del resto Magnus era uno stregone. Quindi capita che nel cuore della notte, lo stregone, partisse per salvare qualche vita o per qualche magia importante come capita che Alec venisse richiamato dal capo dell'istituto , nonché suo parabatai per una caccia improvvisa. E se una volta sarebbe stato felice di uscire all'aria aperta, lasciando alle spalle tutto, ora avrebbe pregato gli angeli, per un po' di pace. Guardava suo figlio e lo vedeva crescere, giorno dopo giorno, i primi dentini, i primi passi, la prima parola. Il tempo gli sfuggiva dalle mani e lui volava passare ogni secondo con suo figlio. La vita dello Shadowhunters era pericolosa, non ne parlavano spesso, perché Magnus tendeva a dare di matto, ma la morte viaggiava sempre con loro. E per Alec iniziava da un po' di anni ad essere una presenza odiata. 
 
Erano una di quella famiglie che spesso vedevano in televisione la sera, tutta sorrisi e abbracci. Certo non mancavano i capricci o i pianti quando uno dei due era costretto ad andarsene, come quella sera. Quando Max capiva che uno dei due stava uscendo, iniziava a piangere, stringendosi alla gamba del padre, e a nulla valevano le rassicurazioni tanto torno subito. Max sapeva che quella frase era una delle tante bugie che i padri gli dicevano. Aveva lasciato il cuore a casa, e a nulla erano valsi i si tratta di lavoro di Magnus, per rincuorarlo. Le lacrime di suo figlio lo colpivano peggio di un morso di un demone. 
 
-Max, tesoro ascoltami-aveva detto Alec, cercando di scollarsi il bambino dalla gamba, ma questi se potè si attaccò ancora di più. 
 
-Max, lascia la gamba di Papà, deve solo andare un attimo dallo zio e torna subito- provò anche Magnus, ma in cambio ottenne solo singhiozzi più forti. 
 
-Tesoro, guardami- disse Alec, poco dopo. 
 
-No- rispose testardo il bambino. -Sei cattivo e... no- rispose stringendo ancora più forte i pantaloni del padre. 
 
-Max, non puoi fare così ogni volta che Papà va via- disse Magnus, mettendosi in ginocchio dietro al bambino e accarezzandogli la schiena. 
 
-Max, tesoro, torno te lo prometto, vado via un attimo, tanto torno presto- disse Alec, abbassandosi nel limite del possibile. 
 
-Perché io non posso dire le bugie, e te invece le dici sempre e papi non ti sgrida?- chiese il bambino, staccandosi improvvisamente. 
 
-Io non dico bugie, Max- rispose Alec, cercando lo sguardo del compagno, che però si limitò a scrollare le spalle. 
 
-Si che le dici, me le dici sempre- urlò il bambino, con le guance rigate di lacrime. -Mi dici sempre che torni subito e invece arrivi anche dopo una settimana-. 

-Max...- implorò Alec, -Ascoltami. È il mio lavoro, nemmeno io vorrei mai andarmene, e nemmeno Papi- cercò di spiegare. -Ma fuori c'è qualche bambino che avrà bisogno di me...-. 
 
-E perché non ci va il suo papà- urlò, ancora il bambino, la voce scossa dai tremori. 
 
-Perché non hanno i superpoteri come Papà Alec- rispose Magnus, sorridendo. 
 
-Io non voglio che vai via- disse ancora il bambino, buttandosi tra le braccia del padre, che si era inginocchiato davanti a lui. 
 
-Nemmeno io vorrei Max- gli disse Alec, immergendo il naso nei capelli del bambino e aspirandone il profumo. -Nemmeno io, ma devo andare e prometto che torno subito-. 
 
-Non dire bugie- disse di nuovo Max, stringendo i capelli di Alec, tra le dita. 
 
-Non te ne dico Max. Ti faccio una promessa: tornerò sempre- disse Alec. -Ora per favore, stai con Papi? Bravo finchè non torno?- chiese Alec, ottenendo solo che il bambino si staccasse di colpo, correndo in camera, sbattendo la porta. Impotente Alec, sussultò al colpo. -Non posso non andare- disse con la voce bassa. 
 
-Lo capirà, Alexander- disse Magnus, abbracciandolo forte. -Ma ti chiedo una cosa-disse poco dopo. -Promettimelo anche a me-. 
 
-Te lo prometto- disse Alec, baciandolo sulle labbra, poi a fatica si diresse verso lo sgabuzzino prese le armi e uscì di casa. Non prima di fermarsi davanti alla camera del figlio, ma sentendolo piangere si limitò ad uscire di casa. 
 
Quando aveva incontrato Jace, aveva grugnito un saluto, e poi, una volta sentito dell'avvistamento era entrato in modalità cacciatore, non prima di aver inviato un messaggio a Magnus, dicendogli che si sarebbe intrattenuto a lungo. Magnus lo tranquillizzò mandandogli una foto di Max che dormiva, ma ad Alec non sfuggirono le guance bagnate del bambino. Maledettissimi demoni. Scusandosi con il compagno, si diresse al luogo dell'incontro, con loro ci sarebbero stati i figli della Luna. Sperava soltanto fosse una cosa veloce e semplice, ma ovviamente, quando a casa hai un figlio in lacrime e che probabilmente ti sta odiando e un compagno bellissimo, la fortuna non è mai dalla tua parte, anzi sembrava accanirsi con piacere. Aveva infatti iniziato a piovere, sempre più forte, divenendo ben presto un acquazzone, e non c'era un solo punto dove ripararsi. 
 
Erano appostati sul tetto, al freddo e sul pavimento bagnato da quasi un'ora. Erano stati avvisati che il demone si stava dirigendo verso di loro, attese pazientemente, estrasse l'arco, prese la mira e dopo svariati tentativi finalmente potè dichiarare chiusa la caccia. 
 
Stava sistemando l'arco nella sua feretra quando vide penzolare un filo con attaccato un piccolo cuore. Lo toccò delicatamente e questo, come per magia, si aprì rilevando una scritta all'interno: ti voglio bene,Papà! Mantieni la promessa! Sentì gli occhi bagnarsi, e salutando il gruppo si diresse a casa. Avvisando Magnus, del suo arrivo. Quando aprì la porta del loft, rabbrividì di freddo, ma ben presto, le mani calde dello stregone lo asciugarono. 
-Grazie- disse semplicemente battendo i denti per il freddo, che ancora aveva dentro. 
 
-Vado a letto- disse Magnus, dopo avergli lasciato un bacio sulle labbra. 
 
-Controllo Max e arrivo- disse il cacciatore, entrando in camera del bambino. Guardandolo sembrava felice, era sempre così mentre dormiva, e quando vide che stringeva tra le mani una sua maglia, si sentì sciogliere il cuore. Gli accarezzò una guancia, vedendo una piccola lacrima incastrata tra le ciglia. Allora, stranamente a quanto faceva di solito, scostò le coperte del figlio e si infilò nel letto con lui. 
 
-Sei tornato- disse con la voce impastata dal sonno. 
 
Te l'ho promesso- rispose Alec, abbracciando il bambino, e aspettando che si riaddormentasse. E fu così che li ritrovò poco dopo Magnus, quando si alzò per cercare Alec. Si limitò a prendere una coperta per coprire meglio il compagno, chiuse la porta, si asciugò distrattamente una lacrime, e si diresse in camera.
   
 
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