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Autore: _MartyK_    18/02/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il tempo passava troppo in fretta, quegli ultimi sette giorni si erano dematerializzati in un soffio. Letteralmente.
Era passata una settimana - piena di lavoro, tra l'altro - da quando Shin Hye non aveva più il coraggio di guardare in faccia Jimin.
Già, l'odio si era trasformato in vergogna, imbarazzo. Piuttosto, preferiva approfondire l'amicizia con gli altri hyung, in particolare Yoongi ed Hoseok.

Quella mattina si era ritrovata due enormi borse sotto gli occhi.
Voleva che fosse una scusa per restarsene sola soletta in camera a sonnecchiare un po', e invece il suo manager (così come tutti gli altri collaboratori) adoravano le occhiaie perchè 'ingrandivano gli occhi'.
La loro per gli occhi grandi e all'occidentale, per così dire, era una vera e propria fissazione.
Ed ebbe modo di capire che molti Idol facevano degli interventi specifici per ingrandirli tanto quanto quelli dei personaggi di anime e manga.
Una follia, si disse. Il mondo del k-pop lo era.

Non riusciva a riaddormentarsi, non lo faceva da quel fottutissimo primo giorno di lezione di lingue.
I ricordi balenarono nella sua mente, accecandola come fossero i fari delle automobili:

- Io e te dobbiamo parlare!-
Shin Hye rivolse un'occhiata perplessa e confusa a Jimin, il quale la prese per il polso e la riportò nel luogo da cui era appena uscita.
Più si avvicinavano al bagno delle ragazze, più sentiva di essere stata scoperta.
Non di nuovo, si disse tristemente. E invece sì.
Il castano si guardò bene intorno, in modo che nessuno spargesse maldicenze sul suo conto - non è che sia il massimo della vita per un ragazzo andare nel bagno delle femmine, soprattutto se non c'è nulla da vedere, ma questi sono dettagli -, per poi aprire la porta del cesso e scaraventare dentro la poveretta.
Si chiuse la porta dietro la schiena, emettendo un piccolo sospiro di sollievo. Sollievo che svanì quando incrociò gli occhi paurosi di lei.
Lo sguardo si incupì, la mascella gli si serrò automaticamente, mentre una strana rabbia prese possesso del suo corpo.

- Quindi sei una ragazza!- esclamò alzando il tono di voce, quasi volesse dirlo al mondo intero. Shin Hye deglutì.
Improvvisamente la gola divenne secca che in confronto le terre aride del deserto del Sahara non erano nulla.
Jimin prese a camminare a passo veloce verso la ragazza, la quale voltava il capo a destra e a manca alla ricerca di una via d'uscita.
Peccato per lei che il bagno fosse completamente libero. Loro erano gli unici là dentro.
La prese per le spalle e la sbattè contro la parete bianca del cesso. Le mattonelle erano terribilmente fredde, ghiacciate.

- Dimmi chi sei- sibilò a denti stretti, il fiato sulle sue labbra. Shin Hye ebbe voglia di farsi piccola piccola nel suo maglione.

- A-avanti, lo sai chi sono- cercò di sdrammatizzare, complicando la situazione. Non aveva mai visto Park Jimin così incazzato.

- Sei una ragazza?- si calmò e glielo chiese lentamente, roteando gli occhi al cielo. Lei scosse la testa. Jimin rise beffardo.

- Ne sei sicuro?- provò ancora, come a darle un'ultima possibilità. Shin Hye non fece altro che annuire.
Un sorrisetto malizioso comparve sul volto del moro. Si sfregò le mani, leccandosi il labbro inferiore in un gesto volutamente sensuale.

- Bene, vediamo se anche il tuo corpo la pensa così-

Shin Hye capì in ritardo cosa voleva intendere.
Le mani di Jimin sfilarono il pantalone con lentezza straziante, si prese tutto il tempo necessario per sbottonarlo e tirare giù la zip.
Voleva urlare, dimenarsi, magari accusandolo anche di tentato stupro, ma le parole le morirono in gola.
Le rivolse uno sguardo perverso nel momento in cui osservò le sue gambe lisce, sfiorando con due dita la coscia destra.
Dei brividi pervasero la spina dorsale di lei, provocandole scariche elettriche in tutto il corpo. Non voleva provare piacere, non doveva.
Gli occhi le si inumidirono nel momento in cui sentì le dita dell'altro all'interno della mutandina. Stava sfilando anche quella.
Si lasciò sfuggire un urlo di rabbia e se lo scrollò di dosso, rivestendosi.

- E va bene hai vinto, sono una ragazza. Contento ora? Vuoi dirlo a tutti?- sbottò.
Jimin si tirò su, un'espressione scettica a dipingergli il viso sfacciato che si ritrovava.

