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Autore: DreamerGiada_emip    18/02/2017    2 recensioni
Una nuova sposa sacrificale giunge nella villa Sakamaki, il profumo dolce del suo sangue fa impazzire subito i vampiri. Eppure lei è diversa da tutte le spose precedenti: i suoi occhi azzurro ghiaccio sono taglienti lame, i lunghi capelli corvini spargono il suo profumo facendo risaltare maggiormente il candore del suo fiso e il colore dei suoi occhi. È una giovane ribelle senza alcuna intenzione di lasciarsi sottomettere. Chi ha il comando della situazione dunque? I vampiri ammaliati dalla misteriosa e provocante bellezza di lei, ma famelici del suo sangue, oppure la fanciulla attratta da quei ragazzi, ma con un carattere orgoglioso e strafottente?
In tutto questo, lei nasconde un segreto, un segreto di cui nemmeno lei stessa è a conoscenza. Nella lussuosa villa dei Sakamaki, verrà portato alla luce un mistero che forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto nell'ombra.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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Un braccio mi circonda le spalle tirandomi verso un corpo. Vado a sbattere contro il petto di qualcuno, sollevo lo sguardo e annego nei miei fuochi preferiti. Mi osservano come io osservavo lo spettacolo in cielo pochi attimi fa: estasiati, rapiti e affascinati. Sorrido e arrossisco leggermente per quello sguardo infuocato, ringrazio mentalmente il buio che nasconde il rossore delle mie guance.
 
«Il buio non serve, sento l’odore del tuo sangue sul viso» si china su di me per strofinare il naso sulla mia guancia destra. Sbuffo e gli tiro un leggere colpetto sul petto per farlo allontanare, lui si stacca con un sorrisetto.
 
«Sta zitto, occhietti rossi» sussurro prima di afferrargli il bavero della maglietta e tirarlo verso di me. Premo in fretta le mie labbra sulle sue, prima che il mio buon senso riprenda il sopravvento. Forse è anche colpa del vino. Gli circondo il collo con un braccio e lascio andare la sua maglietta poggiando invece la mano sul suo petto. Lui non reagisce, i suoi occhi spalancati sono fissi nei miei. Fino a quando un battito spezza il silenzio del suo petto, seguito da un altro e un altro ancora. Mi distraggo dal palpitare del suo cuore, quando lui mi stringe forte la vita in un chiaro segno di possesso e gelosia, sollevandomi in punta di piedi, e ricambia il bacio con foga. Chiudo gli occhi tremando quasi tra le sue braccia.
 
«Lasciali stare, Ayato» sento dire dalla voce di Reiji. Le dita di Subaru stringono i miei fianchi talmente forte che probabilmente resteranno i segni. Mi continua a baciare come se le mie labbra fossero la sua unica salvezza. Ci separiamo solo quando il mio respiro viene a mancare. Ho un sorriso che non me lo leva più nessuno. Subaru non mi lascia la vita, restiamo a guardarci a un soffio di distanza.
 
«Andiamo» dice lui e in un attimo siamo nella mia stanza. Mi stringe di nuovo i fianchi e si accanisce sulla mia bocca, mi fa indietreggiare finché non cado sul letto con lui sopra. Ci baciamo passionali e instancabili, improvvisamente sento un lieve dolore al labbro inferiore: mi ha morso e continua a baciarmi, mentre beve il mio sangue. Mi sembra di raggiungere uno stato di estasi, gli passo ripetutamente le mani tra i capelli scompigliandoli. Sollvea il viso.
 
«Sei bellissima» sussurra strofinandosi contro l’incavo del mio collo. Bellissima? Gli prendo una spalla e lo allontano con un sopracciglio sollevato.
 
«Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio Subaru scorbutico e scontroso?» scherzo capovolgendo la situazione e mettendomi a cavalcioni su di lui. Lo bacio di nuovo, ancora e ancora. Lui passa le mani sulla mia schiena e sulle gambe. Mi prende le guance per farmi voltare la testa e affonda il viso nel mio collo mordendo. Schiudo le labbra sospirando.
 
«Quanto vorrei essere un vampiro e avere le zanne per morderti anch’io» mi lascio scappare travolta dalla sensazione di piacere. Lui si allontana subito.
 
«No! Non puoi diventare un vampiro!» esclama in un ringhio quasi infuriato, lo guardo stupita. Perché ora questa reazione?
 
