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Autore: Classicboy    19/02/2017    3 recensioni
storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Superhero!AU, Mutanti!AU, X-man!AU
principalmente Spamano con altre coppie
“Chi sono i mutanti?
L'umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l'evoluzione fa un balzo in avanti...”
Lovino vive a New York assieme al fratello, e l'unica cosa che gli interessa e andare avanti senza essere disturbato da problemi quali i mutanti e il loro folle mondo.
Ma dovrà ricredersi quando, aiutando un gruppo di ragazzi in fuga, scoprirà di farne parte.
E così tra scuole in cui le persone hanno ali d'angelo e attraversano pareti, ragazzi che controllano il fuoco e ti invitano a uscire e pazzi uomini mascherati e i loro scagnozzi, riuscirà questo collerico italiano ad accettare il suo nuovo mondo e ottenere risposte su chi lui sia davvero?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP.16: LA TIGRE E IL CICLOPE, IL FULMINE E IL LUPO

 

 

Westchester, New York,
Istituto Xavier per giovani dotati,
Parco della scuola, statua dei primi X-men

 

"Lovi! Lovi! Finalmente, eri qui!"
Lovino fini di lucidare il basamento in marmo e si alzò, stiracchiandosi. Dio se era una faticaccia . E gli restava ancora tutta la statua da ripulire! Che merda la vita a volta.
"Che vuoi bastardo?" chiese, vedendo l'altro arrivare tutto trafelato.
"Avevi ragione! Ieri è successo qualcosa!"
"Mo calmati, e respira. Di che stai parlando?"
"Di ieri sera, del tuo compleanno ...a proposito, auguri di nuovo ... cioè ho saputo che io e te.... Wow che bel lavoro stai facendo...dicevo che ho saputo da Heracles che eravamo fuori... cioè io non me lo ricordo ancora e chissà perché ma..."
Antonio dovette fermarsi e riprendere fiato , e Lovino lo fissò, confuso.
"Io te lo avevo detto , idiota ! - riuscì infine a dire l'italiano - Ma mi ascolti mai? Certo che no!"
"Ma Lovi... abbiamo un problema! Perché non mi ricordo niente? E perché... "
Si interruppe, e si guardò attorno allarmato. Il cambio di reazione era stato così repentino da sorprendere persino Lovino.
''Bastardo, mo che hai?"
"Non ti senti... osservato anche tu?"
"No, affatto"
"Non sono paranoico ma...ATTENTO!"
Lo spagnolo lo spinse a terra, appena in tempo per evitare che un fulmine lo colpisce in pieno.
"Oh che guastafeste - disse Thunderbolt , facendo la sua entrata in scena in perfetto stile Megamind con tuoni e saette a fargli sa coreografia - sarebbe stato un colpo lineare e pulito, senza troppa fatica. Sarei riuscito a fare fuori tutti e due senza troppi problemi"
"Ma tu non ti arrendi mai?" gli urlò Lovino, mente Antonio lo aiutava a rialzarsi
''Per le cose importanti, no. Sai, ho una reputazione da difendere. Senza contare, ci tengo alla mia pelliccia e se Sadiq sapesse di te...beh, bye bye Thunderbolt"
''Se vorrai fare del male a Lovi, dovrai prima passare sul mio cadavere" disse Antonio, frapponendosi tra il suo amico e l'altro mutante.
"Scena molto toccante, ma tu no riusciresti a resistere per più di cinque minuti con me''
"Vogliamo provare?"
Antonio stava per attaccare, quando una colonna di energia elettrica squarcio il terreno e lo colpì in pieno.
"Bastardo!" urlò Lovino, prendendolo in braccio.
"Tutta quella elettricità di solito uccide persone grosse il doppio - si sentì in dovere di precisare Thunderbolt - e dal momento che sta ancora respirando e non vedo segni di ustioni, immagino che il suo potere mutante lo abbia tutelato un po. Giusto quel tanto che basta per non morire tra atroci dolori"
Lovino sapeva che contro quello lì non aveva possibilità. L'unica cosa positiva era che non poteva morire...forse. Non subito almeno. Argh, che schifo il fattore rigenerante!
Dato che sapeva di non poter far niente ,e che se Antonio era già conciato male, fece l'unica cosa sensata che gli venne in mente : se lo mise sulle spalle ed inizio a correre .