- Per quanto andrà avanti questa storia, eh? Credi che nessuno se ne accorgerà prima o poi?- ribattè a sua volta. Si pulì i jeans con le mani e sbuffò.
Shin Hye lo guardò esitante.

- Non lo dirai a nessuno, vero?- fece con voce flebile. Il castano la fulminò con lo sguardo.

- Il primo a saperlo sarà Namjoon- affermò con sicurezza.
Fece per andarsene, poggiando la mano sulla maniglia della porta e facendo pressione, quando la ragazza lo prese per il braccio e lo strattonò.
Si voltò verso di lei, scocciato.

- Ti prego-

Il moro socchiuse gli occhi e passò due dita sul suo labbro inferiore, massaggiandoselo pensieroso.

- Ci tieni tanto?- domandò poi.

- A cosa?-

- Al tuo sogno. A diventare Idol intendo-

In effetti non è che ci tenesse molto. Insomma, non sapeva cosa fare in alternativa.
Aveva diciassette anni infondo, non aveva idea di come potesse essere la sua vita lavorativa, qualsiasi cosa le sembrava scontata.
Il mondo dello spettacolo sembrava fosse la sua unica chance. Ci pensò un po' prima di dare la risposta definitiva. Alla fine si arrese e annuì.
Jimin sospirò e annuì a sua volta.

- Non lo dirò- mormorò, maledicendosi l'attimo dopo.
Sentiva di aver fatto la scelta sbagliata, lo sentiva così tanto che aveva i nervi a fior di pelle. Fece per andarsene, quando un punto di domanda si formò nella sua testa.

- Toglimi una curiosità, qual è il tuo vero nome?-

A Shin Hye venne da ridere. Per un attimo si ricordò di Yoongi.
Chiudendo gli occhi, potè vedere bene il suo viso sorridente. Poi li aprì, e al suo posto trovò l'adorabile broncio di Jimin.
Sbuffò. Mancava poco che dicesse che non era l'unico ad aver formulato questa domanda.

- Kang Shin Hye-

Il castano tirò un sorriso diagonale.

- Mi servirà- disse in modo enigmatico.
Se ne andò definitivamente, la ragazza lo rincorse per tutto il corridoio scolastico.

- Yah! Park Jimin! Cosa vuoi dire?- urlò.


Aprì gli occhi, spalancandoli di colpo. Era una settimana che aveva questo chiodo fisso, un mistero che non avrebbe mai scoperto.
Si disse che non era giusto. Insomma, lui conosceva la sua identità e lei non poteva sapere cosa voleva combinare?
Immediatamente tutto le fu più chiaro: era ovvio che volesse minacciarla.
Sgranò gli occhi e si tirò su, rischiando anche di cadere giù dal letto. Dannati Jimin e la sua fottuta fobia dell'altezza.
Poi una lampadina si accese nel suo cervello. Aveva appena trovato la risposta.
Non gli avrebbe fatto male un po' di gossip.
Scese le scalette e, come di routine, andò verso il bagno. Nel farlo svegliò il suo compagno di letto, il quale la chiamò con la voce impastata dal sonno.
Era il momento giusto.

- Park Jimin. Prova a rivelare la mia identità e dirò a tutti che sei un cagasotto- sussurrò al suo orecchio.

- Non lo farai mai-

- Oh sì che lo farò-

Il castano congiunse le mani a mo' di preghiera, chiedendosi cos'avesse fatto di male in una sua vita precedente per meritarsi una ragazza che fingeva di essere un ragazzo. Sospirò, sconfitto.

- Hai vinto, non dirò nulla- annunciò, il mignolo bello in mostra.
Shin Hye ridacchiò soddisfatta e unì il suo mignolo a quello del ragazzo, sussurrando flebilmente 'tregua', proprio come facevano i bambini.


