«Perché dici così?» chiedo tirandomi su. Incrocio le gambe seduta di fronte a lui.
 
«Non lascerò che tu venga dannata per l’eternità» afferma risoluto ed estremamente serio. «E poi… la trasformazione in vampiro comporterebbe la distruzione della tua anima, quindi il tuo carattere muterebbe interamente» abbassa lo sguardo concentrandosi sulle sue mani. Sorrido e mi avvicino a lui a gattoni, gli prendo le mani tra le mie e mi avvicino al suo viso per dargli un soffice bacio sulle labbra. Le sue mani gelide nelle mie bollenti. Lui libera una mano dalla mia presa e la infila tra i miei capelli stringendo la mia con l’altra. Si lascia cadere all’indietro trascinando me con lui, così da trovarci sdraiati l’una sull’altro.
 
«Anche se il mio carattere dovesse cambiare…» gli bacio la guancia. «Anche se tutti i miei ricordi dovessero svanire…» gli bacio la punta del naso teneramente. «Resterei comunque follemente e stupidamente innamorata di te» bacio le sue morbide labbra nuovamente, tutto ciò senza smettere di fissarlo negli occhi. A quel punto vedo una striatura di rosso sulle sue guance pallide che mi fa sorridere.
 
«Sei mia, Lilith, non lascerò che altri ti abbiano e non lascerò nemmeno che tu cambi il tuo carattere» mi stringe forte i fianchi mentre affonda i canini nel mio collo. Lo abbraccio forte. Ogni volta il suo divorarmi mi fa uscire di senno, potrei morirci tra queste braccia e non avrei rimpianti. Il mio cuore inizia ad accelerare i suoi battiti, sembra quasi che stia tentando di uscirmi dal petto. Subaru stringe la presa sul mio collo, ma la colpa è mia, la mia emozione non è adatta a questa situazione.
 
«Lilith…» il suo respiro è affannoso, le sue mani sono accanto a me che stringo forte il lenzuolo, con così tanta furia da farle tremare. «Il tuo sangue scorre più velocemente se il tuo cuore accelera… il tuo profumo si espande ed è troppo intenso…» parla quasi dolorosamente, tiene il viso nascosto.
 
«Subaru, cos’hai?» è diverso dalle altre volte, mi diceva solo di calmarmi, ma non ha mai avuto una reazione simile. Si scaglia indietro finendo violentemente contro il muro di fronte al letto. Mi sollevo con il busto immediatamente.
 
«No! Sta ferma lì, non muoverti» si copre naso e bocca con il braccio, mi accorgo solo ora che i suoi occhi sono fiammeggianti e illuminati di una luce vorace e bestiale. Non è più il mio Subaru. Faccio un paio di respiri profondi per calmare il palpitio del mio cuore, impresa abbastanza ardua vista la situazione. Mi alzo cautamente dal letto, i miei movimenti sono lenti e misurati, inizio ad avanzare verso di lui.
 
«Non ti avvicinare!» urla furioso mentre stringe i pugni, sembra soffrirne di tutto ciò, però voglio farlo tornare, devo farlo tornare il Subaru che ho conosciuto. Un passo dopo l’atro accorcio la distanza che c’è tra noi.
 
«Calmati, va tutto bene, tu non mi farai del male, ok?» sussurro facendogli un dolce sorriso. Lo vedo chiudere gli occhi e appoggiare la testa al muro respirando con la bocca affannosamente. «Guardami, Subaru» dico quando ormai solo un paio di passi ci dividono. Lui solleva le palpebre fissando i suoi occhi di brace nei miei cristallini. Copro la distanza che ci divide e gli appoggio una mano sulla guancia.
 
«Lilith…» anche la sua voce sembra cambiare in un ringhio grottesco, Cerca di respirare con la bocca e non sentire il mio odore. Chiude nuovamente gli occhi.
 
«Resta con me, Subaru» sussurro a quel punto, gli accarezzo la guancia. Lui sgrana gli occhi e li incatena ai miei. «Resta con me» dico nuovamente  di fronte a quei laghi di fiamme. Lentamente sembra calmarsi, il respiro torna regolare e i pugni serrati si rilassano, anche lo sguardo torna ad essere quello di sempre.
 