 

 

Interno della scuola, aula d'arte, in quello stesso momento...

 

Era uno di quei giorni in cui l'ispirazione tardava ad arrivare. Il signor Yao era stato gentile a concedergli di usare l'aula di arte, ed inizialmente Feliciano si era sentito a casa. Aveva fatto più o meno venti schizzi e paesaggi, e aveva riempito subito la sua nuova camera con bozzetti e tempere. Per fortuna il suo fratellone stava passando più tempo con Antonio che con lui (anche se un po di gelosia la provava , naturalmente) altrimenti si sarebbe lamentato a non finire del disordine .
Ora che ci pensava, aveva fatto un ritratto di lui e Antonio. Solo, chissà dove lo aveva messo...
Scrollò le spalle, e riporto la sua attenzione alla tela bianca.
Teneva la matita stretta tra indice e pollice, e sembrava quasi in attesa che la musa gli si palesasse un qualche modo.
Gli sarebbe andato bene tutto, davvero. Beh...niente roba di quel yaoi a cui aveva cercato di convertirlo il suo nuovo amico Kiku. A quello non si sentirà mai pronto.
Sospirò. Forse quella non era giornata per disegnare. Stava per riporre la matita a posto, quando qualcuno lo prese per il collo da dietro le spalle.
"Finalmente ti ho trovato! - esclamò il suo assalitore - Mio fratello sarà fiero di me! Sono stato prima io a trovare Lovino Vargas!"
Cosa voleva quello da suo fratello? Anzi... forse non era la domanda migliore da fare in quel momento. Non quando lo stava stringendo tanto da farlo soffocare.
"Che io sia dannato se questa volta non me ne vado portandomi la tua testa. Così Sadiq mi darà una promozione!"
Feliciano stava letteralmente diventando blu, mentre l'altro iniziava un lungo sproloquio su tutti i vantaggi che avrà una volta ucciso "Lovino".
Ecco, ora gli avrebbe fatto comodo avere la telecinesi come Yao! Oppure...
"ARGH!"
La presa si allento e Feliciano potè divincolarsi e liberarsi. Il suo aggressore era steso a terra con una spalla fumante e alla porta c'era Berwald, con gli occhiali alzati e gli occhi rossi.
"Wow... è questo il tuo potere? Fantastico! Solo, se ti attaccano da dietro le spalle è un po inutile"
"Lo so - fece sibillino lo svedese, con gli occhi puntati verso il ragazzo misterioso - Ora vieni con me"
"Oh...ve non me lo faccio ripetere due volte!"
L'aggressore provo a rialzarsi tuonando con una frase del tipo "Come osi tu ragazzino ferire me che sono uno dei membri più potenti della Confraternita? Preparati a subire la mia vendetta e..."
Per sua sfortuna, Berwald non era certo tipo da perdere tempo con dichiarazioni così prolisse , e lo ricolpi diritto al petto. La potenza del raggio fu tale da far catapultare l'asiatico dall'altra parte della stanza , facendolo finire su uno dei dipinti di Feliciano.
"Ma... chi è?" domandò l'italiano. Se era della confraternita, doveva essere uno importante, giusto?
"Non lo so - fu la risposta dello svedese, che prendendolo per un braccio poi disse - Seguimi, la preside ti vuole al sicuro..."

 

 

Corridoi della scuola

 

Berwald correva tenendo per mano Feliciano, che annaspava dietro di lui. Il ragazzo inciampava nei suoi stessi piedi, mentre cercava di stare dietro al ritmo del più grande, decisamente più allenato e in forma di lui. E di certo non aiutava il fatto che continuasse a fare domande a tutto spiano con voce terrorizzata.

“Ve, che succede? Dove mi stai portando? Chi diavolo era quello?!”

Berwald sbuffò un attimo: certo che quel ragazzino parlava davvero tanto, la sua prima impressione non era sbagliata.

D'altra parte le sue domande erano sensate: chi diavolo era quel tipo, e perché ce l'aveva con Feliciano? Gli sembrava di ricordare che fosse uno dei membri della Confraternita, e la cosa lo preoccupava ancora di più. La Confraternita nella scuola? E tra l'altro non avevano cercato di uccidere uno dei memebri dei Generation X, ma Feliciano! Perché, cosa c'era dietro?