* * *






















Il programma della giornata non era molto pesante, o meglio, non lo era in mattinata.
Avevano cinque ore di canto e l'insegnante era decisamente simpatico e professionale al tempo stesso.
Quasi si divertirono a cantare le canzoni di alcuni dei cantanti più famosi sulla faccia della terra, come ad esempio Michael Jackson o Madonna, rispettivamente il re e la regina della musica pop.
Passarono anche al pop coreano, cantando e perfezionando le canzoni degli artisti più importanti: Rain e i Big Bang erano solo due dei fondamentali.
Namjoon, Hoseok e Yoongi erano davvero bravi a rappare, sembravano fatti apposta per il mondo della musica. Taehyung e il suo vocione profondo erano perfetti per la musica soul, sebbene riuscisse a raggiungere note come il do e il re senza sforzi.
Jin aveva una voce nasale, piuttosto particolare. Certo, a volte stonava e il prof lo riprendeva, ma tutto sommato era bravo anche lui.
Jungkook era un concentrato di energia con quella sua vocina sottile e adolescenziale al tempo stesso, e in più era bravo a ballare.
E poi c'era Jimin.
Inutile dire che avesse una voce meravigliosa, per un attimo a Shin Hye non parve nemmeno la sua: durante il giorno non faceva altro che urlettare e sbraitare contro gli hyung, quando invece si ritrovava una voce soave e grintosa.
La ragazza si sorresse il capo con le mani, beandosi del suono che emettevano le sue corde vocali come fossero dolci carezze.
Yoongi le tirò una spintarella e scoppiarono a ridere, parlottando tra di loro e risultando peggio delle comari del paese.
Jimin, che con la coda dell'occhio aveva visto tutta la scena, si rabbuiò. Era piacevole sentire addosso lo sguardo ammirevole della ragazza, e vederla complice con Yoongi lo fece sentire escluso.
Una fitta colpì il suo addome, provocandogli un fastidioso vuoto allo stomaco. Se lo massaggiò, si disse che era la fame.
Lanciò un'ultima occhiata ai due ragazzi, Yoongi le stava scompigliando i capelli con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Fece una smorfia, il tic agli occhi si stava facendo vivo dopo un bel po'.

- Youngjae, facci sentire le tue doti canore!- sorrise l'insegnante.
La ragazza arrossì e balbettò cose incomprensibili, quando il ragazzo accanto sussurrò al suo orecchio che l'avrebbe aiutata.
Insieme cantarono Young, Wild and Free di Snoop Dogg e Wiz Khalifa.
Il castano si alzò dalla sedia e abbandonò lo studio delle registrazioni, diretto verso il bagno.

Aveva un disperato bisogno di svignarsela, la fitta alla pancia era diventata troppo potente. Forse non era solo la fame.






La lezione di ballo incominciò subito dopo la pausa pranzo, all'incirca verso le quattro del pomeriggio.
I ragazzi si salutarono con scappellotti alla nuca e pacche alla schiena, dirigendosi verso le proprie sale.
Taehyung si sgranchì braccia e gambe, bussando alla porta e inchinandosi verso gli onnipresenti insegnanti.
Poco a poco entrarono anche gli altri quattro, una volta svanito il timore.
Le lezioni stavano diventando pesanti ogni giorno in più che passava, magari fossero state le solite scemenze dei primi tempi!
Ora al ballo si era aggiunto lo stretching e qualche esercizio pescato direttamente dalla palestra. Chi voleva, poteva anche seguire dei corsi di arti marziali.
Mancava solo lo yoga, per loro sfortuna.

La donna battè forte le mani, com'era solita fare, e si posizionò di fronte allo specchio, facendo vedere agli altri come si faceva lo squat.

- Divaricate le gambe della stessa larghezza delle spalle e piegate le ginocchia. Portate le mani avanti e affondate con la schiena- spiegò mostrandoglielo.
I ragazzi la imitarono, cercando di fare del loro meglio. L'uomo passava a controllare, manco fosse un professore scolastico. Lo sguardo era freddo, glaciale.
Passò di fronte a Jimin e lo squadrò da capo a piedi. Lui stava sudando freddo.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide che se n'era andato da un pezzo.
Si accorse che dietro la schiena aveva un'asticciola in legno, non ci mise molto a capire a cosa serviva.
Deglutì quando passò davanti a Shin Hye. Al contrario, lei non stava messa bene: la schiena era dritta e lo sguardo basso, rivolto verso i suoi piedi.
Era pur vero che stava migliorando nel ballo, ma non era una tipa che assimilava in fretta le lezioni.

Ci voleva tempo. E la violenza non aiutava.

- Idiota!- urlò lui. Mostrò l'asticciola e non ci pensò due volte a sculacciare la ragazza.
Uno, due, tre colpi. Shin Hye cadde a terra col sedere dolorante. Se lo massaggiò con un'espressione sofferente in viso.
Gli hyung non potevano fare a meno di rivolgerle un'occhiata fugace. Senza farsi scoprire da quei due demoni, ovviamente.

- Non state lì impalati, continuate! E guai a voi se guardate il vostro compagno o lo aiutate!- ordinò lui. Poi si unì l'altra.

- Altrimenti farete flessioni e sollevamento pesi. Cinque serie da trenta!-

Jimin abbassò lo sguardo, mordendosi a sangue il labbro inferiore. Chissà se avrebbe sopportato tutto questo fino alla fine.
Rivolse lo sguardo verso il finestrone che illuminava la stanza: il sole stava calando sulle montagne, eppure erano solo le cinque e mezza.