«Perché non mi dai mai ascolto? Non so cosa avrei potuto farti, forse anche attaccarti e ucciderti prosciugando in pochi attimi il tuo sangue, non te ne rendi conto?» è furioso e il suo tono è di rimprovero, quando vedo che sta per riprendere a sbraitare lo precedo.
 
«Ma non lo hai fatto» gli prendo una ciocca di capelli e ci gioco sorridendogli. Lui sbuffa e in uno scatto mi stringe tra le sue braccia.
 
«Tu sarai la mia rovina cazzo» a quelle parole sorrido ancora di più, molto probabilmente anche lui sarà la mia. Mi sollevo in punta di piedi per avvicinarmi ancora di più a lui, la suo corpo.
 
«Ma come siete carini» mi separo di malavoglia da quella stretta così confortante e familiare per rivolgere il mio sguardo verso i cinque vampiri comparsi di punto in bianco nella mia stanza. Anche Subaru li osserva e mette in mostra il suo fastidio molto più di me. Gli do un leggera e impercettibile gomitata per fargli abbandonare quell’espressione corrucciata.
 
«Che succede?» chiedo ai ragazzi che ci stanno osservando. Kanato si avvicina.
 
«Vorremmo sentirti suonare, il pianoforte, per il primo giorno dell’anno» parla con voce flebile e in questo momento mi sembra davvero un bambino. Gli appoggio una mano sulla testa arruffandogli un po’ i capelli. Gli faccio un tenero sorriso di assenso. Ci dirigiamo tutti insieme verso la sala degli strumenti e una volta entrati chiudiamo la porta alle nostre spalle per lasciare qualsiasi altro eventuale rumore fuori.
 
«D’accordo…» sussurro sedendomi sul grande sgabello di velluto, mentre gli altri si dispongono intorno al pianoforte: chi seduto per terra, chi appoggiato allo strumento, chi semplicemente in piedi, ma comunque tutti con lo sguardo attento puntato su di me. Appoggio le dita sottili sui tasti e prendo un respiro profondo prima di iniziare una melodia serena e allegra, per riportare la serata di festa anche qui. Faccio un sorriso mentre le mie mani galoppano agili sui tasti e sulle note. Continuo a suonare chiudendo gli occhi dopo qualche minuto di musica. Mi perdo nuovamente nel mio stato di trance e semincoscienza, inizio a suonare senza più rendermi conto dei miei movimenti, sento solo la musica. La melodia, prima tranquilla, si trasforma in un requiem straziante che sembra raggiungere l’anima e ridurla a brandelli con artigli affilati. Dal pianoforte ora non escono più allegria e sorrisi, ora escono urla disperate di sofferenza e un senso di terrore. Non riesco a smettere di suonare, è un bisogno. Riapro gli occhi al culmine della sinfonia ed in quell’attimo accade inspiegabile: un cerchio di fuoco si traccia sul pavimento rinchiudendomi all’interno di esso. Le fiamme si alzano e coprono i visi sconvolti dei sei vampiri, l’ultima cosa che vedo solo gli occhi di Subaru, urla il mio nome, ma io sono già circondata dal buio più totale. Non vedo nulla, mi sento come in un buco nero, fluttuante nel vuoto. Finché una luce mi abbaglia, i miei occhi si chiudono di riflesso, il mio corpo viene a contatto con il pavimento freddo. Cerco di abituarmi alla nuova luminosità.
 
«Cosa…?» sussurro guardandomi intorno e sbattendo ripetutamente le palpebre. Non sono più nella sala degli strumenti dei Sakamaki, il luogo in cui mi trovo è un grande salone smisuratamente ampio. Fiaccole di fuoco illuminano l’ambiente.
 
«Benvenuta Lilith, figlia mia»

Nota Autrice:
Fermi! Non voglio essere pugnalata da nessuno! È vero, la storia è finita. MA ci sarà sicuramente il seguito. Vi spiego il motivo di questa scelta, nel prossimo "libro" (se così possiamo chiamarlo) la storia sarà raccontata da due P.O.V. (Point Of View, per chi non lo sapesse, anche se dubito ce ne siano XD) differenti, quindi ho deciso di concludere qui la prima parte di tutta la storia della giovane Lilith. Aspettatevi un continuo dunque!
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito fin qui, a tutti quelli che mi hanno fatto anche solo una recensione, spero che continuerete a seguirmi anche sulla prossima storia.
Un abbraccio, Giada.
   
 
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