Ad un tratto vide uno dei pulsanti di emergenza, si fermò e diede un pugno rompendo il vetro e attivando l'allarme.

“Questo ci dovrebbe aiutare... - grugnì, prima di voltarsi verso l'italiano - Forza, quel tipo ci sta ancora inseguendo, e tu devi raggiungere un posto sicuro al più presto”

 

 

Ufficio di Zafirah Hassan

 

Zafirah stava mettendo a posto alcuni documenti quando le arrivò il segnale di pericolo.

Ogni sensore nella scuola era collegato al suo ufficio, e da lì lei vedeva se c'era un vero problema o se si trattava solo dello scherzo di uno dei suoi studenti (tutti gli anni passati a guardarsi dagli scherzi di Gilbert, Francis e Antonio l'avevano resa previdente sotto questo punto di vista) e di conseguenza decideva se dare l'allarme in tutta la scuola o meno.

L'egiziana si alzò ed andò ai monitor. Scrutò per qualche secondo gli schermi. Non c'era traccia di fuoco, e l'aula di chimica pareva nella normalità più assoluta.

Scrollò le spalle: uno scherzo.

Stava per tornare alla scrivania, quando vide un movimento veloce in un angolo. Aggrottò la fronte e ingrandì. Vide per un attimo due ragazzi che correvano veloci, e i suoi occhi furono abbastanza pronti da riuscire a riconoscere gli occhiali speciali di Berwald e il taglio di capelli di Feliciano. Non sembravano correre perché erano in ritardo, ma pareva più che altro che stessero fuggendo da qualcuno.

In quel momento un'ombra passò veloce dove poco prima erano i due ragazzi.

La preside bloccò l'immagine, la rimandò indietro, fermò il fotogramma e mise a fuoco.

Per poco non si strozzò: East Tiger.

Cosa diavolo ci faceva un memebro della Confraternita nella sua scuola?! E tra l'altro perché stava inseguendo Berwald e...

“Feliciano...” mormorò mentre capiva finalmente il motivo della venuta dell'asiatico. Sadiq sapeva della presenza dei Vargas e aveva mandato il cinese a eliminarli!

All'istante la mano scattò a premere il pulsante di emeregenza e le sirene presero a suonare nella scuola. Dopodiché la donna prese dalla scrivania un comunicatore portatile.

“Qui è Zafirah, a tutto il corpo docente, priorità livello Alpha-sette-uno. Un membro della Confraternita è riuscito a penetrare a scuola. Lin voglio che tu tenga al sicuro i bambini, andate nel laboratorio di bio-chimica; Elena occupati degli studenti dalle medie in su, fa in modo che non facciano idiozie; Generale le mando la posizione del nostro ospite; Yao tu verrai con me e il Generale ad occuparci dell'intruso, capito? Yao, mi senti?”

Quando aveva dato gli ordini aveva sentiti in sottofondo i suoi colleghi rispondere con un “ricevuto”, ma quando provava a chiamare il cinese l'unica cosa che sentiva erano scariche elettrostatiche. L'egiziana imprecò: probabilmente l'altro non aveva il ricevitore a portata e probabilmente era nel suo studio, dove non si sentiva il rumore dell'allarme.

“Mei, va subito da Yao, probabilmente è in ufficio, e digli che noi andiamo verso la biblioteca, cercheremo di bloccare East Tiger lì, passo e chiudo!” e mise via il comunicatore, prima di correre verso dove concordato.

Avrebbe protetto i suoi studenti, costi quel che costi, o il suo nome non era Zafirah Hassan!

 

 

Ufficio di Yao Wang

 

“Io so quello che vuoi fare” gli disse Yao, quando furono da soli.

Alfred lo fissò per qualche attimo, poi chiese: “Ehm… di che parla?’’

“Ragazzo, non fare il finto tonto con me – gli disse l’insegnante – Tu sei uno di quelli che hanno la tipica sindrome dell’eroe. E posso anche comprendere che, in parte, sia giustificabile. Voi ragazzi di oggi crescete con tutti quei fumetti… comunque, il punto è che devi fermarti”

“Fermarmi? Da cosa?”

“Dalla tua missione personale. Credi che non lo sappia, Jones? Il Generale non ti ha mai notato, ma io sì. Ci spii, cerchi informazioni…”

“In realtà…”

“Cosa?’’