L'inverno era alle porte, sia all'interno che all'esterno. Il suo cuore soffriva.


















* * *



















La lezione finì a mezzanotte e passa. I ragazzi abbandonarono l'aula, salutando i due figli di Satana in modo cordiale.
Uno subiva ingiustizie e doveva starsene anche zitto perchè era sotto contratto. Il primo passo verso il mondo degli Idol, si disse spazientito il castano.
Shin Hye era ancora là dentro. Aveva sbagliato molti esercizi e come pegno doveva subire chissà quali torture, loro non erano in nessun caso tenuti ad assistere.
Entrò in camera e si fiondò all'armadio, aprendo le ante e tirando un paio di asciugamani fuori di lì. Passò alcuni di essi anche agli altri.

- Dite che Youngjae ce la farà?- domandò Taehyung, visibilmente preoccupato. Namjoon scrollò le spalle sconsolato, Yoongi era apatico come non mai.

- Sapete quanto tempo dovrà stare là dentro?- Jimin si unì alla conversazione e pose quella domanda con fare più disinvolto possibile.
Non voleva apparire come quello a cui importa della gente, non doveva.

- Non so, probabilmente tutta la notte. Ho sentito che una cosa simile è successa anche a Jin hyung, poveretto- rispose il leader.
Il castano annuì e si coricò nel letto. Poco dopo anche gli altri lo imitarono e dopo un paio d'ore Morfeo li accolse fra le sue braccia.
Tutti tranne Jimin.
Lui era ancora sveglio. E agitato.
Shin Hye non era ancora tornata, aveva una voglia matta di irrompere in quella fottuta sala e urlare di smetterla di torturarla.


D'un tratto la porta si spalancò.
La luce del corridoio del dormitorio era ancora accesa, ma una figura assorbì il suo bagliore, assumendo una certa aura mistica.
Jimin si tirò a sedere e assottigliò gli occhi: era lei. Zoppicava, aveva un livido in viso e un occhio nero.
Si precipitò verso di lei e se la caricò in braccio, adagiandola sul suo letto.

- Come stai? Che ti hanno fatto?- sussurrò preoccupato. La sentì singhiozzare e tirare su col naso.

- Non credevo... non credevo fosse così- biascicò esausta. Il moro deglutì a fatica.

- Così come?-

- Terribile. Questa vita è terribile. Gli Idol sorridono, ma dentro hanno ferite incurabili- continuò a singhiozzare.
Era difficile negare l'evidenza, fottutamente difficile.

- Hai ragione- fu tutto quello che gli venne in mente.
La ragazza si tirò su, stendendo le braccia verso il ragazzo. Jimin capì all'istante cosa voleva.
Si schiaffeggiò mentalmente e le fece poggiare la testa sulla sua spalla, circondandole la vita con un braccio, mentre con la mano destra le massaggiava la nuca facendo cerchi concentrici.

- Voglio andarmene-

Il colmo. Il castano sgranò gli occhi, il cuore prese a battergli forte.

- Tu non te ne andrai- affermò e incrociò il suo sguardo, prendendole il viso e scacciando le lacrime copiose.

- Ce la farai, perchè è il tuo sogno. Non lasciare che gli altri ostacolino la tua vita-

- Ma nessuno mi aiuta-

- Hai me-

Rivolse un ultimo sguardo alla ragazza, per poi posare il viso di lei sul suo petto, inglobandola nel suo caldo abbraccio.
''Che mi sta succedendo?'' il suo unico pensiero.


***
Annyeong gente! Innanzitutto chiedo umilmente scusa per i miei soliti ritardi (dovuti a quel fottutissimo luogo chiamato scuola) e oggi è l'unico giorno libero in cui posso pubblicare e aggiornare le fanfic, mi dispiace. Volevo fare un disclaimer, tanto per chiarire la situazione: ovviamente queste cose non sono successe davvero - come potrebbero essere successe -, è solo frutto della mia immaginazione dato che comunque la vita dei trainee non è affatto rose e fiori. E capita che ci scappa lo schiaffo o la sculacciata, anche di peggio. Diciamo che con questa ff 'denuncio' tutto ciò che quelle povere anime devono patire prima di diventare persone famose (e credetemi che ho tralasciato parecchi particolari... spiegherò andando avanti coi capitoli ;) ). In ogni caso ringrazio tantissimo tutte quelle gentilissime persone che sprecano un po' del loro tempo a leggere la storia, a seguirla/preferirla/ricordarla, e jungkookiee16 che recensisce sempre e sostiene i miei scleri xD io scappo via, bacioniiiii _MartyK_ <3
   
 
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