Anime & Manga > Prince of Tennis
Ricorda la storia  |      
Autore: Oducchan    18/02/2017    0 recensioni
Che Mizuki Hajime sia una persona un po’… particolare, piena di idee considerabili senza tanto margine di dubbio “bislacche” e comportamenti ampiamente fuori dall’ordinario, non è esattamente novità per nessuno[...]
[Mizuki - Yuuta]
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick autore: Oducchan
Titolo: Let me be good to you
Fandom: Prince of tennis
Personaggi: Yuuta Fuji, Mizuki Hajime
Pairing: MizuYuu (Yummi pair)
Genere: erotico leggero
Avvisi: future!fic (sono all'università), crossdressing
Rating: arancione
Note:
Non c'è niente di molto sconcio ma c'è pur sempre un piripillo in un paio di mutandine, so... Per il COW-T, prompt "crossdressing".

 
Let me be good to you
 
Che Mizuki Hajime sia una persona un po’… particolare, piena di idee considerabili senza tanto margine di dubbio “bislacche” e comportamenti ampiamente fuori dall’ordinario, non è esattamente novità per nessuno, certamente non per quella manica di poveri disgraziati che si è ritrovato a condividere con lui gli spogliatoi del club di tennis duranti gli anni delle medie prima e del liceo, e neppure per gli sfortunati che hanno avuto l’onore di incappare nei suoi schemi e nelle sue contorte attività di spionaggio e raccolta dati.
Non lo è sicuramente per Yuuta Fuji, che di quelle stranezze è stato l’oggetto principe per molti e molti anni, non sempre con il suo esplicito consenso, e che ha ormai imparato ad aspettarsi qualsiasi cosa da quello che dall’essere il suo “manager” è diventato poi il suo fidanzato e convivente, e a non stupirsene neppure. Eppure, certe sue trovate riescono ancora a prenderlo alla sprovvista e a sorprenderlo.
-Mizuki…senpai?- mormora, incerto, con la mano ancora sulla maniglia e le chiavi nella toppa.
Mizuki, artisticamente spalmato sul divano dell’appartamento che condividono già da qualche anno, alza lo sguardo verso di lui, rigirandosi un ricciolo tra le dita, e batte le palpebre con fare innocente. Contemporaneamente piega un ginocchio, dirottando immediatamente tutta l’attenzione dell’altro sulle sue gambe.
A malapena coperte da una morbida gonna a pieghe color cioccolato, che a stento gli arriva alle ginocchia. E il cui orlo, a seguito di quel civettuolo movimento, è appena scivolato più in su di almeno due centimetri.
-Ben tornato, Yuuta-kun- lo saluta dolcemente la voce del suo senpai, e Yuuta spalanca la bocca nel disperato tentativo di dirgli qualcosa. “Perché diavolo hai indosso una divisa femminile della St. Rudolph”, per esempio, o forse “Che diavolo ti è saltato in testa?”, o anche “La lezione di economia deve avermi fuso il cervello e ora ho le allucinazioni”. Magari “Sono più che sicuro che abbiamo già avuto una discussione riguardo questo genere di cose e non ho mai espresso un interesse nei confronti delle sailor fuku”
Solo che dalla gola non gli sale alcuna parola di senso compiuto. Nemmeno un suono, a dirla tutta, perché si limita ad annaspare come un tonno piaggiato, e non riesce a togliere gli occhi da quella gonna, da quelle gambe snelle che fanno capolino sotto di essa e da quella maglia che ricade morbida su forme che non ci sono.
-…Wow- si ritrova a bisbigliare, lasciando scivolare a terra la borsa con i libri dell’università con un tonfo sordo e avvicinandosi lentamente al proprio fidanzato, quasi ne fosse stato ipnotizzato. Mizuki emette il suo solito risolino compiaciuto, prima di scivolare un poco più in là sul sofà per fargli posto.
-Spero tu abbia trascorso una bella giornata- cinguetta, la perfetta rappresentazione della giovane mogliettina solerte,  e anche se tra la mattinata passata a trottare in giro per Tokyo a far commissioni e il pomeriggio trascorso in facoltà a sorbirsi una lezione dopo l’altra si è trattato di un vero inferno, Yuuta annuisce senza nemmeno darci peso. Si accomoda sul divano e le sue mani si chiudono subito ciascuna su una caviglia affusolata, portandosele prepotentemente in grembo. Dove i pantaloni si sono fatti di colpo molto molto stretti.
-Non mi interessava neppure- mugugna, con tono lamentoso. Mizuki si limita a chiocciare soddisfatto, scalciando via le scarpette e avendo cura di premere la pianta di entrambi i piedi precisamente sul rigonfiamento che ormai è oscenamente visibile tra le gambe del suo pupillo.
-Come direbbe una nostra vecchia conoscenza, c’era il 78% di probabilità che ti potesse piacere- risponde, arricciando tra pollice e indice un’altra ciocca di capelli –E anche stavolta le mie previsioni si sono rivelate esatte, mhfufu-. Il suono che Yuuta emette in risposta non è ascrivibile al genere umano, ma è a metà tra il grugnito della bestia ferita a morte e il rantolo di un assetato cui viene sventolata sotto il naso una bottiglia d’acqua. Non riesce a trattenersi dal far scorrere le dita sulla pelle morbidissima di quei polpacci che, per sua grazia o sfortuna, non sono mai stati particolarmente muscolosi e nerboruti, e che ora appaiono assurdamente invitanti.
Ed è lì che il pensiero lo coglie, intenso e improvviso quasi gli si fosse accesa una lampadina in mente, e gli strozza il respiro in gola.
-Mi…Mizuki- ansima, prima di voltarsi concitatamente, gli occhi spalancati come fanali e le guance rosse come ciliegie –Ma ti sei messo le…-
E Mizuki, il bastardo, quella maledetta merda d’uomo che a tredici anni gli aveva quasi fatto distruggere una spalla solo per ottenere una vittoria, che a sedici gli aveva rubato con l’inganno il primo bacio evitando accuratamente di confessargli che i suoi sentimenti erano debitamente ricambiati per almeno sei mesi, che a diciotto lo aveva fatto litigare irreparabilmente con il proprio fratello maggiore (salvo poi peggiorare le cose iniziando a stalkerare Shuusuke per ricucire in qualche modo i rapporti), quello stronzo sogghigna, afferra quella maledettissima gonna, e se la tira su fino al mento, rivelando di avere, effettivamente, indossato un paio di sottili mutandine bianche e infiocchettate, che non riescono molto a contenere quello che femminile proprio non è ed è già eretto in attesa di ricevere la sua indiscussa attenzione.
-Buon compleanno, Yuuta- cantilena Hajime, leccandosi le labbra, e Yuuta non si trattiene più: con un urlo belluino che farebbe invidia a un guerriero vichingo, gli salta addosso e inizia a strappargli i vestiti di dosso, al diavolo qualsivoglia forma di decenza.
 
-L’anno prossimo voglio provare con il bondage, che ne dici?-
Yuuta, troppo esausto dopo il terzo orgasmo anche solo per sollevare un dito, figuriamoci articolare intere frasi di senso compiuto, si limita ad emettere un grugnito nelle lenzuola, che si trasforma rapidamente in  un basso e continuo russare.
Mizuki, ridacchiando, scosta una ciocca dei suoi capelli castani dalla fronte del bell’addormentato, si china a baciargli la punta del naso… e poi recupera dal comodino il quadernino dove appunta tutti i dati relativi a Yuuta che ha raccolto negli anni. Cosa non è disposto a fare per la scienza…
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Prince of Tennis / Vai alla pagina dell'autore: Oducchan