“Mhm… molto spesso ero lì per caso”

“Davvero?”

“Giuro sul mio onore di eroe’’

Yao sospirò, e disse: “Vedi, è proprio questo di cui ti stavo parlando: hai la sindrome dell’eroe! Credi di poteri salvare tutti… ma non è possibile”

Alfred non era d’accordo. Affatto.

“Chi lo dice? Tutti possono essere salvati!’’

“Solo se lo vogliono!”

“Questo non vuol dire che gli altri non meritano almeno un tentativo’’

Yao roteò gli occhi. Quel ragazzo gli avrebbe fatto venire i capelli bianchi prima dei cinquant’anni.

“Senti – cercò di spiegargli – A volte, le persone scelgono il bene o il male. E percorrono la strada che si sono scelti. Non puoi costringere una persona a cambiare , ad andare contro la sua natura. Non è così che le salvi”

“Io però ho promesso!” disse l’americano, gonfiando le guance. Come fossi possibile che riuscisse ad essere tanto immaturo anche durante una conversazione tanto seria, era un mistero. Sarà l’età.

“Alfred…” iniziò Yao, ma una Mei trafelata entrò proprio in quel momento nella sala professori.

“Yao, finalmente ti ho trovato… c’è un problema!”

“Cosa è successo? E santo cielo, respira’’

“La Confraternita… due membri sono qui!”

Il primo a cercare di uscire , fu Alfred, che venne prontamente bloccato dalla telecinesi di Yao.

“Tu non vai da nessuna parte, ragazzo - disse il cinese – Mei , lo affido a te. Bada che non tendi di fare idiozie. Se necessario, trasferiscilo da qualche altra parte. Va bene?’’

“Sì…”

“Ora, dov’è mia sorella?”

“Coi bambini”

“Elena?”

“Con gli studenti più grandi”

“Zaphira?”

“In laboratorio, mi ha mandato a chiamarti. Credo che abbia deciso di intervenire personalmente”

“Chiaro… accidenti, pensavo che non fossero così stupidi da attaccare proprio qua!’’

 

 

Corridoi della scuola

 

Berwald ormai aveva il fiatone, sapeva che non avrebbe retto ancora per molto quell'inseguimento.

Era allenato, questo sì, ma non era mai stato tra quelli che volevano entrare a tutti i costi nei Generation X. Fare l'eroe... non era nelle sue corde.

Orami sentiva i passi di East Tiger dietro di sé, e doveva prendere una decisione in fretta.

Ma dove diavolo erano la preside e i professori?!

Alla fine si decise.

“Ora lo affronto, tu fuggi” borbottò con voce rotta.

“Ve, cosa?! No, non...!”

“Non discutere” ringhiò fulminandolo con uno sguardo. Non avrebbe permesso che una persona se ne andesse senza che lui potesse fare niente per salvarla.

Non di nuovo.

“Ora!” esclamò. Prese Feliciano per il braccio e lo scaraventò di fronte a sé, per poi girare su sé stesso e togliersi gli occhiali con un gesto brusco. Un intensa luce color rosso rubino illuminò l'ambiente circostante, mentre il raggio laser partiva dagli occhi del biondo e il ragazzo emetteva un urlo roco.

East Tiger in un certo senso se lo aspettava: non appena lo svedese si era tolto gli occhiali il giovane era saltato in alto, accucciandosi a palla e facendo una capriola a mezz'aria. Non appena ebbe raggiunto la parte alta del muro di sinistra aveva stesso le gambe e, approfittando dello slancio, si era scagliato esattamente dietro il suo avversario. Una volta toccato il pavimento il cinese si voltò e diede un calcio ai piedi dell'altro, che non aveva fatto nemmeno in tempo a registrare il tutto, facendolo finire a pancia all'aria.

Il laser colpì il soffitto e Berwald fu costretto a chiudere gli occhi per non causare danni, mentre cercava di rialzarsi. In quel momento Li lo raggiunse e gli sferrò una ginocchiata nelle costole, mandandolo a finire contro il muro. La schiena del biondo aveva colpito la parete che il castano tirò fuori uno dei suoi pugnali e lo conficcò nello stomaco dell'altro.

