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Autore: Corvina13    19/02/2017    0 recensioni
E se adesso penseranno “cavoli, quella è pazza scrivere tutte queste cose per un cane”, allora io risponderò: Sarà anche un cane, ma non tutte le persone sono degne di ricevere una dedica come questa.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao.
Tesoro, questo io lo dedico a te. Perché te lo avevo promesso già da un bel po’, e adesso è ora di rispettare i patti.
 
Vorrei raccontare alla persone di quel qualcuno che non hanno mai conosciuto; vorrei farvelo conoscere io. Le persone che parlano con gli animali potrebbero sembrare strane, soprattutto se intrecciano lunghi e articolati discorsi con un cane. Ma bhè, pazienza. Per amore si potrebbe fare tutto, no? “Le persone fanno cose pazze quando sono innamorate”*, non dicevano così nel film? E io ti amo, ma non è amore romantico. Ti amo come si ama un amico, anzi no, di più. Io ti amo come un fratello. Come non ho mai amato gli altri due, come non ho mai amato nessun altro. L’unico con cui mai in vita mia ho litigato. Che mai ho odiato. Che mai ho escluso. Che mai ho sgridato. L’unico che mi ha sempre capita, amata, ascoltata, mai giudicata, offesa. MAI. Perché i nostri sentimenti sono reciproci, lo so e lo sai anche tu. Sono anche l’unica che ascolti, l’unica che segui quando ti facciamo stare un po’ in giardino, che altrimenti fai la cacca e la pipì in casa. È vero, forse un po’ fastidiosa come cosa, ma che vuoi che ci faccia? L’amore sopporta tutto, no? Sono pure l’unica che ti ascolta, quando gli altri mi prendono per pazza. E allora andiamo in camera tua e ti racconto tutto, tranquilla di non dover temere di dire nulla. Sono più sincera con te che con la mamma o la mia migliore amica. Che poi sì, si può dire che la camera sia tua, sono la mamma e il papà gli “ospiti”. Sei tu il padrone di casa. In un certo senso il più anziano, ma in un altro senso ancora, il più saggio. Hai avuto due grandi dolori nella tua vita. La separazione di tua sorella, quando i miei genitori ti presero. Volevano un maschietto cucciolo, e tu eri l’unico. Oh che grande fortuna la vita mi preparò in quel giorno! Poi mamma e papà dicono che avrebbero preso anche la tua sorellina. Sarebbe stato bello, lo so. Sento che in te questo vuoto è incolmabile, lo posso percepire, fidati. So che io non sono una sorella come lei, ma spero almeno di averti reso felice come tu hai reso felice me. Bhè, basterebbe anche la metà, perché tu mi hai reso tanto felice. Ci credi, ora sento una specie di magone alla gola. E poi la separazione con tua madre. Lo so, lo so…lo dicono gli esperti che gli animali non soffrono questo tipo di separazione. M se un cane può soffrire l’abbandono, allora non capisco perché non possa soffrire l’allontanamento dalla madre. Lo so che ti manca. Lo so.
 
Quando mi guardi con quegli occhi poi, sento l’energia dell’universo confluire in due pupille marrone scuro, così grosse da non lasciar nemmeno vedere il bianco dell’occhio, e così scure da potercisi perdere per sempre. Posso sentire anche le tue emozioni, attraverso quei piccoli buchi neri. Posso sentire la tua personalità, i tuoi stati d’animo, la tua essenza. No, fidatevi, non mi sto inventando tutto! Io posso, perché tu me lo permetti.
Se poi sapessi come me ne frego! Me ne frego dell’allergia che è come un muro tra me e te. Ma tu non sai che io ho una palla demolitrice. E si chiama “me ne frego”. Non mi importano e barriere imposte dalla medicina. Pensa all’orine cronologico dei fatti. Quattro anni fa, in una stanza d’ospedale del reparto pediatrico, un dottore comunica che la paziente, a causa di seri problemi respiratori (in quel caso un focolaio e un broncospasmo) e a seguito di test allergici, dopo aver riscontrato la più forte di tutte, l’allergia al pelo di cane, e  conoscenza del fatto che ne possedeva uno, non poteva più tenerlo, e che l’animale doveva lasciare la casa. Ora immagina le grida di disperazione della paziente, insieme a lacrime copiose che, se fossero state dolci, avrebbero risolta il problema dalla mancanza d’acqua nel mondo. Lo sai, quella paziente ero io. Avevo nove anni e mezzo. Nemmeno la mamma e il dottore poterono resistere. Lei diceva “Mi dispiace, ma sei più importante tu del cane”, ma non era vero. Nemmeno lei voleva darlo via. E la soluzione fu: il cane e la bambina non possono stare in una stessa stanza insieme, e la seconda dovrà sempre indossare mascherine quando si aggira per la casa e passare la maggior parte del tempo in camera sua, dove all’animale sarà vietato entrare. Eppure io ti bacio e abbraccio ogni giorno, e vieni anche a farmi visita di tanto in tanto in camera. Ma dai, non ti sarai mica aspettato che io ascoltassi davvero quel pazzo?!?!! Figurati, la storia sarà durata sì e non ‘na settimana, eppure sto d’incanto, fidati. È vero, la mente può sul serio condizionare il corpo. Tanto, voglio dire, io lo so di non essere allergica a te. È solo una credenza, tutto qui. E poi ti piace tanto quando ti coccolo, sei vecchietto ormai, e ti siedi sempre. Ma quando ti metto l mia mano sulla guancia, inizi a spingere finché non ti ritrovi sdraiato di lato con la testa sopra la mia mano. E intanto, restando ferma per non darti fastidio, ti accarezzo la testa col dico. Oppure tutto il fianco o la pancia con l’altra mano. E poi gioco con le tue orecchie, tanto non mi dici niente. Ti piace quando ti metto una mano sugli occhi, a volte me le porti tu al tuo muso da solo. E poi, di tanto in tanto, ti addormenti in quella posizione, ma io non ho il coraggio i spostarmi, perché sto troppo bene. Poi, quando vieni a salutarmi una volta tornata a scuola, io mi inginocchio e ti prendo la testa tra le mani, ti guardo negli occhi, ti dico che sei bellissimo e che ti voglio tanto bene, gioco ancora con le tue orecchie e ti faccio diventare un cane lupo, poi una damigella, poi un bebè, poi te le metto indietro, così hai tutti gli occhi tirati e mi fai ridere, mentre mi guardi chiedendomi “perché?” in un tono quasi comico. Poi ti do un bacino sulla testa, e forse ti lascio andare.
 
E se adesso penseranno “cavoli, quella è pazza scrivere tutte queste cose per un cane”, allora io risponderò: Sarà anche un cane, ma non tutte le persone sono state degne di ricevere una dedica come questa. E sei compreso anche tu.
 
Ti voglio bene, Argo. Un nome che è anche una garanzia.
Tua per sempre
Alessandra.
 
 
 
 
 
 
 
*Mi riferisco al film “Hercules”
   
 
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