Berwald urlò di dolore, mentre spalancava gli occhi e centrava un quadro appeso alla parete incenerendolo, mancando il nemico che si era accucciato per colpirlo.

“Questo è quello che succede a coloro che intralciano la Confraternita, e faresti bene a ricordartelo” sibilò Li, estraendo l'arma e facendo cadere a terra l'altro che aveva di nuovo chiuso gli occhi.

Li lo osservò per un attimo che si stringeva dolente la pancia, si chinò, prendendo di nuovo fuori il coltello e puntandoglielo alla gola: “Per te è finita, biondino, e dopo di te... toccherà a Vargas”

Berwald aveva gli occhi chiusi e poteva sentire solo la voce dell'altro sopra di lui e il rumore di un coltello che veniva sguainato.

Non poteva aprire gli occhi, non era sicuro di cosa avrebbe colpito. Inoltre la ferita allo stomaco gli bruciava e faceva un male cane. La mano stretta sulla pancia era zuppa di sangue e bastava solo quello a fargli capire quanto fosse grave.

Ironico: era sempre stato un tipo tranquillo, non era mai andato alla ricerca di guai o di avventure, e ora moriva semplicemente perché si era trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. Beh, almeno Vargas era salvo. Inoltre tra un po' avrebbe rivisto lui...

Lo svedese era pronto per il colpo fatale quando sentì un rumore metallico e la voce di East Tiger che imprecava.

In quel momento lo raggiunse una voce femminile dal tono deciso: “Fermo!” e sentì che il cinese si allontanva di corsa.

Dopo una manciata di secondi sentì qualcuno corrergli vicino e accucciarsi al suo fianco e la voce della preside che domandava: “Berwald, Berwald mi senti? Ti prego di qualcosa”

Il ragazzo mugugnò una frase sconnessa, per far capire che almeno era ancora viva.

Sentì Zafirah sospirare per il solievo, salvo poi dire con voce ferma: “Cerca di non muoverti, mi raccomando. La ferita è grave...”

“Ve, signora preside ho trovato i suoi occhiali!” li raggiunse in quel momento la voce di Feliciano, e dopo un paio di secondi lo svedese sentì la presenza dell'apparecchio dul viso.

In quel momento si arrischiò ad aprire gli occhi, e subito riconobbe i visi della donna e dell'italiano che lo osservavano preoccupati, tinti nel solito tono rosso scuro.

Zafirah si stava mordendo nervosamente il labbro. Non sapeva cosa fare! Doveva portare al più presto Berwald in infermieria, però c'era il rischio che muovendolo la sua situazione si aggravvasse. Inoltre c'era anche il problema di East Tiger...

Un mugolio del biondo bastò a ricordarle che la vera urgenza in quel momento era l'allievo.

La donna stava per rischiare e prenderlo per portarlo via da lì quando Feliciano si inginocchiò al suo fianco. Lei lo guardò confuso, ma tutto ciò che il ragazzo fece fu poggiare le mani sulla ferita e mormorare: “Ve, tranquillo, tra un po' sarà tutto finito”

L'attimo dopo una tenue luce verde coprì la ferita, mentre il biondo tratteneva il respiro.

La luce dopo un po' si fece più intensa e il volto dell'italiano divenne pallido e sudato.

“Feliciano...”
“Ve, tranquilla signora preside, ce la posso... ce la posso fare” le sorrise il ragazzo, prima di concentrarsi di nuovo sulla cura.

Dopo un paio di minuti finalmente la ferita si risanò completamente e sul volto di Berwlad si dipinse un'espressione pacifica.

“Ben fatto Feliciano!” si congratulò la donna.

Lui sorrise, prima di svenire.

 

 

Corridoi della scuola, da tutt'altra parte...

 

Lovino correva veloce per i corridoi della scuola, trascinandosi dietro un semi svenuto Antonio che non faceva altro che mugolare frasi sconnesse al suo fianco.

L'italiano correva con in testa un solo pensiero: salvarsi. E mentre lo faceva dietro di sé sentiva il rumore dei fulmini e dei lampi di elettricità e la voce canzonatoria di Thunderbolt che lo provocava canticchiando: “Scappa scappa topolino, o ti cuocio il codino. Scappa scappa piccolo leprotto, che tra un po' ti ritroverai di sotto!” prima di ridere.

Di tanto in tanto qualche fulmine lo colpiva di striscio, facendogli un male cane, ma subito il suo potere interveniva guearendolo prontamente.

Ad un certo punto svoltò in un corridoio e prese a correre verso una porta, quando sentì tutt'ad un tratto le forze venirgli meno. Inciampò nei suoi stessi piedi e finì diritto disteso per terra. Non sapeva cosa gli fosse successo, ma il ragazzo si strinse il cuore, come se fosse in preda ad un attacco cardiaco.

Il coreano lo raggiunse e lo osservò leggermente incuriosito: “Ma come? Ti fermi di già? E io che speravo di divertirmi almeno un altro po'. E vabbè...” scrollò le spalle prima di avvicinarsi di qualche altro passo.

Aprì le mani e nugoli di scintille sprizzarono tra le dita.

Lovino cercò di mettere a fuoco il suo avversario, ma puntini neri gli impedivano di focalizzare l'altro e atroci mal di testa continuavano a colpirgli la testa.

In quel momento sentì distintamente la voce di suo fratello dire: “Ve, ti prego, fa che riesca a salvarlo!”
<< Feliciano, cazzo! >> pensò, capendo finalmente il motivo della perdita di energie. Suo fratello stava curando qualcuno, e quel qualcuno doveva anche essere una persona ferita molto gravemente, ma per farlo gli stava sottraendo molte energie. Energie in quel momento molto preziose.

Thunderbolt gli fu vicino: “Beh, che hai? Sembra quasi che... Argh!” il castano si coprì la faccia mentre Lovino recuperava man mano la vista. Vide che l'altro si stava spegnendo una fiamma sui capelli, mentre dietro di lui Antonio lo osservava ansimante, con una mano alzata.

Il bastardo doveva aver ripreso conoscenza e aveva pensato di proteggerlo perché lo aveva visto in pericolo. Che coglione!

Yong Soo si voltò verso lo spagnolo con uno sguardo da folle: “Ah sì?! E così sei proprio convinto a voler morire da eroe, eh?!” e scagliò una scossa, che fece alzare da terra il corpo dello spagnolo e lo scagliò contro un armadietto, mentre questo urlava con voce straziata.

“E non è finita! - continuò il castano - Sei stato una spina nel fianco della Confraternita per troppo tempo, Hellfire! La mia missione è uccidere Vargas, ma penso che Sadiq gioirà nel sapere della morte di un altro membro dei Generation X” e si avvicinò con fare minaccioso, pronto a finire l'avversario.

Lovino guardò sperduto la scena, mentre cercava di mormorare qualcosa per avvertire l'amico, ma questi era di nuovo svenuto. In quel momento il giovane sentì un sorta di fuoco che iniziava a bruciargli nel petto.

Thunderbolt si mise sopra ad Antonio, la mano aperta e pronta a scagliare un'altra folgore.

“Hasta la vista, Hell...” non fece in tempo a finire la frase che sentì una sorta di ruggito e qualcuno che lo placcava per la schiena e lo buttava per terra.

“Tu... non... gli farai... altro male!” ringhiava Lovino mentre si accapigliava con il coreano. Questi cercava di rispondere in qualche modo ai pugni che l'altro gli stava dando. Suo fratello aveva ragione: quel piccoletto era una vera furia!

Ma lui non era Sung, lui aveva un asso nella manica.

L'orientale urlò e una scarica di fulmini partì da tutto il suo corpo, colpendo l'italiano e mandandolo a sbattere contro un muro.

“Ora basta, mi sono davvero stufato di te, di Hellfire, di questa maledetta scuola!” urlò avvicinandosi mentre l'altro si stava rialzando e dandogli un pugno che lo fece ritornare a terra.

“Vi ammazzo tutti! Vi riduco in cenere! Vi elettrizzo completamente fino all'ultima cellula!” e fece per dargli un altro pugno, stavolta con la mano avvolta dall'elettricità, ma Lovino in ginocchio lo bloccò.

“Ora basta...” mormorò.

“Come hai detto, moscerino?!”
“Ho detto... basta! - esclamò con voce dura Lovino, alzando la testa e mostrando gli occhi nei quali brillava una luce calda, potente, primordiale - Basta con questo tuo potere! Basta coi fulmini!”

Il ragazzo aveva appena finito di pronunciare quelle parole che una lieve luce verde gialla cominciò a brillare nella sua mano. Yong Soo sentì come un pugno del petto, mentre percepiva l'energia elettrica del suo corpo convogliare verso la sua mano. Le scariche presero a uscire come impazzite mentre le figure dei due contendenti venivano avvolte da un alone di luce verde. I due ragazzi presero a gridare, mentre entrambi sentivano un bruciore avvolgere il petto per poi espandersi in tutto il resto del corpo.

Quando la luce se ne andò entrambi caddero a terra.

Lovino era svenuto, sdraiato sulla schiena con il corpo scosso da tremiti incontrollabili. Yong Soo invece si guardava sconvolto le mani.

C'era qualcosa che non andava!

Dentro di sé non riusciva a sentire nient'altro che un senso di vuoto.

“Che mi hai fatto...?” riuscì a mormorare.

Dopodiché alzò la testa e urlò, arrabbiato a spaventato: “Che diavolo mi hai fatto?!”

In quel momento sentì il rumore di qualcuno che correva, e subito fu raggiunto da Li.

“Yong, che diavolo è successo?! Ho visto una luce e... aspetta, quello è Vargas? Ma come è possibile, credevo fosse rimasto col biondino! Non importa, dobbiamo andarcene, ci hanno scoperto!” e prese di peso il coreano per poi correre verso l'uscita.

Avevano fatto solo pochi passi che la via venne sbarrata da dei quadri.

“Ma che...?!”
“Voi non andrete da nessuna parte, aru!”

La voce aveva appena finito di parlare che gli orientali sentirono un vento freddo colpir loro il viso, e dopo neanche un secondo i due furono intrappolati in due bozzoli di ghiaccio.

Li imprecò, mentre di fronte a lui comparivano il Generale e Yao.

“Bene bene, e così direi che abbiamo due nuovi acquisti per la prigione dello SHIELD, vero signor Yao?”

“Ha ragione Generale” rispose il cinese con un leggero sorriso. In quel momento però notò le due figure distese di Lovino e Antonio, e subito il suo sorriso sparì, prima di fiondarsi verso i due ragazzi.

Raggiunse per primo Antonio. Tastò il polso e si calmò un attimo: il cuore batteva. Pareva essere appena uscito vivo da un incendio, ma non sembrava essere in situazione critiche.

Di tutt'altra condizione invece pareva l'italiano.

Non appena Yao mise una mano intorno al polso sentì il battito forte, ma estreamamente irregolare. Inoltre fisicamente pareva a posto, ma non appena gli alzò le palapebre vide che c'era solo il bianco negli occhi del castano.

Subito lo prese su e ordinò all'altro: “Generale, lei tenga d'occhio questi due fino all'arrivo della preside, io devo portare subito in infermeria i ragazzi. Vargas ha bisogno di cure urgenti”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Fic: “Forse non hai sentito bene, sono Next Generation, la fanfiction importante. Ero mortissima, ma ora sono finalmente, TORNATA, ALLA, VIIIIITAAAAA!!!!!”

Fandom: “No, sì, ho capito. Ben tornato”

 

Okay, salve, come va? Sì, sono ancora vivo, e sì, lo so che vi ho lasciato in sospeso e che ricompaio dopo un mese e mezzo di assenza, e mi dispiace davvero moltissimo ragazzi, sul serio. Ma è che è un periodo di casini. Tra scuola, preparazione per l'esame di matura, studio, ispirazione che va e viene, il fatto che non mi sembra più di essere capace di mettere due parole in fila che siano decenti... beh, questo capitolo è stato davvero difficile da finire.

Ad ogni modo, spero l'abbiate apprezzato, e spero che mi perdonerete per come mi è venuto fuori (sinceramente: non sono soddisfatto di come ho scritto le mie parti).

Ad ogni modo: come stanno Lovino e Feliciano? E il povero Berwald? Cosa succederà a Li e a Yong Soo ora che sono stati catturati? E Sadiq cosa farà una volta scoperto che due dei suoi uomini sono finiti prigionieri dei Generation X?

Scoprirete tutto questo molto presto, qualcosa anche nel prossimo capitolo, in cui vari misteri verranno a galla.

Attenzione: minimo due recensioni per continuare! Volete fare felici due autori, da? ^J^

   
 
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